Costituzione

Non si manometta la Costituzione

manifesto wSabato 7 dicembre a Como banchetto informativo dalle 10 alle 16 in piazza Verdi, dalle 16 alle 19 alla Circoscrizione 6, in via Grandi, conferenza stampa e dibattito pubblico al quale, con una lettera aperta, sono stati invitati i parlamentari comaschi. Organizzano Anpi, Annpia, Arci, Attac, Cgil, Comitato comasco difesa Costituzione, Isc Perretta. [Presto on line su ecoinformazioni] (altro…)

Costituzione/ Sabato 7 dicembre: interrogati i deputati comaschi

138Con una lettera  aperta ai deputati e alle deputate elette nella provincia di Como Anpi, Anppia, Arci, Attac, Cgil, Comitato Difesa Costituzione, Istituto di storia contemporanea Perretta,  impegnati insieme a tanti altri per la difesa della legge fondamentale della democrazia italiana, segnalano la pericolosità degli attacchi alla Costituzione in corso e invitano gli eletti  e le elette del territorio a «spiegare ai loro cittadini/ e elettori/ trici le motivazioni  del voto partecipando al dibattito sabato 7 dicembre  alle 16,30 alla Circoscrizione 6  in via Grandi 21 a  Como». Leggi nel seguito il testo integrale della lettera aperta. (altro…)

L’Anpi per la Costituzione

logo_anpi_011Si è concluso nella mattinata di sabato 23 novembre 2013 un ciclo di conferenze organizzate dal Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in collaborazione con le sezioni territoriali di Dongo, Nesso, Uggiate Trevano, Seprio, Mariano Comense e l’Associazione Museo della Resistenza Comasca sul tema delle riforme costituzionali e della legalità. (altro…)

Per la Costituzione/ Da Como per Roma c’è il pullman

laviamaestraAnche a Como si annuncia significativa l’adesione alla manifestazione del 12 ottobre a Roma. L’arcipelago di associazioni, partiti, movimenti, sindacati, singole persone che hanno dato vita al Comitato comasco a sostegno dell’iniziativa La Costituzione la via maestra organizza un pullman che partirà venerdì 11 ottobre alle 24 dal piazzale antistante la piscina di Muggio a Como per ripartire da Roma per Como alla fine della manifestazione sabato 12 ottobre. Il contributo per il viaggio è 40 euro. Info e prenotazioni fiomco@tin.it, tel. 031.268368 (dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,30). Previsti a Como Pullman che un’iniziativa sabato 12 ottobre in città per coloro che non potranno raggiungere Roma. Scarica e diffondi il volantino comasco dell’iniziativa.

Il vizio della memoria

L’ex pm Gherardo Colombo in città incontra i giovani e parla delle resistenze italiche alla piena attuazione della Costituzione. I cittadini non devono cedere al lamento o delegare, ma partecipare alla vita politica in prima persona.

Martedì 9 marzo 2010, l’ex giudice Gherardo Colombo lo ha trascorso a Como. Nel corso della mattinata insieme a don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, ha incontrato allo Spazio Gloria le scuole superiori della provincia, mentre nel pomeriggio, in biblioteca, c’era ad aspettarlo un pubblico più variegato per età. I due incontri lariani sono stati organizzati, nell’ambito del progetto Memoria e Verità 2008-2010, dall’Università Popolare Auser di Como, dall’Associazione Memoria condivisa Bari di Como e da Nodo Libri con la partecipazione di Istituto Storia contemporanea Perretta di Como, Associazione familiari delle vittime Strage di Bologna, Fondazione Carlo Perini Milano, Associazione Casa della Memoria di Brescia, Istituto Pugliese per la Storia dell’ Antifascismo dell’Italia Contemporanea.
L’incontro del pomeriggio, che è stato registrato e sarà a disposizione di chiunque lo desideri presso la mediateca della biblioteca comunale, ha avuto come tema Il vizio della memoria: l’eversione, lo Stato, la Giustizia: dove sono i cittadini?
Gherardo Colombo ha ricordato, interloquendo, quasi giocando con il pubblico, gli eventi del ventennio di sangue che va dal 1974, anno in cui entra in magistratura, al 1996, anno in cui viene pubblicato il suo libro Il vizio della Memoria (1996), saggio in cui ripercorre le proprie esperienze professionali, in modo particolare quella del ritrovamento dei documenti riguardanti la Loggia Massonica P2 a Castiglion Fibocchi, mentre con il collega Giovanni Turone sta indagando sul finto rapimento di Michele Sindona, mandante del tragico omicidio di Ambrosoli.
Il sangue degli italiani onesti ed innocenti, però, inizia a scorrere già cinque anni prima, il 12 dicembre del 1969, giorno della strage di Piazza Fontana. Quel giorno Gherardo Colombo si trova al Comando del Corpo d’Armata, poiché impegnato nel servizio militare. Lasciando il Corpo e dirigendosi con altri commilitoni verso la caserma di via Vincenzo Monti, lo raggiunge la notizia della strage. È l’inizio di una lunga stagione di stragi che terminerà con quella di Bologna del 2 agosto 1980: l’elenco è lunghissimo e non sempre si riesce a tenerne la completa contabilità: Peteano, 31 maggio 1972, tre morti; Milano, 19 maggio del 1973, quattro morti; Brescia, Piazza della Loggia, 28 maggio 1974, 8 morti; Italicus 4 agosto del 1974, 12 morti.
Dopo il tempo delle stragi subentra il tempo del terrorismo rosso e nero, degli omicidi di personaggi scomodi e irreprensibili, come Ambrosoli ed è poi il momento delle stragi di mafia.
Perché la scia di sangue delle stragi e del terrorismo degli anni Settanta e Ottanta, la Loggia P2 ed i depistaggi? Secondo Colombo, tutto questo è avvenuto perché non si procedesse verso il compimento dei valori sanciti nella Costituzione italiana. Le resistenze sono state e sono tante.
Un esempio che riguarda le donne: sono dovuti trascorrere più di venti anni perché l’articolo 3, quello relativo all’uguaglianza fra i cittadini, fosse soddisfatto pienamente per quanto riguarda le relazioni tra i coniugi. Bisogna infatti aspettare la riforma del diritto di famiglia del 19 maggio del 1975 perché venga attuata l’uguaglianza tra marito e moglie. Ventisette sono invece gli anni che separano la Costituzione dalla riforma del Codice civile, mentre il Codice penale non è stato ancora completamente adeguato ai principi costituzionali.
Nella storia della Repubblica italiana sono sempre presenti, infatti, due tendenze: una che spinge verso la realizzazione dei principi della Costituzione, una che preme per il ritorno ad una sistema strutturato in senso gerarchico e immobile. Nel primo caso l’aspirazione è nella direzione di una società in cui la Costituzione sia pienamente realizzata nei fatti, dove i diritti e le pari opportunità siano per tutti e dove il potere venga delimitato e controbilanciato affinché non pregiudichi i diritti acquisiti. Nel secondo caso la spinta è verso una limitazione dei principi costituzionali per tornare ad una società immobile e autoritaria. Le stragi ed il terrorismo sono i sintomi che lo scontro tra queste due tendenze è degenerato, si è inabissato nel regno oscuro della paura per creare ostacoli e resistenze al fine di paralizzare la società e le coscienze.
Alle resistenze si aggiunge, spesso, l’incapacità da parte dei cittadini di sentirsi “Stato”, di essere responsabili, di non cedere al lamento, ma di impegnarsi e partecipare in prima persona alla vita della nostra nazione. Vi è una tendenza, tutta italica, ad affidarsi a qualcuno, a cedere potere alla rappresentanza, se non per aperto opportunismo per semplice comodità. È assente, di frequente, il senso di essere una collettività: l’individualismo, alla lunga, influenza, permea e imbriglia tutta la vita civile del paese.
Il vizio della memoria, in questo contesto di violenza ed indifferenza, è difficile da coltivare poiché è proprio l’opposto: è educazione, è sforzo di capire i fatti, gli eventi, è approfondire per voler comprendere. [Patrizia Di Giuseppe, ecoinformazioni]

Oltre duecento per democrazia e Costituzione

Oltre duecento persone al presidio martedì 10 febbraio dalle 17.30 davanti alla Prefettura in via Volta a Como in difesa della democrazia e della Costituzione organizzato dall’Arci di Como.

Una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Sante Fraternizzi. Grande compostezza, grande unità di intenti e grande preoccupazione per la democrazia in Italia attaccata dal governo Berlusconi sia con la promulgazione di vere e proprie leggi razziali che con lo scontro sempre più violento con le istituzioni con l’attacco al presidente della Repubblica reo di tentare di resistere allo strapotere delle destre e di difendere la Costituzione. Si sono trovati in via Volta a Como rispondendo all’appello dell’Arci oltre duecento persone. Tra essi esponenti delle sinistre, del sindacato confederale e di quello di base, della società civile del mondo della cooperazione e del volontariato. Interessante anche la presenza di giovani universitari che hanno voluto dimostrare la loro sensibilità al tema della difesa della democrazia e della Costituzione. Una delegazione formata dal presidente dell’Arci Enzo D’Antuono, da Nicoletta Pirotta (Prc), Licia Badesi (ex parlamentare ed esponente del Comitato per la difesa della Costituzione), Leo Ceglia (Cgil), Thierno Gaye (associazione antirazzista e interetnica 3 febbraio, Erba) è stata ricevuta dal prefetto Sante Fraternizzi che si impegnato a riferire al governo la gravità delle preoccupazioni esposte dai manifestanti.

L’Arci per la democrazia e la Costituzione

Presidio martedì 10 febbraio dalle 17.30 davanti alla Prefettura in via Volta a Como in difesa della democrazia e della Costituzione organizzato dall’Arci di Como.

«Gli ultimi provvedimenti del governo Berlusconi, con l’approvazione del decreto Sicurezza al Senato e lo scontro istituzionale col presidente Napolitano sul “caso Eluana”, segnano un’accelerazione del processo di edificazione dello stato razzista e autoritario – si legge in un comunicato dell’Arci provinciale comasca – Di fronte a tale situazione l’Arci ritiene indispensabile che i cittadini che non la condividono facciano sentire la propria voce e si mobilitino in prima persona». «Con la Maratona per i diritti umani che si è conclusa il 10 dicembre 2008, l’Arci ha posto come premessa alla sua azione l’articolo 0: “Io sono perché siamo”. La violenta azione del governo Berlusconi tesa a distruggere e vanificare i valori della Costituzione attacca proprio quegli aspetti che hanno fino ad ora permesso al nostro paese di considerarsi civile e sui quali si basa l’operato della nostra associazione – continua il testo che poi esplicita – L’azione combinata del governo delle destre xenofobe e integraliste italiane ci sta imponendo: – leggi razziali, già passate al Senato, che rappresentano un disposto tale da creare un vero e proprio sistema di apartheid nei confronti dei cittadini immigrati e cancella l’universalità dal diritto alla salute per quelle donne e quegli uomini colpevoli solo di non avere un permesso di soggiorno, arruolando i medici ad una impropria e odiosa funzione di polizia; – l’attacco alla democrazia con la mortificazione del diritto e l’imposizione con la forza della maggioranza di provvedimenti finalizzati esclusivamente alla dimostrazione di un potere senza limiti; – l’uso strumentale dei drammi delle persone come strumento mediatico in dispregio alla “pietas” al diritto e persino al rispetto della morte evento naturale del percorso umano. Ma noi non dimentichiamo l’articolo 0 e chiamiamo la popolazione a difendere la nostra umanità convinti di essere stragrande maggioranza nel Paese». Per questo l’Arci di Como si è impegnata a dare «vita con l’arcipelago di associazioni, gruppi politici, movimenti che condividono i valori fondanti della Costituzione italiana a una serie di iniziative per contrastare adeguatamente l’azione violenta delle destre e far sì che non ci si debba vergognare di essere italiani». Ed il primo appuntamento è l’invito a «tutte e tutti al presidio contro le leggi razziali e a sostegno dell’azione del Presidente della Repubblica che ha rifiutato di emanare provvedimenti incostituzionali, ingiusti e lesivi della dignità umana» di martedì 10 febbraio alle 17.30 avanti alla Prefettura in via Volta a Como. Per informazioni tel. 031.264921.