Stragi nel Mediterraneo

10 giugno/ Arciwebtv/ Sabir 2020/ Il servizio civile per la pace nel Mediterraneo

Dalle 10,30 alle 12/ Sabir oltre 2020. Risorsa Giovani per la pace nel Mediterraneo: le potenzialità dei volontari dei corpi civili di pace e del servizio civile internazionale. Il Servizio Civile rappresenta nel nostro Paese una storia fatta di scelte di pace, prima l’Obiezione di Coscienza, oggi la scelta volontaria di mettersi al servizio delle comunità. Le potenzialità di questa esperienza sono molteplici ed alcune attività nate partendo proprio partendo dal SC stanno dando dei risultati molto importanti. Sul tema della pace e della diplomazia popolare i Corpi Civili di Pace, che hanno l’obiettivo di promuovere solidarietà e la cooperazione a livello nazionale ed internazionale – con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona e all’educazione alla pace fra i popoli – hanno rappresentato una innovazione importante che deve proseguire. Iscriviti cliccando qui, partecipa su Zoom cliccando qui oppure guarda la diretta su facebook cliccando qui o sull’immagine.

Gli altri programmi del 10 giugno.

La programmazione completa di Arci Como WebTV.

Fermare il genocidio nel Mediterraneo

logoarciOrrore, sdegno, dolore per la strage dei migranti in fuga da guerre, violenze e povertà. Il Consiglio nazionale dell’Arci del 19 aprile a Roma con un minuto di silenzio ha espresso il dolore dell’associazione. Leggi il testo del comunicato.
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Arci/ Venti di guerra. La prima parola tocca alla diplomazia

arci«Ripristinare subito Mare Nostrum e aprire canali d’ingresso umanitari ai confini della Libia. » Inizia così l’appello dell’Arci nazionale sulla drammatica situazione della costa libica. «In queste ore sull’Europa e sul Mediterraneo soffiano pericolosi venti di guerra. La situazione drammatica che si è venuta a determinare in Libia rischia di coinvolgere tutta l’area del Mediterraneo, peraltro già teatro di molti e terribili conflitti. Siamo convinti che non potrà essere un nuovo intervento militare a riportare la pace in Libia e la stabilità nel Mediterraneo.Le recenti esperienze, in primo luogo proprio quella in Libia nel 2011, hanno dimostrato che la guerra aumenta l’instabilità e allontana le soluzioni, oltre che provocare morti e ingiustizie. Tuttavia fermare la violenza e l’orrore fondamentalista è compito non rinviabile della comunità internazionale che ha gli strumenti per farlo, se c’è la volontà politica di utilizzarli. L’Europa e l’occidente tutto non possono sconfiggere il terrorismo e le mire espansionistiche dell’IS con un nuovo conflitto e con una soluzione repressiva. Avrebbe senso una missione di ‘peacekeeping’ sotto l’egida delle Nazioni Unite, fondata su un accordo da raggiungere e su cui vigilare. Una missione che parta dal dialogo e dalla ricomposizione della società civile, che coinvolga tutte le comunità locali libiche e che abbia tra gli obiettivi anche quello di mettere in discussione le royalties del petrolio, che deve diventare una fonte di ricchezza per tutte le comunità e non la condanna di quel paese. Si apre, insomma, anche per l’Italia, la possibilità di ridare fiato seriamente a un lavoro, seppur difficilissimo, di diplomazia internazionale. E pensiamo sia ancora possibile restituire forza e legittimità al ruolo delle Nazioni Unite. In questo quadro complesso abbiamo di fronte un’emergenza umanitaria che rischia di coinvolgere in poche ore centinaia di migliaia di persone che si sommeranno ad altre centinaia di migliaia di civili in fuga da Siria, Afganstan, Iraq, Eritrea… Bisogna ricordarsi e ricordare alla comunità internazionale che chi soffre di più, le principali vittime di questa crisi, sono coloro che subiscono il giogo delle violenze e delle persecuzioni. Famiglie, uomini e donne, costrette a fuggire, di cui l’Europa deve farsi carico e non rispondere con le bombe e i respingimenti, come pretenderebbe qualche predicatore d’odio come Salvini. Pensiamo che sia indispensabile e urgente riattivare l’operazione Mare Nostrum e allo stesso tempo aprire, ricorrendo all’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (UNHCR), canali umanitari dai Paesi confinanti la Libia. Mare Nostrum, a differenza dell’operazione Triton, era dotata di strumenti e personale per soccorrere i profughi, evitando ricatti armati da parte dei trafficanti, come quello che si è verificato nei giorni scorsi. Due interventi, Mare Nostrum e canali d’ingresso umanitari, che possono e debbono essere promossi e sostenuti dall’Unione Europea e dalla comunità internazionale tutta, prevedendo un sostegno ai principali paesi confinanti con la Libia, in primo luogo Egitto e Tunisia, che saranno senz’altro coinvolti nella gestione dei flussi di profughi e che corrono il rischio di un’estensione dell’intervento dell’IS nel loro territorio.» [Arci Nazionale]

Radio popolare per i migranti di Lampedusa

rpdiamolafotoDa Radio popolare: «Continua quotidiano il macabro conteggio dei morti nel Mediterraneo. Ormai è un bollettino di guerra. La guerra che vede l’Europa contro i migranti. Un dramma a cui ci si rischia di abituare, anche perchè di questi morti spesso non ci sono nemmeno le foto dei cadaveri da pubblicare sulle prime pagine dei giornali». Guarda sul sito di ecoinformazioni le foto dell’iniziativa svolta il 14 febbraio in Galleria a Milano.

Stragi europee nel Mediterraneo/ Ve la diamo noi la foto

logo ecopop

Su Radio popolare (e su ecoinformazioni) tutti i dettagli della manifestazione contro i massacri nel Mediterraneo indetta da Radio popolare per sabato 14 febbraio alle 16 in piazza Duomo a Milano (con un lenzuolo bianco e una radio). Sarà possibile fornire una foto realistica con la quale finalmente gli altri media potranno riportare la notizia della guerra dell’Europa e del governo Renzi ai migranti.