Mese: Settembre 2009

Il Consiglio comunale di Como di lunedì 28 settembre 2009

cernezziAl Consiglio comunale di lunedì 28 settembre paratie soprattutto. Il muro verrà abbattuto con i soldi della Regione. Il bilancio non sta in piedi perché Berlusconi ha tolto l’Ici.

La sicurezza dei mezzi di trasporto è stato l’incipit delle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 28 settembre. «Quali sono le verifiche sulla sicurezza?» si è chiesto Donato Supino, Prc, ricordando i principi di incendio di due autosnodati la settimana scorsa.
Le paratie hanno poi monopolizzato l’attenzione, Gianluca Lombardi, Pdl, ha ammesso che «vi è stato un problema», ma «che le responsabilità verranno accertate», vedendo con favore l’abbattimento del muro. Alessandro Rapinese, Area 2010, ha ricordato come in Consiglio non sia mai passato alcun documento riguardante le paratie, una richiesta di atti appoggiata anche da Bruno Magatti, Paco. Anche la Lega ha recisamente preso posizione per l’abbattimento con il proprio capogruppo Giampiero Ajani, che chiesto anche relazioni periodiche sull’andamento dei lavori. «Uno tsunami al contrario si è abbattuto sul muro – così Mario Molteni, Per Como – domenica i cittadini si sono riversati in piazza per protestare contro il muro delle paratie», il consigliere ha poi informato i presenti della raccolta di firme contro l’opera edificata in Lungolario Trento che ha raggiunto quota 1.300 e di una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, di cui ha dato lettura. Di inutilità dell’opera ha parlato Luca Gaffuri, Pd, che ha rincarato la dose ricordando il «danno economico non quantificabile ed il danno di immagine per il sistema turistico della città». Mario Lucini, Pd, ha ripercorso la storia del progetto paratie a partire dal 1995 ricordando ai presenti che nel 2003 una mozione della minoranza per far discutere in aula dello stesso è stata bocciata da quella maggioranza e da alcuni singoli esponenti che ancora siedono in Consiglio comunale.
Il sindaco, che in una nota alla stampa ha dichiarato che il muro verrà abbattuto con il contributo economico regionale, ha difeso il proprio operato sostenendo che la sua ultima campagna elettorale è stata un referendum pro paratie.
«Come sono stati utilizzati i fondi per i centri di prima accoglienza?» ha domandato Vittorio Mottola, Pd.
Roberta Marzorati, Per Como, ha denunciato l’accorpamento di due Circoli didattici (via Fiume e Como centro) «senza coinvolgere i genitori».
Iniziato il lavoro dell’assemblea, con alcuni voti e l’astensione della maggioranza, è stata approvata la mozione per sapere le specifiche del capitolato d’appalto sulla raccolta dei rifiuti.
Il Consiglio ha poi affrontato il riequilibrio di bilancio, «in una situazione difficile – ha spiegato il primo cittadino – che porta a rivedere i capitoli di spesa», dato sostanzialmente il minor gettito degli oneri di urbanizzazione dai 5,9 milioni previsti a 4,8.
«Sono arrivate le entrate compensative per la rimozione dell’Ici?» ha chiesto Lucini. Palazzo Cernezzi chiede annualmente 8,7 milioni di euro di compensazione per la perdita delle entrate dell’Ici, ma, come ha dichiarato il ragioniere capo Raffaele Buononato, non è ancora stato saldato il 2008 e non è arrivato nulla per il 2009. La Ticosa continua ad essere considerata un’entrata e quindi per Gaffuri è il taglio dell’Ici da parte del Governo Berlusconi che ha messo in ginocchio il Comune, il cui bilancio stava in piedi solo grazie agli oneri di urbanizzazione, alle monetizzazioni, alle multe.
Frecciate sono arrivate da Rapinese: «nella lettera secretata di Multi ci sono elementi che possano far dare a noi consiglieri un giudizio sul riequilibrio in maniera più consapevole?». Secca la risposta del sindaco: «la delibera di riequilibrio è stata approvata in Giunta prima della lettera della Multi». Il consiglierei di Area 2010 ha poi rincarato la dose «sulle paratie non sappiano se applicare l’Iva al 10 o al 20 per cento [così come dichiarato da Buononato], su 12 milioni di spesa fa una differenza di 1,2 milioni, come fate a portare un bilancio senza neanche sapere quali saranno le spese?»
Come da copione la maggioranza ha approvato il riequilibrio, con l’astensione e il voto contrario delle minoranze. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Bruni, novello Edipo, uccide La(r)io

AfsluitdijkIl capoluogo lariano ha una nuova meraviglia da mostrare ai turisti, quello che diventerà famoso come il Muro di Como.

I turisti olandesi respireranno aria di casa tornando con la mente alla diga dell’Ijssel (l’Afsluitdijk), solo che girandosi verso l’entroterra non vedranno i polder in fiore, ma la spianata in cemento di piazza Cavour ed il Barchetta…
Il sindaco Bruni potrà fregiarsi di un titolo che nessun amministratore della città ha mai avuto quello di Lagocida, data la smania di seguire l’esempio dell’imperatore Adriano edificando un nuovo vallo a protezione della città, per difenderla dal barbaro Lario del nord.
In somma un toccasana per l’unica forma di sviluppo proposta per la città: il turismo.
Deindustrializzata, la città, dovrà pensare solo al terziario, al turismo e a diventare la periferia della metropoli meneghina.
Milano, la città del progresso, la più europea e dinamica delle città italiane, la città della modernità, del progresso, della velocità, del futurismo e del suo antiromanticismo. E per questo, giustamente, se i canali di Venezia dovevano essere interrati, anche il lungolago di Como deve scomparire nel turbinio de La città che sale, e impedisce di vedere il lago.
Quello che da secoli ha giustificato l’esistenza di Como, garantendo commerci e nutrendo i suoi abitanti, sarà ora allontanato, rescisso, dall’abbraccio della città cancrina del Giovio.
Bruni, novello Edipo, ha finalmente osato l’inosabile l’uccisione di La(r)io, non gli auguriamo di accecarsi come il re di Tebe distrutto dal rimorso.
Gustoso il teatrino seguito al disvelamento della nuova opera con il vicesindaco, Caradonna, che di primo acchito ha dichiarato la perfetta corrispondenza fra progetto e opera, salvo dire, ai comaschi sgomenti di fronte agli oblò del cantiere, che si potrà sempre alzare il marciapiede di fronte…
Si creerebbe così una strada interrata, un fossato! Il Vallum prende romanamente forma, cosa ci si poteva aspettare da un ex dirigente del Fuan?
Il sindaco ha invece detto lo buttiamo giù, beh in parte, una limatina, una spuntata ai capelli… Magari con qualche apertura in più, qualcosa in trasparenza dove sarà il pontile, un punto luce.
Quanto costruito – ha dichiarato il primo cittadino – è conforme al progetto originale per il 95 per cento!
Ma allora perché è stato tolto dal sito internet di Palazzo Cernezzi?
Ma si, va bene, non si vedranno più Villa Olmo e Villa Geno, ma che volete che sia. Quando costruiremo le torri per i punti di guardia da lì vedrete che panorama e la Città murata lo sarà finalmente anche dalla parte del lago.
Intanto anche qualcos’altro deve essere andato storto. Non è che qualche roggia o il Fontanile, da cui il nome della Contrada omonima (via Volta), intubati e usati come fognatura caricavano nella zona dei lavori?
Perché a sentire l’aria, e le lamentele degli esercizi prospicienti, forse la colata di cemento, oltre a colpire la vista, tocca a volte anche violentemente l’olfatto dei cittadini con effluvi che non possono che essere definiti se non con la celebre parola di Cambronne. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Manifestazione per il diritto alla vista del Lario

murolagoPiù di cinquecento persone hanno partecipato alla manifestazione contro il muro che oscura la vista del Lario.

All’appello per il diritto alla vista del patrimonio paesaggistico del lago di Como hanno risposto centinaia di persone che alle 11 di domenica 27 settembre si sono concentrate ai Giardini a lago dove gli esponenti del centro sinistra lariano e alcuni cittadini  hanno espresso in brevi interventi il disappunto per il muro costruito che oscura la vista del lago e più in generale hanno chiesto al sindaco Bruni di dimettersi per dimostrata incapacità.
I manifestanti hanno poi animato un corteo di protesta che percorrendo il Lungolario sul marciapiede ha curato di non dare distrurbo alla circolazione.

Territorio precario da sempre contro le paratie

territorio precarioCon il comunicato   “Cosa c’è di giusto nelle paratie?”   che riportiamo integralmente Territorio precario ribadisce i motivi della contrarietà alle grandi opere imposte dal centrodestra a Como.

Le paratie sono tornate alla ribalta, come Territorio Precario abbiamo più volte manifestato il nostro dissenso per un’opera costosa e inutile se non dannosa; le esondazioni degli ultimi decenni non sono state drammatiche, andiamo incontro a un periodo di mutamenti climatici che, oltre a rendere inutile il sistema di prevenzione delle esondazioni del lago, attivano i rischi opposti relativi all’innalzamento della falda superficiale per effetto proprio delle paratie.
Sorge un dubbio: i lastroni di piazza Cavour e via Fontana che dopo anni di tranquilla vita hanno, recentemente, “deciso” di sollevarsi o sprofondare hanno forse a che fare qualcosa con le paratie?
I rilievi su cui si basa il progetto risalgono ad anni or sono, non ci sono, in particolare, dati sul fenomeno della subsidenza e sulle relative quote delle falde sotterranee dal 1990 ad oggi e cioè per un periodo di quasi vent’anni; l’assetto idrogeologico del sistema bacino lacustre sarà necessariamente disturbato e il fenomeno della subsidenza potrebbe creare non pochi problemi allo scorrimento delle paratoie metalliche mobili di piazza Cavour.
Negli anni sono state proposte varie soluzioni meno invadenti e costose di cui, le amministrazioni che si sono succedute, non hanno tenuto alcun conto.
Certo, con le paratie sarà possibile innalzare di un metro il livello del lago aumentando così le riserve idriche a servizio del Consorzio dell’Adda e dell’uso a fini irrigui ed industriali, ma la cosa si sarebbe potuta ottenere con una differente regolazione del regime delle quote del bacino lacustre.
Si tratta, invece, dell’ennesima cementificazione che ferisce il lago utilizzando soldi pubblici, fondi Valtellina e della Comunità Europea, che avrebbero potuto essere investiti per altre e utili opere idrauliche per la salvaguardia delle sponde del lago.
In questo caso la salvaguardia si ottiene “eliminando” le sponde!
Il muro e i pilastri, da quattro del progetto iniziale portati a quattordici!, fanno cadere anche l’ultima giustificazione: la riqualificazione del lungo lago.
Siamo quelli del “no”. Ora è evidente come oggi le “grandi opere” non hanno la propria radice nel miglioramento delle condizioni di vita, in realtà significano “semplicemente” indurre nuove occasioni di affari assoggettandovi tutte le risorse. Meno male che qualcuno ha il coraggio di dire dei no!»

Il Consiglio comunale di Como di giovedì 24 settembre

cernezziParatie e non solo al centro delle preliminari al Consiglio comunale di Como di giovedì 24 settembre.

Donato Supino, Prc, ha chiesto delucidazioni sulla nomina di Colombo nel Cda di Spt e alla presidenza di Asf: «il sindaco non aveva detto che lui non sarebbe potuto essere la persona designata perché aveva già una volta lasciato il bilancio aziendale in rosso?».
Vittorio Mottola, Pd, ha attaccato frontalmente il vicesindaco sulla riqualificazione dell’area del “Castello” di Quarcino, sui cambiamenti, del progetto iniziale, e gli abusi. Riguardo ai cambiamenti al progetto, ha replicato Caradonna, «Si sono espressi i tecnici comunali , mentre i vigili hanno riscontrato un abuso edilizio e hanno fatto regolarmente denuncia».
Emanuele Lionetti, Lega, ha quindi letto una lettera, firmata assieme a Luigi Botttone e Carlo Ghirri del Gruppo misto, indirizzata al sindaco per avere un incontro personale: «alla luce delle critiche che quotidianamente compaiono sulla stampa in merito a paratie, Ticosa, Politeama, Palazzina comando vigili e rifiuti solidi urbani».
E dalla Ticosa, la lettera secretata, «vogliamo sapere cosa ha scritto Multi», è partita l’offensiva di Alessandro Rapinese, Area 2010, che poi ha toccato le «ignobili paratie» e facendo riferimento ad alcune dichiarazioni di Bruni ha domandato: «è vero che lei ha proposto le sue dimissioni? Chi del suo partito gliele ha rifiutate?»
Il nuovo muro a lago è stato quindi definito «un oltraggio alla città di proporzioni inaudite – così Mario Lcini, Pd – Il progetto che era visibile sul sito del Comune e sulla recinzione del cantiere era del tutto diverso da quanto si sta realizzando».
Supino ha presentato una mozione chiedendo «che il muro della passeggiata a lago venga abbattuto, il licenziamento del direttore dei lavori e le dimissioni dell’assessore alla partita», oltre che «verificare se vi sono i presupposti per risarcimento danni».
Bruno Magatti, Paco, ha ricordato le iniziative svolte dal suo movimento sin dal 1996 contro la realizzazione del Mose lariano per «non stravolgere il rapporto naturale della città con il lago con interventi basti sulla filosofia della difesa da un nemico che nessun cittadino comasco considera tale».
Timidissime reazioni anche dai banchi della maggioranza. Pasquale Buono, vicecapogruppo Pdl, specificando che «alcune situazioni si possono rimediare e non tutto è perduto», ha chiesto un’assemblea straordinaria sul tema, una proposta formalizzata in una richiesta scritta da parte delle minoranze in cui è sottolineato come il progetto paratie non sia mai stato formalmente illustrato e discusso in Consiglio comunale.
Bruni è quindi intervenuto illustrando la sua versione dei fatti, per un progetto definito come ambizioso e straordinario. «Il 95-99 per cento di quanto realizzato è in coerenza con il progetto originario» ha dichiarato, anche se ha aggiunto «io per primo mi sono spaventato vedendo il muro e ho avuto incontri ripetuti con i tecnici», con una nota di colore «anche mia moglie, la prima minoranza che ho in famiglia, mi ha chiesto spiegazioni». Il primo cittadino alla luce delle dichiarazioni dei tecnici si sente infine «assolutamente tranquillo» e ha promesso di togliere il muro, qualcuno in aula ha urlato: «lo paghi tu!».
In realtà Bruni ha poi meglio articolato le prospettive di lavoro, con «una riduzione della costruzione del muro tendente alle dimensioni originali, un ampliamento delle aree protette da strutture mobili, che per il momento dovrebbero essere di 30 metri, già di molto superiori alle originali, valutare nei siti delicati come i pontili la possibilità di utilizzare materiale trasparente».
Meno di una decina di ragazzi si sono presentati fra il pubblico con magliette arancioni con scritto «Per il bene della città, Bruni va a Cà», prontamente bloccati dal presidente del Consiglio Pastore che coadiuvato dai vigili è riuscito a contenere la micro rivoluzione arancione, alcuni dei giovani sono rimasti in aula con e magliette rovesciate.
Il dibattito è ripreso sulla mozione rifiuti, fra il disinteresse generale, tanto che Rapinese, stizzito per i vuoti creatisi fra le file della maggioranza ha chiesto la verifica del numero legale, obbligando i transfughi a rientrare in aula.
Dopo la bocciatura della proposta del consigliere di Area 2010 di premiare le imprese che garantissero una raccolta dei rifiuti più silenziosa nelle ore mattutine, i lavori dell’assemblea si sono bloccati, per non proseguire sostanzialmente più, disperdendosi in riunioni collaterali, dopo la riproposizione da parte di Supino dei dieci emendamenti, che non erano stati accolti nella seduta precedente, come subemendamenti alla mozione in discussione, provocando la rottura con le forze di Paco e dell’opposizione «se dovessero passare i subemendamenti di Supino, ritirerò l’emendamento» ha dichiarato Magatti.
Il consigliere comunista chiedeva di introdurre nel capitolato d’appalto la pulizia in maniera uniforme di tutte le strade della città, la raccolta porta a porta del polistirolo, il posizionamento in ogni via cittadina di raccoglitori per pile esauste, l’utilizzo del dialetto e di lingue straniere nei materiali informativi sulla raccolta dei rifiuti, sconti sulla tassa dei rifiuti per i cittadini virtuosi, raddoppiare la raccolta differenziata, il passaggio da tassa a tariffa, il prolungamento del periodo della gara da 7 a 10 anni, agevolazioni per il servizio di raccolta degli ingombranti a chiamata, l’utilizzo di mezzi a gpl o metano,
Tutte proposte che per i consiglieri di minoranza rischierebbero di riaprire completamente la partita e portare alla messa in discussione dell’impianto della delibera che era stata condivisa da maggioranza e opposizione, da qui la loro recisa contrarietà.
In loro aiuto è intervenuto, compiaciuto per l’inusitata situazione, il segretario generale Fabiano che ha dichiarato inammissibili i subemendamenti non venendo gli stessi accolti dai firmatari della mozione.
Data l’ora la seduta è stata sospesa e aggiornata per la settimana prossima. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Le Donne in nero per la libertà di stampa

maninaLe Donne in nero  aderiscono alla mobilitazione per la libertà di stampa. Il testo del comunicato.

«Aderiamo alla manifestazione del 3 ottobre per la libertà di stampa e di informazione con la certezza che sia un appuntamento importante per difendere la democrazia in questo paese in cui si cerca di imporre a tutti i costi un pensiero unico. Libertà di stampa e informazione unita a dovere di informazione.
Il nostro ormai ventennale impegno come Rete Internazionale per la libertà dalle guerre, da ogni tipo di violenza e sopruso nel mondo a partire dai luoghi in cui si agisce, ha sempre compreso la difesa della libertà di espressione/ informazione e stampa. Non abbiamo però mai potuto dichiararci soddisfatte di come la stampa garantisce il dovere di informazione in molti paesi nel mondo e anche nel nostro riguardo alle donne e ai loro movimenti.
Non dare conto delle migliaia di attività politiche e sociali che molte donne svolgono in questo paese, non restituisce l’immagine di un luogo abitato solidamente ed attivamente da due generi. Le donne agiscono con pratiche politiche diverse da quelle degli uomini. ma contribuiscono più di loro alla costruzione di società e civiltà attraverso una politica delle relazioni che unisce invece di dividere senza per questo oscurare le diversità, piuttosto facendone tesoro. Le donne non sono né sono mai state in silenzio e inattive malgrado la stanchezza e la fatica di una resistenza testarda rispetto ai continui attacchi e tentativi di annullare le nostre conquiste di libertà».

No al muro a lago

murolagoIl comunicato che indice la manifestazione contro il muro domenica 27 settembre dalle 11 ai Giardini a lago a Como.

«La manifestazione è promossa da tutte le sigle e le persone singole che hanno sottoscritto “l’Appello ai cittadini comaschi per il diritto alla vista del patrimonio paesaggistico del lago” e aperta a tutti i cittadini che, condividendo l’appello, vorranno parteciparvi.

Avevano parlato di paratie mobili a scomparsa e di riqualificazione del lungolago, ora la città di Como si scopre murata, anche dalla parte del lago. L’incompetenza si mostra in tutta la sua estensione e altezza davanti al Lungo Lario Trento, il muro sottrae ai cittadini comaschi il loro panorama e il loro lago. Gli stessi amministratori dopo aver risposto in modo insultante alle richieste di chiarimento, prima pretendevano pazienza fino al termine dei lavori, successivamente hanno spiegato che il progetto subirà altre varianti. In questi giorni i cittadini di Como hanno solo chiesto che le loro proteste venissero ascoltate. Noi ascoltiamo e condividiamo il diritto a godere della vista dello straordinario patrimonio paesaggistico che offre il lago. Per questo invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla manifestazione che si terrà domenica 27 settembre, a partire dalle 11.00 fino alle 13.00, presso i Giardini a lago.

L’Appello è stato sottoscritto dalla Città Possibile, l’Arci Como, i Verdi di Como, l’Associazione per la Sinistra di Como, l’On. Chiara Braga, la Federazione Provinciale del Partito Democratico, i circoli PD della città di Como, Rifondazione Comunista Federazione di Como, PACO, il gruppo consiliare del PD, il gruppo consiliare della Lista per Como, i consiglieri comunali Alessandro Rapinese, Vincenzo Sapere e Donato Supino.
Per ulteriori informazioni: 031260311»

Sabato 3 ottobre a Porta Torre a Como

servenonservaContinuano ad aumentare le adesioni alla mobilitazione La stampa serve non serva.
Associazioni, sindacati, gruppi politici, movimenti, centinaia di cittadine e cittadini, firmatari dell’appello del Comitato promotore, invitano a manifestare a Como sabato 3 ottobre alle15,30 a Porta Torre, in contemporanea con la manifestazione di Roma, per difendere il valore costituzionale della Libertà di stampa. Cappelli fatti con fogli di quotidiani saranno il simbolo dell’adesione alla mobilitazione.

Alla mobilitazione comasca insieme a cittadini e cittadine impegnati per la libertà di stampa hanno già aderito Acli, Aged, Anpi, Arci, Associazione per la sinistra, Auser, Cgil, Comitato per la difesa della Costituzione, Comunisti italiani, Comunità cristiane di base Nord-Milano, Donne in nero, ecoinformazioni, école, Emergency, Fondazione Avvenire, Geniodonna (mensile de Il senato delle donne), Giovani comunisti, Movimento per la decrescita felice, Paco, Pd, Prc, Rosa bianca, Verdi.

L’appello del Comitato promotore della mobilitazione a Como:
«Anche Como deve manifestare! A quanti hanno a cuore tale pilastro della democrazia, richiamato dalla Costituzione repubblicana (art. 21) e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, è data l’occasione di testimoniare il proprio sdegno di fronte agli ultimi avvenimenti.
Gli attacchi di questi giorni, infatti, alla stampa nazionale e internazionale e le azioni giudiziarie intraprese dal presidente del Consiglio costituiscono una concreta minaccia alla libera manifestazione delle opinioni e al diritto/dovere dei media di porre domande e di cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee.
La reazione della pubblica opinione, apparsa tiepida e inadeguata ormai da troppo tempo, deve sapersi organizzare in una grande mobilitazione civile.
La posta in gioco è molto alta.
La storia insegna quanto sia caro il prezzo pagato dalle comunità cui sono stati limitati la libera circolazione delle idee e il dissenso».

Continua la raccolta di adesioni alla manifestazione.
Per aderire a titolo personale o in rappresentanza di un’organizzazione vai sul sito www.ecoinformazioni.it o invia una e-mail a ecoinformazioni@tin.it
info: 3386004019

Comitato promotore mobilitazione in difesa della libertà di stampa

Paco: dal ’96 si sa che le paratie sono una vergogna

RondinePaco-SIn una nota per la stampa che pubblichiamo integralmente Paco ricorda che lo scaldalo delle paratie a lago è stato ampiamente denunciato negli anni. Purtroppo però l’attenzione dei media tradizionali al tema è stata fino a pochi giorni fa assai modesta.  Ora, finalmente,  ci si accorge dello scempio.

«1996: Paco promuove le prime iniziative contro il progetto delle paratie a lago 2009: lo scandalo del muro di Como che nasconde la vista del lago Como, 24.09.2009 Paco è sempre stato contrario al progetto delle paratie a Lago: molto prima dello scandalo del muro abbiamo organizzato iniziative per cercare di far capire che non era il caso di stravolgere il rapporto naturale della città con il lago con interventi basati sulla filosofia della difesa da un nemico che nessun cittadino comasco considera tale. La maggior parte delle nostre iniziative è stata nel 1996, ovvero nel periodo in cui il progetto veniva impostato e portato all’approvazione degli uffici comunali:
– richiesto la convocazione del Consiglio comunale per discutere l’ordine del giorno (ODG) proposto con altri consiglieri di minoranza (6 giugno e 17 giugno 1996)
– proposto un emendamento allo stesso odg nel quale si chiedeva di sospendere e di realizzare una serie di interventi “soft” che poi si potranno elencare, previsti da studi assolutamente seri con coinvolgimento del CNR, in grado di risolvere il problema (modesto) delle esondazioni senza impatto (ciò avrebbe potuto dimostrare nei fatti l’assurda inutilità delle paratie). Della posizione di PACO fanno testo i verbali delle riunioni, l’odg e l’emendamento – respinto dalla maggioranza
– organizzato una serie di iniziative pubbliche “Capire il lago” dal 21 al 26 ottobre 1996 (dal lunedì al sabato) con:
dibattito pubblico (tra i relatori l’ing. Rusconi, il dr. Del Pero, e altri)
mostra di immagini delle esondazioni e del lago in negozi ed esercizi pubblici sul lungolago
due incontri pubblici con i cittadini per illustrare le ragioni della nostra totale contrarietà
una manifestazione intitolata “Asciutto bagnato” in cui si è simulata un’esondazione del lago con un lunghissimo triscione e la collaborazione di molti cittadini.
Il nostro impegno è continuato nel 1998 con la presenza critica all’incontro con i progettisti (24 ottobre 1998), nella sala del consiglio comunale.
La nostra opposizione è stata, da subito, al “modello” ingegneristico, comunque impattante e capace di metter a repentaglio una serie di equilibri, che dipinge il lago come
un “nemico” e le esondazioni come un “disastro”.
Oggi è chiaro a tutti quali erano (e sono) i nemici della città e qual è il vero “disastro”. Le forze politiche non sono tutte uguali: c’è chi ha gravi responsabilità per l’assurdo esito di questa vicenda e chi ha cercato in tutti i modi di evitare questo brutto epilogo.
Alla maggioranza che governa Como da 15 anni vanno imputate tutte le responsabilità per il danno che ha inflitto alla vocazione turistica della città».
Progetto per amministrare Como I portavoce: Luigi Nessi, Ermanno Pizzotti, Paolo Sinigaglia, Il consigliere comunale: Bruno Magatti

Il Consiglio comunale di Como di lunedì 21 settembre 2009

cernezziInconcludente serata in Consiglio comunale, ancora un nulla di fatto per le nuove modalità di raccolta dei rifiuti.

Nelle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 21 settembre Franco Fragolino, Pd, ha chiesto chiarezza su un volantino dei Servizi sociali del Comune che indicava come punto di riferimento il solo Patronato della Cisl, «una grave scorrettezza verso tutte le altre organizzazioni dei lavoratori», e Mario Lucini, Pd, ha ricordato alcuni abusi sulla collina di Cardina «uno dei motivi per cui il Parco della Spina Verde non vuole prendersi in carico l’area». Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto al sindaco, forte di una lettera della Ardisci e Spera 1906 di richiesta di chiarimenti alla Gama, incaricata dei lavori, lumi sulla sistemazione della via d’accesso al Centro sportivo di via Bonifacio da Modena e sulla apertura o meno di corsi di nuoto, così come richiesti dai genitori, nella struttura della Ugo Foscolo. Roberta Marzorati, Per Como, ha rilevato come solo dopo articoli sui giornali, e non dopo sua sollecitazione, si sia potuto avere dati, fortunatamente rassicuranti, sulla presenza di micro cistine, prodotte da microalghe, nell’acquedotto comunale. Giampietro Ajani, Lega, ha retoricamente chiesto dove sia finita Agenda 21 e cosa il Comune abbia fatto per i terremotati de L’Aquila.
Al centro del dibattito è stato quindi il muro che impedisce la vista del lago nel cantiere delle paratie. Un argomento di scottante attualità dopo le dichiarazioni del vicesindaco, tese a minimizzare l’accaduto, con anche la proposta di rialzare la strada e il marciapiede opposto, per poter permettere di tornare a vedere il panorama, e quelle del primo cittadino, che ha proposto l’abbattimento del muro. Lucini ha chiesto delucidazioni, seguito dall’esponente del suo stesso partito Marcello Iantorno, Bruno Magatti, Paco, ha reclamato una relazione al Consiglio.
Il vicesindaco Caradonna ha proposto un sopraluogo per mercoledì pomeriggio e, per chi non potesse in quella data, per giovedì mattina, per appurare, con i tecnici comunali e direttamente in cantiere le condizioni del’ormai famoso muro.
Vivaci esternazioni di Iantorno sulla mancata protocollazione della lettera di risposta di Multi Development al sindaco, così irreperibile per i consiglieri, «se per domattina [stamani ndr] non verrà prodotta, mi rivolgerò alla Procura della Repubblica!», ha minacciato.
L’assemblea è così ritornata sull’argomento del precedente Consiglio la mozione sulla delibera di indirizzo sulla raccolta dei rifiuti. Una delibera che continua ad incagliarsi nei meandri di Palazzo Cernezzi non riuscendo a superare il muro di gomma della burocrazia bizantina usata forse come schermo da una Giunta disinteressata all’applicazione di quanto deciso dal Consiglio.
La serata si subito arenata sui banchi di sabbia delle proposte di emendamenti, 10 quelle di Donato Supino, Prc, non accettate dai firmatari la mozione, che non sono state accettate dagli stessi che hanno formulato un solo emendamento, a cui se ne è aggiunto un altro di Alessandro Rapinese, Area 2010, per premiare, arrivati in gara, la ditta che garantisca un minor rumore nella raccolta dei rifiuti nelle prime ore del mattino.
Un lavorio per cui sono occorse più di due ore di sedute a margine dell’assemblea con conseguente sospensione dei lavori rendendo estenuante e inconcludente la seduta, in cui, tra l’altro, non sono stati prodotti capitolato e bando d’appalto perché, come dichiarato dal’Ufficio legale comunale, saranno disponibili solo «all’esito del completamento dell’istruttoria» e quindi da considerarsi ancora inesistenti.
Emblematica, nella replica finale alla presentazione della mozione, l’affermazione di Magatti, in risposta all’assessore Peverelli, intervenuto mentre il consigliere stava parlando, «Lei non può dire di avere attuato il 95 per cento della delibera! Lei deve attuare il 100 per cento di quanto l’organo elettivo comunale, con potere di indirizzo le dice di fare». Una decisione, come ricordato da più parti, trasversale e condivisa sia da maggioranza che da opposizione. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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