Una quercia in memoria di Luca Mauri vittima della strage fascista di Bologna

A trent’anni dalla strage fascista di Bologna, in cui il 2 agosto 1980 morirono 85 persone e oltre 200 rimasero gravemente ferite, la scuola dell’infanzia di Tavernola ha ricordato Luca Mauri, giovanissima vittima di quella strage, a cui la scuola è intitolata. Per ricordare Luca, morto a sei anni insieme ai suo genitori Annamaria e Carlo, è stata messa a dimora nel giardino dell’istituto scolastico una quercia; nella scuola brevi e commossi interventi e un momento di spettacolo con musiche e letture di testi.

Il clima non è quello delle commemorazioni: bambini e bambine giocano, si rincorrono, urlano e strepitano (gli adulti, a tratti, non sono da meno, contribuendo a un discreto rumore di fondo), ma è giusto così. Non si vuole infatti che la mattina di sabato sia una “commemorazione” ma un momento in cui ravvivare la memoria della scelta, compiuta vent’anni fa, di intitolare la scuola dell’infanzia di Tavernola a Luca Mauri, giovanissima vittima della strage di Bologna, che quella scuola aveva frequentato per tre anni, dal 1977 al 1980. Luca Mauri morì il 2 agosto mentre andava in vacanza con i suoi genitori; se da quelle vacanze fosse tornato, all’inizio della scuola sarebbe andato in prima elementare.

La sua storia è tutta qui. L’ha ricordata la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Como Borgovico, Graziella Cotta, nel suo intenso intervento introduttivo, in cui ha ripercorso anche la cronaca dell’intitolazione del 1990, leggendo alcuni passaggi degli interventi d’allora, compreso un messaggio inviato dalla nonna paterna di Luca, a quel tempo già ritirata in clausura. Luciano Forni, vicepresidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha brevemente ricordato l’importanza della difesa dei valori democratici e della costituzione, ed ha anche sottolineato che proprio quella scuola ha – per una curiosa coincidenza della storia – un valore simbolico particolare, essendo stata inaugurata nel 1968 dall’allora primo ministro Aldo Moro, in visita ufficiale a Como. L’avvocata Grazia Villa ha messo in evidenza l’importanza della “memoria”, condivisa e non formale, nella vicinanza a partecipanti e testimoni di eventi anche tragici, nella costruzione di una “storia” in grado di incidere nella vita quotidiana di tutte le persone.

La conclusione degli interventi è stata affidata a un breve spettacolo, con alcune canzoni interpretate da una formazione ridotta dei Sulutumana e alcuni testi interpretati da Giuseppe Adduci: un momento molto intenso, senza retorica e con molta partecipazione. Il modo giusto di contribuire alla riflessione e – appunto – alla memoria di trent’anni di storia italiana.

All’incontro ha partecipato un nutrito gruppo di persone, di tutte le fasce d’età: dalla più tenera alla più matura. [F.C.]

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