Il caro armato con Vignarca al Terragni di Olgiate Comasco

Giovedì 11 novembre alle 20,30 nell’Aula magna del Liceo scientifico statale G. Terragni di Olgiate Comasco si apre Guerra e Pace, il Convegno 2010 del Coordinamento comasco per la Pace che continuerà il 20 novembre allo Spazio Gloria del Circolo Arci Xanadù a Como. L’incontro Le strade delle armi con Francesco Vignarca, della Rete disarmo, autore del libro Il caro armato sarà presieduto da Erminia Colombo, dirigente del Terragni, e introdotto da Celeste Grossi, vicepresidente del Coordinamento comasco per la Pace. Il caro armato

 L’Italia nel 2010 spenderà per armamenti, missioni ed esercito professionale oltre 23 miliardi di euro. In piena crisi, il Governo investe denaro pubblico in fregate e bombardieri. Ne parla il saggio di Massimo Policelli* e Francesco Vignarca** Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane ed. Altreconomia

 L’Italia gioca ancora in difesa: nel 2010 le spese militari lasceranno sul terreno dei conti pubblici oltre 23.629 milioni di euro. Il nostro Paese, oggi all’8° posto al mondo per spese militari, ha più di 30 missioni internazionali in corso e nei prossimi anni ha in programma di acquistare, per citare solo uno dei faraonici progetti sui cosiddetti “sistemi d’arma”, 131 cacciabombardieri per 13 miliardi di euro.

Il caro armato è la puntigliosa ricognizione che mancava sulla struttura delle Forze Armate e sulle spese militari del nostro Paese (somme spesso non facili da tirare) e sugli sprechi che a volte sarebbe possibile e doveroso evitare. Il “Nuovo Modello di Difesa” ha spostato la linea del fronte dai confini geografici a quelli degli interessi economici occidentali, ovunque siano considerati a rischio. La leva obbligatoria è stata sospesa. Ma scopriamo che, nonostante le “riforme”, il nostro esercito professionale conta ancora 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti -600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficialisupera quello dei comandati.

Scopriamo che il nostro Governo continua ad acquistare “sistemi d’arma” sempre più costosi, dalla portaerei Cavour, alle fregate Fremm (680 milioni di euro) al cacciabombardiere Joint Srike Fighter (13 miliardi di euro); e che il “mercato” delle armi, con i Governi principali committenti, è tutt’altro che libero: sono al contrario stretti i rapporti tra Forze Armate e industria bellica e frequenti i passaggi di militari a fine carriera dall’una all’altra schiera.

Un capitolo è riservato alle scelte più controverse legate alle Forze Armate e ai loro “costi”: le missioni internazionali, la presenza dei militari in città, le servitù militari, il destino degli immobili della Difesa, l’abbandono del servizio civile; per arrivare agli “scandali” veri e propri, tra cui sprechi e inefficienze clamorose e la triste vicenda dell’uranio impoverito. L’appendice fa infine il punto sulle spese militari in Europa e nel mondo.

“Il caro armato” non solo passa come un cingolato sulla “casta” militare e i suoi privilegi, ma spiega anche nelle conclusioni quali riforme e cambiamenti sono auspicabili: a partire dalla rinuncia al menzionato progetto JSF.

 * Massimo Paolicelli, giornalista, scrive di Pace e obiezione di coscienza ed è presidente di Associazione obiettori.

** Francesco Vignarca è coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo e già autore di “Mercenari Spa” (Bur-Rizzoli).

 

 

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