Il salvataggio dell’azienda non può essere bloccato dal prezzo dell’immobile

I sindacati esprimono la propria preoccupazione per la trattativa legata al futuro della Pontelambro industria: «sappiamo che le trattative sono in stato avanzato – commentano Filctem Cgil, Femca Cisl e Allca Cub – l’ostacolo più grande da superare consiste nel prezzo d’affitto dello stabile, il doppio del valore di mercato»

La fabbrica di Ponte Lambro – 94 dipendenti attualmente in cassa integrazione straordinaria – ha dichiarato fallimento il 5 aprile passato; il curatore fallimentare GianMarco Mogavero ha indetto con scadenza 13 luglio, un bando di vendita dell’azienda -comprensiva di beni materiali e immateriali – che a parità di condizioni favorirà la proposta che garantirà il maggior numero di posti di lavoro. In questi mesi di trattative sono emersi numerosi soggetti interessati all’acquisto, pronti a sviluppare un piano industriale che potrebbe garantire continuità produttiva alla storica azienda di PonteLambro.

«Sappiamo che le trattative sono in stato avanzato – commentano le organizzazioni sindacali – il curatore sta costruendo un percorso di sopravvivenza dell’azienda e delle sue peculiarità; l’ostacolo da superare  però consiste nell’ affitto dello stabile: la società immobiliare proprietaria infatti imporrebbe ai possibili acquirenti di Pontelambro un prezzo al doppio del suo valore di mercato. Per superare questo scoglio – continuano i sindacati –  alcuni  possibili acquirenti stanno pensando di  acquistare anche l’immobile stesso, ma la cifra è di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi valore ragionevole. A fronte della possibilità di dare un futuro alla Pontelambro – concludono Cgil, Cisl e Cub –  è scandaloso rischiare di vedere andare in fumo le trattative a causa di speculazioni finanziarie. Si indebolirebbe il territorio di una realtà produttiva importante, tanto più che il piano regolatore garantisce la destinazione d’uso industriale dell’ area sulla quale si trova lo stabile».

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