Un incontro sull’elettromagnetismo

elettrosmogIl circolo comasco di Legambiente ha organizzato un incontro di approfondimento sull’elettromagnetismo e le possibili implicazioni sanitarie. «Senza il nuovo Regolamento comunale siamo di fronte al mondo selvaggio» ha detto l’assessore Magatti

 

Un incontro partecipato quello organizzato dal Circolo Legambiente “Angelo Vassallo” di Como, più di una sessantina i partecipanti, di venerdì 12 aprile alla Biblioteca comunale di Como coordinato da Patrizia Signorotto. Un confronto fra i soggetti interessati riuniti allo stesso tavolo Asl, Arpa e Comune di Como che hanno fatto il punto sulla situazione.

Per prima Elisa Nava, Arpa Como, ha spiegato cosa sono i campi elettromagnetici, dalle radiofrequenze al wi-fi e il ruolo dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale nella verifica del rispetto dei valori limite. Interventi di bonifica vengono attuati quando si superano i 6 volt per metro e nelle zone con concentrazioni superiori ai 5 viene attuato un costante controllo. Su Como città si è dovuto fare qualche intervento di bonifica: «Dal 2009 al 2012 su sessanta siti sono stati controllati 22 e si sono riscontrati 5 superamenti, 2 sono stati bonificati». Uno strumento utile di conoscenza della situazione aperto anche a tutti i cittadini è Castel il Catasto informatizzato impianti di telecomunicazione e radiotelevisione accessibile liberamente in Internet.

Aldo Palumbo, Asl Como, ha precisato la differenza fra «pericolo, quanto è potenzialmente dannoso, e rischio, la stima di probabilità del pericolo», sottolineando la differenza fra la valutazione e la percezione del rischio e la sua accettabilità. Rischi non ancora provati completamente «bisogna continuare a studiare», anche se l’assorbimento di energia elettromagnetica comporta sicuramente degli effetti termici e alcune parti, più sensibili, del corpo umano ne risentono maggiormente. Di qui la necessità di fare prevenzione e utilizzare gli apparecchi elettronici, telefonini, tablet, ecc., con accortezza. Nadia Bianchi, Asl Varese, ha illustrato il progetto promosso nelle scuole varesine Camelet: Una campagna di informazione sul fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico.

«Bisogna conoscere i diversi interessi in conflitto – ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Como Bruno Magatti – e il diritto passivo e attivo alla comunicazione». «Il decreto sviluppo ritiene che il mondo delle telecomunicazioni sia uno strumento di sviluppo» e per questo ha snellito le procedure per l’introduzione di nuovi impianti, pur con un vaglio dell’Arpa.

Magatti, che già dai banchi dell’opposizione nello scorso mandato si era interessato all’argomento, ha spiegato l’introduzione di «un Regolamento comunale per governare i sistemi di antenne tv, radio e radiobase», quelle per i telefoni cellulari. Uno dei punti qualificanti sarà la tutela delle entità sensibili, ospedali, asili, ecc., con il divieto dell’installazione entro i 100 metri di impianti di potenza superiore ai 300 w, mentre per il resto del centro abitato non si dovranno superare i 1000. Un provvedimento arrivato in commissione che dovrà poi approdare in Consiglio comunale.

La partita è determinata da una conversione degli impianti attuali e l’introduzione di nuove tecnologia che stanno portando ad un aumento del campo elettromagnetico di base, un situazione per cui non ci sono ancora delle ricerche epidemiologiche affidabili data la novità del fenomeno, servono almeno 10-15 anni di dati per avere risultati certi, e il variare della situazione, con l’aumento dei campi e l’introduzione di nuove tecnologie.

«Gli effetti sulla salute non acuti sono legati più alla durata che all’intensità di esposizione – ha ricordato Enzo Tiso medico e esponente del circolo comasco di Legambiente –, bisogna rivedere il sistema in modo più cautelativo ancora» dato che le ricerche non confermano, ma non escludono la pericolosità. Signorotto ha infatti ricordato la risoluzione n. 1815/11 del Consiglio d’Europa «contro l’aumento dell’esposizione della popolazione», perché il rischio potrebbe avere un costo sociale e quindi economico maggiore ai benefici, tra l’atro ha determinato un parametro di riferimento che è «un decimo di quello del nostro livello di attenzione». Di qui una serie di misure da intraprendere come quella di limitare il più possibile l’utilizzo del wi-fi nelle scuole e l’uso dei cellulari da parte degli studenti: «Sono antenne piccole ma molto vicine al corpo».

Fra le domande fatte in chiusura dal pubblico l’ex consigliera comunale di Per Como, una delle promotrici della campagna contro il cosiddetto Ciclope di Brunate, Roberta Marzorati ha chiesto come poter controllare che i ripetitori possano aumentare la loro potenza, semplicemente “ristrutturando” l’esistente, un passaggio che dovrebbe per Magatti essere controllato appunto con il nuovo Regolamento «senza siamo di fronte al mondo selvaggio», e anche il timore di un campo di fondo sempre più consistente, «quando vado a dormire se appoggio il cellulare sul cuscino ho almeno una dozzina di reti wireless attive» ha denunciato una partecipante, è stato fugato da Nava che ha rilevato come le apparecchiature domestiche abbiano comunque una potenza molto bassa. [Michele Donegana, ecoinformaizoni]

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