Platone 2.0 – L’opera di Maurizio Migliori

PlatoneÈ stata presentata, nella serata del 13 dicembre 2013, presso l’auditorium della Biblioteca Comunale di Como, l’ultima, corposa fatica di Maurizio Migliori, docente di Storia della Filosofia antica all’Università di Macerata e molto noto nel territorio per il suo impegno politico e culturale, dedicata a una rilettura complessiva dell’opera di Platone.

L’incontro non si annunciava facile: dar conto di un libro che in due volumi supera le 1500 pagine (Il Disordine ordinato. La filosofia dialettica di Platone, Morcelliana, Brescia 2013, pp. 720+784, euro 39+39) e che affronta nel suo complesso il pensiero di uno dei grandi filosofi della cultura occidentale non è certo agevole. In realtà, la serata, condotta con molta verve da Ilario Bertoletti, direttore editoriale delle Edizioni La Scuola, da Salvatore Natoli, docente di Filosofia teoretica all’Università Bicocca di Milano, e dall’autore medesimo, è stata appassionata e a tratti persino divertente.

Il volume è il frutto di più di un decennio di lavoro, ha sottolineato Bertoletti  (ma veramente, dalle parole di Migliori, si capisce che è “l’opera di una vita”: “Mi sono innamorato di Platone a sedici anni – ha detto – e non ho mai smesso di studiarlo”), ed è da considerare una svolta fondamentale negli studi platonici. Fino ad ora nell’interpretazione complessiva dell’opera del filosofo greco si erano confrontati due modelli: il primo attribuiva importanza ai dialoghi, cioè all’ora “certa” e accreditata, mentre l’altro sottolineava la centralità delle “dottrine non scritte” cioè del complesso di elaborazioni che non sono tramandate nell’opera del filosofo ma dalla tradizione del suo pubblico di allievi ed esegeti. Ora, la ricerca di Maurizio Migliori mette in evidenza che tra l’opera “scritta” e quella “non scritta” c’è un gioco di continui rimandi, che ne mostra l’essenziale unitarietà.

Da questa revisione, condotta sulla base di una minuziosa critica testuale, esce radicalmente riconsiderata la tradizionale divisione tra i diversi momenti del pensiero di Platone (“giovane”, “maturo”, “tardo”), e soprattutto viene ricondotto a una prospettiva unitaria il suo pensiero.

Salvatore Natoli ha sottolineato che da questa nuova lettura deriva la rivalutazione di Platone come autore “sistematico”; il sistema è un complesso di “cose che stanno insieme” – ha cercato di chiarire il docente anche per i non-addetti-ai-lavori – ma in Platone non è un impianto chiuso, piuttosto i principi tendono a mettersi alla prova nella spiegazione del reale. Platone produce la sua opera non “per ammaestrare”, ma “per mettere in moto” una possibile spiegazione.

Alla base di questo modello filosofico c’è il “gioco” del dialogo platonico, un modello letterario cui Migliori ha dedicato nei suoi interventi spiegazioni davvero appassionate e illuminanti. È un gioco ad “alludere a una soluzione senza esplicitarla”, “il grande pregio della dialettica platonica – ha sottolineato – è quello di proporre continuamente soluzioni altre” anche se “una teoria non può rinunciare a una pretesa di verità”.

Tra allusioni autobiografiche, ricordi di incontri fondamentali dal punto di vista formativo, citazioni di Mao Zedong, e di molti altri filosofi e studiosi assai meno noti ai presenti, l’incontro si è svolto con l’attenzione sempre viva del pubblico; nonostante non fossero solo addetti-ai-lavori, non pochi sfoggiavano i due volumi e qualcuno assicurava persino di aver cominciato a leggerlo…

A beneficio delle persone interessate è stato promesso un nuovo incontro di approfondimento in primavera al Liceo Classico Volta. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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