Giorno: 25 Febbraio 2014

Tsipras? L’Europa e la Nazione

Laltra-europa-con-TsiprasLuca Michelini interviene nel dibattito dopo l’incontro con Guido Viale di venerdì 21 febbraio alla Cascina Massée. Leggi nel seguito il testo integrale dell’intervento diffuso con la mailing list Democrazia economica.

1. Sono tra i firmatari per la lista Tsipras e, se le condizioni lo permetteranno, rimarrò nel comitato organizzativo provinciale della lista. Ho ascoltato all’assemblea di presentazione di Como la conferenza programmatica che ha tenuto Guido Viale, tra i promotori di questa nuova aggregazione. Ma di che cosa si tratta, esattamente? E come valutarla?

Le riflessioni che propongo vorrebbero costituire una focalizzazione di problematiche, piuttosto che un grido di battaglia propagandisco, a cui non sono aduso e che ritengo del tutto controproducente.

Del resto, sono osservazioni problematiche per un motivo preciso: perché sarà solo il corso degli avvenimenti futuri a determinare le scelte di voto e di militanza. Gli scenari sono in così rapida evoluzione che sarà anche solo il mero istinto di sopravvivenza a dettare l’agenda di ciascuno. A questo, purtroppo, ci ha ridotti la politica italiana e coloro i quali, da posizioni dominanti sul piano economico e sociale e istituzionale, la dirigono. Basta vedere quanti sono diventati in termini quantitativi gli spostamenti di voto in Italia: si misurano, ormai, in quasi due decine di milioni, ma potrebbero diventare di più. E non a caso lo sforzo maggiore dei ceti oggi socialemente e politicamente dominanti è quello di concepire sistemi elettorali e istituzionali antidemocratici, che limitano la rappresentanza. In nessun Pese civile esiste una sola Camera: ricordate la liberale “divisione dei poteri”? In nessun Paese civile si ignorano politicamente e tecnicamente le sentenze della Corte costituzionale: ricordate le lotte del dopoguerra per la nascita della stessa Corte? In nessun Paese civile farebbe ancora presa la propaganda della “governabilità” e “dell’alternanza” (che la Corte, e l’attuale Governo Renzi, ricordano essere una mera chimera), dopo i disastri di cui ha dato prova per vent’anni. In nessun Paese civile i parlamentari vengono scelti dalle segreterie di partito.

2. In Grecia è accaduto un “miracolo” politico, afferma Viale: partitini di cosiddetta “sinistra” (una parola del tutto vuota, segnala opportunamente Viale, perché utilizzata da partiti che hanno programmi del tutto differenti e contrastanti, spesso), in continuo, reciproco litigio e quasi scomparsi elettoralmente, sono riusciti a trovare una sintesi federativa e la via del successo elettorale. Domani forse quella del Governo. E’ un metodo che si vorrebbe ripetere in Italia, grazie alla iniziativa di un gruppo di intellettuali che dalla loro hanno una merce rarissima in Italia: la credibilità; hanno, cioè, anni di militanza civile, di analisi, di battaglie, di coerenza, di tentativo di trovare un legame tra teoria e prassi, di indipendenza di giudizio, di libertà di pensiero.

3. A Como non mancano i critici, come Gianpaolo (il) Rosso: che scorgono nel metodo i tratti dell’elitarismo, come dimostrerebbe l’opacità del metodo di selezione delle candidature.

Non entro troppo nel merito, perché non è il momento delle polemiche, ma alcune osservazioni si possono proporre.

Il metodo prevede che tutti i partiti che fossero interessati all’aggregazione debbano fare un passo indietro proprio per le candidature (non possono presentarsi eletti e dirigenti degli ultimi dieci anni); purtroppo non è stato esteso il veto ai sindaci: è il caso di ricordare che il Governo Renzi è un governo di sindaci e che il sindaco-sceriffo è stata una di quelle innovazioni istituzionali che hanno contribuito a portarci dove siamo e che è del tutto funzionale al famigerato “patto di stabilità”, che offre un potente contributo all’avvitamento della crisi.

Ma più che il ragionamento tecnico-organizzativo, ora vale quello politico.

La possibilità di elezione e il potere da esercitare sono così ridotti (il Parlamento europeo non conta quasi nulla e il numero dei deputati italiani è quello che è), che il problema delle candidature è del tutto secondario (una volta eliminati gli appetiti dei partiti esistenti… ) rispetto alla prospettiva politica che le elezione europee possono aprire.

n altri termini, le elezioni europee sono il banco di prova per la costruzione di una formazione politica nuova, capace di ridare rappresentanza politica, in Italia, ad una delle forze sociali che ha segnato la storia nazionale ed europea degli ultimi duecento anni: le organizzazioni di differente natura ed orientamento ideologico che si sono poste l’obiettivo di democratizzare politicamente, socialmente ed economicamente il Paese. Il bacino elettorale di riferimento è potenzialmente molto vasto, avverte Viale: anzitutto gli astensionisti, ma poi anche i delusi dal PD e da M5S, oltre che i rimasugli dell’elettorato dei partitini alla sinistra del PD stesso. I partitini sono chiamati a fare un deciso passo indietro, per farne, sperabilmente, molti in avanti assieme a tanti altri sogetti (individui, associazioni) finora privi di rappresentanza politica.

Le elezioni, dunque, non sono solo un banco di prova elettorale, ma anche l’inzio, se il responso delle urne sarà incoraggiante, di un embrione di organizzazione. Sarà a quel punto che i problemi della forma organizzativa (i metodi di selezione della classe dirigente, l’organizzazione territoriale, il tema del rapporto tra politica ed istituzioni, il tema dei finanziamenti pubblici ai partiti ecc.), assumeranno rilievo decisivo. E poiché si è insistito nell’affermare che l’organizzazione in fieri è una “squadra aperta”, cioè è una squadra pronta ad inglobare, cammin facendo, individui, associazioni, movimenti, partiti o loro spezzoni, il metodo di lavoro e la credibilità dei promotori lascia presupporre che sia finalmente possibile creare una organizzazione politica vitale e non settaria; in caso contrario, l’esperimento imploderà da sé.

4. Non mancano, dunque, le criticità.

Qualla maggiore ritengo sia costituita proprio dal ricorso alla collaborazione dei partiti esistenti, soprattutto quelli “rossi” (da SEL a quanto esiste alla sua sinistra, ma anche ai tanti profughi del PD): che sono ridotti al lumicino e al traccheggio non a caso, cioè per una serie di errori politici, organizzativi, culturali e sociali evidentissimi, sui quali non è il caso ora di dilungarsi, perché sono i fatti a parlare. Pur vivendo una situazione di gravisssima crisi economica e sociale milioni di italiani non trovano alcuna rappresentanza in partiti che, a parole, si presentano come loro interpreti e referenti. Del resto, la crisi in corso in gran parte è frutto delle politiche di “centro-sinistra” fin qui perseguite.

Inoltre, fa pensare il fatto che in Grecia il “miracolo” politico si è realizzato solo quando il Paese è stato deliberatamente gettato, dall’Europa e dalla Germania in particolare, in una crisi economica e sociale spaventosa (smantellamento del sistema sanitario, dell’istruzione e della Università, dell’informazione pubblica ecc.) e solo quando hanno ripreso enorme vigore forze addirittura apertamente fasciste e antisemite. Ho cioè il timore che in Italia le ottuse abitudini politiche del passato sopravviveranno ancora a lungo e potranno essere sradicate solo quando la situazione diventerà drammatica, appunto come in Grecia.

5. Insisto sulla valenza nazionale di questo tentativo elettorale ed organizzativo. Perché nutro talune perplessità sull’orizzonte programmatico-culturale, per altro ancora embrionale, di questa lista, soprattutto in merito alle seguenti tematiche: superamento dello Stato nazionale; immigrazione; moneta unica europea; referenti sociali, più che politici, a cui ci si vuole rivolgere.

In estrema sintesi, provo a focalizzare questi temi.

Credo che lo Stato nazionale e la Nazione, intesa come complesso etico-culturale, siano ancora dei punti di riferimento imprescindibili dell’azione politica. Tanto è vero che, anche nell’analisi di Viale e, soprattutto, nell’esperienza comune, lo Stato nazionale è stato il primo oggetto di attacco da parte di quelle forze antidemocratiche (Consiglio Europeo, potere economico-finanziario trans-nazionale) che hanno concepito l’Europa anzitutto ed esclusivamente come spazio economico di sfruttamento e di colonizzazione, invece che come governo politico e sociale del mercato. Lo svuotamento di sovranità che sta subendo l’Italia indica, appunto, che il primo strumento per difendere la democrazia e il benessere sociale ed economico dei cittadini è quello di una decisa riappropriazione della sovranità nazionale.

Questa riappropriazione di sovranità non può e non deve escludere una decisa limitazione e dunque una decisa regolamentazione della libertà di circolazione dei capitali, delle imprese e della forza-lavoro: dentro e fuori i confini europei. Il mercato deve essere governato: perché non è capace di alcuna autoregolazione; perché crea tali e tante diseguaglianza da minare la convivenza civile; perché limita le potenzialità di sviluppo economico e di benesere che dischiude il progresso scientifico e tecnologico. E ad aver dimostrato i limiti insuperabili della società e dell’ideologia liberista e neo-liberista, è bene rammentarlo, non sono stati soltanto i fatti e non è stata soltanto la tradizione di pensiero anticapitalista, ma anche una parte consistente della tradizione liberale.

Questa riappropriazione di sovranità deve contemplare nel proprio orizzonte anche quella monetaria. L’irresponsabilità politica della Bce, il fatto che i piani di salvataggio finanziario dipendano prevalentemente dalla politica nazionale della Germania (che usa il ricatto del debito per appropriarsi di mercati e di ricchezze), infine la ripresa della politica di potenza dei principali Stati europei (Francia e Germania in primis: ricordate la Libia? Ricordate la “Mitteleruopa” e le cartine geografico-poitiche che i tedeschi avevano come punto di riferimento geopolitico durante la Prima Guerra Mondiale?), dimostrano che un’Europa diversa da quella attuale implica un processo di unificazione ben differente da quello che, invece, si è percorso e che, appunto, ha fatto dell’unificazione monetaria il perno e l’antecedente di quella politica, sociale e culturale. I fatti dimostrano che l’unificazione monetaria rischia fortemente di impedire quella politica e sociale, che se avverrà, sarà sotto il segno della colonizzazione e non certo sotto quello della integrazione. L’unione monteria, del resto, potrebbe implodere da sé, nel momento in cui una crisi sistemica devastasse un Paese come l’Italia, che ha un peso ben differente da quello della Grecia o del Portogallo.

Temo, insomma, che si dia per scontato che il processo di unificazione debba partire dall’unione monetaria; se così fosse, temo si sconfinerebbe nel campo della utopia.

6. L’utopia, insomma, è il rischio di questa operazione politica, se la guardassimo solo con occhi rivolti all’Europa e all’europeismo. Perché le conseguenze della crisi in corso sono talmente ampie e imprevedibili che non è affatto da escludere che saranno le destre ad imporre, forti di un notevole successo elettorale, un’agenda politica che dello Stato, della Nazione, della limitazione e della regolamentazione della libera circolazione delle merci (capitali, aziende, forza-lavoro) e della sovranità monetaria faranno l’agenda politica fondamentale. Con il risultato che questo processo di riappropriazione di sovranità assumerà una coloritura decisamente antidemocratica e di “potenza” (come appunto ha già assunto in diversi Paesi), mentre essa può e deve assumerne una progressista.

7. A denunciare il carattere utopistico dell’iniziativa, infine, è anche l’assenza, nei programmi di questa nuova aggregazione, di un riferimento sociale preciso a cui rivolgersi. Viale ha parlato di bacino elettorale, ma gli elettori sono anzitutto uomini e donne che hanno precisi ruoli economici e sociali. Naturalmente, il bacino elettorale lascia presupporre che quello sociale di riferimento è quello “tradizionale”, che genericamente potremmo definire “del mondo del lavoro”. E tuttavia mi pare che in proposito lo sforzo di analisi sia debole e generico.

Basti pensare che gran parte del mondo del lavoro dipendente (esclusi gli statali) ha votato per anni per i partiti di destra; basti pensare che gran parte del mondo dell’immigrazione, sottoposto a un durissimo iper-sfruttamento economico e sociale, è orientato prevalentemente a destra. Basti pensare alle varietà di “borghesie” di cui è costellato in nostro Paese e che hanno punti di riferimento politico e ideale molto differenziati. Basti pensare, infine, al multiforme mondo del pubblico impiego o a quello dell’istruzione ed al peso ancora enorme che nel Paese hanno le differenze regionali o le economie sommerse o addirittura illegali e criminali.
Manca, insomma (e non parlo, ovviamente, delle analisi dei singoli, come Luciano Gallino, tra i promotori della lista, ma mi riferisco dell’aggregazione politica in fieri), una disamina delle dinamiche sociali passate e presenti e, di conseguenza, manca un orizzonte programmatico che si ponga l’obiettivo di dare alle idee e ai diritti, gambe e interessi capaci di supportarli e farli diventare proposta politica e capacità di governo. Capace di far diventare Stato, Nazione, Interesse Generale, una miriade di interessi economici e sociali disgregati, oggettivamente contrapposti, particolaristici, privi di una visione generale della società e del progresso umano.

8. Oggi, tuttavia, esistono le condizioni oggettive perché attorno alla Nazione e allo Stato, e ad un’Europa sociale e democratica, si riaggreghino forze sociali che, sul piano economico, spesso hanno forti ed oggettivi contrasti: perché la pressione che altri Stati e altre Nazioni stanno esercitando sulla nostra è talmente forte ed ha un potere talmente destabilizzante, che la salvezza degli uni diventa la salvezza degli altri. Oggi esistono le condizioni oggettive perché si comprenda la natura ideologica e destabilizzante di tutte quelle teorie e quelle prassi politiche e sociali che hanno messo in contrapposizione lo Stato al mercato, la democrazia al benessere economico, il pluralismo alla libertà, la lotta e il conflitto e il raggiungimento dell’interesse particolare alla sintesi e all’interesse generale.

L’auspicio, dunque, è che la credibilità si trasformi in metodo democratico e che la prassi politica, oltre che dal lume dell’utopia e dei diritti individuali e sociali, sia guidata da una penetrante analisi economica e sociale, capace riaggregare e governare in primo luogo le dinamiche italiane fondamentali, così da farne perno per una radicale trasformazione istituzionale e dello Stato italiano e dell’Europa. [Luca Micchelini, democraziaeconomica@libero.it]

Como: Ztl sperimentazione per 6 mesi

ztl-2-2Dopo il montare della protesta contro l’allargamento della Zona a traffico limitato l’assessora Gerosa dichiara «non abbiamo elementi nuovi per cambiare idea e progetto», anche se prosegue «come sempre noi siamo e saremo disponibili ad ascoltare e valutare ogni tipo di suggerimento».

 

«Il provvedimento di estensione della Zona a traffico limitato sarà sperimentato per sei mesi e al termine della sperimentazione si trarranno tutte le valutazioni del caso – dichiara in comunicato stampa l’assessora alla Mobilità del Comune di Como Daniela Gerosa –. Capisco e rispetto i malumori, capisco e rispetto la manifestazione di protesta. Ad oggi noi non abbiamo elementi nuovi per cambiare idea e progetto».

«Promuovere un miglior livello di vivibilità, valorizzare i beni monumentali e paesaggistici del centro città, diminuire il traffico, migliorare la qualità urbana sono gli obiettivi che ci siamo proposti – aggiunge –. Dovevamo partire subito con i lavori di riqualificazione? Solo una sperimentazione potrà dirci se la strada imboccata è quella giusta e se dovremo proseguire. Ci sono correttivi da apportare? Mi piacerebbe che dopo le proteste cominciassero ad arrivare anche proposte sul futuro di questi spazi urbani. I concorsi di progettazione che saranno banditi vanno proprio in questa direzione e come sempre noi siamo e saremo disponibili ad ascoltare e valutare ogni tipo di suggerimento». [md, ecoinformazioni]

Como cambia passo/ Sì alla cittadinanza simbolica

3 COMO COMUNEIl Comune di Como approva la mozione della maggioranza per dare un riconoscimento ai figli degli immigrati. Proteste per l’allargamento della Ztl e per la diminuzione dei posteggi bianchi in centro città.

Ztl

Sono raddoppiati i manifestanti contro l’allargamento della Ztl, rispetto all’appuntamento del lunedì precedente, che si sono presentati a Palazzo Cernezzi lunedì 24 febbraio durante le preliminari al Consiglio comunale, illuminandone il cortile antico con lumini da cimitero, e che poi si sono diretti in piazza Roma. Inevitabili alcuni interventi da parte dei consiglieri comunali.

Preliminari

Ma l’opposizione si è scagliata contro la maggioranza anche per la gestione dell’avvicendamento al ruolo di capo della polizia locale esprimendo il proprio disaccordo per voce di Marco Butti, Gruppo misto, e Francesco Scopelliti, Nuovo centro destra (gruppo dell’opposizione appena nato che ha raccolto la maggior parte del Gruppo misto, diventando il primo gruppo per consistenza delle minoranze, di cui fanno parte anche Laura Bordoli, capogruppo, e Enrico Cenetiempo). I due hanno anche chiesto di fare chiarezza sulla collaborazione del Comune con l’Isola che c’è e chiesto le dimissioni dell’assessora Gisella Introzzi. Andrea Luppi, Pd, ha invece chiesto l’aggiornamento della rassegna stampa sul sito comunale «è inattiva dal 6 febbraio» e Giampiero Ajani, Lega, ha chiesto spiegazioni su del fumo uscito forno crematorio «erano prove di combustione o un guasto?», mentre Luca Ceruti, M5s, ha annunciato una iniziativa del suo gruppo sul bando calore, dopo che non è stato accettato il consiglio Comunale aperto, e una sulla lotta alle ludopatie, lamentandosi di dover apprendere del Piano delle opere per quest’anno e i prossimi tre dalla stampa.

Cittadinanza simbolica

La seduta è ripresa quindi sulla discussione per «il riconoscimento simbolico di cittadinanza italiana ai minori nati da genitori stranieri e residenti a Como, nati in Italia o all’estero, frequentanti o che abbiano frequentato scuole di ogni ordine e grado nel territorio italiano per almeno 3 anni».

Luigi Nessi, Paco-Sel, ha ricordato l’impegno della ex ministra Cécile Kyenge: «Per spostare l’attenzione dalla questione sicurezza e vedere gli immigrati come persone che contribuiscono alla crescita economica e allo sviluppo del nostro paese», oltre a ricordare esperienze di multiculturalità nel Comasco.

Dall’opposizione Cenetiempo ha ribadito i dubbi della volta precedente ritenendo discriminante il provvedimento, mentre per Ajani: «Questa cittadinanza simbolica non ha né capo, né coda, non dà vantaggi». Per Scopelliti «mozini come questa non diminuiscono le distanze, le aumentano, siete la solita sinistra becera»

Nella replica il primo proponente Marco Servettini, Amo la mia città, ha ricordato che si tratta di una campagna nazionale dell’Unicef Italia a cui hanno aderito per ora 250 Comuni e rispondendo alle critiche ha detto: «Certo che servirebbe ben altro, ma intanto facciamo qualcosa». E qualcosa che dia un segnale diverso in una città come Como dove il 13 per cento della popolazione è straniera ha aggiunto il consigliere: «Dobbiamo chiedere scusa ai nostri amici di non potere andare oltre a una cittadinanza simbolica».

Bocciata la proposta di un emendamento, non accolto dai proponenti, per eliminare la cerimonia pubblica, per Ceruti e Molteni per evitare di trovarsi davanti a problemi nel caso in cui aumentassero le ristrettezze di bilancio.

Al voto maggioranza, M5s e Per Como hanno approvato la mozione, con la soddisfazione della decina di cittadini immigrati che hanno voluto assistere fra il pubblico, mentre Butti e Ajani si sono espressi contro e Cenetiempo si è astenuto (la mozione).

Posteggi

Non essendo presente in aula il consigliere Alessandro Rapinese, Adesso Como, ancora impegnato con la manifestazione di protesta in piazza Roma, due sue mozioni all’ordine del giorno sono finite in fondo allo stesso e l’aula ha affrontato la proposta di Molteni e Ceruti per il ripristino di alcuni posteggi bianchi in convalle, nata dopo la riforma dei posteggi dell’estate scorsa, un dibattito che si è facilmente allargato all’estensione della Ztl.

Molteni ha ribadito la necessità di un potenziamento del trasporto pubblico e dell’apertura del posteggio nell’area ex Ticosa leggendo lo stesso programma del sindaco Lucini, «tutte le città europee hanno posteggi fuori dal centro, mentre Como? Boh?» ha detto invece Ceruti che ha chiesto di intervenire: «Per dare respiro a chi viene a lavorare in città».

Butti ha chiesto il Piano della sosta e il mobility manager: «è stato detto che la proposta della Ztl era già della Giunta Bruni, ma il Pdl all’ora ebbe il coraggio di fermare un tema su cui non erano tutti d’accordo». Fresco di manifestazione Rapinese ha esclamato «vox populi, vox dei», aggiungendo che la proposta di allargamento non è ecologica, perché «i pullman saranno fermi al semaforo in piazza Roma e già ora ci sono rallentamenti attorno alla città». Sergio Gaddi, Fi, è tornato sull’argomento principale: «Il posto giallo non può essere esteso a tutta la città».

Alle minoranze hanno risposto Gianni Imperiali, Como civica, «manca il Piano della sosta da almeno 10 anni, e per 8 e mezzo non è una nostra colpa» attaccando poi sulla Ticosa utilizzata come spot elettorale dalle passate amministrazioni di centrodestra. Stefano Legnani ha difeso l’allargamento della Ztl: «Lo sosteniamo convintamente non ci sono altri centri storici, almeno in Lombardia, dove si passa in fianco al duomo in macchina». Il capogruppo del Pd ha risposto anche a chi parla di buco nelle casse comunali a causa dei mancati introiti dei posteggi blu dichiarando che il progetto, che a rivisitato tutte le zone di sosta della convalle, prevede un saldo a costo zero: «Certo in futuro faremo una verifica che potrà comportare un aggiustamento delle tariffe».

Mentre dall’opposizione si chiedeva una sospensione per la preparazione di un paio di emendamenti, data l’ora, la seduta è stata sospesa. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Fino al 27 aprile/ Dai sentieri nascosti 1989-2013

paolucciMostra dell’artista ticinese Flavio Paolucci, a cura di Elio Schenini, al Museo cantonale d’arte di Lugano, in via Canova, fino al 27 aprile.

«Realizzata in occasione degli ottant’anni dell’artista, nato a Torre nel 1934, la mostra che si compone in gran parte di opere scultoree, dispiega sui tre piani del museo un percorso che illustra ampiamente gli sviluppi del suo lavoro dal 1989 ad oggi, rappresentando una prosecuzione ideale della mostra precedente. Senza avere ambizioni antologiche, l’esposizione, curata da Elio Schenini, si propone di offrire uno sguardo panoramico su un periodo estremamente vitale e ancora in corso, ricco di sviluppi formali ed estetici che vengono ad arricchire di nuove invenzioni e intuizioni spesso folgoranti un corpus già ampissimo, ma sempre estremamente coerente – spiega una nota –. Fin dal titolo, Sentieri nascosti, la mostra rimanda all’inestricabile rapporto arte-natura vissuto nell’intimità della propria dimensione esistenziale che, dalla metà degli anni Settanta, costituisce l’essenza dell’’pera di Paolucci».

«I materiali su cui l’artista esercita a propria manualità durante il processo creativo sono sempre quelli da quarant’anni a questa parte – conclude lo scritto –, ovvero legno, carta e colore. Tuttavia, come appare chiaro visitando la mostra, nell’ultimo decennio l’artista traspone spesso le sculture così realizzate nel bronzo, accoppiandovi altri materiali come il vetro e il marmo».

Per informazioni Internet www.museo-cantonale-arte.ch. [md, ecoinformazioni]

Bando di assegnazione Erp

cernezziEntro il 30 maggio si può presentare domanda a Palazzo Cernezzi o all’Aler in via Italia Libera per chiedere un alloggio popolare.

 

«È stato pubblicato nei giorni scorsi un nuovo bando per la formazione della graduatoria per l’assegnazione in affitto di alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) – ricorda il Comune di Como –. Gli appartamenti, a canone sociale, saranno assegnati a nuclei familiari che presentano domanda con Isee-Erp non superiore a 16-17mila euro. Nel periodo di validità della graduatoria si prevede la disponibilità di dieci alloggi, che hanno come gestore il Comune di Como e l’Aler».

«Siamo ben consapevoli che rispetto alla domanda la disponibilità attuale è alquanto insufficiente – dichiara Marcello Iantorno, assessore al Patrimonio –. E proprio per questo ci stiamo adoperando perché il ricavato della vendita agli inquilini, già deliberata dal consiglio, di 60 case comunali sia destinato alla ristrutturazione di altri numerosi appartamenti e quindi alla loro assegnazione. Ci stiamo adoperando anche con la Regione per creare un meccanismo affinché gli alloggi Erp non assegnabili possano essere ristrutturati superando gli attuali vincoli. Inoltre sono in corso colloqui e verifiche con Ance Como per verificare nuove soluzioni». [md, ecoinformazioni]

 

Come fare?

«I cittadini interessati a presentare la domanda potranno presentarsi entro il 30 maggio alle seguenti sedi: Aler (Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale) di Como, via Italia Libera 17, nei seguenti orari da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle ore 12, martedì e giovedì dalle ore 14.30 alle ore 16.30 (la modulistica è sul sito www.alercomo.org); Comune di Como, settore Patrimonio, nei seguenti orari da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle ore 12 (la modulistica è sul sito www.comune.como.it cliccare su Albo Pretorio on-line/ Avvisi)».

Como: Programma triennale delle opere

COMO COMUNEPalazzo Cernezzi annuncia investimenti per 6 milioni di euro, Lucini: «Situazione difficile, necessario intervento del Governo per allentare patto di stabilità».

«Su proposta dell’assessore all’Edilizia Pubblica Daniela Gerosa la giunta ha adottato lunedì 23 febbraio il programma triennale dei lavori pubblici 2014-2016 e l’annuale 2014 – dichiara un comunicato del Comune di Como –. Nel programma, che sarà ora pubblicato sul sito del Comune, sono inseriti tutti i lavori di importo superiore ai 100mila euro. L’approvazione definitiva avverrà in consiglio comunale con l’approvazione del Bilancio preventivo, di cui il programma costituisce parte integrante».

«Per il 2014, sono previsti investimenti per un totale di 6milioni e 800mila euro e sul triennale di quasi 18milioni di euro (17milioni e 958mila euro) – annuncia la nota –. Nell’elenco per il 2014 figurano interventi per la sistemazione straordinaria dei marciapiedi (150mila euro l’importo per il 2014; 470mila euro il totale 2014-2016), per gli asfalti 700mila euro (un milione e 600mila euro il totale 2014-2016), per la manutenzione straordinaria degli impianti di illuminazione (150mila euro l’importo per il 2014; 410mila euro il totale 2014-2016), per la manutenzione straordinaria della pavimentazione del centro città (150mila euro l’importo per il 2014; 610mila euro il totale 2014-2016), per la riqualificazione di piazza Grimoldi e via Pretorio (450mila euro l’importo totale per il 2014), per interventi di mobilità sostenibile (200mila euro l’importo per il 2014; 600mila euro il totale 2014-2016), per la manutenzione straordinaria del verde pubblico (200mila euro l’importo totale per il 2014), per la velostazione per il ricovero delle biciclette a Como Borghi (160mila euro di cui 130mila euro finanziati dalla Fondazione Cariplo), per lavori di manutenzione straordinaria delle case comunali (440mila euro l’importo per il 2014; 840mila euro il totale 2014-2016), per le scuole (un milione e 230mila euro per il 2014, due milioni e 300mila euro il totale 2014-2016), per i muri a lago del lido di Villa Geno (200mila euro per il 2014, 400 mila euro il totale 2014-2016). In elenco figura anche la riqualificazione e la valorizzazione del portico del Broletto per l’allestimento di un punto di informazione turistica (250mila euro l’importo per il 2014; 450mila euro il totale 2014-2016), lavori, definiti insieme agli albergatori e che saranno finanziati attraverso l’imposta di soggiorno».

«Il programma prevede una serie di interventi ma, di fatto, la situazione del bilancio ci imporrà delle scelte – dichiara Daniela Gerosa, assessora all’Edilizia pubblica –. La nostra priorità saranno scuole, case e strade e quindi faremo di tutto per aprire questi cantieri. Il piano prevede particolare attenzione anche ai lavori di completamento della rete fognaria, che se non fossero ultimati potrebbero portare l’ente ad essere sanzionato».

«La situazione è difficile e il piano delle opere che abbiamo approvato ne è una prova – ha detto il sindaco Mario Lucini –. I Comuni operano in situazioni estreme ed è necessario e urgente che il Governo intervenga per modificare i parametri del patto di stabilità e quelli del fondo di solidarietà. Como ha i conti in ordine, ma il patto di stabilità ci strozza. Per il 2014 la forbice che dovremo garantire è stata addirittura aumentata e portata a 10milioni di euro; quanto alla quota dovuta per alimentare il fondo di solidarietà il Comune di Como nel 2013 ha versato 8 milioni e 800mila euro; per il 2014 i criteri non sono ancora stati quantificati ma non ci aspettiamo nulla di buono». [md, ecoinformazioni]