Das Be ist B

Flyerimage ridMostra di Ramon Feller, a cura Riccardo Lisi, alla Sonnenstube, in via Canonica 12 a Lugano, all’interno di Jeunesse d’Ivoire, inaugurazione venerdì 11 luglio alle 18, aperta da giovedì a sabato dalle 18 alle 20, fino a sabato 2 agosto.

 

«Il nuovo progetto espositivo della rada non si svolge a Locarno, ma a Lugano, presso lo spazio espositivo Sonnenstube, nato da poco in via Canonica, ma già resosi noto per qualità ed interesse dell’offerta culturale – spiega la presentazione –. Si tratta dell’esposizione personale Das Be ist B di Ramon Feller (1988), giovane artista operante a Berna e vincitore nel 2013 del premio Kiefer-Hablitzel. È questa la sua prima esposizione in Svizzera italiana e per essa Feller ha realizzato cinque nuove installazioni cinetiche, anche di dimensione rilevante. L’esposizione, nel suo insieme, muterà aspetto man mano, dall’inaugurazione della sera di venerdì 11 luglio fino alla chiusura di sabato 2 agosto, per cui è consigliabile anche visitarla più volte».

«Il tempo, in effetti, è materia prima del suo lavoro. Lungo il suo asse Feller crea ritmi visivi e sonori allocati su registri sovrapposti. Come nella grande e potente installazione appena presentata a Basilea presso Schwarzwaldallee, il lento movimento di un motore sottende l’inverarsi di un punto di crisi irrimediabile, dopo di che l’opera iniziale può essere solo ricostruita mentalmente dai suoi resti – precisa la note –. Ramon Feller opera congiuntamente su principii fisici e su concetti artistici. Il punto di crisi può essere conseguito anche per via di fenomeni naturali progressivi e lunghi ad attuarsi, come l’evaporazione dell’acqua in un acquario».

«In altre opere esposte Feller esplora la natura ondulatoria della luce e del suono, senza cercare nuovi punti critici, ma solo ritmi e dinamiche che contengono anche un discreto contenuto di casualità, o meglio d’indeterminatezza della facies momentanea dell’opera. In effetti questo giovane artista è interessato sia alla teoria dei quanti, che alla musica sperimentale ed a quella elettronica. Ma si dichiara attento anche al cinetismo minimale dei mobiles di Calder – termina lo scritto –. La rada, come Sonnenstube, attribuisce notevole importanza allo scambio tra le varie regioni linguistiche svizzere. L’esposizione di Ramon Feller è la seconda tappa del progetto annuale che coinvolge “giovani leve svizzere”, realizzato dalla rada sotto il titolo globale Jeunesse d’Ivoire (anch’esso volutamente ambiguo), finanziato da Pro Helvetia»a.

Per informazioni tel. 0041.764391866, e-mail riccardo.lisi@larada.ch, Internet www.larada.ch. [md, ecoinformazioni]

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