
Lavoratori e genitori in Consiglio
Una quarantina di persone si è presentata a Palazzo Cernezzi per protestare contro la scelta di chiudere l’asilo nido di Camerlata.
Molte delle preliminari al Consiglio comunale di Como di giovedì 28 aprile hanno toccato la chiusura dell’asilo nido comunale di Camerlata. Si è detta sgomenta Anna Veronelli, Fi, che ha denunciato «l’abbiamo saputo dalla stampa». «La chiusura di un asilo è sempre una sconfitta» ha detto Roberta Marzorati, Per Como, e Marco Butti, Gruppo misto, ha espresso la paura che «possa essere l’inizio di un percorso».
Un tentativo di esposizione di uno striscione in aula, atto contrario ai regolamenti comunali, è stato velocemente bloccato dalla polizia locale.
La vicesindaca e assessora competente Silvia Magni, sempre nelle preliminari ha ricordato, oltre alla sospensione della disponibilità della struttura di Camerlata anche la diminuzione dell’orario di apertura di quella di Albate, «una decisione fatta per garantire un servizio pubblico di qualità».
Il ragionamento dell’Amministrazione è quello di indirizzare il personale dell’asilo di Camerlata su altre strutture, utilizzate al meglio delle loro capacità, in vista dei prossimi pensionamenti. L’obiettivo sarebbe quello di mantenere il servizio per lo stesso numero di bambini totali. Ora sono iscritti 388 piccoli distribuiti su 10 strutture, la “risistemazione” porterebbe quindi a lavorare su 9 asili che potrebbero al massimo accogliere 414 bambini. Per la vicesindaca poi la scelta di Camerlata è stata fatta data la vicinanza dell’asilo di via Giussani che potrebbe accogliere gli iscritti del quartiere vicino: «Ora ha 43 iscritti e può accoglierne 60».
Chiesto dalla consigliera Veronelli si è poi tenuto un incontro fra sindaco, Giunta, consiglieri e rappresentati dei lavoratori, lavoratori e genitori in Sala stemmi.
Preoccupato per la mancanza di una «prospettiva a lungo termine delle assunzioni» si è detto Matteo Mandressi, sindacalista della Cgil, «senza una reale progettualità si rischia di dismettere il servizio» gli ha fatto eco Vincenzo Falanga, Uil, entrambi, insieme alla Rsu del Comune di Como, hanno chiesto un incontrare l’Amministrazione per un chiarimento e discutere della scelta fatta. Una proposta accolta dal sindaco Mario Lucini, che si è detto disponibile a un incontro con anche le direttrici e gli operatori dei servizi alla prima infanzia.
Operatori e genitori hanno chiesto chiarimenti al sindaco e alle assessore presenti e la paura è quella che questo sia l’inizio di una diminuzione continua dei servizi. «È un intervento non definitivo e non risolutivo – ha ammesso l’assessora Marelli –, ma è una ottimizzazione fatta per dare risposte a tutte le famiglie». Le mamme in aula hanno sottolineato l’importanza della struttura di Camerlata, anche per l’integrazione, in un quartiere che non ha molti altri luoghi aggregativi e in molti hanno citato l’asilo di Lora, che è uno dei più “deboli” per quanto riguarda il numero di iscritti in città. «Una situazione differente a quella di Camerlata – ha ribadito Magni -, perché qui è vicino quello di via Giussani». Una risposta che non ha convinto troppo le mamme che si sono lamentate della lontananza dell’altra struttura.
Ripresa la seduta comunale le assessore Marelli e Magni hanno continuato a confrontarsi con i presenti, mentre sindaco e quasi tutti i consiglieri si sono trasferiti in aula consiliare. [Michele Donegana, ecoinformazioni]
L’affermazione che quello di Camerlata e’ sottoutilizzato vale anche per quello di via Giussani. Quello di Camerlata però è più centrale. Allora perché togliere Camerlata? Perché in Comune ci sono rappresentanti di Rebbio, forse? Ce ne ricorderemo.