
Luigi Nessi/ Lettera aperta a Mario Landriscina, sindaco di Como
Con una lettera aperta Luigi Nessi, portavoce de La prossima Como rivolge ancora una volta l’invito al sindaco di Como ad occuparsi del diritto alla casa e di di avviare finalmente il portierato sociale. Leggi nel seguito il testo della lettera.
Per noi di La Prossima Como, la politica si fa tra la gente, nelle strade e nei quartieri, non la si fa solo in Consiglio comunale. E proprio di persone e di quartieri, le voglio parlare.
A novembre 2017, noi di La Prossima Como, abbiamo organizzato un’iniziativa sulla situazione delle case comunali a Como, molto partecipata proprio da chi in quegli alloggi abita. Pensiamo che l’assenza degli assessori interessati al tema e di esponenti politici dei soggetti rappresentati in Consiglio comunale sia stata un’occasione persa.
In quella sede sono emersi problemi, ripresi dai media locali.
Da novembre sono passati mesi, ma la situazione non è cambiata. Dunque siamo qui a segnalare nuovamente l’urgenza di dare risposte a bisogni abitativi in una situazione sociale difficile. Ci sono manutenzioni da effettuare che richiedono una verifica del patrimonio abitativo del Comune, appartamenti da ristrutturare, e soprattutto ci sono ancora troppi alloggi vuoti, in presenza di numerose richieste.
Porto l’esempio della zona Sud della città, dove abito: una persona ultra ottantenne abita con la badante al quinto piano di un edificio senza ascensore e rientrando a casa è caduta per le scale; una famiglia composta da mamma, papà due figli maschi e due gemelle abita da anni in un appartamento diventato piccolo ora che i figli sono cresciuti e i loro bisogni sono mutati: uno dei ragazzi, alla ricerca disperata di un lavoro che non c’è, ha spintonato il padre; una persona in carrozzina da tempo chiede la possibilità di andare spostarsi dal suo appartamento in uno a piano terra libero nello stesso edificio che le permetterebbe una vita migliore.
Nascono conflitti, per motivi futili, dovuti alle differenti esigenze degli abitanti di uno stesso stabile: anziani, persone con disabilità, persone che provengono da altri paesi con altri costumi e abitudini, e tante, tante solitudini.
Per tentare di superare queste problemi, da consigliere comunale, insieme a Vincenzo Sapere prima, Celeste Grossi poi, e come candidato di la Prossima Como nell’ultima campagna per le amministrative, ho più volte sottolineato il bisogno, ormai essenziale, di un Portierato sociale.
Il Portiere Sociale è una persona che, con il mandato comunale, collabora con gli inquilini di un fabbricato o di un piccolo quartiere per favorire la coesione, creare socialità e invitare alla solidarietà, per cercare di governare i conflitti dovuti a situazioni di abbandono, di solitudine, e per tentare di dare sollievo quotidiano facendo la spesa, piccole riparazioni, ed essendo presente in caso di malattia;
Sicuri che concorderà con noi che non possono essere lasciati alloggi vuoti in presenza di bisogni crescenti e preoccupati della condizione di vita delle persone che abitano negli edifici comunali, sia in centro, sia nelle periferie, le rivolgiamo, dunque, un appello pressante a verificare lo stato delle case comunali; promuovere attivamente un buon uso del patrimonio abitativo comunale; istituire al più breve di un Portierato sociale.
Vogliamo che questa città, come l’Italia, sia sempre di più per molti e non per pochi, libera e uguale.
Un sogno? Un’utopia che contiamo diventi concreta.
sempre a disposizione, per un confronto ringrazio e ringraziamo per l’attenzione. [Luigi Nessi, La prossima Como]