L’inverno dirada i poveri

 

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L’assessora sta per uscire di casa. Freddo che taglia, domani ancora peggio. Bisogna scegliere con cura il cappellino, proteggere la testa. E sciarpa grande, ben annodata. Stivaletti da Cortina, quelli di cavallino. Brividini. Il treno è in ritardo. Sul piazzale della stazione c’è uno di questi qua, cartonato per la notte. Non sa che non si può. Bisogna toglierlo, dice madame a un vigile, lì non può stare, e non vorrei che entrasse addirittura.

Non lo vedete che i poveri stridono?  Stridono col paesaggio, con il contesto civile di noi che andiamo a lavorare. Severità istituzionale, decoro, sicurezza. Il treno è arrivato. Ai binari si muore di freddo. Anche Gustavo muore di freddo, ma proprio muore, davanti a tutti. Un gesto senza classe. [A. R., ecoinformazioni]

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