
Yusupha e Salifu/ Il loro sorriso innocente condanna Salvini, Alessandra Locatelli, il razzismo e l’ignoranza

E spesso cerco di immaginarmi cosa passa per la testa di Salvini. Ma lui crede veramente alle follie che esprime? È sincero il suo continuo incolpare, senza alcun rimorso, i migranti neri per tutti i mali che stanno affliggendo la società italiana? Il confronto costante e l’equivalenza tra il problema della (in)sicurezza e l’immigrazione? O forse è il potere che gli ha dato alla testa? O è forse preda della onnipotente illusione della sua stessa grandezza, ora che si è innalzato fino ad essere il leader ‘di fatto’ in Italia nell’anno del Signore 2018? Il 6 di giugno 2018 venne qui a Como, accolto da cori adulanti «Capitano, mio Capitano» dalla folla adorante, per dare ‘baci e abbracci’ ai due poveri autisti di autobus – vittime di una folle e spietata aggressione – e promise che avrebbe accompagnato Yusupha Ceesay personalmente all’aereo che lo avrebbe riportato in Gambia. Credeva veramente alla sua stessa esagerazione? Dopo aver spremuto politicamente questa vicenda fino all’ultima goccia (fu il vero caso politico del momento), come si sente ora che Yusupha Ceesay e Salifu Camara, i due gambiani condannati in primo grado a Como, con una sentenza di quasi due anni di detenzione, sono stati assolti in appello? Assolti per non aver commesso il fatto. Come si sente? Farà sentire la propria voce adesso? Userà ancora questa vicenda come alimento per nutrire d’odio il suo insaziabile popolo? Oppure se ne starà zitto zitto, sperando che il riconoscimento dell’innocenza dei due uomini da parte della Corte di Appello passi inosservato? In fondo in fondo, questi due ‘clandestini’ hanno già assolto al loro compito. Utili, allora, alla sua macchina propagandistica e alla sua personale ascesa al potere. Ora possono pure finire nel dimenticatoio.
E i feroci commentatori sulle pagine locali di Facebook. Come si sentono ora? Ora che è chiaro che il processo di primo grado a Como fu nulla più di una farsa. Che i diritti umani degli uomini accusati furono calpestati? In udienza non fu garantita una traduzione adeguata agli imputati in chiara difficoltà con la lingua italiana, si glissò deliberatamente su testimonianze chiave (che dimostravano, senza ombra di dubbio, che i due uomini non potevano essere neppure vicino al luogo dove si era consumata l’aggressione), e la polizia seguì procedure quantomeno dubbie nell’identificare i colpevoli. La lista è senza fine. Mi chiedo come si sentano oggi persone che scrissero: «Spero che gettino via la chiave. Dovrebbero marcire in prigione nel loro Paese». «Bravo Salvini, continua così».«Non in prigione ma fuori dall’Italia, a casa loro. Fanno la bella vita qui nelle prigioni Italiane – vitto e alloggio, qualche soldo, luce, gas, niente affitto da pagare… a casa loro!».
E queste sarebbero le stesse persone che alla sera arruffano i capelli dei loro bambini con affetto, gli rimboccano le coperte e gli sussurrano un dolcissimo ‘sogni d’oro’ amore mio? Sono le stesse persone? Come è possibile? E i commentatori che stanno reagendo con rabbia a questa assoluzione, e insistono che gli innocenti ‘devono essere colpevoli’ e dovrebbero, nonostante la prova schiacciante del contrario, bruciare all’inferno, come si sentono?
Come si sentono il sindaco e la vicesindaca, ora che Yusupha e Salifu sono finalmente stati dichiarati innocenti? In un’intervista con La Provincia, il giorno dopo il verdetto di colpevolezza, espresso dal locale Tribunale in Primo grado, la vicesindaca esultò «Meno male, sono molto contenta che la giustizia abbia fatto il suo percorso» e continuò parlando della necessità di continuare ad infliggere punizioni esemplari come deterrente efficace e della sua speranza che tutti gli immigrati clandestini sarebbero stati rimpatriati il più presto possibile. [La Provincia, 22 luglio 2018].
Come si sente ora? Ora che giustizia è stata realmente fatta? Salifu Camara e Yusupha Ceesay avranno le pubbliche scuse per essere stati diffamati e gettati in prigione per un crimine che non avevano commesso? Ammetteranno i potenti di turno che essere un uomo nero che indossa una maglietta gialla mentre siede su una panchina in un parco può essere da molti giudicata una prova sufficiente per essere considerato colpevole di un reato penale?
Grazie agli avvocati difensori che hanno perseverato, a dispetto della pubblica opinione ostile in modo schiacciante. Grazie alla ‘ Bella Como’. Quando sentì questo appellativo per la prima volta, non avevo idea a cosa si riferisse. Avevo già sentito parlare della ‘Como che conta’ – e tutto quello che ne sapevo era che non ne facevo parte. Mi immaginavo, dal nome, che la ‘ Bella Como’ fosse formata da bella gente che si incontrava in enoteche eleganti e che si sorrideva vicendevolmente, con complicità, alludendo all’assoluta bellezza delle proprie vite. Mi sbagliavo. Faccio il mea culpa. La ‘ Bella Como’ è un onda formata da persone di diverse estrazioni sociali, con credo e opinioni differenti, che si ritrovano per dire «Io non ci sto» con la retorica xenofobica di Salvini e i suoi. Si rimboccano le maniche e lavorano duro per migliorare le vite dei destinati ‘ultimi’. Migliorarle appena un po’. Lavorano in silenzio perché ‘la beneficenza si fa e non si dice’ e qualche volta, si mettono le mani in tasca, dedicano il loro tempo e le loro energie per fare del bene. I buonisti. Grazie ai buonisti. La ‘ Bella Como’ fa bene a celebrare questa rara vittoria. È una goccia di speranza in un mare di follia.
E mi chiedo come Yusupha e Salifu si sentano ora. Sollievo? Discolpati sperano in un futuro dove gli sia consentito di fare qualcosa in più del solo cercare di sopravvivere, forse addirittura un futuro dove possano finalmente incominciare a vivere? Ave Yusupha e Salifu. I vostri sorrisi sono la vittoria più grande. [Amanda Cooney per ecoinformazioni]
And the ferocious commenters on local fb. How do they feel now that it is clear that the previous trial in Como was a farce? That the accused men’s basic human rights had been trampled on? No effective interpreting had been provided, there was a wilful glossing over of key witness accounts (which clearly demonstrated the men were nowhere near the scene of the crime), and dubious police procedures were used to identify the culprits. The list is endless. I wonder how commenters who wrote the following comments feel now:
‘Well done, Salvini. Carry on like this.’
‘Not in prison but out of Italy, a casa loro. They’re living the high life in our Italian prisons – bed and board, wages, lights, gas, no rent to pay …. a casa loro! “
All hail Yusupha and Salifu. Your smiles are the best victory. [Amanda Cooney for ecoinformazioni]