Anno: 2019

13 dicembre/ Non c’è pace senza terra/ Domani

Quarto appuntamento per Non c’è pace senza terra, la rassegna ambientalista del progetto Como futuribile. Venerdì 13 dicembre alle 15 al Circolo Arci Xanadù in via Varesina 72 c’è Domani di Cyril Dion e Mélanie Laurent.

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21 dicembre/ Arcigay si presenta all’Ostello Bello

Arcigay arriva finalmente anche a Como. Per festeggiare, l’associazione organizza presso l’Ostello Bello di Viale Rosselli 9 a Como un aperitivo di benvenuto in stile “total rainbow”. Musica, cocktail multicolor, Sorprese e free condoms per i partecipanti, dalle 18,30 alle 21,00. Maggiori informazione sulla pagina di Ostello Bello, che potete visitare cliccando qui.

5 dicembre/Non c’è Pace senza terra/ Una scomoda verità 2

Giovedì 5 dicembre alle 21 allo Spazio Gloria di Arci Xanadù in via Varesina 72, terzo appuntamento per il cineforum Non c’è pace senza terra del progetto Como Futuribile con “Una scomoda verità 2” di Al Gore: cos’è successo, ad undici anni dal primo film-documentario dedicato al tema?.

Il regista, nel 2017, è tornato ad affrontare sullo schermo un argomento che in questi anni non ha mai smesso di approfondire: il surriscaldamento del globo terrestre, le sue cause, i suoi effetti e le alternative praticabili. Il documentario lo segue nelle sue conferenze e nei suoi incontri a tutti i livelli supportando le sue riflessioni con immagini molto significative.

Ingresso con un contributo di cinque euro per sostenere il progetto.

Como Futuribile è un progetto di Arci Como, Auser Como, L’Isola che c’è e Legambiente Como realizzato con il contributo di Regione Lombardia.

ID: 1378827- PROGETTO CON IL CONT. DI CUI AGLI ARTT. 72 E 73 DEL D.LGS.117/2017

Ciao Carlo

La mattina del 3 dicembre Carlo Ghirardi ha lasciato la terra. Sono molto addolorata. Lo ricordo sempre accanto da quando fondammo Paco. Era giovane, pieno di sogni, di passione, di energia. Bello, senza compiacimento, sereno, disponibile. Ci ha lasciati troppo presto, come troppo presto ci hanno lasciati Ermanno, Vincenzo, Micaela, Paolo. Mercoledì 4 dicembre alle 15 saluteremo Carlo alla Chiesa di Camnago Volta. [Celeste Grossi]

10 dicembre/ Fridays for future/ Ambiente e diritti

Il 10 dicembre sarà la Giornata Mondiale dei Diritti Umani. Fridays for future Como ha colto l’occasione per organizzare un evento che porti a un dibattito sul tema “Ambiente e diritti”, due concetti che possono coesistere e influenzarsi a vicenda.

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A Milano tante Sardine e poca politica

Il movimento delle Sardine è arrivato a Milano. Nel pomeriggio di domenica 1 dicembre piazza Duomo è stata riempita da tante e tanti cittadini accorsi da tutta Lombardia per manifestare contro la Lega e contro Salvini.

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Avvinta come l’edera

Se la storia è sintesi tra universale e particolare, ovvero vedere ciò che è universale attraverso esistenze irripetibili e, a partire dagli intrecci unici creati dalla vita, cogliere il generale; allora l’ultimo libro di Emilio Russo (“Avvinta come l’edera”, ExCogita 2019) è davvero un bel libro di storia. La storia di un anno, il 1958, osservato attraverso la lente d’ingrandimento del piccolo e immaginario, ma realissimo con la sua grande fabbrica di caramelle, paesello comasco di Onagro, sul confine italo-svizzero. Un “luogo dello spirito ma un posto reale”, come lo definisce l’autore; perché ogni realtà alla fine per l’uomo è anche un luogo dell’anima. La grande storia si riflette nella piccola storia, dove in ultima istanza solamente vive, nella carne e nel sangue degli uomini. Emilio Russo ci racconta con rapidi ed efficacissimi schizzi, conditi da tanta ironia, la storia di questa nostra Italia, del territorio comasco, agli inizi del boom economico, della grande trasformazione del “Bel paese” da agricolo ad industriale, alla vigilia dell’arrivo della società dei consumi quando ancora si mangiava poca carne, non si usava l’automobile, la guerra e il fascismo erano ricordi troppo freschi, un passato non ancora passato. Il libro ci parla del Nord in particolare, dove negli anni ’50 arrivavano le grandi correnti migratorie dal Sud, ma anche dal Veneto, che si presentavano innanzitutto col volto dei rappresentanti dello Stato verso cui gli abitanti del posto erano piuttosto diffidenti. Sono i volti del carabiniere, del finanziere che lotta contro i contrabbandieri, dell’insegnante, come quel professor Giacomo Collura, siciliano e detective per caso, protagonista del racconto. Sì perché il libro è un giallo, con tanto di morti ammazzati e non, che si sviluppa attorno ad un furto di volantini elettorali democristiani, avvenuto nell’oratorio di don Oreste Lavazza, parroco di Onagro. Nel ’58 ci sono le elezioni politiche che segnano il faticoso e contrastato avvicinamento alla formula di governo del centro-sinistra. Siamo nel cuore della guerra fredda, comunisti e anticomunisti, coi democristiani che costruiscono una democrazia a “sovranità limitata” raccogliendo al loro interno di tutto; siamo nell’anno dell’inizio del pontificato di Papa Roncalli, di famiglia contadina e col padre socialista, ma anche della legge Merlin che chiude le case di tolleranza, anch’esse protagoniste intriganti sullo sfondo del racconto. Il ’58 è l’anno in cui Domenico Modugno con il “Blu dipinto di blu”, più nota come “Volare”, vince il festival di Sanremo nato da pochi anni, seconda arriva “Avvinta come l’edera”, cantata da Nilla Pizzi in coppia con Tonina Torrielli. Il libro di Russo è infatti accompagnato, pagina dopo pagina e in modo originale, dalle colonne sonore della musica nazional-popolare, ma anche dalle prime note delle canzoni in inglese che arrivavano in Italia con la radio e soprattutto con la televisione che da pochi anni aveva iniziato le sue trasmissioni. Ogni libro è anche un’autobiografia e “Avvinta come l’edera” lo è senz’altro per chi come me conosce l’autore. Come non vederlo attraverso i due personaggi del professor Giacomo Collura e don Oreste Lavazza? In particolare come non ritrovare l’autore in quel “fondo di scetticismo che si agitava” nell’animo del parroco di Onagro “fin dalla prima giovinezza nei confronti di tutto ciò che muove le passioni del secolo, un sentimento piuttosto snob, se vogliamo, ma, nel nostro caso, del tutto autentico”. Insomma quello che è in scena nel libro di Emilio Russo è il teatro di un mondo, di un piccolo e grande mondo, quello che lo ha visto ragazzino. Il giovane Benedetto Croce disse che la storia si poteva ridurre sotto il concetto generale dell’arte; la differenza è che la storia parla del reale, l’arte del possibile. Dato che il reale è stato prima possibile, e il possibile potrebbe o si sarebbe potuto realizzare; allora “Avvinta come l’edera” è davvero un bel libro di storia, che poi è la più bella opera d’arte che possiamo scrivere, quella degli uomini e della vita che continua oltre e nonostante tutto. “Era così anche per la gente di Onagro. Quella era stata una parentesi che tutti, nel paese, avevano fretta di chiudere”. Un libro di storia, ma anche sui limiti escatologici della storia, come rivela l’autore quasi a mo’ di dettaglio nella chiusa della postfazione; perché  ogni storia è un istantanea rispetto all’eternità, “almeno agli occhi di chi ha inventato questa storia”, come scrive Russo. Insomma questo è il sugo di tutta la storia, per dirla col Manzoni. La politica deve pertanto avere consapevolezza del limite, al più contenere il male del mondo, come l’autore ha sostenuto nel suo libro precedente “La pace imprudente”(ExCogita 2015), al quale idealmente si collega quello attuale, pur mutando l’epoca storica, ma l’idea va oltre la storia.  “La fine della storia è riferibile solo in metafore, giacché si compie nel regno dei cieli, dove non esiste il tempo”, scrive J.L.Borges ne “L’Aleph”, posto come epigrafe nel libro di Emilio Russo. Un libro dunque senz’altro da leggere. [Gianfranco Giudice per ecoinformazioni]

[La foto di copertina del post è della presentazione con Emilio Russo e Gianfranco Giudice. Foto Celeste Grossi]

IL traffico impazzito del Black friday ostacola la manifestazione Fff

Per la prima volta il traffico ostacola una manifestazione politica. Davvero paradossale la situazione a Como la sera del 29 novembre, giornata maledetta per l’orgia consumista che ha spinto in Convalle migliaia di auto in più, complice l’Amministrazione comunale che nulla ha saputo predisporre per un prevedibilissimo evento.

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Csf/ Per il dormitorio, nonostante la mozione, il Comune non fa nulla

La Giunta di destra al governo del Comune di Como, anche dopo l’approvazione in Consiglio comunale della mozione per l’indispensabile dormitorio necessario per dare un rifugio alle tante persone costrette dall’insensibilità dell’amministrazione continua a essere inadempiente. Dopo mesi sul tema il Comune gha mandato una lettera, sbagliata anche negli destinatari apparentemente scelti a caso con esclusioni inqualificabili. La denuncia di Como senza frontiere.

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