
Henkel/ Abbattere il muro di Düsseldorf
Ci sono muri già caduti e altri che vengono oggi eretti contro i diritti per rendere sempre più ricchi i pochi che lucrano sulla povertà di tanti. C’è qualcosa di molto sporco anche in un’azienda leader nella produzione di detersivi che si macchia della scelta irresponsabile di voler licenziare i lavoratori non per una drammatica crisi ma in un anno giudicato dai vertici aziendali positivo. Già, perché ci sono aziende che in piena pandemia hanno fatto ottimi affari e adesso invece di reinvestire quanto ottenuto dalla colletività ripagano con un calcio nel culo chi ha reso possibile la produzione di ricchezza. Tutti i sindacati non possono tollerarlo e chiamano a una lotta non solo sindacale ma di civiltà contro il Muro di Dussendorf la citta dove ha sede la Henkel.
«Nel sito Internet di Henkel sono stati pubblicati a marzo 2021 i dati dell’anno fiscale 2020.
Si legge: «Il fatturato complessivo è pari a 19,3 miliardi di euro, leggermente inferiore al 2019 in termini organici, mantenendo la profittabilità con un margine EBIT del 13,4%. Il flusso di cassa ha superato i 2,3 miliardi di euro, raggiungendo quasi il livello record del 2019. Agli azionisti verrà proposto lo stesso dividendo del 2019. La Divisione Laundry & Home Care (Detergenza i cui prodotti noti sono Dixan, Perlana, Vernel, Nelsen) ha raggiunto una crescita delle vendite organiche molto forte del +5,6%. Lo sviluppo è stato trainato da forti innovazioni e dall’aumento della domanda di prodotti per l’igiene legati alla pandemia ( dalla relazione di Carsten Knobel, CEO di Henkel)»
Sempre nel sito internet, in data 10 novembre 2020, si leggeva che per la Divisione Laundry & Home Care si prevedeva un aumento del fatturato organico fra il +4,5% ed il +5,5% : il risultato effettivo è stato addirittura superiore alle previsioni ( +5,6%).
Lo stabilimento di Lomazzo, occorre ricordarlo, ha un costo per unità di prodotto assolutamente competitivo ed efficiente.
Perché Henkel vuole chiuderlo?
Dichiara che i volumi di produzione della detergenza sono in lenta e continua decrescita. Assolutamente vero, dovuta alla costante ricerca della sostenibilità ambientale, cui Lomazzo ha sempre contribuito ed all’attenzione verso l’uso dell’acqua, bene comune. Infatti i detersivi, di tutti i marchi anche concorrenti ( basti pensare al concorrente principale che è Dash), sono sempre più concentrati, comportando una diminuzione dei volumi ma non certo del fatturato e della profittabilità. I risultati economici pubblicati lo dimostrano ampiamente. Peraltro, anche i dipendenti sono costantemente diminuiti, per effetto dei pensionamenti non sostituiti ( due anni fa erano 101 dipendenti diretti ed oggi 79).
Da un’Azienda come Henkel, che in Italia ha costruito le sue fortune a partire dal primo stabilimento di Lomazzo ( Persil 1933) e grazie anche alla pubblicità dei suoi prodotti ( come non ricordare il Vernel di Amendola), ci si dovrebbe aspettare, a fronte del calo dei volumi, ben compensato dall’aumento del fatturato, un investimento nello Stabilimento per nuovi prodotti, una riorganizzazione sui volumi della capacità produttiva, una ricerca di partner industriali o, in subordine, la ricerca di un acquirente.
Invece Henkel dichiara la chiusura, sorda a qualsiasi istanza o interlocuzione, irresponsabile sulla responsabilità’ sociale ed erige un muro a difesa della sua scelta.
Contro ogni norma di Civismo europeo rifiuta non solo, fatto già grave, il confronto con il Sindacato ma si permette il lusso di fare uno sberleffo alla Regione Lombardia.
Con i vari Dixan – Perlana – Vernel – Nelsen non riuscirà a cancellare le lavoratrici ed i lavoratori, e relative famiglie, del sito di Lomazzo ( 160 persone coinvolte, tra dipendenti ed indotto).
Nelle assemblee di domani [2 aprile ndr] proporremo uno sciopero per giovedì 8 aprile con Manifestazione davanti allo stabilimento.
Il Muro di Berlino l’hanno tirato giù i tedeschi.
Il muro di Dusseldorf dovremo tirarlo giù con le lavoratrici ed i lavoratori e con l’aiuto delle Forze Politiche ed Istituzionali.
I Pink Floid cantavano : All in all it was all just bricks in the wall!» [Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Allca Cub]