I difensori dei diritti umani

Il 30 marzo Como accoglie ha organizzato un incontro sulla piattaforma zoom per dialogare insieme a persone che hanno a cuore il rispetto della dignità umana e una solidarietà radicata ad aiutare il prossimo. L’evento è stato organizzato per esprimere la solidarietà a tutte le reti di volontariato e singole persone denunciate perché si sono occupate dei migranti sui confini, compreso quello comasco. Hanno partecipato alla serata don Giusto Della Valle, Lorena Fonasir e don Andrea dell’associazione Linea d’ombra, Martine Landry di Amnesty International. 

Marta Pezzati (di ComoAccoglie) ha voluto ricordare il contesto in cui l’associazione è nata: «Nel 2016 abbiamo assistito a una situazione inaccettabile, con 500 persone accampate davanti alla stazione di Como San Giovanni. Era una condizione vergognosa per una società che si definisce democratica». 
Non è un caso che il titolo scelto per l’incontro sia Reato di solidarietà, poiché alcuni volontari sono stati denunciati per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, come è successo a don Andrea, fondatore di Linea d’ombra, un’associazione di volontariato che si occupa dei diritti dei migranti sul confine di Trieste e Bosnia. Don Andrea afferma di essere stato denunciato nel luglio del 2019 perché aveva ospitato una famiglia curdo-iraniana con due bambini che si trovano in difficoltà: per questo li aveva invitati a trascorrere due notti a casa sua. 
La solidarietà dovrebbe essere un atto doveroso per ogni cittadino, come proclama la Costituzione italiana nell’ art 2, invitando lo stato e i suoi cittadini al suo adempimento. Negli ultimi anni abbiamo tuttavia perso il senso della parola “solidarietà” e alcune la considerano persino punibile, come succede nei confronti di coloro che non vogliono girarsi dall’altra parte quando vedono degli esseri umani in condizioni disumane pur vivendo in uno stato di diritto.  L’Europa continua a spostare i suoi confini geografici al di fuori della propria competenza giuridica, e lo fa senza salvaguardare i diritti delle persone, come afferma Gian Andrea Franchi.
«La condizione dei migranti che provano a superare il confine italo–francese sta degradando», racconta Martine Landry di Amnesty International. Anche lei è stata denunciata per favoreggiamento all’immigrazione clandestina perché aveva accompagnato dei minori non accompagnati dagli assistenti sociali.

Proprio la situazione dei minori non accompagnati respinti dal confine europeo è inaccettabile perché secondo la convinzione di Ginevra (nell’articolo 1, comma 2), hanno il diritto di fare la domanda d’asilo in qualunque luogo. L’Europa, che si considera la culla della civiltà e dei diritti umani, sta dimostrando di non essere più in grado di garantire i diritti fondamentali delle persone. Chiunque dovrebbe avere il diritto di spostarsi per ricercare una prospettiva di vita migliore, invece l’Europa sta costruendo delle fortezze per tenere lontani i migranti e profughi.
«Non è vero che non abbiamo bisogno dei migranti» racconta Davide Rostan «dobbiamo assumere un nuovo modo di affrontare il tema dell’accoglienza, perché abbiamo bisogno di migranti che svolgano dei lavori senza i quali la nostra filiera produttiva e la nostra società andrebbero a collasso.»  L’intervento di don Giusto Della Valle è stato centrale, in quanto si è sempre impegnato a difendere i diritti dei migranti nell’area di Como. Il prete comasco ha inoltre affermato che «ogni persona deve avere il diritto di migrare senza distinzione d’identità geografica e sociale».
Il tema della solidarietà è molto sentito tra alcuni cittadini, i quali si sforzano di mettere in atto uno dei pilastri fondamentali per una convivenza civile tra tutti i popoli. Molti migranti negli ultimi anni si sono trovati a vivere in strada a causa dei respingimenti sui confini europei, e l’atto di difendere i diritti delle persone deve essere considerato un’idea politica che eviti di lasciare una porzione della comunità in disparte.  Don Giusto della Valle ha voluto soffermarsi sull’accoglienza e l’offerta formativa da offrire a queste persone che arrivano in Italia, senza cui sarebbe molto difficile affrontare il tema della migrazione e al tempo stesso garantire loro una vita dignitosa. [Musa Drammeh, ecoinformazioni]

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