Personali geografie/ Poços de Caldas, Brasile

Lucas de Assis Ferreira, ragazzo brasiliano racconta la sua terra. «Quando mi chiedono di parlare del mio paese – dice – la prima cosa che mi viene in mente sono le storie di nonna Maria che per mandarmi a letto presto mi raccontava della Cuca, minacciosa e soprannaturale vecchia strega che attacca e turba il sonno dei bambini irrequieti o disubbidienti. I racconti di nonna sono così rilevanti perché venivano approfonditi anche nelle ore di letteratura a scuola, erano momenti di pura emozione per me e sono il miglior souvenir che ho della mia infanzia».

Lucas, nato a Poços de Caldas, in Brasile, racconta delle tipicità della terra dove ha vissuto fino a dieci anni, che definisce magica: «Magica perché i miei più bei ricordi sono proprio le credenze folcloristiche brasiliane. Una di queste, per esempio, è l’idea che vi sia la presenza di un’entità incantata all’interno della foresta, chiamata Curupira, spirito e signore degli animali, che fa da guardiano contro tutti coloro che cercano di distruggere il bosco. La sua caratteristica tipica sono i piedi girati all’indietro, che lasciano impronte che conducono al suo punto di partenza per confondere bracconieri e cacciatori».
Dei racconti popolari, tramandati di generazione in generazione, Lucas ricorda anche quello di Saci-pererê, giovane uomo con una gamba sola, che indossa un berretto rosso, fuma la pipa e al quale è stato attribuito il potere magico di scomparire, facendo nascere al proprio posto un turbine d’aria, «così importante che il Brasile ha ufficializzato il Dia do Saci, giornata dedicata a tale tradizione, il 31 ottobre di ogni anno».

«Noi brasiliani abbiamo un’idea di casa grande, ci piace avere case spaziose per avere la possibilità di ospitare parenti ed amici». A Poços le abitazioni sono quasi tutte singole, basse e ad un piano, e vi sono pochi palazzi. Molte case possiedono una veranda o un giardino, e sono circondate da muri alti che fanno da “recinzione” protettiva contro i furti e l’alto numero di violazioni delle proprietà.
La cultura brasiliana è caratterizzata da attimi di festa come il divertente carnevale o il churrasco, occasione di ritrovo durante il quale si griglia e ricorda: «si beve molta birra». I pasti, come momento di condivisione di qualsiasi cultura, sono spesso in Brasile di singole portate, dove piatti tipici sono riso con fagioli o carne e il pao de queijo, panino al formaggio a base di farina di manioca o di tapioca.

Poços de Caldas è un comune nel sud dello stato di Minas Gerais.
Credenza comune è che la città sia situata all’interno del cratere di un grande vulcano spento. «In realtà, – ci spiega – Poços si trova all’interno di una caldera che si è formata dal crollo di una porzione centrale di terreno tra aree elevate, e mentre queste ultime hanno origine vulcanica, il processo che ha formato il presunto “cratere” non ha nulla a che fare con l’attività vulcanica».

La regione era stata abitata dagli indiani Cataguasi, che durante la loro ricerca dell’oro furono espulsi dalle loro terre dai Bandeirantes, “portabandiera” schiavisti e cacciatori. La città attrae turisti che spesso la visitano per godersi le sue sorgenti termali, note per le proprietà benefiche dell’acqua sulfurea che ne fluisce naturalmente.
Poços è anche famosa per la lavorazione del vetro: si dice che molti dei fondatori delle prestigiose fabbriche artigiane erano discendenti dei vetrai artisti che vivevano sull’isola di Murano, a Venezia.

«La mia città natale è una ex colonia portoghese ed italiana, difatti i miei bisnonni sono italiani emigrati negli anni ’20 in Brasile, dove hanno avuto mia nonna e vissuto per tutta la loro vita».
I suoi genitori, racconta «Approfittando del fatto che mia mamma fosse avvantaggiata con i documenti date le sue origini italiane» sono venuti in Italia per cercare di migliorare la loro qualità di vita «e soprattutto – aggiunge – per poter fornire una migliore istruzione e una buona crescita personale a me e a mio fratello».

In Brasile, purtroppo, solo chi ha delle considerevoli possibilità economiche può istruire bene i propri figli. Questo è determinato dalla grande distinzione tra pubblico e privato dove l’insegnamento è molto scarso. «Il sistema scolastico del Brasile è differente rispetto a qui; prima di iscriversi alla primaria c’è un anno di prescuola dove i bambini già iniziano ad imparare a scrivere e a leggere, poi ci sono quattro anni di elementari e 4 anni di medie, successivamente 3 di liceo, uguali per tutti dove si studia cultura generale. «In città ci sono molte università, quasi tutte private».

Lucas ha studiato fino alla terza elementare a Poços: «Della scuola brasiliana ricordo la capoeira, arte marziale afro-brasiliana che caratterizzava le ore di ginnastica». Ora è laureato e abita a Cantù dove lavora nell’officina di famiglia e non vede l’ora di tornare in Brasile per vedere nonna Maria Aparecida e nonna Elisa. [Somia El Hariry, ecoinformazioni]

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