28 maggio/ No CPR a Milano

Venerdì 28 maggio, alle ore 18, a Milano in piazza San Babila, la rete Mai più lager – No CPR, cui aderisce anche Como senza frontiere, indice un presidio per chiedere la chiusura di tutti i CPR e per ricordare Musa Balde, ventitreenne della Guinea, “suicidato” nel CPR di Torino dopo essere stato aggredito e picchiato a Ventimiglia. La rete Como senza frontiere invita a partecipare al presidio. Di seguito il testo del comunicato.

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«Considerate se questo è un suicidio.

Togliersi la vita facendo “la corda” annodandosi al collo le lenzuola del letto dopo aver chiesto invano aiuto, nella cella di isolamento di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio, dove lo Stato lo aveva in custodia.

Musa Balde, 23 anni, della Guinea, era finito nel CPR di Torino dopo essere stato massacrato a sprangate e bastonate a Ventimiglia, meno di due settimane prima, da tre cittadini italiani. Si dice che Musa, trovato nell’occasione sprovvisto di documenti, sia stato portato in ospedale, e da lì poi prelevato e portato direttamente in via Brunelleschi. “Perché mi hanno rinchiuso qui?” chiedeva gli ultimi giorni Musa al suo avvocato, incredulo che i suoi aggressori fossero a piede libero e lui rinchiuso. Come lui si saranno probabilmente chiesti il perché anche i circa 30 morti degli ultimi 20 anni di CPT-CIE-CPR.

Ed è giunto il momento di chiedersi tutti e tutte: perché esistono questi lager per persone innocenti, dove ancora nel 2021 (senza alcun processo perchè non hanno commesso alcun reato) esseri umani vengono reclusi, isolati con il sequestro dei telefoni ed abbandonati a loro stessi, solo perché stranieri e privi di documenti, come se fosse normale l’esistenza nelle nostre città di un porto franco dei diritti alla difesa, alla salute, alla dignità umana?

Considerate quindi tutto questo. E considerate se allora questo è davvero un suicidio, o se piuttosto quello di Musa non sia l’ennesima morte di Stato.

Tutto questo accade anche a Milano, dove in via Corelli ormai da settimane la situazione è fuori controllo. Sono in corso scioperi della fame, scioperi dei tamponi, e tutti i giorni si compiono atti di autolesionismo e tentativi di suicidio.

Ormai il re è nudo.

L’hanno ammesso anche i gestori: è un girone infernale lasciato alla deriva da un gestore dissennato ormai a fine mandato, e da una Prefettura che, non ancora soddisfatta, rilancia, e sta concludendo proprio in queste ore il nuovo bando di gestione al ribasso sulla pelle dei trattenuti, con un aumento della capienza dei posti del 50%.

Queste sono morti di Stato. E chi gestisce è complice. Chi è indifferente anche.
Fermiamole!

I CPR non si gestiscono: vanno chiusi tutti e subito.

Prima che accada il peggio anche a Milano, chiudiamo il CPR di via Corelli! Stop al bando di appalto di gestione del CPR di Milano!» [rete Mai più Lager – No CPR]

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