
Congresso Auser – il documento finale
Il congresso Auser del comprensorio di Como si è svolto venerdì 24 settembre, nel salone “ex chiesa” del vecchio ospedale Sant’Anna. Un luogo scelto non a caso, perchè è simbolico, con la sua storia, il suo difficile presente e le sue potenzialità di trasfomarsi in una vera “cittadella della salute” che rimetta al centro del sistema socio sanitario comasco il territorio, la cura, la presa in carico. Pubblichiamo il documento finale, approvato all’unanimità
Il Congresso provinciale dell’Auser riunito a Como il 23 e 24 settembre 2021, condivide le analisi e le indicazioni generali contenute nel documento “Tra presente e futuro” alla base del X congresso nazionale, approva la relazione del Presidente Massimo Patrignani e assume i contributi portati negli interventi e nelle conclusioni di Angelo Vertemati della presidenza di Auser Lombardia.
Il riscaldamento ambientale del pianeta, la pandemia del virus Covid19, con le loro tragiche conseguenze sulla popolazione, sulle condizioni sociali, sui sistemi economici stanno mettendo a nudo le questioni fondamentali che riguardano il modello di sviluppo e i sistemi di protezione sociale e sanitaria.
La prospettiva di cambiamento, che si rende urgente e necessaria, oltre ad essere basata su una mobilitazione eccezionale di risorse umane e materiali, deve essere fondata a tutti i livelli sul dare vera priorità alle situazioni sociali e all’emergenza climatica che non può essere delegata ai soli governi e tantomeno alle forze del mercato.
In questo contesto il Congresso impegna Auser, per le istanze che rappresentiamo e per l’ambito territoriale nel quale operiamo, a contribuire e a dar vita ad un rinnovato” progetto sociale nel nostro territorio”.
Nel periodo difficile che abbiamo attraversato è emersa la forza e la “resistenza” di Auser. Le ALA hanno fatto fronte a pesanti, a volte necessarie, restrizioni cercando di creare nuove forme di contatto coi cittadini, di rispondere ai bisogni almeno delle persone più fragili, di mantenere la rete di relazioni, si sono messe a disposizione delle istituzioni.
Il Congresso esprime un forte riconoscimento alle volontarie e ai volontari che hanno permesso questa capacità di resistenza, e le tante cose positive fatte anche in questo periodo.
Dare continuità a queste azioni e sperimentare ed ampliare a nuove attività che rispondano ai bisogni di questa fase costituisce il progetto sociale su cui il Congresso si impegna.
Il primo aspetto riguarda la sempre più numerosa presenza di anziani sul complesso della popolazione. Se non si mettono in atto azioni per un invecchiamento in salute e attivo le conseguenze sono conosciute aumento: delle persone non autosufficienti, delle malattie croniche, della povertà, delle condizioni di solitudine, della emarginazione sociale e culturale.
Il trasporto sociale, punto di forza di molte Ala, non è solo un servizio che consente a tante persone di fare prevenzione e curarsi, rappresenta un momento di relazione e di socializzazione. Prendersi maggiormente in carico l’aspetto relazionale per comprendere la complessità dei bisogni può ulteriormente qualificare e valorizzare la nostra azione.
Un ambito da sviluppare, sostenuto da un processo formativo, sono le attività di compagnia telefonica, e con essa anche la rete di contatti a domicilio per attività condivise di lettura o altri aspetti culturali.
La presenza presso le RSA in funzione di animazione e relazioni con gli ospiti è un’altra attività che occorrerebbe estendere come intervento verso questa fascia di anziani fragili.
Sul fronte dell’invecchiamento attivo rivestono una ruolo fondamentale: la informazione, la cultura, la formazione, il gioco, i lavori creativi, la pratica delle conoscenze acquisite, lo sviluppo dei propri interessi, la socialità, etc.
Occorre rafforzare ed ampliare l’offerta di occasioni culturali, di corsi, di formazione sui temi della salute e degli stili di vita. Bisogna spingere perché le istituzioni facciano dell’apprendimento permanente una strategia per il benessere dei cittadini e per la coesione sociale.
In questo ambito anche le attività delle APS che riguardano gruppi di cammino, ballo, canto, e le tante diverse attività motorie, ludiche, il turismo sociale, vanno viste come un processo che porta alla cittadinanza attiva che si integra per quanto ci riguarda con le attività delle ODV, e col reclutamento volontari.
Un’altra importante area di intervento riguarda la cura del territorio, dell’ambiente, la fruibilità e qualità di vita dei nostri comuni. E’ sempre più evidente la carenza di cura dei beni pubblici e l’indebolirsi dei legami che costituivano le comunità. Il volontariato civico può avere una gamma ed uno spazio ampio di iniziative che non si sostituiscono ad opportunità occupazionali. Le azioni in questo campo servono a riportare attenzione sui beni comuni, a ricostruire legami di solidarietà e coesione, a produrre cultura civica e dell’ambiente.
Fondamentale impegnarsi sul fronte del dialogo e della solidarietà fra generazioni. Nella pandemia nei fatti abbiamo chiesto ai giovani di rinunciare alla propria formazione e alla propria socialità per salvaguardare le generazioni più anziane. Sulle future generazioni grava l’onere di ripagare il debito, gli sprechi, il malgoverno, gli errori accumulati in decenni. Mettersi al servizio delle nuove generazioni, attraverso lo scambio di esperienze e progetti condivisi non è solo un dovere rappresenta un’opportunità anche per i più anziani. Questo scambio non va indirizzato solo verso i giovanissimi, (verso i quali avviene già in parte all’interno delle famiglie con il ruolo spesso sacrificale delle nonne). Il nostro sguardo e la nostra azione si devono rivolgere verso tutte le diverse età della vita. (La cittadinanza non ha età).
Anche nel nostro territorio si va affermando una società sempre più e multietnica e multiculturale. Interi settori dei servizi, oltre che parte dei processi produttivi sono oggi possibili solo grazie alla presenza di immigrati, la pandemia ha inoltre mostrato come anche nel lavoro di cura e in campo sanitario sia fondamentale il loro apporto. Fare questa distinzione poi non ha alcun senso per le nuove generazioni tutte cresciute nei fatti come giovani italiani. Molte sono le associazioni che si occupano di prima accoglienza ma è sul fronte dell’integrazione e del dialogo multiculturale che occorre mettere in campo nuove iniziative. Innanzitutto verso gli anziani perché comprendano i processi in atto, e per le azioni di scambio e integrazione multiculturale che sono necessarie.
Virus e questione ambientale mostrano anche come l’efficacia e la equità delle risposte si realizza se riguarda tutti i Paesi specie la parte più povera del pianeta. La vicenda Afgana e numerose altre situazioni ci parlano di oppressione e violazione di diritti fondamentali per molti e soprattutto verso le donne. Il nostro impegno di solidarietà internazionale va ancor più rafforzato nell’adesione ai movimenti che parlano di diritti globali: Ambiente, Vaccino, Diritti delle donne, etc. ; ma anche continuando nella solidarietà concreta verso comunità più bisognose e discriminate.
La riforma del terzo settore pur con i suoi limiti porta maggiore chiarezza sulla identità delle organizzazioni e del volontariato e l’Auser con la sua rete e la sua trasparenza di comportamenti può diventare punto di riferimento per altre associazioni locali.
Soprattutto la riforma introduce nei principi un nuovo modello di partecipazione. Attraverso il metodo della co-progettazione e co-programmazione vorrebbe aprire alla partecipazione dei cittadini, attraverso il volontariato, per la individuazione dei bisogni e la condivisione delle azioni necessarie. A questa scelta, che dovrebbe essere vincolante per le istituzioni, vanno richiamate le istituzioni locali e l’Auser insieme alle reti del terzo settore deve essere protagonista nell’attuazione della legge nel nostro territorio
Lo stato dei rapporti con le istituzioni, pur con lodevoli eccezioni è inadeguato e non rispondente alle novità della riforma. I Comuni in maggioranza sono guidati da un’idea errata di sussidiarietà. Anche i livelli di coordinamento e programmazione: PDZ, ASST, mostrano difficoltà sia nel metodo che nelle proposizioni. In questo periodo e emersa in tutta evidenza la carenza della medicina territoriale e le inadeguatezze dell’assistenza sociale diffusa. Occorre riprendere l’impegno per profondo cambiamento in campo sanitario e sociale nella presenza sul territorio. Anche la concretizzazione della casa della salute potrebbe essere un passo importante in questa direzione.
Ciò che chiediamo alle istituzioni si realizza se la gran parte del terzo settore saprà muoversi in sintonia e con la coesione necessaria. Fondamentale e quindi la rete di rapporti con le altre associazioni, che anche le singole Ala devono provare a sviluppare. Va apprezzata la capacità e il ruolo dimostrati dal CSV Insubria, mentre occorre rilanciare con forza il Forum del terzo settore quale luogo generale di rappresentanza. Auser rivolge un appello a tutte le associazioni del terzo settore per rendere stabili e ampliare le occasioni di collaborazione con l’obbiettivo di dare risposte ai problemi sociali del territorio e avviare insieme il confronto con le istituzioni.
Auser potrà svolgere un ruolo primario in questo “progetto sociale” se saprà riprendere e sviluppare la propria capacità di rappresentanza, migliorare la sua organizzazione e il suo insediamento, accrescere le sue competenze e la sua cultura politica.
Il Congresso, tenuto conto che per oltre un anno moltissime attività si sono dovute interrompere, considera i risultati finora raggiunti sul tesseramento estremamente importanti, segno di tenuta e forza del legame coi nostri soci. E’ un risultato che ancora si può migliorare e soprattutto un punto di ripartenza per proseguire nella crescita.
Una condizione essenziale perché ciò avvenga è rappresentato dalle volontarie e volontari. Sono loro l’anima e le gambe della nostre associazioni e però sono in numero insufficiente. Occorre perciò mettere in atto delle pratiche mirate al reclutamento, sia attraverso una sinergia tra le diverse attività, che con progetti di formazione mirata.
La formazione a tutto campo inoltre per i volontari e i gruppi dirigenti è il fattore che ci aiuta a fare quel salto di qualità necessario nell’organizzazione e nelle politiche. In questa direzione un notevole ed apprezzato impegno è stato messo dal regionale Auser su molti fronti sia per gli aspetti di gestione dell’organizzazione sia sui metodologie e contenuti di ciò che dobbiamo fare. Anche a livello territoriale sarà importante promuovere momenti di formazione per il volontari e nel merito di specifiche attività.
Le nostre ALA si fondano su una forte “cultura del fare” ma la conoscenza e la valorizzazione di cosa si fa è altrettanto importante per diffondere le buone pratiche e per crescere nelle adesioni e nelle capacità. La comunicazione è perciò un aspetto strategico da curare. Ciò vale sia verso l’esterno, che tra le nostre associazioni. L’attenzione di ogni Ala a questo aspetto e soprattutto la funzione di organizzazione e promozione in tema di comunicazione di Auser territoriale sono un obiettivo da raggiungere.
La funzione di direzione, coordinamento, supporto che svolge Auser territoriale è importantissima e basilare. La riorganizzazione di alcune Ala, l’acquisizione di risorse e progetti, la guida nella gestione e nelle normative, la promozione di nuove attività, sono lì a dimostrarlo. Ma le risorse finora sono state appena sufficienti e sono scarse per ciò che ci sarebbe bisogno. E’ giusto, come è stato fatto, di fronte alle difficoltà introdurre meccanismi di solidarietà interna, ma è necessario dar vita a tutti i livelli ad una campagna di raccolta fondi basata sulla capacita di mostrare i benefici per le persone e il territorio delle nostre azioni.
Quando la CGIL e lo SPI trentadue anni fa hanno fatto nascere l’Auser hanno scommesso sull’idea di una cittadinanza attiva degli anziani. Grazie al sostegno che non è mai mancato e anche all’autonomia di cui è stata dotata Auser è cresciuta diventando interlocutore importante in campo sociale.
Il ruolo assegnato al terzo settore nel rapporto con le istituzioni può essere ancor di più in sinergia con la contrattazione sociale praticata dal sindacato. Così come sono importanti e convergenti le azioni di tutela individuale, di individuazione dei bisogni che Auser, CGIL e SPI conducono nella propria autonomia.
Sociale non è solo la tutela, non è solo la riparazione dei danni o l’assistenza, è la promozione delle capacità e del benessere delle persone, c’è quindi un campo aperto di lavoro che ha bisogno, nell’autonomia, di forti momenti di collaborazione e di pratiche condivise.
Il Congresso auspica che a tutti livelli si rilanci un confronto con la CGIL e lo SPI sul progetto sociale e anche sugli aspetti organizzativi e territoriali.
Oggi la questione sociale è più che mai cruciale per il futuro del Paese e del nostro territorio ed esige la più ampia mobilitazione e partecipazione.
Il congresso Impegna il gruppo dirigente a sostenere gli obbiettivi indicati e rivolge un sentito ringraziamento alle volontarie e ai volontari alle tante donne e uomini che con la loro adesione, il loro impegno, competenza passione, hanno permesso ad Auser di operare e crescere nel dare risposte a bisogni sociali del nostro territorio.