Sotto la Regione per il diritto allo studio

Una settantina di studenti e studentesse si è radunata sotto il palazzo della Regione a Milano in occasione dell’avvio della discussione sull’utilizzo dei fondi derivanti dal Pnrr per la Lombardia. Denaro che, nonostante le ingenti somme destinate a Milano, solo in minima parte andranno a migliorare una situazione educativa perlomeno precaria.

Il primo inverno a tutti gli effetti in presenza sta riportando alla luce vecchi problemi del sistema scolastico italiano, tra riscaldamenti rotti (o tenuti spenti) ed una pianificazione della gestione pandemica che, nella comunicazione tra scuola e sistema di mobilità regionale, pare essere fallimentare. Inoltre, rispetto al bilancio del 2020/2021 non sono stati fatti passi avanti sul finanziamento alla scuola pubblica, mentre la maggior parte della spesa è diretta verso le scuole paritarie.

Contro questo quadro desolante, per coloro che vorrebbero una didattica inclusiva e il diritto allo studio garantito ad ogni componente del corpo studentesco, Unione degli studenti, Studenti indipendenti e Rete della conoscenza sono scesi in piazza. I problemi sono evidenti, ma la giunta regionale continua a dare pochissimo spazio di dialogo orizzontale tra studenti e studentesse e vertici istituzionali. Serve allora ripensare l’istruzione dal basso, sia per una didattica che non sia solo frontale che per un sistema di valutazione non meramente numerico e nozionistico.
La rivendicazione principale dei e delle manifestanti riguarda però l’accesso allo studio e soprattutto alla formazione superiore che, data la congiuntura negativa tra crisi economica e pandemica, è sempre meno accessibile a sempre più famiglie.

La stessa azione svolta nel corso del presidio ha aiutato a chiarire le istanze del corpo studentesco: su un pannello recante i punti salienti della malagestione dell’assessorato regionale sono stati affisse quelli proposti dalla campagna #dirittoallostudioè.

“Affitti calmierati per tutti”, “benessere psicologico” e “trasporti gratuiti”, per citarne alcuni, sono andati a sovrapporsi a “ignorare il caro-affitti”, “ignorare il caro-libri e trasporti” e “ignorare il malessere psicologico”.

Le proposte di studenti e studentesse lombardi sono volte ad un sistema scolastico migliore, più a misura di essere umano e più rispondente alle esigenze strutturali pre e post pandemiche. Senza il sussidio istituzionale, però, è difficile pensare che il sistema scolastico ed universitario lombardo faccia il salto di qualità che sempre più voci chiedono. L’occasione dei soldi provenienti dal Pnrr, per come è attualmente pensata la loro gestione, è in questo momento sprecata, ignorando le falle e disuguaglianze sistemiche di un’istruzione competitiva, nozionistica e reificante. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]

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