Casa del vento: ambiente resistente al Joshua

Una serata per parlare di Pace, di Resistenza, di ambiente, per godersi l’ottima musica dei Casa del vento, che per l’occasione si sono presentati, ospiti del Comitato Arci di Como, in trio acustico al circolo Arci Joshua Blues Club.

Qualcosa è già stato detto nell’introduzione, ma non si poteva non ospitare anche a Como il mini-tour dei Casa del vento, girovaghi al momento per finanziare il nuovo album Alle corde. La sede naturale per questo concerto è stata il circolo Arci Joshua Blues Club di Albate, a vista sui binari della ferrovia Como-Milano, dove un po’ di socie e soci e un ospite speciale si sono radunati per stare insieme e godersi ottima musica.

Certo, è necessario aspettare un po’ per controllare green pass, temperatura e mascherine, ma l’atmosfera di festa nel locale era già evidente dalle facce allegre di chi ha partecipato e ha donato per il progetto Il futuro è oggi, del quale l’iniziativa fa parte.

L’argomento del concerto, oltre al nuovo disco che Luca Lanzi presenta come «ciò che succede quando si è in difficoltà su un ring», non poteva che essere anche l’attualità. Infatti, risentite adesso, canzoni come Carne da cannone e La meglio gioventù fanno venire in mente quelle ragazze e quei ragazzi costretti da regimi e nazionalismi a prendere in mano fucili e mitra, per attaccare o per difendersi.

Le canzoni dei Casa del vento, band che da 30 anni calca i palchi di tutta Italia, sono di oppressori ed oppressi, minoranze contro una visione del mondo violenta ed arrogante, ma anche la speranza, la lotta e la dissidenza per un posto migliore dove stare.

Non manca però, quando si introduce Mare di Mezzo, una nota anche sui due pesi e le due misure che l’Unione Europea sta riservando per i profughi, oggi ucraini, ieri e ancora oggi africani, afghani e siriani. Tre generazioni passano davanti agli occhi del pubblico quando Luca rivolge un saluto a Marco Calò, presente in sala, pronipote del partigiano Eugenio Calò, al quale il complesso aveva dedicato L’ultimo viaggio.

Qua e là una Fischia il vento e cantano tutti quanti, ma il gran finale non può che essere Bella Ciao, che ci ricorda che ieri come oggi è necessario difenderci dai fascismi con la cultura e anche, perché no, con la musica. [Dario Onofrio, ecoinformazioni]

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