2 febbraio/ Memorandum contro l’umanità

Il 2 febbraio 2023 inizia il “nuovo” triennio di validità del memorandum firmato tra Italia e Libia nel 2017 e relativo alla “gestione” dei flussi migratori. Si tratta del famigerato accordo che venne firmato dal primo ministro libico Fayez al-Sarraj e dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni e promosso dall’allora ministro degli Interni Marco Minniti, e che ha garantito enormi finanziamenti al governo (e alle milizie armate) libiche in cambio di un impegno per la riduzione dei flussi migratori transitanti per il paese nordafricano. Nei fatti gli accordi italo-libici hanno permesso la realizzazione di uno dei più criminali sistemi di oppressione nei confronti delle persone migranti, fatto di violenze, sfruttamento, veri e propri campi di concentramento, respingimenti in mare e nel deserto…

Così nell’autunno del 2022, alla vigilia della scadenza entro la quale il memorandum si sarebbe dovuto ritirare per non essere automaticamente rinnovato (come poi è effettivamente avvenuto), si esprimeva Amnesty International, stigmatizzando l’esito di quegli accordi:

«Negli ultimi cinque anni sono state oltre 85.000 le persone intercettate in mare e riportate in Libia: uomini, donne e bambini andati incontro alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni illegali.

Sono intrappolati in un paese devastato dal conflitto, dove l’illegalità e l’impunità consentono alle bande criminali di prosperare. Molti, temendo per la propria vita e non avendo una via d’uscita sicura e legale dal paese, tentano di raggiungere l’Europa su fragili barche. Sempre più persone vengono fermate e riportate in Libia, a seguito delle misure messe in atto dai governi europei per chiudere la rotta marittima e contenere le persone in un paese non sicuro.

La maggior parte dei rifugiati e dei migranti in Libia proviene dall’Africa subsahariana e settentrionale, mentre un numero minore proviene dall’Asia e dal Medio Oriente. I motivi per cui hanno lasciato i loro paesi d’origine sono vari. Alcuni sono fuggiti a causa di guerre, carestie o persecuzioni. Altri sono partiti in cerca di una migliore istruzione o opportunità di lavoro. Molti di loro intendono rimanere in Libia, mentre altri sognano di raggiungere l’Europa, o sono spinti a farlo dal peggioramento delle condizioni in Libia.

Ciò che li accomuna tutti è il desiderio di vivere in sicurezza e dignità.»

Le conseguenze delle criminali politiche della Fortezza Europa per l’esternalizzazione delle frontiere sono (o dovrebbero essere) sotto gli occhi di tutti. Del resto, della gravità (inumanità e illegalità) di quegli accordi hanno ripetutamente riferito anche gli organismi internazionali (prima fra tutti l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni), numerosissime organizzazioni per la difesa dei diritti (all’appello per il ritiro degli accordi nell’ottobre-novembre 2022 avevano aderito oltre quaranta realtà nazionali) e organi di informazione nazionali e internazionali.

Prima del rinnovo del memorandum, ufficialmente sancito il 2 novembre 2022, anche a Como si era tenuta una manifestazione, promossa dalla rete Como senza frontiere, contro quel “tacito” consenso a una delle più gravi violazioni dei diritti umani di cui lo Stato italiano si sia reso colpevole negli ultimi anni.

Tutto inutile. Dal 2 febbraio 2023 altri tre anni di violenze, ingiustizie e dolore sono assicurati. [Fabio Cani, Como senza frontiere, ecoinformazioni]

Leggi l’articolo, guarda i video e le foto della marcia contro il memorandum organizzata a Como il 22 ottobre 2022.

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