Video/ Il futuro è nella co-progettazione

La sera del 18 luglio, alla Festa dell’Unità al parco del Bersagliere di Cantù, si è presentato il libro di Michele Bianchi, Il community development nel terzo settore Italiano. A introdurre e dibattere, Michele Bianchi, Pierfrancesco Majorino e Angelo Orsenigo. Il libro puoi scaricarlo qui.

Bianchi, insieme a Orsenigo e Majorino hanno illustrato, da tre punti di vista molto diversi, l’importanza di un terzo settore robusto, non come alternativa allo welfare statale, ma come supporto a esso. L’essere umano è sociale per natura, e anche se la tecnologia ci può dare un senso di isolamento, la crisi della pandemia ci ha insegnato che le persone non solo vogliono, ma hanno bisogno, di aiutarsi a vicenda.

Sette anni di ricerca, sufficenti a mettere in confronto pre e post pandemia, hanno mostrato a Bianchi l’importanza fondamentale (e l’infinita complessità) del terzo settore nella conformazione della comunità e delle reti di supporto cittadine.

Si è anche parlato del Runts, figlio della riforma del Terzo settore, riforma che sta strozzando molte organizzaioni. C’è la possibilità che per resistere si formino reti che potrebbero affrontare le difficoltà che i territori hanno.

Le onde di cambiamento della riforma non sono ancora finite, e, come Bianchi ci spiega, non possiamo, anzi, non dobbiamo, tornare indietro. Si deve lottare per creare una politica di co-progettazione che permetta un forte sviluppo concertato tra stato e terzo settore, che serva per rafforzare le strutture già esistenti, non sostituirle.

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