Intrecciat3/ Un anno di lotta col vento nei capelli

E così, ancora una volta, in piazza San Fedele, ci siamo intrecciate. Stavolta mettendo nei nodi non solo i nostri capelli, ma anche il nostro silenzio pesante insieme alle Donne in nero (e soprattutto) i nostri corpi, il nostro stare all’interno di una piazza: un’occupazione fisica sì temporanea, ma dal significato duraturo, un filo rosso a tenere insieme diversità e sguardi in un’unica rete.


Ci siamo intrecciate – noi donne così diverse, accordate su note differenti eppure pronte a mettere in coro le nostre voci – perchè, ad un anno dalla cattura e uccisione di Jina Mahsa Amini, l’Iran è ancora in lotta per una società più equa e giusta, le donne curde e afghane sono soffocate dalla stessa forza oppressiva, e l’elenco delle persone uccise perchè impegnate a resistere teocrazia e patriarcato è aumentato a dismisura. Leggere i nomi di quelle donne, ragazze, bambine spazzate via, sentire le loro età rotolare lungo il ciottolato di piazza San Fedele, è tremendo.
Eppure, anche in momenti bui come questo, la forza delle donne arriva luminosa a unire menti e corpi a qualsiasi latitudine: perchè nel mobilitarsi per sostenere nella lotta sorelle lontane e vicine si attiva un circolo virtuoso di tenacia, empatia, determinazione.
Così dall’Iran e da molte parti del Medio Oriente arriva un vento profumato di melograno e Bella Ciao a scompigliare i nostri capelli – e in un momento in cui in Italia violenza, discussioni politiche e pressioni sociali disegnano un desiderio sempre meno sotterraneo di donne silenti, remissive, nascoste e “favolosamente” deboli per i lupi di turno, quel vento è benefico portatore di forze, esempi, storie da fare proprie, impiegandole come strumenti preziosi nella propria routine di lotta quotidiana.
E nell’urlo liberatorio che accompagna la fine dell’elenco, in quel «Donna, vita, libertà!», stanno dolore, esasperazione, rabbia spalla a spalla con volontà di collaborazione, sorellanza, sinergie.
La rete Intrecciat3 è nata in e per un momento di solidarietà e cordoglio, ma nel suo tessuto e nelle sue maglie, sempre pronte a stringersi per far spazio a nuove facce, nuove vite, restano annodate anche parole e azioni preziose per il futuro. In Iran, qui, nel mondo.
[Sara Sostini, ecoinformazioni]

«Un capello fuori posto, il 16 settembre 2022, è costato la vita alla ventiduenne Jina Mahsa Amini; Jina è stata arrestata e uccisa dalla “polizia morale” perché indossava il velo in maniera inappropriata. Questo episodio è stata la scintilla, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ormai colmo da troppo tempo. Perché da quel giorno in Iran le protagoniste sono state le donne con lo slogan «Donna Vita Libertà». La protesta è divampata e sta ponendo le basi di una rivolta per riconquistare un Iran democratico. Le proteste delle donne iraniane e del mondo hanno portato all’espulsione dell’Iran dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne. La strada in Iran per la liberà è ancora lunga, ma la forza di quelle donne è arrivata a toccare moltissime donne nel mondo.

Anche in Italia, sono state molte le manifestazioni nazionali di solidarietà alle coraggiose donne iraniane. A Como, ci siamo attivate fin da subito, perché ogni violenza in ogni luogo deve essere fermata senza se e senza ma. Questa mobilitazione è proseguita per tutto l’anno e oggi si ripropone, per ricordare e perché la violenza contro le donne continua ad invadere le nostre esistenze e a scuotere le nostre coscienze.

I mesi estivi appena appena trascorsi in Italia sono stati orribili e agghiaccianti per tutte noi. Gli episodi di violenza denunciati e di cui si è avuto notizia hanno riempito oltre che le pagine dei giornali e i social soprattutto i nostri cuori, le nostre menti e le nostre “anime”. Una violenza sistemica che si consuma in ogni luogo, ad ogni latitudine e in qualsiasi contesto sociale.
Continuiamo ad essere colpite profondamente ed oggi siamo qui per dare una scossa e fornire un supporto e un sostegno simbolico a tutte, per riaffermare la necessità di una vita libera e senza violenza per ogni donna.

Il filo rosso, intrecciato in una rete che ci unisce, rappresenta il nostro senso di profonda comunanza. Proviamo a costruire una rete che sostiene e supporta, tramite un filo rosso di cultura del rispetto, di consapevolezza, di presenza, condivisione e sorellanza.
Questo filo passa dall’Iran, si intreccia con l’Afganistan, dove da due anni le donne sono sottoposte al durissimo regime imposto dai talebani.
Arriva fino in Italia, dove la violenza non è esercitata dallo stato, ma lo stato non esercita appieno il proprio compito di tutela contro la violenza sulle donne.
Non serve fare passerelle o «bonifiche», come le ha definite la presidente Meloni. Serve introdurre all’ordine del giorno dell’agenda politica del paese la messa in discussione della cultura patriarcale e il contrasto alla violenza di genere (in ogni sua forma). Serve prevenire e lavorare assiduamente con le scuole, fin dalla prima infanzia. Servono investimenti economici duraturi e fondi specifici e strutturali, non basta affidarsi alla sensibilità degli insegnanti o delle associazioni che si occupano di queste tematiche. Non servono bonus per far nascere più bambini e bambine se poi non siamo capaci di offrire loro un mondo che possa educare al rispetto delle donne e delle persone.

L’iniziativa di questa sera è frutto del lavoro e della volontà di molte donne appartenenti ad associazioni, sindacati, gruppi e singole persone che a Como hanno costituito la rete Intrecciat3. Abbiamo deciso di accomunare le nostre energie e convogliarle verso un obiettivo comune rispettoso delle nostre identità. Questa esperienza rappresenta una forza per il nostro territorio ed è il presupposto per affrontare in una dimensione collettiva e politica le prevaricazioni patriarcali della nostra società.

Di fronte al sessismo gridiamo Donna,
in faccia alla morte mettiamo la Vita
e di fronte alla schiavitù lottiamo per la Libertà
Donna, Vita, Libertà
Jin, Jiyan, Azadi»
[Intervento conclusivo della rete Intrecciat3 letto da Alessandra Ghirotti, Cgil]

Guarda anche le foto di Fabio Cani e i video di Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni.

Galleria delle fotografie di Alle Bonicalzi per ecoinformazioni:

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