Magni Avs/ Interroga il ministro sui fascisti a Dongo

Tino Magni, Alleanza Verdi Sinistra, ha presentato al Senato un’interrogazione a risposta scritta sulle manifestazioni fasciste a Dongo e Giulino di Mezegra del 28 aprile chiedendo al ministro quali iniziative intende assumere per contrastare la diffusione delle idee violente e razziste di gruppi neofascisti e neonazisti.

«Interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Interno

Premesso che:

l’interrogante, in data 3 maggio 2023, aveva presentato l’atto di sindacato ispettivo n. 4-00428 rimasto ad oggi senza risposta, in merito al raduno che ogni anno, da anni, gruppi neo-fascisti organizzano, sul lago di Como, in prossimità dell’anniversario della Liberazione e del giorno della fucilazione di Mussolini, precisamente a Dongo e in località Giulino di Mezzegra. Essi si radunano in forma organizzata, in divisa di camicie nere, per commemorare con riti e cortei l’esecuzione di Mussolini e dei gerarchi;

Da notizie di stampa, confermate da video o foto diffusi in rete, si apprende che anche quest’anno un’ottantina di militanti di estrema destra si è riunito sul posto, ha ritenuto di omaggiare con saluti romani i 15, tra ministri e gerarchi fascisti, che il 28 aprile 1945, nel tentativo di fuggire verso la Svizzera, vennero catturati insieme a Mussolini e fucilati dai partigiani. I neofascisti hanno deposto 15 rose rosse e fatto il saluto romano;

Appare chiaro all’interrogante, presente sul posto insieme al folto numero di partecipanti alla contromanifestazione organizzata dall’ANPI, che il comportamento dei partecipanti, in divisa squadrista, ostentando simboli del fascismo come il saluto romano, esprime senza equivoci la volontà di propaganda del fascismo;

considerato che:

da diversi anni l’Italia sta conoscendo un riemergere di movimenti di ispirazione fascista, inquietante e intollerabile per la Repubblica; la XII disposizione transitoria e finale vieta infatti esplicitamente “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”;

l’apologia del fascismo, nell’ordinamento giuridico italiano, è un reato previsto dall’art. 4 della cosiddetta legge Scelba (legge n. 645 del 1952);

il seguente articolo 5 stabilisce che “Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste è punito con la pena della reclusione sino a tre anni e con la multa da duecentomila a cinquecentomila lire.”;

dopo anni di incertezze giurisprudenziali, la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione 16153 pubblicata il 17 aprile 2024 ha definitivamente stabilito che «La condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla “chiamata del presente” e nel c.d. “saluto romano”, rituali entrambi evocativi della gestualità propria del disciolto partito fascista, integra il delitto previsto dall’art. 5 della legge 20 giugno 1952 n. 645, ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. A determinate condizioni può configurarsi anche il delitto previsto dall’art. 2 del decreto-legge 26 aprile 1983, convertito, con modificazioni, nella legge 25 giugno 1993 n. 205 che vieta il compimento di manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno, tra i propri scopi, l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Tra i due delitti non sussiste rapporto di specialità. I due delitti possono concorrere sia materialmente, sia formalmente in presenza dei presupposti di legge.”;

siffatte iniziative, promosse da organizzazioni neofasciste e neonaziste, oltre ad offendere la coscienza civile e democratica dell’Italia, la memoria comune e i valori fondamentali della Costituzione, rappresentano fattore di grave turbamento per l’ordine pubblico in tutto il Paese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti dell’iniziativa, documentati da diversi organi di stampa e quali iniziative intenda assumere in merito;

quali iniziative urgenti e incisive intenda assumere per contrastare efficacemente la diffusione di idee violente e razziste da parte dei gruppi neofascisti e neonazisti». [Senatore Tino Magni Avs]

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