Como ricorda gli scioperi del 1944 contro la guerra e il fascismo
A distanza di 74 anni dal marzo 1944, Como ha ricordato lo sciopero contro la guerra e contro il fascismo attuato nei primi giorni di quel mese nell’Italia settentrionale sotto il controllo dei nazifascisti su indicazione delle forze antifasciste.
Alla presenza del prefetto di Como Bruno Corda, della presidente della Provincia Maria Rita Livio e del sindaco di Como Mario Landriscina, la breve cerimonia ha voluto commemorare in particolare le persone arrestate e deportate in seguito a quell’agitazione, alcune delle quali morte nei campi di prigionia in Germania.
Nel suo intervento Valter Merazzi (Centro Studi Schiavi di Hitler) ha puntualizzato l’importanza di quell’agitazione del marzo 1944, che fu la più partecipata dimostrazione di opposizione in tutta l’Europa occupata dai nazisti, e che vide la partecipazione di migliaia e migliaia di operai e operaie nelle fabbriche italiane (a Como scesero in sciopero sia la Tintoria Comense che la Tintoria Castagna, mentre alla Bruno Pessina di Borgovico la protesta fu sventata dalla repressione fascista all’ultimo momento). Furono non meno di 1200 le persone deportate in Germania come misura di rappresaglia, ma nonostante l’altissimo prezzo pagato per quel gesto di protesta quegli scioperi assunsero il ruolo di saldatura tra l’opposizione civile e la resistenza armata antifascista, segnando un vero punto di svolta verso la Liberazione.
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