Maria Rita Livio

Como ricorda gli scioperi del 1944 contro la guerra e il fascismo

A distanza di 74 anni dal marzo 1944, Como ha ricordato lo sciopero contro la guerra e contro il fascismo attuato nei primi giorni di quel mese nell’Italia settentrionale sotto il controllo dei nazifascisti su indicazione delle forze antifasciste.

Alla presenza del prefetto di Como Bruno Corda, della presidente della Provincia Maria Rita Livio e del sindaco di Como Mario Landriscina, la breve cerimonia ha voluto commemorare in particolare le persone arrestate e deportate in seguito a quell’agitazione, alcune delle quali morte nei campi di prigionia in Germania.

Nel suo intervento Valter Merazzi (Centro Studi Schiavi di Hitler) ha puntualizzato l’importanza di quell’agitazione del marzo 1944, che fu la più partecipata dimostrazione di opposizione in tutta l’Europa occupata dai nazisti, e che vide la partecipazione di migliaia e migliaia di operai e operaie nelle fabbriche italiane (a Como scesero in sciopero sia la Tintoria Comense che la Tintoria Castagna, mentre alla Bruno Pessina di Borgovico la protesta fu sventata dalla repressione fascista all’ultimo momento). Furono non meno di 1200 le persone deportate in Germania come misura di rappresaglia, ma nonostante l’altissimo prezzo pagato per quel gesto di protesta quegli scioperi assunsero il ruolo di saldatura tra l’opposizione civile e la resistenza armata antifascista, segnando un vero punto di svolta verso la Liberazione.

[FC, ecoinformazioni]

“Non siate indifferenti”/ L’appello di Ines Figini per la Giornata della Memoria

«L’indifferenza uccide: bisogna vivere con partecipazione, parlando con il cuore e con le nostre azioni». Le parole di Ines Figini, ultima superstite comasca dei Lager nazisti, ben riassumono il senso della Giornata della Memoria, ricorrenza istituita il 27 gennaio in corrispondenza con la liberazione dei prigionieri del campo di Auschwitz-Birkenau nel 1945  e ufficialmente commemorata, a Como, con un incontro alla Biblioteca comunale in mattinata, il cui pubblico era per la metà composto da studenti di scuola superiore.

Come la neo-senatrice a vita Liliana Segre, Figini ha molto a cuore il confronto con i giovani sui temi della memoria e della responsabilità civile, perché quanto vissuto da loro e da milioni di altre persone durante la seconda guerra mondiale non si ripeta mai più, nemmeno quando mancherà ogni testimonianza diretta. Un obiettivo tanto più importante quanto più si inaspriscono le tensioni razziste e sedicenti “patriottiche” in giro per il paese, anche nella stessa città di Como, città di frontiera che svolse un ruolo fondamentale negli anni di persecuzione degli ebrei (e degli altri gruppi “scomodi”) e degli oppositori politici al regime fascista. Le ragioni dell’arresto e della deportazione della stessa Figini sono ancora diverse: poco più che ventenne, manifestò solidarietà ai colleghi operai in sciopero, senza che nessuno prendesse le sue parti. Fu questa diffusa indifferenza a costarle la libertà: Figini fu arrestata, poi deportata a Mauthausen, Auschwitz, Birkenau, Ravensbrück. I ricordi dell’internamento sono vivi oggi come allora, conferma lei stessa, visibilmente commossa, ringraziando studenti e insegnanti per la numerosa e interessata partecipazione.

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Qual è la consapevolezza dei giovani sull’impatto dei totalitarismi e della Shoah? Un video realizzato dalla Consulta provinciale degli studenti, presentato dal vicepresidente Lorenzo Pedretti, mostra una gamma di risposte assai variabili da parte degli intervistati. C’è chi risponde puntualmente e con dovizia di particolari, citando casi di genocidio meno discussi, come quello tra Tutsi e Hutu in Ruanda negli anni Novanta o quello perpetrato ai danni degli Armeni nella fase finale dell’impero ottomano. C’è però chi esita, chi si chiude in un imbarazzato mutismo. Certo, il 2018 segna già l’ottantesimo avversario del Manifesto della Razza , della Notte dei cristalli, e insomma del picco di violenza antisemita che si abbatté sull’Italia e sull’Europa negli anni del nazifascismo; eppure, l’impatto di questa tragedia rimane devastante, oggi forse più di qualche anno fa, ora che la xenofobia, la paura dei “diversi”  – ora stigmatizzati, ora censurati, secondo convenienza –  sembra normalizzarsi pericolosamente, complice una non meglio specificata “libertà di espressione” veicolata dai social media.
Dal palco, i rappresentanti delle istituzioni – Bruno Corda, Prefetto, Mario Landriscina, sindaco di Como, Maria Rita Livio, presidente della Provincia, e Roberto Proietto, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, esortano soprattutto i giovani a assumersi personalmente la responsabilità della memoria e a mantenerne viva la trasmissione, senza tirarsi indietro, poiché, come ricorda Livio, a permettere la barbarie della Shoah in Italia non furono solo i più accesi sostenitori del nazifascismo, ma anche o soprattutto la ben più ampia “zona grigia” degli indifferenti, in parte (non del tutto) inconsapevoli del corso degli eventi. Oggi, tale ignoranza è – almeno in  teoria e solo in parte- scongiurata dallo studio della storia, spesso coadiuvato da percorsi di approfondimento; tuttavia, ricorda Proietto citando una scena di Schindler’s List, la cultura da sola non basta, se non è accompagnata da un costante esercizio di responsabilità civile e morale da parte di tutti e di ciascuno.

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La conoscenza e la trasmissione della storia non passano solo dalla scuola dell’obbligo: il territorio e la sua amministrazione devono farsi custodi e portavoce della propria stessa memoria. Si è già accennato al ruolo strategico di Como, per molti perseguitati l’ultima tappa prima dell’espatrio in Svizzera. La presenza ebraica stanziale, sul territorio lariano, era e rimane esigua, mentre l’arrivo di centinaia di profughi divise le coscienze dei locali: alcuni presero la giusta ma difficile decisione di aiutarli, molti altri optarono per la delazione e la collaborazione attiva a operazioni di rastrellamento, come ricordano Valter Merazzi del Centro di ricerca Schiavi di Hitler e Fabio Cani, che attesta il costante impegno dell’Istituto di storia contemporanea “Pier Amato Perretta”  – di cui è vicepresidente –  nel documentare la Shoah a Como, studi a cui le storiche Elisabetta Lombi, Roberta Cairoli e Rosaria Marchesi hanno apportato un ricco e preciso contributo.
Tuttavia, di queste tragiche vicende c’è ancora poca consapevolezza civica, prosegue Cani, auspicando l’introduzione in città di una Casa della Memoria e delle Stolpersteine, le “pietre di inciampo” ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per commemorare le vittime delle persecuzioni nazifasciste, non soltanto perché appartenenti a minoranze discriminate, ma anche per motivi di carattere politico e sociale. Proprio per onorare i prigionieri comaschi dei Lager nazisti, nel corso della mattinata sono state consegnate altrettante medaglie ai familiari di Sebastiano Avogadro, Luigi Giudici, Angelo Zanfrini, Rizzieri Franco Mattaboni, Eliseo Gronzella, Vittorio Ugo Colombo e Nando Dellera.

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La memoria è un concetto più ampio, più attivo del ricordo: attraverso la testimonianza del passato, offre una chiave di lettura del presente e una “cassetta degli attrezzi” per costruire un futuro diverso, migliore. Inaccettabili l’indifferenza, il delegazionismo o ogni atteggiamento di censura, rifiuto, manipolazione del passato. Ci è ancora possibile, per fortuna, ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto di persona gli orrori nazifascisti, ma il tempo stringe. L’anziana età degli ultimi superstiti coincide purtroppo con una congiuntura critica, nella quale diventa fin troppo facile trovare nuovi capri espiatori, e che ciascuno di noi ha il dovere di contrastare attivamente, con lo studio e con la pratica di valori da non dare per scontati, tra cui Figini sottolinea l’amore, la giustizia e l’onestà. [Alida Franchi, ecoinformazioni]

On line sul canale di ecoinformazioni i video di Daniel Lo Cicero di tutti gli altri interventi della manifestazione.

Per Como con Lecco senza dividere il Lario

Villa SaporitiNon tutti considerano – come sarebbe forse opportuno – le proposte di Maroni battute da bar. Il problema è che non di  tutti i misfatti si potrà occupare la magistratura e come già successo con la boutade di Del Rio poi diventata distruzione della democrazia delle province anche le balzane proposte delle destre al potere in Lombardia possono fare molto male al territorio. Naturale quindi che la presidente della Provincia di Como confermi la contrarietà diffusa e profonda al progetto di smembramento dell’unità territoriale della provincia e dello stesso Lario.  (altro…)

Livio contro il frazionamento del Comasco incontra i sindaci

maria rita livio«La fantasiosa proposta del Presidente Maroni di suddividere il territorio della Lombardia in 8 cantoni con conseguente smembramento a brandelli della nostra provincia – afferma la presidente dell’Amministrazione provinciale comasca Maria Rita Livio – ha riportato alla ribalta anche la suddivisione e la rottura dell’unita provinciale in seguito alla riforma del sistema sanitario regionale».

 

«Aderire alla suddivisione delle Ats che vede parte del nostro territorio passare con Sondrio non è stata, a mio giudizio, una scelta positiva, come avevo già avuto modo di dire tra l’altro anche ai colleghi Sindaci che ci hanno creduto. È stato introdotto un elemento di divisione pericoloso che potrebbe costituire un precedente, e ne abbiamo oggi la dimostrazione con la proposta dei cantoni così prefigurati. Vedo ora con piacere che anche nell’ambito del centro-destra c’è chi ci sta ripensando, dopo che qualcuno si era molto speso per convincere i sindaci della bontà della proposta – afferma la presidente provinciale comasca –. Per quanto riguarda l’istituzione Provincia, ho già predisposto un calendario di incontri sul territorio con i Sindaci, in accordo con i colleghi del Consiglio Provinciale. Lo scopo è quello di ascoltare e ragionare con gli amministratori sulle possibili ipotesi di Area vasta che vogliamo vedano tutte le istituzioni e le rappresentanze territoriali protagoniste del processo di riordino e ridefinizione senza che siano gli altri a dettare le regole per noi».

«Abbiamo deciso di organizzare incontri nelle diverse zone della Provincia proprio per permettere a tutti i sindaci di esporre il proprio punto di vista – prosegue Livio –. Alle riunioni di zona seguirà poi un’assemblea generale che, nelle nostre intenzioni, potrebbe pronunciarsi in modo ufficiale facendo sintesi delle riflessioni che saranno emerse. Comincerò dal lago; è già stata convocata dalla scorsa settimana una prima riunione presso il municipio di Menaggio per martedì 2 febbraio alla quale sono stati invitati a partecipare anche gli amministratori della Val Cavargna e del Porlezzese, oltre agli amministratori dell’Alto Lago. Ne seguirà una seconda, nella stessa settimana, per il resto dei comuni della sponda occidentale e della Valle d’Intelvi, e via a seguire, per il Triangolo Lariano, il Marianese, il Canturino, etc». [md, ecoinformazioni]

Incontro con Delrio sulla Tangenziale di Como

pedemontana-tangenziale-a9Rappresentanti comaschi a Roma per un incontro con il ministro delle Infrastrutture nella mattinata.

 

Venerdì 22 gennaio il sindaco di Como Mario Lucini, la presidente della provincia lariana Maria Rita Livio, il sindaco di Albese con Cassano Alberto Gaffuri, per il Comitato ‘No al pedaggio’, Alessandro Fermi, sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia, i rappresentanti di Autostrada pedemontana Spa e Concessioni autostradali lombarde Spa (Cal), e i parlamentari democratici comaschi, Chiara Braga e Mauro Guerra, hanno incontrato, «per fare il punto sulla situazione della Tangenziale di Como», il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio.

«Delrio ha chiesto a Cal e Pedemontana di fornire due simulazioni in ordine all’impatto sui flussi di traffico e sul Piano economico finanziario derivanti da una lato dalla progressiva scontistica proposta da Pedemontana lombarda e, dall’altro, dall’ipotesi fin dall’inizio avanzata dai rappresentanti territoriali, di prevedere il riallineamento dei pedaggi per consentire la gratuità dell’uso della tangenziale nel tratto da Albate a Villa Guardia – si legge in una nota firmata da Braga, Guerra, Lucini, Livio, Gaffuri –. Nel frattempo Pedemontana lombarda Spa si è impegnata a introdurre una nuova scontistica, premiale per gli utenti abituali, da febbraio ad aprile e a migliorare il sistema di pagamento e di accesso al Conto targa. Sul tema del secondo lotto della Tangenziale è stato concordato un incontro già nelle prossime settimane con Regione Lombardia, a Milano, per riprendere la discussione sul progetto originario, da Como ad Albese con Cassano, a suo tempo stralciato dalla Regione».

«L’aspettativa di chi oggi pensava di tornare dal Ministero con la concessione della gratuità del primo lotto della Tangenziale di Como è andata delusa – ha dichiarato invece Fermi –. Per quanto riguarda invece la necessità di maggior fruizione della Tangenziali di Como e Varese per i residenti nelle due province già la scorsa settimana abbiamo chiesto a Pedemontana, una volta definiti i flussi di traffico, di studiare una proposta tariffaria che stimoli fortemente l’uso delle Tangenziali da parte dei pendolari di Como e Varese».

«Soltanto Alessandro Fermi è risentito per l’incontro di oggi con il ministro Delrio. Forse perché, nel corso della riunione, il ministro ha giustamente ricordato che la situazione attuale della Tangenziale di Como è il frutto del Piano economico finanziario, sbagliato, approvato nel 2009 dal governo Berlusconi, di cui, peraltro, faceva parte Roberto Maroni – replicano Braga e Guerra –. Il suo voler buttare in polemica politica il positivo incontro di oggi si commenta da sé; il Partito democratico è impegnato a trovare una soluzione seria e concreta per il territorio». [md, ecoinformazioni]

Il prefetto fa gli auguri al territorio, relaziona sull’operato degli uffici e assicura che l’allarme sui furti è fuori luogo

Poco prima della fine dell’anno il prefetto di Como, Bruno Corda, ha voluto raccogliere a villa Olmo rappresentanti dell’amministrazione pubblica, del mondo associazionistico, sindacale, imprenditoriale, ecclesiastico, delle forze di polizia e della cittadinanza in generale per fare il punto della situazione sull’operato della massima rappresentanza dello Stato sul territorio e intanto formulare i propri auguri alla città e al territorio.

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Molta parte dell’intervento del prefetto è stato dedicato al tema della sicurezza, dando conto della grande attività dei vari corpi dello Stato e fornendo anche uno sguardo statistico, non edulcorato, sulla consistenza dei vari fenomeni. La provincia di Como, dal punto di vista criminologico, è abbastanza tranquilla, e in una ideale classifica del territorio italiano è – fortunatamente! – molto in basso; fa eccezione, per la verità, il settore dei furti nelle abitazioni dove, per quel che riguarda il 2014, Como risale non pochi posti in classifica, mettendo in evidenza problemi di sicurezza e di “allarme sociale”. Ma è stato proprio il prefetto, nel proseguire la sua analisi, a sottolineare come tra 2014 e 2015 si sia registrato, dati alla mano, un sensibile calo dell’attività criminosa, in tutti i settori (tutti in decrescita di oltre il 10%) e in particolare in quello delle rapine che hanno visto un decremento di oltre il 20%. Il prefetto ha così sottolineato come sia del tutto fuori luogo, nonostante la gravità di questi reati e la loro “odiosità”, calcare la mano sull’allarme sociale, e ha anzi invitato i mezzi di comunicazione ad avere particolare attenzione nell’usare le “parole” riguardo a questi avvenimenti. “Una volta instillata la paura – ha ripetuto più volte – poi è molto difficile estirparla. E la paura non ha ragione d’essere in questo caso”.

Un’altra parte dell’intervento ha riguardato l’attività per contrastare la grande criminalità organizzata e mafiosa. A questo proposito, pur dando conto di una sostanziale capacità di tenuta del territorio e di una grande collaborazione da parte di tutti i corpi sociali, è stato però anche elevato l’allarme su alcuni segni di cedimento da parte di alcuni settori imprenditoriali, pur attualmente estremamente minoritari, disponibili a venire a patti con la criminalità pur di ottenere alcuni risultati…

Il prefetto si è anche diffuso sulle attività ispettive nei grandi cantieri delle opere pubbliche che hanno interessato e interessano anche il territorio provinciale comasco, attività svolte in collaborazione con gli enti amministrativi dei territorio contigui e che vedranno all’inizio del prossimo anno ulteriori rafforzamenti e nuovi strumenti operativi.

Un importante passaggio del rapporto è stato dedicato alla questione dei profughi e dei richiedenti asilo (circa 1200 attualmente presenti in provincia); l’accoglienza a queste persone è stata garantita grazie alla collaborazione della Caritas diocesana, e a numerose cooperative, ma anche grazie a un crescente coinvolgimento delle amministrazioni locali.

Dopo il prefetto, è stata la volta del sindaco di Como, Mario Lucini, e della presidente della provincia, Maria Rita Livo; entrambi hanno fatto il punto sui problemi attuali (molti) e sulle prospettive future (non rosee), dando conto del grande impegno delle rispettive amministrazioni, ma non nascondendo nemmeno una certa amarezza; al sindaco di Como che ricordava che a volte si è costretti “a far nozze coi fichi secchi”, la presidente della provincia ha risposto che loro spesso sono costretti “a fare a meno anche di quelli”.

L’intervento del vescovo di Como, Diego Coletti, più vivace degli altri, si è chiuso ricordando le due parole centrali del giubilo angelico sopra la capanna di Betlemme: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”; “gloria” è la notizia delle buone pratiche che si possono divulgare e “pace” è opera di giustizia, non semplicemente assenza di guerra. E questo dovrebbe essere, più che un augurio, un impegno.

Dopo i discorsi c’è stata la consegna di riconoscimenti ad alcuni esponenti della lotta di liberazione, tra cui il comandante partigiano Mario Tonghini, e ad alcuni esponenti della società civile impegnati nel mondo del lavoro e dell’assistenza. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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Il prefetto con i tre premiati con la medaglia “della Liberazione”

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Il comandante partigiano Mario Tonghini con la medaglia “della Liberazione”

Festa a Olgiate per Ernesto Maltecca e il racconto della sua vita

 

La vita vissuta è il titolo di un volumetto recentemente pubblicato dall’Istituto di Storia Contemporanea di Como, la vita vissuta è quella di Ernesto Maltecca, ultranovantenne ancora in gamba che ha attraversato il Novecento e le sue durezze senza mai abbandonare i suoi ideali.

 

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La vita vissuta è stata presentata sabato pomeriggio 12 dicembre 2015 nel Centro Congressi Medioevo di Olgiate Comasco, patria di elezione di Ernesto Maltecca, che vi giunse ad appena sette anni di età, emigrante “interno” da un paese della Bergamasca, alla ricerca, con la sua famiglia, di una vita meno misera.

Olgiate è stata lo scenario di questa vita intensa e si è stretta, sabato, con molto affetto intorno ad Ernesto e al racconto della sua vita: la sala era gremita da molte persone, anziane e giovani, desiderose di condividere, ancora una volta, un pezzo di storia.

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È toccato a Maria Rita Livio, prima cittadina di Olgiate, ricordare il ruolo centrale di Ernesto Maltecca nella vita democratica del paese; Franca Maltecca, figlia di Ernesto, ripercorrendo il lavoro che ha portato alla realizzazione del libro, ha ricordato della prima scoperta di quel quadernetto su cui Ernesto, subito dopo la guerra, aveva annotato le sue vicende e i suoi ricordi e che non avrebbe voluto farle leggere per i “passi scabrosi”. Al centro della pubblicazione c’è infatti la narrazione autobiografica manoscritta (efficacemente portata avanti in terza persona) della propria “vita vissuta”, completata poi dagli eventi del dopoguerra, grazie al paziente lavoro di dialogo della figlia.

Giuseppe Calzati, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Como “Pier Amato Perretta”, e Alessandro Tarpini, segretario della Camera del Lavoro di Como, hanno ripercorso le diverse vicende raccontate da Ernesto, dall’originario cammino di trasferimento verso Olgiate, al periodo di lavoro in Germania durante gli anni del fascismo, fino alla breve esperienza resistenziale e poi all’adesione al Partito Comunista e al successivo impegno politico e sindacale, condotto nelle aree ancora prevalentemente agricole intorno a Olgiate. Di Ernesto Maltecca sono state sottolineate le doti di impegno e di disponibilità, di rispetto degli avversari e di indipendenza di giudizio, che l’hanno messo al centro per molti decenni della vita politica olgiatese (lo stesso Alessandro Tarpini ha ricordato come anche lui si ritenga un “figlio” politico di Maltecca, forgiato in interminabili riunioni nella fredda e fumosissima sezione del Pci olgiatese).

Una testimonianza quindi che propone con sincerità e freschezza un pezzo fondamentale della recente storia italiana, al di fuori di qualsiasi retorica di maniera.

Al termine dei discorsi, le numerose richieste di dediche personali sui volumi – tutte meticolosamente pensate a misura dei presenti – hanno reso evidente quanto sia stretto il rapporto che lega Ernesto alla gente intorno. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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Ernesto Maltecca, con la collaborazione della figlia Franca, La vita vissuta, NodoLibri, Como 2015, 120 pagine, 12 euro, edito dall’Istituto di Storia Contemporanea di Como, con il sostegno della Camera del Lavoro di Como e il Sindacato SPI Cgil di Como e con il patrocinio del Comune di Olgiate Comasco.

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Per un anno lago pulito a Como con l’Autorità di bacino

diga foranea comoVilla Saporiti dà in concessione la pulizia del Lario fuori dalla diga foranea comasca.

«È stata approvata all’unanimità nella seduta di ieri (21 luglio) del Consiglio provinciale la convenzione tra l’Amministrazione provinciale e l’Autorità di bacino del Lario e dei laghi minori per la gestione del battello spazzino di proprietà della Provincia e attualmente impiegato per la pulizia del primo bacino – spiega Villa saporiti –. L’accordo, che avrà la durata di un anno, prevede che l’Autorità di bacino assuma l’onere di gestione del mezzo targato 3003CON (il cosiddetto Bat Spaz) ceduto dalla Provincia in comodato gratuito. Come già avviene nella parte settentrionale del Lario, con due battelli provinciali affidati in comodato, l’Autorità avrà il compito di provvedere alla pulizia dai detriti e dai rifiuti galleggianti».

«In particolare, dovrà essere massimizzato il recupero del legname per gli usi consentiti, riducendo così al minimo la quota di scarti da avviare allo smaltimento – prosegue la nota –. I costi relativi a quest’ultima voce, così come quelli relativi al carburante e alla manutenzione ordinaria del mezzo (previa comunicazione alla Provincia) saranno a carico dell’Autorità che, a tal fine, ha messo a disposizione una somma massima pari a 30mila euro».

«La Provincia metterà a disposizione il personale per il pilotaggio del mezzo (3 dipendenti) mediante distacco parziale, assumendone il relativo onere finanziario, e si farà carico di eventuali interventi straordinari o di adeguamenti funzionali del mezzo» viene precisato.

«Abbiamo avuto modo di apprezzare la validità della sinergia della collaborazione già esistente tra Provincia e Autorità di bacino nell’alto lago e, considerati i tagli imposti all’Ente, che non ci avrebbero più consentito di far uscire il battello spazzino in caso di necessità, nonché la disponibilità della stessa Autorità, abbiamo deciso di estendere la convenzione anche a questo natante al fine di continuare a garantire la pulizia del lago – dichiara Maria Rita Livio, presidente della Provincia di Como –. Aspettiamo ora che il Comune di Como decida se proseguire o meno con la gestione del piccolo battello a loro affidato e che opera all’interno della diga foranea». [md, ecoinformazioni]

Approvato lo statuto della Provincia di Como

Villa SaporitiApprovato all’unanimità dal’assemblea dei sindaci, formata da ottantadue amministratori dei comuni della provincia

«Assemblea affollata – scrive l’amministrazione provinciale dei sindaci comaschi, chiamati ad esprimersi sulla proposta di Statuto a cui aveva lavorato un gruppo di consiglieri provinciali, in rappresentanza delle diverse espressioni politiche presenti in Consiglio. Dopo breve presentazione della Presidente, Maria Rita Livio, i sindaci si sono espressi con voto unanime per l’approvazione dell’atto, che rappresenta un elemento fondante per l’operatività del nuovo ente di coordinamento di area vasta quali sono le nuove province così come configurate dalla legge Delrio. Hanno partecipato al voto 82 amministratori di comuni grandi e piccoli, per un totale di oltre
421.600 cittadini rappresentati, il 78% della popolazione totale della Provincia. “Veramente la proposta di statuto avrebbe potuto avere un consenso ancora più ampio- fa presente la Presidente- poiché qualche sindaco è purtroppo arrivato a votazione già chiusa. Avevano pensato che la discussione avrebbe richiesto più tempo, ma in realtà, una volta esposte da parte mia le motivazioni adottate in consiglio per accogliere o meno le poche proposte di emendamenti pervenute, l’assemblea è passata velocemente al voto, con soddisfazione di tutti.” “Anche la mia proposta di condivisione di una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, nonché ai ministri Alfano e Gentiloni sulla questione dei migranti, è poi stata liberamente sottoscritta da oltre la metà dei sindaci presenti.”
“I sindaci comaschi hanno dimostrato, come peraltro non poteva esservi dubbio, un forte senso delle istituzioni e del proprio ruolo di rappresentanti di tutti i cittadini e non di fazioni politiche, comprendendo l’importanza di partecipare a questo atto costitutivo. É uscita sconfitta in questo frangente la posizione, assai minoritaria anche in consiglio provinciale, di chi non perde occasione per polemiche false e pretestuose, manipolando i fatti ed inventando dichiarazioni o posizioni che non corrispondono nella maniera più totale alla realtà. É la posizione di chi pensa che si possa fare politica, e magari anche costruire la propria, di carriera politica, semplicemente raccontando falsità e mancando così di rispetto alle istituzioni ed anche ai sindaci, che affrontano e sono chiamati a risolvere ogni giorno problemi sempre più complessi e faticosi». [aq, ecoinformazioni]

Audizione presso la VI Commissione Regionale della Presidente della Provincia

Villa Saporiti«Alla Commissione – scrive in un comunicato stampa l’amministrazione provinciale -che ha allo studio il disegno di legge regionale che dovrà recepire e normare l’accordo siglato tra Canton Ticino e Regione Lombardia in merito al trasporto di materiale inerte dal Cantone verso l’Italia, la Presidente ha evidenziato le problematiche sollevate dall’ accordo stesso sul territorio comasco

Insieme al consigliere delegato Mirko Baruffini ha formulato una serie di richieste concrete che sono state recepite dalla Commissione.
Tra le altre, quella di operare con l’Agenzia delle Dogane per la riapertura di valichi minori, di contribuire al finanziamento di sistemi di videosorveglianza ai valichi non presidiati ed al finanziamento delle opere di messa in sicurezza dei percorsi che saranno interessati dal transito dei mezzi di trasporto, ma anche di vincolare in prima istanza i trasporti stessi a mezzi e percorsi che non interferiscano con i centri abitati. E’ stata sottolineata quindi la necessità di rendere l’accordo applicabile solo in presenza di controlli e verifiche della sicurezza di pedoni e ciclisti nei tratti interessati. Formulata la richiesta che, nella Commissione Tecnica che dovrà seguire
l’applicazione dell’accordo, la Provincia venga rappresentata dal dott. Franco Binaghi, Dirigente
del Settore Ecologia e Ambiente». [aq, ecoinformazioni]

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