I lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali in sciopero venerdì 4 aprile

Un corteo a Roma e un presidio davanti alla prefettura di Como per chiedere l’aumento dei salari e un nuovo sistema di progressione economica di carriera.

Sono 250 mila in tutta Italia i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali che attendono da 27 mesi il rinnovo del contratto nazionale, scaduto a fine 2005. La trattativa con le controparti ha portato ad un’offerta inadeguata a parere dei sindacati e neanche al tavolo del Ministero del lavoro la frattura si è ricomposta.
Per questo le federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per venerdì 4 aprile una giornata di sciopero con un corteo a Roma a cui farà eco un presidio davanti alla prefettura di Como dalle 10.
Le richieste avanzate sono l’incremento degli stipendi, da 110 a 80 euro a seconda del livello professionale, e un nuovo sistema di progressione economica di carriera che non faccia arretrare il salario nel caso di cambi d’appalto.
«Le cooperative sociali – spiega Fiorella Merlini, rappresentante Fp Cgil – stanno crescendo numericamente in questi ultimi anni a fronte delle continue esternalizzazioni dei servizi sociali da parte dei Comuni. Di soldi ne girano molti nel settore, perché per esempio la Regione stanzia una quota per posto letto alle case di riposo o d’accoglienza. Questo non corrisponde ad una buona retribuzione per i lavoratori del settore: sono molti gli assistenti di quarto livello che per 38 ore di lavoro la settimana guadagnano circa 900 euro netti al mese, con un premio di produzione massimo di 250 euro lordi l’anno. In più le assunzioni sono spesso a tempo determinato oppure a progetto e coinvolgono lavoratori stranieri più facilmente ricattabili. Quello degli operatori sociali è un ruolo fondamentale, ma invisibile e sfruttato, anche per la difficoltà nel “sindacalizzare” i lavoratori, che operano perlopiù in piccole strutture affiancati da pochi colleghi. Richiediamo quindi un aumento della retribuzione e un sistema che salvaguardi gli scatti maturati, troppo spesso persi a seguito di un cambio di appalto, e che i nostri lavoratori siano equiparati a quelli pubblici, che svolgono le stesse mansioni ma hanno condizioni contrattuali decisamente migliori». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

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