La lotta alla mafia e alla corruzione è una priorità per tutto il paese

Un folto e attento pubblico composto da più di 150 persone ha partecipato giovedì 19 luglio 2012, nel ventesimo anniversario dell’attentato di via D’Amelio a Palermo in cui persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta, all’incontro  In memoria di… La memoria delle vittime e l’impegno delle istituzioni contro la corruzione e le mafie, organizzato da Arci Como, Acli Como, Auser Como, Associazione del volontariato comasco-Csv, Cgil Como, Fillea Cgil, Coordinamento comasco per la Pace, Comitato soci coop, Verso Libera Como.

Nel minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime di mafia morte per la democrazia che Danilo Lillia ha chiesto a tutti i presenti prima di iniziare il dibattito, in ognuno risuonavano i nomi e i volti di centinaia di persone, che dal 1893 in poi hanno perso la vita a causa della violenza criminale. A vent’anni di distanza dal terribile attentato in via d’Amelio a Palermo, che ha tolto la vita al giudice Paolo Borsellino e alle cinque persone della sua scorta, anche a Como si è scelto di ricordare la figura del giudice siciliano, non solamente facendo memoria ma anche cercando le modalità per un contrasto vero  e responsabile alla mafie odierne. Gli ospiti della serata, il giornalista Giampiero Rossi e il sindaco di Corsico Maria Ferrucci, hanno raccontato a lungo le loro esperienze, coinvolgendo i presenti e suggerendo possibili scenari futuri.

«Vent’anni fa le manifestazioni antimafia in Lombardia  erano vissute come i cortei contro l’apartheid, con lo spirito di lotta contro qualcosa di lontano da noi. Solo che da metà anni ’50 Cosa nostra e ‘ndrangheta si erano già insediate a Milano e nei territori del Nord, senza che la gente fosse riuscita a percepire la pericolosità di questa presenza». Giampiero Rossi, autore insieme a Mario Portanova e Franco Stefanoni di Mafia a Milano. Sessant’anni di affari e delitti (Melampo editore, 496 pp, 18.50 euro), ha raccontato come da decenni nella nostra regione si siano radicati criminali mafiosi, seguendo un modello di sviluppo basato sui soldi e sugli affari, approfittando delle grandi migrazioni dal Sud al Nord Italia e del soggiorno obbligato: «Dopo il 1992, con l’istituzione delle Direzioni distrettuali antimafia in tutta Italia, la consapevolezza del problema è aumentata nel paese, anche grazie alle operazioni che, tra il ’92 e il ’96, hanno portato a più di duemila arresti nelle province lombarde. Dopo quella stagione, la ‘ndrangheta ha scelto una strategia di inabissamento, fino a fine anni duemila: con l’indagine Crimine-Infinito del 2010 è stato svelato il grado di colonizzazione della società lombarda da parte della mafia calabrese, come testimonia il summit dei boss filmato dai Carabinieri nel circolo Arci di Paderno Dugnano». Nonostante la società civile dopo il 1992 abbia acquisito una nuova consapevolezza, per la politica questo cambiamento non si è verificato in questi vent’anni. Il sindaco di Corsico, centro di 35.000 abitanti in provincia di Milano, Maria Ferrucci è però esempio e  testimone di un cambiamento possibile anche da parte della classe dirigente: «Sono stata eletta nel 2010, dopo una campagna elettorale in cui la ‘ndrangheta ha proposto una sua lista civica, e la nostra prima scelta è stata quella di dire no a questa alleanza. Sono stata l’unico candidato a nominare la parola ‘ndrangheta, oggi però questo argomento non è più un tabù e nessuno si rifiuta più di parlarne». A Corsico ci sono 14 beni confiscati alla mafia, risalenti a operazioni degli anni ’90, ma in alcuni quartieri il controllo sociale mafioso è ancora oggi forte, anche attraverso lo spaccio di droga. Una volta eletta la giunta, il primo problema è stato capire come potersi difendere: «Abbiamo conosciuto Avviso pubblico, la rete nazionale di Comuni e enti pubblici per la formazione civile contro mafia e corruzione, e abbiamo capito che da soli non si può fare molto ma assieme si ha la possibilità di imparare dai Comuni più esperti. Abbiamo istituito – racconta Maria Ferrucci – un “gruppo legalità” interno al Comune, un’alleanza strategica con i funzionari e i dirigenti basata sulle competenze, sui settori d’interesse, sulla grande quantità di dati disponibili e sulla volontà di andare nella stessa direzione. I compartimenti stagni e gli orticelli sono inutili per raggiungere obiettivi concreti». L’azione politica attuata dalla giunta di Corsico spiega ai cittadini che la legalità conviene, visto il recupero di soldi che entrano nelle casse comunali: «Combattere la corruzione e l’evasione fiscale, controllare il gioco d’azzardo, gli esercizi in cui circola molto denaro contante, i compro oro sono modalità per “togliere l’acqua ai pesci”, per colpire la zona grigia in cui nuotano e proliferano i mafiosi; la mafia si batte sul punto del diritto amministrativo».

Rispondendo alle domande del moderatore Paolo Moretti e del pubblico, i relatori hanno spiegato come in un periodo di crisi economica per la politica debba essere una priorità il contrasto ad ogni forma di illegalità, compresa quella mafiosa, perché il vero pericolo è di andare sempre più verso una società con una bassissima soglia di legalità e con la certezza dell’impunità. Per questo motivo la politica, come ha ricordato Maria Ferrucci, deve prendersi le proprie responsabilità senza delegare solamente alle forze dell’ordine, anche attraverso l’esperienza di Avviso pubblico e della Carta di Pisa, un codice etico per promuovere la cultura della legalità e della trasparenza negli enti locali. Sono ancora attuali le parole pronunciate da Paolo Borsellino nel 1989 in una scuola a Bassano del Grappa: «I Partiti non dovrebbero soltanto essere onesti, ma anche apparire onesti facendo pulizia al loro interno».

Approfittando della presenza del sindaco di Como Mario Lucini, dell’assessore alla legalità e alla trasparenza Marcello Iantorno e di alcuni consiglieri comunali, Paolo Moretti ha chiesto alla giunta di aderire ad Avviso pubblico e intraprendere un percorso condiviso sui temi trattati durante la serata. L’assessore Iantorno si è detto molto interessato a questa opportunità che sta già approfondendo e ha promesso che verso metà settembre sottoporrà l’argomento in Giunta, senza prendere anticipatamente alcuna posizione per tutti in merito.

La serata si è conclusa con un breve contributo musicale di flauto solo di Massimiliano Ferrara, collaboratore artistico del gruppo aperto Spazio alla musica, mentre la proiezione del documentario Uomini soli è stata rimandata a data da destinarsi, visto l’ampio spazio dedicato alla testimonianza e al dibattito durante la serata. [Tommaso Marelli, Ecoinformazioni]

1 thought on “La lotta alla mafia e alla corruzione è una priorità per tutto il paese

  1. Speriamo che ora, per primo il Comune di Como poi tutti gli altri Comuni comaschi, aderiscano ad Avviso Pubblico e alla Carta di Pisa. Altrimenti sarebbe un gran brutto segnale!

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