Auser a Como: 20 anni di storia guardando al futuro
I due decenni di Auser a Como sono stati festeggiati, celebrati, ma anche riletti in chiave critica, con uno sguardo al domani (e anche a un futuro non immediatamente prossimo) nell’incontro organizzato giovedì 29 novembre all’Auditorium “Don Guanella” di Como.
La festa è stata costituita soprattutto dalle molte persone (un centinaio, in buona parte volontarie e volontari dell’Auser stessa) convenute nel salone: un ampio gruppo dove si percepiva anche al primo sguardo una rete di relazioni e di impegni molto forte, una sostanza di valori condivisi e praticati nell’agire quotidiano. L’appartenenza generazionale era evidente (del resto Auser nasce proprio dall’esigenza di garantire una “cittadinanza attiva” a chi ha terminato la sua attività lavorativa), ma anche arricchita di presenze giovani, e soprattutto segnata da una forte presenza femminile (visto che le donne nell’Auser hanno da sempre un ruolo fondamentale). La celebrazione della storia dell’Auser è in un volumetto, edito da NodoLibri, in cui sono raccontati – principalmente attraverso le parole delle Associazioni Locali Affiliate (Ala) all’Auser – questi “primi” venti anni: una celebrazione sobria, ma non meno sentita, e volta soprattutto a sottolineare la straordinaria ricchezza del volontariato “laico” dell’Auser, che va dai servizi di accompagnamento e cura del Filo d’Argento (quasi duecentomila chilometri percorsi nel 2011, cifra che sicuramente verrà ampiamente superata nell’anno corrente), alla promozione del tempo libero (tra le associazioni Auser c’è anche un Coro e ci sono molti gruppi di ballo), della cultura (fortissimo è l’impegno delle Università popolari), dei servizi sociali (un’Auser gestisce a Careno l’unico spazio pubblico del paese).
Ma ripercorrere questi venti anni ha significato anche e soprattutto prendere coscienza dei problemi irrisolti e guardare all’emergere di nuove esigenze ed emergenze. La maggior parte degli interventi (dal presidente provinciale Auser, Gianfranco Garganico, al segretario della Camera del Lavoro territoriale di Como, Alessandro Tarpini, al segretario provinciale Spi-Cgil, Amleto Luraghi, fino alle conclusioni di Claudio Regazzoni, vicepresidente nazionale Auser) è stata impegnata in un’attenta e tutt’altro che rituale analisi della situazione attuale, in cui sono evidenti segni crescenti di disagio sociale a fronte di una delle peggiori crisi economico-sociali degli ultimi decenni. In particolare sono stati affrontati i temi del rapporto con le amministrazioni locali, sollecitate a rispondere in modo non evasivo alle richieste proveniente dal sociale (e Gisella Introzzi, intervenuta a nome del Comune di Como, ha risposto auspicando una più stretta e “creativa” collaborazione tra il mondo del volontariato e il servizio pubblico), ma anche quelli dell’Auser con il mondo del sindacato, rapporto non privo di incomprensioni, nonostante che proprio dalla Cgil e dallo Spi sia nata l’Auser a livello nazionale nel 1989.
Non c’è quindi, da parte di Auser, nonostante la coscienza della molta strada percorsa e delle molte cose realizzate, nessuna intenzione di sedersi sugli allori, ma quella di lavorare in futuro per conseguire i propri obiettivi, cioè promuovere la cittadinanza attiva per le persone anziane e nel contempo garantire servizi e cure al miglior livello possibile.
Alla fine i “primi” vent’anni sono stati considerati poco più che un “rodaggio”.