In nome del popolo sovrano/ L’incontro in Circoscrizione
Un vivace dibattito ha accompagnato la seconda parte della mobilitazione in difesa della Costituzione organizzata da Anpi, Annpia, Arci, Attac, Cgil, Comitato comasco difesa Costituzione e Isc Perretta, sabato 7 dicembre alla Circoscrizione 6 di Como. Modesta la partecipazione se confrontata all’importanza e la varietà di soggetti organizzatori. Già on line sul canale di ecoinformazioni tutti i video degli interventi di Valentina Rosso.
«Il comitato dei 42 ha un mandato enorme, tale da mettere in pericolo l’equilibrio della nostra Carta. Il pericolo di forzature dannosissime è così molto elevato»: con il grido d’allarme di Bruno Saladino, presidente del Comitato comasco in difesa della Costituzione, si è aperta la seconda parte della giornata di mobilitazione in difesa del testo costituzionale dopo il banchetto informativo tenutosi in mattinata.
Per l’ex preside del liceo Volta, incaricato di tenere la relazione introduttiva dell’evento, questo nuovo tentativo di revisione ha i caratteri di un vero e proprio disastro politico e giuridico, espressione ulteriore di una classe politica cialtrona ed incompetente: «questo è la quarta volta, dal ’48 ad oggi- ha continuato Saladino – che si prova a modificare la Carta, dopo le bicamerali degli anni passati. Mai prima d’ora comunque si era avuto un potere di modifica così ampio nelle mani di un gruppo tanto ristretto».
Un progetto, quello portato avanti dal comitato dei “saggi”, che non convince ad ogni livello, come dimostrato anche nel successivo intervento di Renzo Pigni, storico nome della politica comasca: «La mia generazione è legata particolarmente allo spirito costituente, adesso in grave pericolo – ha riflettuto l’attuale presidente provinciale dell’Anpi – la Costituzione spesso rimane lettera morta, i giovani non riconoscono nei suoi articoli il Paese nel quale vivono». Un problema enorme, aggravato dal particolare momento che stiamo attraversando, dove per Pigni «affidare ad una classe politica delegittimata il processo di revisione è estremamente pericoloso». L’alternativa, hanno insistito entrambi i relatori, è quella “non di demolire, ma di migliorare la Costituzione mantenendone intatti i principi”.
Sulla stessa linea dell’ex sindaco cittadino si sono posti anche Enzo D’Antuono e Marco Lorenzini, rispettivamente presidente provinciale dell’Arci e coordinatore lariano di Sel. Se per il primo il Testo dovrebbe diventare programma politico, capace di ispirare la parte della popolazione italiana indifferente alle sue sorti, per il secondo la problematica deve essere inserita in quadro più ampio, dove «forze ben precise spingono per soffocare ogni ostacolo ai loro progetti, come appunto le costituzioni dei Paesi del sud Europa».
Gli attacchi provenienti da un ampio complesso politico – finanziario sono stati al centro dei contributi di Massimo Lozzi, che ha paragonato il processo in un corso ad un esempio perfetto di “cambiamento aziendale forzato”, e di Luca Michelini, per il quale «non si può più parlare di un semplice scontro tra nostalgici e innovatori, ma di un attacco generale ai principi stessi della nostra Carta». Per Michelini infatti «l’obiettivo dei revisori è quello di ridurre il Paese ai minimi termini, rimuovendo la barriera rappresentata dalla prima parte della Costituzione, invisa a importanti soggetti europei e mondiali».
L’emergenza in atto non può così che richiamare alla mobilitazione tutte le forze democratiche, come gli stessi partiti. «Il coinvolgimento di questi – ha ripreso Saladino – non poteva che partire dai rappresentanti locali in Parlamento. Ecco, alla nostra lettera d’invito agli eletti in Parlamento a Como ha risposto in maniera positiva solo Titti Di Salvo di Sel, mentre i democratici Chiara Braga e Mauro Guerra hanno criticato le modalità di presentazione dell’evento». Ai due deputati, che si sono resi comunque disponibili ad un successivo incontro, non è andata infatti giù la parte del testo della lettera aperta d’invito dove si spingeva a «rendere conto di quanto sta avvenendo con la riforma a Roma».
La mancata partecipazione dei deputati del Pd non condiziona l’impegno degli organizzatori dell’incontro a proseguire, desiderosi di «dare seguito alla mobilitazione – come richiamato ancora i chiusura da Saladino – sicuri che le sigle interessate possano continuare con maggior forza il loro impegno in difesa della nostra Carta fondamentale». [Luca Frosini, ecoinformazioni]
Fate voi,al governo si sa chi comanda,la Costituzione chi la vuole stravolgere…..???