
30 agosto/ Luoghi e canti per il 70° della Liberazione

Il Canzoniere Popolare della Brianza nasce a Oggiono (Lc) nel 1974, come formazione interessata alla riproposta del canto popolare della tradizione lombarda, inserendosi nel movimento del folk-revival avviato in Italia negli anni ’60. Il gruppo, che in un primo tempo eseguiva materiale musicale raccolto da vari ricercatori italiani, è andato sviluppando ben presto un’attenzione per il canto tramandato oralmente in Brianza e nel Lecchese, sulla base del lavoro di ricerca e di raccolta condotto dalla metà degli anni ’70 da Massimo Pirovano, testimoniato dal volume Cari signori che state ad ascoltare. Il canto popolare tradizionale nella Brianza lecchese (Oggiono, Cattaneo, 2002). Perciò nella proposta del Canzoniere Popolare della Brianza il canto viene illustrato come documento delle condizioni di vita, dei rapporti familiari, delle relazioni sociali e, ovviamente, delle forme di espressione musicale che si incontravano presso le classi popolari. Il canto risulta, in tal modo, una testimonianza utile a comprendere molti aspetti della società e delle mentalità che hanno caratterizzato, in diversi momenti storici, il territorio via via considerato.
Nell’ultimo lavoro del Canzoniere, Cosa importa se ci chiaman banditi – Canti della Resistenza italiana al fascismo, i canti della Resistenza mostrano il formarsi di un repertorio politico, avvenuto nel breve spazio di qualche anno, attraverso il recupero di materiale melodico della tradizione popolare o militare su cui si innestano testi rinnovati o nuovi, anche di creazione colta. Persino canti fascisti vengono ‘riconvertiti’ in nuovi prodotti musicali, solenni o allegri, purché orecchiabili e consoni ad uno spirito patriottico, ispirato ai valori di libertà, giustizia, pace.