Casa della Musica

2 novembre/ Cinema a due voci

Sabato 2 novembre alle ore 17 alla Biblioteca comunale di Como, prende il via la rassegna Cinema A due voci 2019 curata da Alberto Cano in collaborazione con il Lake Como Film Festival, che apre le iniziative del Festival A due voci della Casa della Musica, quest’anno interamente dedicato a Nietzsche e alla musica come filosofia.

Il primo film in programma è Offenbach’s Secret una pellicola proiettata per la prima volta in Italia, firmata dal celebre regista ungherese István Szabó, autore, tra gli altri, del celebre Mephisto vincitore di un premio Oscar nel 1982., quale miglior film straniero,  Questo lavoro di Szabó è invece incentrato sulla figura del compositore Jacques Offenbach, compositore profondamente stimato da Nietzsche, e si svolge interamente durante la rappresentazione di due sue operette Les deux Aveugles e Croquefer. Oltre alla sua musica vivace, il film musicale include lussureggianti costumi, dettagli d’epoca e una sorprendete scenografia.

Seguiranno, sempre in Biblioteca comunale a Como, mercoledì 6 novembre Al di là del bene e del male di Liliana Cavani (alle ore 20.30) e sabato 9 novembre Le grand Bal di Laetitia Carton (alle ore 17.30).

Tutte le iniziative del Festival A due voci 2019 sono ad ingresso libero

Dal 3 novembre/ Anteprima del festival A due voci 2018

La quinta edizione del Festival A due voci – dialoghi di musica e filosofia, si svolgerà a Como dal 15 al 18 novembre 2018. Dedicata al tema Vedere e sentire, sarà preceduta da due importanti anteprime Cinema a due voci a cura di Alberto Cano, organizzata in collaborazione con il Lake Como Film Festival, e Café Philo a cura di Katia Trinca Colonel.
Il Festival A due voci è realizzato dalla Casa della Musica di Como grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Como. (altro…)

17 ottobre/ Terezín 17/10

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In occasione della IV edizione dell’iniziativa Terezín 17/10, progetto coordinato dalla Casa della musica di Como in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah, alle 20,30 di mercoledì 17 ottobre, nella Sala Musa della sede dell’Associazione Carducci in viale Cavallotti 7 a Como, si terrà un concerto commemorativo della barbarie della Shoah, in occasione dell’anniversario dello sterminio degli artisti deportati nel Lager di Terezín (17 ottobre 1944) e, con un giorno di distanza, di quello del rastrellamento del ghetto di Roma, da cui non fecero ritorno che 16 superstiti. (altro…)

Ragione e sragione: dialoghi di musica e filosofia

È cominciata venerdì 10 novembre e continua fino a mercoledì 15 la nuova edizione di A due voci, i dialoghi di musica e filosofia che da qualche anno vengono organizzati dalla Casa della Musica di Como.

Il tema di quest’anno è stato messo a punto a partire dalle celebrazioni per il bicentenario della morte del compositore comasco Francesco Pasquale Ricci, attivo nel Settecento e quindi contemporaneo (se non proprio esponente) dell’Illuminismo. Ma l’argomento si presta molto – come si capisce facilmente – a una riflessione in chiave contemporanea, in momento in cui la “ragione” (in tutti i sensi) è messa fortemente in discussione.

E infatti fin dal primo giorno, la riflessione ha collegato i secoli passati alla modernità. Lo ha fatto Francesco Valagussa, professore associato di Estetica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che ha sviluppato il suo discorso a partire dalla “creazione” della ragione moderna da parte di Cartesio per arrivare alla sua messa in discussione con la “riscoperta” di varie sragioni alternative nel Novecento da parte – per esempio – di Foucault e Derrida. Ma se la “ragione dominante” così definita non può aspirare ad essere l’unica possibilità di pensiero dell’umanità, allo stesso modo la musica “classica” e “tonale” non può pretendere di essere l’unica possibile, e soprattutto – secondo la caustica analisi di Adorno – lo spettatore e il critico non possono chiedere una musica che soddisfi solo il loro gusto…

La profondità delle relazioni tra questi discorsi e l’attualità del pensiero e della vita è stata messa in evidenza non solo dal breve dibattito seguito alla relazioni di Valagussa, ma soprattutto dal concerto che ha concluso la prima giornata, con il duo Mima (Flavio Minardo chitarra e sitar, Francesco Mantero batteria e live electronics). Nelle loro “improvvisragioni” hanno proposto musiche di altissimo livello, eleganza e comunicatività, in grado di superare tutte le facili distinzioni di genere e di stile, chiarendo “in pratica” come la musica sia davvero una questione di linguaggio, e quindi di dialogo e di pensiero.

Il ciclo di incontri continua sabato 11 novembre, sempre in Pinacoteca Civica, alle 18 con Miche Rugo, psicanalista e filosofo, e alle 20.30 con il violoncellista Luca Franzetti che propone brani di Bach e Sollima.

Domenica la giornata è dedicata a Francesco Pasquale Ricci (Como 1732-1817), e quindi gli incontri si trasferiscono al Museo Giovio, cioè nel palazzo in cui il musicista fu insegnante delle figlie del conte Giambattista Giovio. Alle 14.45 visita guidata al palazzo con Fabio Cani; alle 15.30 concerto dedicato al fortepiano di Ricci conservato al museo con Daniele Rocchi fortepiano e Anna Camporini violoncello; alle 16.30 la musicologa Maria Semi affronta il tema dei “migranti musicali”.

Lunedì 13 novembre, sempre al Museo Giovio, alle 18 il filosofo Alessandro Bertinetto e il musicista Guido Giannuzzi si confrontano con la coppia di fratelli Ludwig e Paul Wittgenstein (filosofo il primo, pianista il secondo), mentre alle 20.30 saranno eseguite le canzonette notturne e buffe di Francesco Pasquale Ricci (Carlotta Colombo soprano, Marta Fumagalli contralto, Roberto Balconi cembalo).

Infine mercoledì 15 novembre, alle 18, chiusura dedicata alla “verità come esercizio” con la filosofa Florinda Cambria e il filosofo Carlo Sini.

[FC, ecoinformazioni]

La musica di Terezín: “La farfalla risorta”


Il 17 ottobre, nel Salone Musa dell’associazione Carducci a Como, è andato in scena La farfalla risorta, reading-concerto curato e interpretato da Matteo Corradini e dal Pavel Zalud Quartet, nell’ambito di una giornata dedicata alla memoria dei prigionieri del ghetto “modello” di Terezín, nelle vicinanze di Praga.

Possono quattro artisti e tredici strumenti musicali raccontare le storie di migliaia di donne e uomini vissuti più di settant’anni fa? È quello che tenta di realizzare il Pavel Zalud Quartet, dedicandosi all’interpretazione delle opere di musicisti, di poeti e di scrittori che furono rinchiusi nel ghetto di Theresienstadt (nome tedesco di Terezín).

Il filo invisibile che lega il quartetto agli artisti di Terezín diventa tangibile grazie agli strumenti originali recuperati dal campo di prigionia: è con questi che gli artisti intonano le melodie yiddish che accompagnano e si alternano alla voce di Matteo Corradini, dando vita così ad un suggestivo quanto toccante viaggio tra le vie del ghetto. Sono appunto gli strumenti musicali originari di Theresienstad i protagonisti della serata: ad oggi ben tredici sono stati recuperati e restaurati, di questi ne sono stati suonati cinque durante il reading-concerto (due clarinetti, un mandolino, un violino e una tambura bulgara). Provengono tutti dalla bottega di Pavel Zalud, che allora risiedeva a Terezín e che fu costretto ad abbandonare la propria attività dopo la decisione delle autorità naziste di rendere l’intera cittadina una “zona di ripopolamento giudaico”.

Inizialmente ogni forma d’arte all’interno del campo era proibita, tuttavia il progetto di creare un ghetto “modello” da presentare al resto del mondo convinse i gerarchi nazisti a dare la possibilità ai prigionieri di realizzare opere musicali e non solo, in ogni caso sotto stretto controllo delle SS. Per questo motivo vennero raccolti in questo luogo un gran numero di artisti, provenienti principalmente dalla Cecoslovacchia, dalla Germania e dall’Austria. L’intera struttura venne presentata al mondo come la massima espressione della benevolenza nazista nei confronti degli ebrei: liberi di muoversi tra le vie del ghetto e di praticare le proprie arti senza restrizioni, i prigionieri vennero fatti sfilare sotto gli occhi degli osservatori internazionali come fossero cittadini ben nutriti e in salute. La messa in scena raggiunse il culmine dell’oscenità  con la visita della Croce Rossa nel 1944, quando gli abili propagandisti nazisti diederò il meglio di sè nel mascherare le atrocità commesse nel lager.

Lo spettacolo del Pavel Zalud Quartet si pone quindi l’obiettivo di ridare fiato agli strumenti rimasti in silenzio per oltre settant’anni e di liberare la moltitudine di voci soffocate dalla ferocia nazista a Terezìn. “Sono strumenti da museo – afferma Matteo Corradini – ma non finiranno in un museo. Gli strumenti vivono solo se suonati”. La musica di Terezín così non solo si riappropria del valore artistico a lungo negato dalla tragica fine dei suoi ideatori, bensì esprime a pieno anche il suo intrinseco messaggio di libertà: la musica (e l’arte più in generale) era, come ancora oggi, pura espressione e rivendicazione di sé, forma di resistenza degli oppressi. Gli unici e più potenti strumenti per gli artisti di Terezín di esprimere la propria identità di fronte alle grigie uniformi numerate consistevano nella musica e nella scrittura (il Requiem di Verdi diretto da Rafael Schächter proprio a Theresienstadt risulta in questo senso una delle espressioni di “resistenza musicale“ più forte ed esemplare).

I racconti tratti da La repubblica delle farfalle di Corradini completano l’opera di resurrezione dell’arte di Terezin in tutte le sue forme, portando le storie dei bambini del ghetto che ebbero un ruolo importante nella produzione culturale del campo (come ad esempio Petr Ginz, autore della rivista “Vedem”, o Honza Treichlinger, protagonista e stella indiscussa del Brundibar di Hans Krása). Vite giovanissime spezzate e sottratte al panorama culturale europeo e mondiale prima di poter esprimere il proprio genio, alle quali viene data giustizia e riconoscimento grazie all’opera di scrittori e musicisti come Matteo Corradini e il Pavel Zalud Quartet. [Vincenzo Colelli, ecoinformazioni – foto Fabio Cani, ecoinformazioni]

17 ottobre/ La musica di Terezín

Terezín ovvero Theresienstadt è una cittadina ceca dove, durante il regime nazista, fu allestito un campo di concentramento, presentato come “lager modello” e come tale visitato anche dalla Croce Rossa. Il campo di Terezín ebbe una vita paradossale, in cui, in mezzo alle sofferenze tipiche di tutto il sistema concentrazionario, i confinati godettero di una vita culturale particolarmente intensa. È così che di Terezín si sono conservate musiche e immagini di spettacoli (oltre che un film “di propaganda” diretto da uno dei prigionieri stessi, Kurt Gerron).  (altro…)

24 settembre/ Risvegli allo Spazio Gloria con il pianoforte di Vsevolod Dvorkin

Domenica 24 settembre alle 10.30 Connessioni controcorrente torna allo Spazio Gloria per un nuovo appuntamento di Risvegli, matinée di musica classica che in quattro tappe domenicali renderanno più dolce l’arrivo dell’autunno. Per il secondo appuntamento in programma un concerto solitistico di pianoforte eseguito da Vsevolod Dvorkin, con musiche di Ludwig van Beethoven e Modest Musorgskij.

Inizio alle 10.30, al termine un aperitivo.

Ingresso 7 euro.

Per il programma completo visitare la pagina Facebook dell’evento.

Vsevolod Dvorkin, nato a Mosca nel 1972, frequenta la Scuola Musicale Speciale Gnessins e il Conservatorio Ciaikovsky dove, studiando con Vera Gornostaeva e Natalia Troull, si diploma brillantemente nel 1995. Si perfeziona con Karl-Heinz Kämmerling e Sergio Perticaroli e, grazie a una borsa di studio offerta da Maurizio Pollini e Francesco Micheli, approfondisce gli studi in Italia. Si diploma dunque presso l’Accademia Incontri col Maestro a Imola, sotto la guida di Lazar Berman, e al Conservatorio Verdi di Milano, con Vincenzo Balzani.

Tra il 1993 e il 1996 Dvorkin riceve numerosi riconoscimenti: tra gli altri, riceve il primo premio al Concorso Internazionale Città di Pavia e al Viotti di Varallo, e il secondo premio al concorso Città di Cantù. Nel 2002 incide il “Quartetto op. 47 di Schumann” per la Stradivarius e nel 2004 il cd Recitarsuonando con Sonia Bergamasco per la Raitrade.

Nel corso della sua carriera si esibisce in Germania, Russia, Corea del Sud, Giappone, Ungheria, Messico, Cipro, Egitto, Austria, Francia, Spagna, Svizzera e Italia, suonando come solista con numerose orchestre, fra cui la Sinfonica di Mosca, la Filarmonica di Udine, la Stabile di Bergamo, l’Orchestre d’Auvergne, l’Orquesta Filarmonica de la UNAM (Messico) e sotto la direzione di maestri quali Zollman, Nanut, Ziva, Fagen. Partecipa inoltre a prestigiosi festival e lavora inoltre con l’attrice Sonia Bergamasco negli ambiti del melologo e del teatro da camera.

Risvegli è un’iniziativa di Connessioni Controcorrente, progetto di rigenerazione culturale urbana firmato Arci Xanadù, Arci ecoinformazioni e Teatrogruppo popolare, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo; la rassegna è stata organizzata in collaborazione con Casa della musica, Kammermusik, e con il patrocinio del Comune di Como.

Prospettiva musica: scenari, strategie, visioni

Venerdì 2 giugno nel Centro Civico di via Collegio dei Dottori si è tenuto un incontro, organizzato dall’associazione Casa della musica,  con le candidate e i candidati alle prossime elezioni amministrative comunali per discutere insieme dei problemi relativi al patrimonio culturale, e in particolar modo musicale, di Como e delle possibili iniziative che gli e le aspiranti sindaco adotteranno in caso di vittoria.

L’incontro, cui ha partecipato un folto pubblico, è stato condotto da Bruno Dal Bon, uno degli animatori della Casa della musica, e ha coinvolto Bruno Magatti, Celeste Grossi, Maurizio Traglio, Alessandro Rapinese, nonché Roberta Di Febo (delegata per Mario Landriscina) e Doriam Battaglia (delegato per Fabio Aleotti), assente Francesco Scopelliti.

Il dibattito, aperto con una citazione all’opera La filosofia della musica di Giuseppe Mazzini anche per ricordare la festa della Repubblica, è centrato intorno al ruolo dell’iniziativa dell’ente pubblico in campo culturale e musicale, tenendo conto delle realtà – alcune molto importanti – già presenti sul territorio (Dal Bon cita, tra le altre, Conservatorio e Teatro Sociale) e della proposta di mettere a disposizione della città un vero e proprio spazio pubblico (una “casa della musica” appunto), capace di promuovere un’attività non solo di “eventi”, ma di promozione sociale.

Il primo ad avere la parola è Rapinese che risponde con un sì pieno alla creazione di ambienti pubblici dedicati alla musica e sostiene che la mancanza di comunicazione tra associazioni e politica sia stata causata dalla decisione delle amministrazioni precedenti di non prendere in considerazione queste ultime.

Anche Traglio è convinto della grande importanza alle associazioni che riportano all’amministrazione i bisogni dei cittadini e sostiene che l’amministrazione deve saper dare risposte certe. Lui stesso si chiede come valorizzare le grandi competenze della città, ora alle prese  con problemi di spazio (come per il Conservatorio, con un auditorium troppo piccolo), trovando fondi adeguati e spazi effettivamente utilizzabili.

Tocca poi a Celeste Grossi che, oltre a ribadire come gli altri prima di lei la presenza degli spazi necessari, fa notare come nel suo programma un punto specifico si basi proprio sulla creazione di centri civici, dedicati alla cultura e alla musica; aggiunge inoltre l’impellente bisogno di rivitalizzare gli ambienti esistenti, e ribadisce che le risorse utilizzate in campo culturale devono essere considerate un investimento per il benessere e la coesione dei cittadini.

Interviene poi Magatti che parte da una riflessione sul termine cultura, che dev’essere ben distinto dai semplici eventi, e sul fatto che i contributi occasionali, al di fuori di progetti organici, non portano gran bene della comunità. La cultura è generativa e alta e profonda e quella che Como si merita è diversa da quella attualmente presente, considerata troppo povera. Per lui è essenziale aumentarne il valore e sitratta di cambiare non tanto i programmi quanto gli atteggiamenti.

Roberta Di Febo, a nome di Landriscina, interviene per  chiedere a chiunque sarà il prossimo sindaco di impegnarsi per trovare una soluzione al problema degli spazi, e sottolineando l’importanza, in campo musicale, della formazione di studenti e del pubblico, mettendo in evidenza l’importanza delle relazioni tra pubblico e privato.

Per ultimo risponde alla domanda Doriam Battaglia, che richiama, tra i punti programmatici di Fabio Aleotti, il recupero dello spazio del Politeama e il collegamento tra i vari enti per consentire formazioni di alto livello a partire dai ragazzi, citando le scuole medie ad indirizzo musicale che già si occupano della questione.

Tra i punti ulteriormente approfonditi nel seguito del dibattito, sono da mettere in evidenza quelli relativi alle consulte (fortemente sostenute da Magatti e invece criticate assai rudemente da Rapinese), alla costruzione a Como di un polo di alta formazione (che Traglio propone nell’ex orfanotrofio di via Tommaso Grossi), delle “eccellenze” già presenti in città (il direttore del Conservatorio, Balzaretti, ricorda che Como è ormai una meta ambita anche da molto lontano, come dalla Cina), della inutile contrapposizione tra “eventi” e “programmi culturali” (Barbara Minghetti del Teatro Sociale e candidata con Traglio mette in evidenza come da tempo anche i singoli eventi siano inseriti in un processo di “partecipazione”), della rete di case civiche delle arti (una proposta che la lista La prossima Como ha inserito con molta evidenza nel proprio programma), del ruolo della comunicazione tra città e amministrazione (sollevata da Paola Re, candidata consigliere con Rapinese), dell’importanza di ragionare su periodi più lunghi dei semplici cinque anni di un’amministrazione (come ha ricordato Luca Verneri di lista Civitas).

Qualche ulteriore battuta è dedicata al Politeama, tra chi ritiene che sia possibile il suo recupero, chi fa balenare la possibilità che sia cosa “già fatta” e chi ritiene inutile porsi il problema, dati i limiti dell’agire pubblico.

Simbolicamente, si potrebbe dire, l’incontro su chiude con l’intervento proprio di una ragazza cinese, Lu Je, allieva al Conservatorio di Como, che ricorda a tutti l’importanza che la cultura di una nazione ha per se stessa e anche per le nazioni straniere. [Leonardo Ruggeri – Fabio Cani, ecoinformazioni]

2 giugno/ Prospettiva musica

La Casa della musica di Como organizza per venerdì 2 giugno 2017 alle ore 18, presso il Centro civico di via Collegio dei Dottori 9, un incontro con le candidate e i candidati alle prossime elezioni amministrative per discutere di scenari, strategie e visioni, cioè del ruolo della musica in città.

 

4 settembre/ Risonanze: dalla Funicolare a Geno

La Casa della Musica di Como con Risonanze propone, anche quest’anno, tre percorsi alla scoperta di luoghi, suoni, storie, personaggi della città e della periferia di Como, intrecciando momenti musicali con luoghi significativi o poco noti.
Organizzati dalla Casa della Musica e dal Comune di Como nell’ambito degli appuntamenti estivi di Como Live, gli itinerari sono a cura dell’Accademia Orchestrale del Lario per quanto riguarda gli aspetti musicali e di Fabio Cani per quanto riguarda gli aspetti storici e artistici.

Domenica 4 settembre 2016, il secondo appuntamento di quest’anno propone una visita guidata alla sponda occidentale del primo bacino del Lago di Como, dalla piazza della Funicolare (ritrovo alle ore 15.15) fino alla punta di Geno. È l’occasione, abbastanza inconsueta, per gettare uno sguardo da vicino alle ville della “seconda” sponda di Como, di fronte a quell’altra, più famosa e celebrata, del Borgo Vico. Ma anche quella di Geno non difetta di motivi di interesse e di sorpresa, anzi, forse proprio perché meno nota, ne abbonda. Anche in quest’occasione, la collaborazione di alcuni proprietari garantisce la possibilità di superare quei cancelli quasi sempre inesorabilmente chiusi.

Durante il percorso, com’è previsto da questo particolare modello di visita, ci saranno quattro momenti musicali, dedicati a brani tra Sette e Ottocento, eseguiti da Mariagrazia Inzaghi al flauto traverso, Elena Colella al violino, Paola Colombo al violoncello.