
Lungolago, la risposta all’Anac
Palazzo Cernezzi ha risposto venerdì 4 dicembre alle nuove richieste dell’anticorruzione sul cantiere per le paratie.
«Le domande riguardavano sostanzialmente due aspetti: un eventuale conflitto di interessi in capo all’ingegner Pietro Gilardoni, dirigente del settore Strade e direttore del cantiere delle paratie e le cause dei cedimenti e del fenomeno della subsidenza che hanno interessato l’area dei lavori e in particolare le modalità di realizzazione della vasca B. Per quanto riguarda il conflitto di interessi, la risposta riguarda da un lato l’ipotesi di inconferibilità dell’incarico dirigenziale e dall’altro l’ipotesi di incompatibilità dell’incarico di direttore dei lavori – ricorda l’amministrazione comunale comasca –. Il Comune di Como ha rappresentato ad Anac i risultati dell’istruttoria condotta a suo tempo prima dell’assegnazione degli incarichi all’ingegner Gilardoni, istruttoria riconfermata nel 2014 con la risposta a due interrogazioni consiliari. A seguito dell’ultima nota inviata da Anac, l’argomento è stato nuovamente sottoposto ad istruttoria da parte della segreteria generale e dell’avvocatura comunale che hanno riscontrato l’esattezza delle valutazioni a suo tempo espresse. In particolare, rispetto all’ipotizzata incompatibilità, il Comune ha rappresentato i seguenti aspetti: l’attività professionale svolta riguardava la verifica dello stato di consistenza dei fabbricati di proprietà privata di fronte al lungolago; tale verifica era estranea ai lavori oggetto di appalto; tale verifica iniziava nel giugno 2007, prima dell’avvio del cantiere (partito nel gennaio 2008); la sovrapposizione temporale tra i lavori in corso e le verifiche di Gilardoni ha riguardato il fronte ovest, sul fronte opposto all’area di avvio del cantiere; i pagamenti delle prestazioni, posto che la verifica si esauriva nel settembre 2008 e che l’attività si era conclusa nel dicembre 2008 con la consegna degli ultimi elaborati sottoscritti dalle parti, sono avvenuti in tempi diversi, con un saldo finale datato 14 luglio 2010; l’incarico era stato conferito da Sacaim Cementi Armati ing. Mantelli (la società è stata poi acquisita dalla Sacaim spa, la cui compagine sociale e i cui organi amministrativi sono costituiti da persone fisiche diverse dal socio unico precedente)».
«Sulla base di questi elementi – ribadisce quindi la nota sul direttore ai lavori – non emerge, pertanto, alcun conflitto di interessi né sotto il profilo temporale (Gilardoni è stato nominato dirigente il 29 luglio del 2013 e il 5 agosto direttore dei lavori; le disposizioni giuridiche attuali per scongiurare possibili conflitti di interesse fanno riferimento ad archi temporali di tre anni), né sotto il profilo oggettivo (l’attività libero-professionale svolta era estranea ai lavori oggetto di appalto) né sotto il profilo soggettivo (non c’è identità giuridica tra il committente che aveva conferito l’incarico e l’impresa esecutrice dei lavori all’atto della nomina a dirigente/direttore dei lavori). Per quanto riguarda, gli incarichi del Comune all’ingegner Gilardoni nel 2012 e relativi al collaudo statico dei lavori di ampliamento dl cimitero di Monte Olimpino e alla verifica di idoneità statica della copertura della tribuna d’onore dello stadio, non determinano alcuna condizione di inconferibilità (così come prevista dall’articolo 4 del Decreto Legislativo N.39/2013). Per espressa dicitura di legge per incarichi si intende la carica di presidente, amministratore delegato, posizione di dirigente, svolgimento di attività stabile di consulente. La dirigenza assunta, infine, non si riferisce ai settori per i quali Gilardoni aveva svolto la propria attività professionale ed è quindi esclusa la possibilità che si potesse trovare ad assumere provvedimenti o decisioni negli ambiti in cui aveva impersonato un ruolo contrapposto».
«Per quanto riguarda le lavorazioni di realizzazione della vasca B, la risposta evidenzia tre aspetti, così sintetizzabili – prosegue lo scritto –: non è mai stato escluso che le modalità esecutive possano aver contribuito a provocare i movimenti verticali del suolo registrati; non corrisponde al vero che il progetto originario prevedeva il getto in acqua del solettone di fondo e l’isolamento idraulico della falda di monte; i cedimenti rilevatisi nelle adiacenze della vasca B non hanno avuto incidenza sui contenuti della terza perizia di variante e non sono stati oggetto di contestazione da parte del Comune nei confronti dei progettisti. I contenuti della terza perizia di variante sono stati definiti in base ai risultati della campagna geognostica eseguita durante la redazione dello studio di fattibilità e della stessa perizia, a seguito dei cedimenti verificatisi al contorno della vasca B. Tali cedimenti, emersi dal monitoraggio in fase esecutiva e ulteriormente evidenziati dalle rilevazioni topografiche e satellitari eseguite nell’ambito degli approfondimenti eseguiti dagli atenei comaschi a partire dal 2012, hanno suscitato preoccupazione per il prosieguo delle opere e in particolare rispetto al più delicato contesto dove deve essere realizzata la vasca A, tenuto conto della sua maggiore vicinanza ai fabbricati che si affacciano sul lungolago (ndr, edificio dell’ex bar Monti)». [md, ecoinformazioni]