Giorno: 5 Settembre 2016
Il paradosso del cibo a Como San Giovanni
Diventa ogni giorno più evidente quanto sia stato grave l’errore di licenziare l’associazione Firdaus senza neppure creare in armonia le condizioni per il superamento di quel meritorio servizio che gratuitamente aveva sfamato i migranti quando ancora essi non erano sulle prime pagine dei giornali di tutta Europa. Quella scelta negli ultimi giorni ha determinato una situazione paradossale (tanti si affannano a sfamarli, ma loro chiedono prima di tutto libertà) e difficoltà fortunatamente modeste (i giornali scandalistici presenteranno in modo enfatico i fatti, ma non è così, non è accaduto quasi nulla) mettendo in difficoltà migranti, ragazzi/ e “antagonisti” e Forze dell’ordine. (altro…)
Assemblea in mensa il 3 settembre/ la bella Como si interroga sul futuro
L’assemblea che sabato 3 settembre ha riunito le persone che hanno prestato la propria opera volontaria presso la mensa di S. Eusebio e le altre strutture di servizio per i migranti bloccati alla stazione di Como San Giovanni ha rappresentato un momento importante nella riflessione su questa fase drammatica della situazione internazionale e nazionale che ha coinvolto anche Como.
Importante intanto per i numeri (non meno di duecento persone hanno partecipato all’incontro), ma soprattutto per il livello del confronto e della consapevolezza.
Primo scopo dell’incontro era quello di fare una fotografia della situazione. All’appello della mensa di S. Eusebio hanno risposto almeno 417 persone registrate e ancora un’altra ottantina che, pur avendo dato il proprio continuo contributo, non è entrata nel conteggio ufficiale; a queste vanno poi aggiunte le circa 30 persone che hanno lavorato alle docce del Gallio finché sono state attive. Ancora vanno aggiunti tutti coloro che sono stati presenti alla stazione fin dai primi momenti, attivandosi per soddisfare il più possibile le esigenze del gruppo di persone lì bloccate. Ma più ancora dei numeri, conta la varietà di questo pezzo di società che si è messa a disposizione (e che è stata più volte ricordata e valorizzata nel corso dell’incontro): persone giovani e giovanissime, mature, anziane, gente che offriva le proprie competenze professionali specifiche e la voglia di stare insieme, animata dalle più diverse ispirazioni ideologiche e culturali (fatto salvo ovviamente il comune, profondo sentimento solidale e antirazzista), religiose e laiche, parte della comunità locale e a volte di passaggio, e conta la qualità della relazione, volta non tanto a dare un semplice servizio, ma in primo luogo a restituire dignità alle persone.
La varietà è stata, in un certo senso, terreno di incontro con la comunità migrante, difficile da fotografare perché fluida e in continua evoluzione (anche se la valutazione, proprio a partire dal servizio svolto alla mensa, parla di un picco di presenze a metà agosto con 530 pasti serviti, e di una divisione tra maschi e femmine di circa due terzi e un terzo).
Al lavoro della mensa, altri servizi si sono affiancati: il presidio sanitario, pur attivato con un certo ritardo, ha operato grazie sia all’intervento istituzionale che al contributo volontario di personale medico e infermieristico. Le visite effettuate sono state oltre un migliaio, alla media di 70/75 al giorno in diverse ore di attività.
Anche l’assistenza giuridica ha svolto un ruolo importante perché la precisa informazione ha un’importanza fondamentale in condizioni di fragilità.
Un’attenzione particolare è dedicata al problema ai casi dei minori, che sono stati finora 457 (398 maschi e 59 femmine); transitati temporaneamente dalle strutture di assistenza, solo 16 hanno chiesto di restare e sono stati collocati in comunità.
È una situazione estremamente complessa, con molti elementi di contraddizione e, dunque, oltre alla fotografia, conta anche l’interpretazione. Vengono così in primo piano le sensibilità, e perché no, anche i progetti politici. Ma un elemento che alla riunione è risultato estremamente importante è proprio quello di mettere avanti la consapevolezza del proprio ruolo: nel “lavoro” con le persone migranti conta anche questo e conta anche il rapporto con la situazione generale, con le regole, con le scelte e anche con le imposizioni che vengono dall’alto.
Bisogna confrontarsi con l’Europa delle regole e delle frontiere (scomparse solo nei sogni disattenti dei politici e negli affari delle grandi multinazionali), bisogna fare i conti con un governo che stipula accordi con questi stati (come il Sudan) che sono tra le cause scatenanti del fenomeno e a cui invece si affida (dietro enorme compenso) il compito di fermare i movimenti migratori (e verso cui, tragicamente, sono già state deportate alcune persone che erano riuscite ad arrivare fino in Europa), bisogna ricordare che oltre all’“emergenza” del momento c’è la realtà di lungo periodo dei richiedenti asilo, “parcheggiati” anche a Como (don Giusto Della Valle ricorda che sono circa 900 nel territorio e che, in alcuni casi, sono semplicemente “massa” per piccoli e grandi affari, per i quali non si vuole e non si sa mettere in campo alcuna formazione e alcuna opportunità reale, e – come viene più volte sottolineato – a cui spesso alla fine dell’iter burocratico si risponde semplicemente “no”, in quasi il 70% dei casi), bisogna chiedere alle istituzioni locali non solo di fare tutto quello che per legge devono fare (e che faticano a ottemperare), ma di fare di più e meglio (come riaprire il centro di accoglienza per minori di Tavernola, chiuso nei mesi scorsi, e il cui ruolo appare oggi importantissimo).
È una situazione in cui il mondo del volontariato e dell’attivismo non può sottrarsi alla discussione della prossima spada di Damocle che pende sulle teste di tutti (ovviamente, in primo luogo, delle persone migranti): l’apertura del campo dei container presso S. Rocco, prevista intorno alla metà del mese di settembre (Flavio Bogani riferisce nei dettagli gli incontri con il prefetto di Como e con il suo capo di gabinetto). Un’apertura che cambierà tutto perché a quel punto la realtà non potrà più essere fluida e variabile, ma sarà, in notevole misura, regolamentata e irrigidita. Una realtà da cui anche la “società civile” che ha risposto alla gravità della situazione con la propria azione volontaria sarà ufficialmente esclusa.
L’assemblea discute di questo con molta attenzione e con molta passione. Emergono le differenti valutazioni, i differenti progetti, ma il confronto è sereno e ha, in tutti gli interventi, al primo posto la preoccupazione per il futuro delle persone migranti. Si mettono a punto alcune idee, e si fa riferimento a un possibile ruolo di coordinamento organizzativo del Centro Servizi per il Volontariato (una prima riunione è già convocato per giovedì 7 settembre alle ore 14 nella sede di via Col di Lana 5a).
Ma se la discussione è difficile, non si sottrae all’entità del problema, è cosciente anche del mutamento nei confronti delle persone migranti, con cui forse si dovrà spendere la “fiducia” acquisita in un modo o nell’altro (magari per cercare di convincerli a passare per il campo).
Il confronto con le voci delle più alte cariche istituzionali è stridente. Dal basso ci si interroga, con sincerità, su cosa e come fare, e dall’alto si dichiara quasi negli stessi momenti, in modo sprezzante, che «spetta a noi decidere dove e come collocare» questa gente, oppure si invoca in luogo dei campi di accoglienza (che non sono propriamente paragonabili a grand hotel) i rimpatri immediati e senza discussione. Mettendo avanti, incredibilmente, ancora la distinzione tra profughi “politici” e migranti “economici”, come se i secondi fossero un’invenzione di alcune “belle menti” (e cos’erano mai i migranti italiani dei decenni passati?).
Se, come è stato ripetuto più volte nel corso della discussione di sabato, questo incontro con la comunità migrante ha arricchito non poco una parte almeno della comunità del territorio, il confronto con il mondo istituzionale è stato in buona parte deludente.
[Fabio Cani – ecoinformazioni]
La galleria di foto di Claudio Fontana per ecoinformazioni
11-18 settembre/ Una settimana di Occupy al San Teodoro
Dall’11 al 18 settembre il Teatro San Teodoro di Cantù verrà simbolicamente occupato per trasformarsi in luogo di formazione e aggregazione. Una dimensione in cui condividere capacità e passioni e trasformarle in un fare comune, un’agorà entro la quale la città possa riversarsi. Un palcoscenico aperto, un progetto da condividere con compagnie e artisti, operatori e spazi culturali del territorio, addetti ai lavori e semplici appassionati di arte e cultura, per sperimentare una progettazione partecipata.
Ecco il programma, ancora in fase di definizione:
*Domenica 11 settembre
dalle 19 – Inaugurazione mostra personale di Andrea Cicala Pozzuoli, artista comasco. A seguire aperitivo a buffet
*Lunedì 12 settembre
dalle 19 – Aperitivo a buffet
a seguire – Bottoni. Spettacolo teatrale di Elisa Salvaterra. Con Elisa Salvaterra e musiche dal vivo di Paolo Camporini, Samuele Dotti, Francesca Sgarbossa
*Martedì 13 settembre
Dalle 16.30 – “Piccoli assaggi”: merenda per i bambini, con prodotti biologici a cura di Azienda Agricola San Damiano
Dalle 17.30 – Laboratorio per bambini a cura di Azienda Agricola San Damiano
Dalle 19 – Aperitivo biologico con i prodotti a km 0 di Azienda Agricola La Runa e Martino e le api e possibilità di acquisto in loco. Musica dal vivo di Joelma
Dalle 21.30 – Proiezione del film Unlearning. Un inno alla gentile disobbedienza di Lucio Basadonne, Anna Pollio e Gaia Basadonne.
*Mercoledì 14 settembre
Dalle 16.30 – “Piccoli assaggi”: merenda in teatro per bambini
Dalle 17.15 – Laboratorio creativo per bambini
Dalle 19 – Aperitivo in musica
Dalle 21 – Tournée da bar: Otello, uno spettacolo di e con Davide Lorenzo Palla; Regia Riccardo Mallus; a seguire dj set.
*Giovedì 15 settembre
Dalle 16.30 – “Piccoli assaggi”: merenda in teatro per bambini
Dalle 17.15 – Laboratorio teatrale per bambini
Dalle 19 – Aperitivo in musica con “Periodo Ipocondriaco”
Dalle 21 – Allineamenti. Un invito alla scrittura, alla condivisione, all’esposizione. All’espansione. Ospite della serata la cantautrice Sara Velardo
Dalle 23 – Sara Velardo Live
*Venerdì 16 settembre
Dalle 16.30 – “Piccoli assaggi”: merenda in teatro per bambini
Dalle 17.15 – Laboratorio creativo per bambini a cura di Coordinamento Comasco per la Pace
Dalle 19 – Aperitivo in musica
Dalle 21 – Concerto Razza Partigiana. Con un membro del collettivo Wu Ming (il vocalista Wu Ming 2), due membri dei Massimo Volume (i chitarristi Egle Sommacal e Stefano Pilia) e due membri dei Settlefish (il bassista Paul Pieretto e il batterista Federico Oppi).
*Sabato 17 settembre
Dalle 15.30 – Open day Corsi (recitazione, danza classica, danza contemporanea, burlesque, danza del ventre, yoga, pilatess e total body, tai chi
contact improvvisation, flamenco, danza africana, coro voci bianche)
Dalle 19 – Aperitivo in musica
Dalle 21 – Esibizione di flamenco
Dalle 22 – Live del chitarrista Livio Gianola (considerato dalla critica specializzata Il Maestro italiano della chitarra otto corde)
*Domenica 18 settembre
Dalle 16.30 – “Piccoli assaggi”: merenda in teatro per bambini
Dalle 18.30 – Laboratorio teatrale per bambini a cura di Giacomo Puzzo (in scena nella Stagione 2016/17 con lo spettacolo A spasso con le ombre)
Dalle 19 – Aperitivo in musica
Dalle 21 – Spettacolo teatrale La Banda Doucement in: tante storie in poco tempo della compagnia Ibuka Amizero
E’ consigliata l’iscrizione ai laboratori scrivendo alla mail05 maddalena.massafra@mondovisione.org
[Jlenia Luraschi, ecoinformazioni]
7 e 11 settembre/ Presidio e manifestazione di Alcuni antirazzisti comaschi
Il gruppo eterogeneo di solidali, attivo alla stazione San Giovanni nella gestione dell’info point informale, che si firma “Alcuni antirazzisti comaschi”, ha indetto per mercoledì 7 settembre un presidio di solidarietà con i migranti dalle 17 a Ponte Chiasso in piazza Anna Frank e domenica 11 Settembre un corteo antirazzista con ritrovo alle 14 a Chiasso allo stadio comunale di via Soldini. Di seguito il documento con le ragioni dell’iniziativa.