
Como Comune/ Paco-Sel denuncia violazioni dei diritti dei migranti
Al Consiglio comunale di Como del 20 febbraio, Celeste Grossi (Paco-Sel), con una dichiarazione preliminare, ha denunciato le violazioni dei diritti umani in città a danno dei migranti ai quali non si riconosce dignità di persona e diritti pur sanciti anche dalla Costituzione italaiana. Con la preliminare Grossi chiede al sindaco Mario Lucini di «verificare la situazione e, in assenza di provvedimenti positivi, di impegnarsi perché questa non diventi la risposta delle istituzioni alla necessità di accogliere molte più donne e uomini di quanti trovano posto nel Campo governativo di via Regina Teodolinda».
«Trasferimenti a Taranto migranti. Preliminare Celeste Grossi (20.2.2017)
Nella giornata di oggi si sono susseguite angoscianti notizie sull’applicazione anche a Como del giro di vite deciso dal ministro dell’Interno Minniti. Un’azione lesiva dei diritti dei migranti, pretestuosamente divisi tra “regolari” e “irregolari”, che aggrava la condizione già difficile di chi precipita in una invisibilità da cui non riesce a emergere, a causa di una legge inapplicabile, come la Bossi-Fini, e di trattati internazionali, più volte rivisti, come quello di Dublino, ma tuttora inadeguati al mutamento della situazione.
Stamattina intorno alle 11 nella nostra città si sarebbe svolta una perlustrazione, che, iniziata con gli ospiti di Porta aperta, sarebbe continuata in strada a San Rocco e in via Milano. Chi tra i fermati dalla polizia non ha potuto esibire documenti ritenuti adeguati sarebbe stato prima condotto in Questura e poi fatto salire su un autobus – uno di quelli che con gravissimo spreco di denaro pubblico – vengono affittati per trasferire a Taranto e in altri Hot spot i migranti.
Questa pratica inumana, già adottata in altre città italiane di frontiera, non smette per questo di essere ingiusta e inefficace. È del tutto insensato spostare da un capo all’altro dell’Italia persone che pochi giorni dopo sono nuovamente in viaggio per raggiungere la nostra città, spinte dal desiderio e dalla necessità di varcare la frontiera per sfuggire a guerra, violenza e povertà e per trovare pace e futuro.
Contro questa pratica abbiamo attivato in città una mobilitazione civile con la fotopetizione promossa da Como senza frontiere.
Esprimiamo forte rammarico, denunciamo la gravità di questa pratica, che oltre a ledere diritti umani, umilia una città capace di accoglienza solidale e concreta, come la nostra.
Chiediamo al sindaco di verificare la situazione e, in assenza di provvedimenti positivi, di impegnarsi perché questa non diventi la risposta delle istituzioni alla necessità di accogliere molte più donne e uomini di quanti trovano posto nel Campo governativo di via Regina Teodolinda». [Celeste Grossi, Paco-Sel]
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