“Illegal”: la graphic novel che racconta le storie dei migranti

Sabato 13 gennaio, nella sede di Luminanda, è stato presentato “Illegal”, graphic novel candidata agli Irish Book Awards che racconta la storia del piccolo Ebo in viaggio dal Ghana a Pozzallo alla ricerca del fratello. L’iniziativa, organizzata dall’associazione Luminanda, ha visto la partecipazione di uno dei due autori, Andrew Donkin, dell’illustratore Giovanni Rigano e di diversi relatori del terzo settore del territorio, i quali hanno contribuito ad approfondire, anche con la narrazione di esperienze vissute, il tema dei migranti in relazione con la realtà comasca.

Una modalità inedita di raccontare il fenomeno migratorio degli ultimi anni: è questo probabilmente il più grande valore di Illegal, che attraverso un mezzo come il fumetto affronta uno dei temi più importanti degli ultimi anni con una visione originale, profonda e per nulla pietistica.

Come hanno potuto spiegare al pubblico Giovanni Rigano e Andrew Donkin (assente purtroppo l’altro autore, Eoin Colfer, per causa di forza maggiore), l’idea nasce da un articolo di giornale letto da Donkin e Colfer che riportava della morte di più di cento migranti nel mar Mediterraneo. Il pezzo, mostrato al pubblico presente, racconta la tragedia con un registro comunicativo votato alle analisi numeriche più che all’aspetto umano della storia, coerentemente accompagnato da una foto che immortala centinaia di persone indistinguibili tra loro su un barcone. Da quell’immagine nel trafiletto nasce nei due scrittori l’intenzione di zoomare su un singolo viso, umanizzarlo ed ergerlo a simbolo delle storie di tutti quelli che affrontano il lungo viaggio verso l’Europa: «Abbiamo pensato che quelle sul barcone erano persone con una famiglia, sogni, una squadra di calcio preferita» ha affermato Donkin. I due, profondamente toccati a livello umano dalla vicenda, hanno così espresso a Rigano la volontà di realizzare un lavoro dedicato al tema, accolta con entusiasmo dall’illustratore.

Il titolo dell’opera esprime volutamente una critica strettamente legata alla celebre riflessione del premio Nobel Elie Wiesel: «Nessun essere umano è illegale per definizione. Questa è una contraddizione in termini. Gli esseri umani possono essere più o meno belli, possono essere grassi o magri, giusti o sbagliati, ma illegali? Come può un essere umano essere illegale?». Purtroppo nella traduzione italiana del titolo, Clandestino, si perde il nesso linguistico al pensiero di Wiesel ma il senso non cambia. [E. Colfer, A. Donkin, illustrato da G. Rigano, Mondadori, 2017, pagg. 140, 14 euro]

«Questa è una storia significativa di cui vado particolarmente fiero» ha dichiarato Rigano, il quale ha avuto modo di raccontare le origini della graphic novel e il lungo lavoro intrapreso dai tre autori: Illegal è infatti il primo lavoro realizzato comunemente da tutti e tre gli artisti, i quali si sono dedicati fino ad oggi per lo più ad adattamenti di scritti di Colfer. Trama e illustrazione sono state create intrecciandosi e influenzandosi reciprocamente, grazie al coinvolgimento pressoché immediato di Rigano nella stesura del soggetto: ne è nata una sceneggiatura quasi cinematografica, dove il soggetto di Donkin e Colfer si è amalgamato con la visione grafica di Rigano, dando vita ad un flusso continuo di creatività fino al completamento del lavoro.

L’opera ha lo scopo preciso di raccontare le storie dei migranti dal punto di vista di un bambino, in modo che i coetanei del protagonista possano immedesimarsi nella vicenda e comprenderla più a fondo, ma non è rivolto esclusivamente ai più giovani. Nella vicenda di Ebo, il protagonista, si celano molteplici storie vissute da molteplici protagonisti: tutto ciò che viene illustrato e raccontato nella graphic novel corrisponde a vere esperienze affrontate da diversi migranti, unite in un’unica trama e “fatte vivere” al bambino partito dal Ghana. Ebo rappresenta così se stesso e allo stesso tempo assurge a emblema della figura del migrante, raccogliendo in sé le storie, gli amori, le sofferenze e i sogni di tutti coloro che sono partiti per tale viaggio.

Hanno ulteriormente arricchito la presentazione gli interventi di Laura Fagetti del Centro servizi volontariato Insubria,Patrick Keki, che ha raccontato la sua esperienza di profugo accolto a Como, Fabio Cani, portavoce di Como senza frontiere, e della cooperativa Symploké, i quali hanno sottolineato come Illegal sia un lavoro prezioso e utile per l’approfondimento del fenomeno migratorio; di fatti, oltre a presentare il tema sotto una luce differente da quella “tradizionale”, valorizza le storie dei profughi e ne umanizza i protagonisti, troppo spesso ridotti a mero dato da aggiornare o addirittura corpo estraneo minaccioso per il paese di accoglienza. Coinvolgente il racconto di Patrick, giovane migrante giunto in Italia nel 2011, che ha avuto il coraggio di riportare al folto pubblico presente il proprio viaggio dalla Nigeria all’Italia.

Illegal riesce quindi a narrare le vite di molte persone in una veste originale, curata e per nulla sbilanciata verso il lato drammatico e violento (che pure ha un peso specifico notevole ed è rappresentato nella giusta misura nel fumetto); riesce anche a trasmettere quella sensazione onirica propria di chi compie un lungo viaggio verso una meta lontana, in apparenza irraggiungibile, contro ogni avversità. Rappresenta un modo arguto e consapevole di analizzare e approfondire l’argomento con completezza e umanità, senza mai dimenticare che, per quanto si possano citare cifre e snocciolare dati statistici, ognuno di quei numeri elencati è una donna, un uomo o un bambino “con una famiglia, sogni, una squadra di calcio preferita”.

Già online sul canale di ecoinformazioni i video dell’iniziativa di Gianpaolo Rosso.

[Vincenzo Colelli, ecoinformazioni] [Foto di Fabio Cani e Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]

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