Campo governativo/ Osservatorio giuridico: «Tutte le questioni aperte sono rimaste irrisolte»

L’Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti di Como, impegnato con molteplici attività per assicurare ai migranti i diritti che la legge dovrebbe garantire e che spesso “consuetudini” e regolamenti sacrificano colpevolmente con gravissimo danno per le persone (minori e adulti), interviene sulle  violenze a un bambino nel Campo governativo di Como di via Regina Teodolinda. Come è noto si tratta di un campo dalla natura “ibrida” e oscurato al controllo della politica e dei media tanto che le poche notizie che su esso sono disponibili derivano da visite di parlamentari italiani/e o europee che per qualche ora diradano la copertura della segretezza su ciò che in esso accade.

Nel comunicato l’Osservatorio muove ancora una volta la circostanziata denuncia di una situazione intollerabile di promiscuità, innumerevoli volte sottolineata anche nel Consiglio comunale della città e con lettere al prefetto e sulla stampa, da diverse forze politiche, da Como senza frontiere e dalle organizzazioni italiane e europee che si occupano dei diritti e della salute dei bambini, delle donne e degli uomini che in Italia invece di accoglienza trovano strutture chiuse e  inadeguate. Leggi nel seguito il testo integrale del comunicato.

«La notizia di un episodio di violenza su un bambino di 6 anni avvenuto all’interno del campo governativo di via Regina Teodolinda non può lasciarci indifferenti.

Come avvocati impegnati in città sul tema delle migrazioni ci sentiamo, pertanto, chiamati ad esprimere alcune valutazioni a margine di un episodio di tale gravità, senza entrare nel merito della specifica situazione che è ancora oggetto di indagine.

L’Osservatorio per i diritti dei migranti opera sul territorio da quasi due anni e si è ora costituito formalmente in associazione. Fin dalla apertura del campo, nel settembre del 2016, abbiamo evidenziato possibili criticità nella gestione dei migranti in transito, fra cui molti minori non accompagnati, e abbiamo offerto collaborazione alle istituzioni per prevenire possibili problematiche oltre che per fornire un ausilio all’orientamento legale dei migranti all’interno del campo stesso. Abbiamo anche evidenziato nelle sedi opportune che ritenevamo quanto meno dubbio l’inquadramento giuridico della struttura e la conseguente assenza di regole certe per il suo funzionamento, rilevando la criticità della presenza di un alto numero di minori in un centro che non è in grado di offrire loro i servizi adeguati. La promiscuità tra adulti e minori, e il concreto pericolo di violenze nei confronti dei soggetti più deboli e vulnerabili, donne e minori, ci ha preoccupati da subito, ma abbiamo confidato in un progressivo miglioramento della situazione, una volta risolta l’emergenza. Purtroppo constatiamo che tutte le questioni aperte sono rimaste irrisolte nonostante gli sforzi negli scorsi mesi per garantire l’applicazione delle leggi a tutela dei minori da parte dell’ Ufficio del Giudice Tutelare con il quale l’Osservatorio ha collaborato, e nonostante siano state sollecitate soluzioni anche da autorevoli soggetti esterni, quali Medici senza Frontiere, Save the Children e Intersos. Nel rapporto Intersos si condanna esplicitamente la prassi scorretta nei confronti dei Msna [Minori stranieri non accompagnati]  e cioè la loro “collocazione in centro di transito ad altissimo tasso di promiscuità, tra ospiti e tra personale Cri e ospiti, e senza servizi”.

L’ultimo episodio accaduto ad un bambino di soli sei anni deve richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni e operatori coinvolti nella gestione del fenomeno migratorio affinché tali questioni vengano ora finalmente affrontate e risolte, in modo da garantire ai minori e alle persone vulnerabili tutti i diritti che vengono loro riconosciuti dalla legge». [Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti di Como]

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