
Mai più stragi, in centinaia in piazza contro la ‘ndrangheta
Il 5 luglio a Milano si è tenuta la manifestazione Mai più stragi, la prima manifestazione nazionale contro la ‘ndrangheta mossa dal sostegno verso il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, minacciato di morte. Circa 600 persone, tra associazioni e sigle sindacali, hanno esposto striscioni e urlato a gran voce contro la ‘ndrangheta, contro tutte le mafie e tutte le stragi – anche di stato.
Un’occasione soprattutto di riflessione e raccoglimento. Il 5 luglio a Milano si è tenuta la prima manifestazione nazionale contro la ‘ndrangheta che per il tema, non sempre tra le priorità di media e politica, ha riscontrato una buona partecipazione.
Numerosi e significativi gli interventi che si sono succeduti sul palco montato per l’occasione. Tra i primi quello di Marco Granelli, assessore alla sicurezza del comune di Milano, che ha posto l’accento sull’importanza della Lombardia per la mafia in quanto «luogo dove investire risorse». «Oggi questa piazza è un messaggio forte, della società, dei cittadini e delle istituzioni. Qui non c’è spazio per chi vuole infiltrarsi», ha affermato Granelli citando le olimpiadi del 2026 e le molte risorse Pnrr, i tanti cantieri aperti.
«La strada è in salita anche a causa delle azioni dei decisori politici che abbassano l’asticella», ha affermato Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia. «Bisogna andare nelle scuole, nelle piazze e nei bar perché lì è la vera lotta. Perché le mafie sono un atteggiamento culturale e un problema nichilistico, di una volontà di potenza che con il denaro pensa di poter avere tutto». Follow the money. ha insegnato Falcone. E a Milano di denaro ne passa eccome. Morra ha sottolineato la semplicità e linearità di Nicola Gratteri e l’importanza di questa manifestazione, nella città in cui Lea Garofalo, testimone di giustizia, venne uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009.
Secondo Alessandra Dolci, coordinatrice della Dda di Milano, la scelta di questa città è significativa. In una regione che ha visto l’Indagine Crimine Infinito partire grazie alla sinergia di magistrati come Boccassini, Prestipino, Pignatone, Dolci e dello stesso Gratteri. «Gratteri è un’anima semplice, come me. La ‘ndrangheta è una e se non c’è sinergia tra magistrati calabresi non si va da nessuna parte, e con Nicola questa c’è sempre stata», ha affermato la procuratrice Dolci con un velo di emozione. «La mafia è presente da una parte ma i movimenti antimafia crescono sempre di più dall’altra. Forza Nicola siamo con te».
La presidente della Commissione Antimafia della Lombardia, Monica Forte ha ricordato i diversi passaggi drammatici della storia repubblicana. «La storia del paese è lì severa e immutabile a ricordarci come ogni passaggio di epoca abbia chiesto il tributo di sangue dei migliori. Tutti morti anche a causa della pochezza di chi doveva esporsi e l’isolamento subito dallo stato. Chiediamo a pochi di batterci per noi ma poi non facciamo nulla». E sul presente ha esortato le istituzioni a fare di più. «Si stanno ripetendo oggi gravi errori. Quello che sta accadendo a Lamezia Terme ne è un esempio. Serve maggiore presenza statale nel processo Rinascita Scott, al fianco di chi lotta».




Moltissimi gli interventi e i monologhi di numerosi attori e attrici, con storie tratte da testi e libri di vittime di mafia, messi in scena sia in remoto che in presenza. Tutti e tutte persone dello spettacolo e non schierate con Gratteri. Tra i tanti: Ficarra e Picone, Pif, Marco Travaglio, Luca Zingaretti, Valentina Petrini, Massimo Giletti, Gianluigi Nuzzi, Michele Placido, Pino Aprile. Tra i rappresentanti del mondo cattolico in piazza anche le Acli, e poi i videomessaggi dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini e di Attilio Nostro, vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, una terra distrutta dalle ‘ndrine. Nostro ha ricordato don Pino Puglisi, ucciso da Cosa Nostra, e espresso un pensiero anche ai tanti ragazzi che finiscono nel giogo mafioso. «Nelle visite di noi sacerdoti troviamo ragazzi illusi da un finto sogno che è un incubo da cui l’Italia deve risvegliarsi».
A prendere le parti di Nicola Gratteri anche Alessandro Pagano, segretario regionale Cgil Lombardia in rappresentanza di Cigl-Cisl-Uil con un intervento veemente ed emozionato. Poi Vincenzo Linarello, il presidente di Goel, gruppo cooperativo che ha organizzato la manifestazione, che si è rivolto direttamente agli ‘ndranghetisti, presenti in piazza. «Mi rivolgo ai mafiosi qui presenti, perché lo so e lo sapete che ci sono anche in questa piazza e ci ascoltano. Gratteri non si tocca!». Dopo aver raccontato poi la loro esperienza di lotta, fatta anche di feste organizzate per riparare i continui danni subiti, Linarello ha affermato che sono finalmente 5 anni che la ‘ndrangheta non li colpisce. «Una festa li ha fermati».
Feste, manifestazioni di piazza e movimenti per un cambiamento culturale. Anche questo può fare da argine al proliferare di tutte le mafie e forse porre fine a queste reti criminali di profitto, che insieme alla paura è elemento fondante del sistema mafioso legato all’immobilità o complicità di parte della società. Per porre quindi fine a tutte le stragi, anche a quelle di stato. [Daniele Molteni, ecoinformazioni]






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