Student3 in piazza per le carriere alias

È stato un pomeriggio di mobilitazione transfemminista quello di lunedì 11 settembre: sotto il palazzo della regione Lombardia, infatti, si è svolto un presidio studentesco per l’autodeterminazione dei corpi nei luoghi della formazione e, nello specifico, contro la mozione promossa da Fratelli d’Italia per bloccare le carriere alias negli istituti lombardi.

Tra Uds, Link, Rete della conoscenza, collettivi autonomi e Coordinamento dei collettivi studenteschi, almeno quattrocento persone hanno risposto alla chiamata, lanciata tempestivamente quando si è diffusa la notizia delle intenzioni delle forze politiche di palazzo. Iniziativa del partito di governo accompagnata, peraltro, da una serie di mail che, in anticipo rispetto al voto della mozione, sono state inviate a diversi istituti caldeggiando la rimozione di questo dispositivo.
L’iniziativa, però, sembra trovare dura resistenza all’interno dei luoghi del sapere locali, e la partecipazione al presidio ne è chiara testimonianza. 

Peraltro, la battaglia transfemminista ha nelle carriere alias solo un primo passo, basilare per il riconoscimento ed il benessere psicologico di una non irrisoria fetta di componente studentesca. Solo per dare un’idea, il tema del riconoscimento di genere e del nome di elezione è messo al centro non solo in scuole ed università, ma anche (e non da pochi anni) all’interno del mondo del lavoro. 
Ciò di cui si tratta è un elemento cardinale dell’accessibilità agli spazi di lavoro e formazione per le persone non cis, negando il quale non solo si commette una pesante violenza psicosociale, ma si compromette anche la presenza sul luogo di studio o lavoro delle persone misconosciute. 

Le carriere alias quindi non vanno tolte, ma anzi estese a tutti i luoghi di studio, e costituiscono solo un primo passo verso una scuola ed una società realmente transfemminista. Ciò che chiedono studenti e studentesse è infatti di potersi autodeterminare e formare, riacquistando potere sui propri corpi e venendo educati a piacere, consenso e sessualità. 
Ciò che rivendicano l3 student3, insomma, è una vera e propria educazione transfemminista che peraltro sembra sempre più urgente in una società sempre più vessata da casi di violenza fisica e psicologica anche da parte di giovanissimi, sia essa sulle donne o su persone non conformi ai canoni eteronormativi.

Invece che ostacolare la trasformazione sociale, le forze politiche istituzionali dovrebbero farsene portavoce dato che, la cronaca lo insegna pressoché quotidianamente, un cambio di rotta è ormai necessario. Laddove la politica sembra miope rispetto all’importanza dell’ attivazione in questo senso, comunque, il corpo studentesco promette battaglia nelle piazze, in scuole ed università e in tutte le sedi di confronto e conflitto rispetto alle istituzioni ed agli enti competenti. 

Il presidio studentesco si è sciolto lasciando spazio ad una piazza analoga organizzata dal Pd e partecipata, tra gli altri, da Sentinelli, Famiglie arcobaleno, Unione dei giovani di sinistra ed altre sigle di quell’area politica, rispetto a cui le studentesse autonome hanno espresso (solo verbalmente) forte conflittualità. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]

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