Strati della cultura/ Fermento associativo

Strati della cultura è un appuntamento fondamentale per un’associazione in eterogeneo e perenne movimento come Arci: col tempo i tre giorni, tradizionalmente passati tra i comitati dell’Emilia Romagna, sono diventati crocevia di scambi e confronti tra persone e circoli di tutta Italia.
Un prezioso contenitore in cui far fermentare insieme progetti già avviati e nuove idee, politica, ideali, attivismo e questioni sociali, in un bellissimo ribollire di legami tra territori e strutture nazionali capace di sintetizzare ancora una volta quella formula che rende unica, a modo proprio, l’Arci.
L’edizione 2023 si è svolta, dal 26 al 28 ottobre, tra le strade e gli ambienti di Imola, con il circolo Estro a fare da ospite attivo accanto al vivace centro giovanile Ca’ Vaina e al teatro dell’Osservanza (immerso nel bellissimo contesto di un ex manicomio, tra i più grandi d’Italia, ripensato come polo culturale); con una partecipazione tra le più alte e felici in quasi vent’anni di storia, Strati della cultura prova ad interrogare (e interrogarsi) sul rapporto tra gli spazi (associativi, ma non solo) e pratiche culturali o artistiche, in cui variamente si declinano politica e dialogo intergenerazionale.

Tre giorni di confronto, seminari, pièce teatrali, panel, presentazioni, concerti e workshop sullo “stato dell’arte” (presente e soprattutto futuro), capaci di cementare, insieme a convivialità e un ben ritrovato stare insieme, progetti e orizzonti associativi: dal passo che l’Arci intende tenere all’interno del Terzo settore (e nella riforma che ne sta drasticamente cambiando l’essenza) alla costruzione di un’amministrazione condivisa per una gestione migliore degli spazi della cultura, passando per riflessioni su come ripensare la pedagogia, spunti scintillanti sui festival Arci, dialogo critico per “immaginare altri modi e mondi possibili” ripensando la cultura anche all’interno di spazi abitativi cittadini.
Agli incontri frontali si alternano da sempre fasi più operative, quest’anno particolarmente varie e interessanti (dallo studio dell’intelligenza artificiale alla possibilità di mettere in rete i festival, alla sicurezza e benessere psicofisico dentro e fuori i circoli) e momenti in cui musica e teatro non diventano solo un intermezzo ricreativo, ma tornano ad essere il nucleo pulsante da cui ripartire per continuare a tessere, instancabilmente, una rete solida e duratura su tutto il territorio nazionale ed «essere», sempre di più, «moltitudine».
D’altronde, citando le parole della presidenta onoraria Luciana Castellina (le cui esortazioni a cambiare un sistema sempre più corrosivo, disuguale e opprimente, non mancano mai di agire come tonico per gli spiriti), «noi, la rivoluzione, la facciamo ballando». [Sara Sostini, ecoinformazioni]

I video, di Dario Onofrio, ecoinformazioni, di Strati della cultura 2023, sono raccolti sottoforma di playlist per ciascun incontro. Per guardarli tutti, basta cliccare sul primo video e poi scorrere i successivi sulla parte destra della schermata.

26 ottobre/ Femminismi. Parole plurali

26 ottobre/ Lo spazio delle idee

Guarda le foto di Dario Onofrio del primo giorno.

27 ottobre/ Dove nasce l’esperienza culturale? Il quadro d’insieme/ Amministrazione condivisa delle politiche e degli spazi per la cultura/ Pratiche di produzione artistica tra istituzioni e territorio

27 ottobre/ Riabitare le piazze, accendere visioni

Guarda le foto di Dario Onofrio del secondo giorno.

28 ottobre/ Verso una pedagogia comunitaria

28 ottobre/ Willy. Una storia di ragazzi

Guarda le foto di Dario Onofrio del terzo giorno.

Guarda Femminismi illustrati, il report di Sara Sostini sui lavori durante i tre giorni del gruppo Politiche di genere.

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