Arci

L’Arci di Como alla Bjcem

virale-150x150Continua a Skopje la 14° edizione della Biennale dei Giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo che fino al 13 settembre vedrà esibirsi 700 artisti fra i 18 e i 35 anni provenienti da 46 paesi. Tra essi anche la delegazione dell’Arci di Como.

L’evento al quale in questi giorni stiamo assistendo è da sempre è al centro delle attenzioni dell’Arci, che, a partire dal 1984, con l’ideazione dell’evento da parte di Arci Kids ha contribuito al suo travolgente successo fino alla nascita dell’Associazione Bjcem.
La principale finalità della Bjcem è sostenere e promuovere la creatività giovanile, gli scambi internazionali e sviluppare pacifiche relazioni in Europa e nel Mediterraneo, superando frontiere politiche e geografiche.
Arci, che da sempre lavora sulla promozione dei giovani artisti, dei loro spazi e tessuto associativo, investe, sia economicamente che dal punto di vista delle risorse umane, nella Biennale mediante progetti, proposte ed azioni di cui questa 14^ edizione è particolarmente ricca.
“Virale:la creatività è un virus che contamina reale e virtuale”, il progetto realizzato da Arci Lombardia, Como, Lecco e Milano che ha coinvolto 60 giovani lombardi impegnati in tre Cantieri Creativi Territoriali ed un Workshop Regionale, è approdato a Skopje per dar vita all’installazione multimediale Cooking Skopije, attivare il social network virale.org, realizzare un workshop sull’open hardware tenuto da Massimo Banzi, cofondatore di Arduino.
Virale è stato presentato lunedì 7 settembre davanti ad un pubblico composto per la maggior parte da giovani e sta continuando a svilupparsi in questi giorni con la creazione di un video reportage.
Cooking Skopije, l’installazione multimediale inaugurata presso la Creativity House di Skopije è frutto del lavoro svolto da 13 creativi lombardi durante il Workshop Regionale ed è una proiezione di immagini animate interattive: una riflessione sul tema della città e sulle dinamiche di pianificazione urbana.
I visitatori della Biennale possono partecipare attivamente alla realizzazione di una città immaginaria aggiungendo, mediante l’utilizzo di utensìli da cucina collegati a Arduino, gli ingredienti che andranno a formare la propria città ideale mediante l’inserimento di diversi elementi architettonici (aree verdi, edifici storici, complessi industriali e abitazioni): come in cucina ingredienti diversi si fondono creando un’armonia di sapori, nella nostra città immaginaria gli elementi architettonici e funzionali si combinano fra loro dando vita a scenari sempre nuovi.
Dal 4 settembre è attivo virale.org, un social network che vuole essere spazio virtuale di incontro e contaminazione per la creatività europea e mediterranea, sono già disponibili racconti, foto e video dei protagonisti della Biennale.
Massimo Banzi oggi ha condotto per Arci Milano,un workshop sull’uso delle tecnologie open hardware, analizzando il caso Arduino, di cui è stato protagonista, conquistando notorietà mondiale.
Nello stesso giorno Arci Viterbo attraverso il progetto Cantieri d’Arte ha proposto il workshop “Public Invasion”, incentrato sull’esperienza di diversi artisti che sono stati invitati a realizzare progetti site specific per il contesto urbano. Dai progetti di Recetas Urbanas, studio spagnolo che promuove l’autocostruzione di spazi vivibili all’interno di luoghi abbandonati o inutilizzati, fino alle costruzioni effimere del collettivo francese Exyzt, la presentazione del workshop si è incentrata sull’analisi di differenti metodologie dell’intervento artistico nello spazio pubblico. Marco Trulli, curatore del progetto, ha illustrato gli interventi pubblici che hanno destato reazioni clamorose sulla stampa locale e tra i cittadini di Viterbo (Guggheneim collection, campagna pubblicitaria fittizia di Ozmo, Un edificio qualunque, targa commemorativa del duo bolognese Mattes e Whispers, un progetto audiovisuale per un sottopassaggio pedonale realizzato dal collettivo siciliano Laboratorio Saccardi). I partecipanti sono stati invitati a compiere una deriva nella città di Skopje, mappando con tutti i mezzi a disposizione le stratificazioni che sussistono all’interno della città macedone. La restituzione di questa mappatura collettiva verrà realizzata il 10 settembre in un luogo simbolo della città: la vecchia stazione abbandonata distrutta dal terremoto nel 1963. In questo spazio, simbolo dell’evento tragico che ha generato una seconda vita di Skopje, gli artisti partecipanti lavoreranno per due giorni producendo letture e visioni nuove della città.
In questi giorni Skopje è stata attraversata dalla vivacità della Apulia Caravan, progetto dell’arci Puglia, che ha trasformato il viaggio da Bari a Skopje degli artisti selezionati da semplice trasferimento ad esperienza creativa e formativa, con l’idea di costruire un ponte ideale tra la città di Bari e il sud-est del Mediterraneo, in omaggio all’idea di regione “strabica”. Gli artisti infatti hanno raggiunto Skopje in nave e autobus, arrivando alla Biennale al termine di un viaggio attraverso l’Adriatico e l’Albania, trasformano la criticità degli spostamenti in un’opportunità di crescita culturale.
Dell’Apulia Caravan fanno parte oltre alla delegazione ARCI Puglia e ai 16 artisti Pugliesi, anche due artisti africani adottati dall’ARCI Puglia che grazie al progetto Apulia Caravan hanno potuto partecipare alla Biennale di Skopje.
Gli scrittori dell’Apulia Caravan hanno organizzato domenica scorsa 6 setembre un reading informale in un Caffè del quartiere albanese della città al quale hanno partecipato molti artisti (scrittori e no) a Skopje per la biennale, ma anche tantissimi ragazzi, poeti e scrittori del posto. Un bellissimo momento di coinvolgimento informale della città terminato oltre le due di notte con un furibondo giro di pizzica. Il viaggio dell’Apulia Caravan diventerà nei prossimi mesi un documentario firmato da Andrea Clauser e rossella Piccinno.
Nel bellissimo scenario del Kshumli An, Barbara Cupisti ha proiettato “Forbidden Childhood”, prodotto da Rai Film e distribuito da Ucca e Arci, filmato documentario sulla condizione dei giovani palestinesi: un momento di critica ed attualità che bene si è inserito nel contesto creativo tipico dell’evento Bjcem. [Laura molinari per ecoinformazioni]

Leggi razziali. D’Antuono: “Mi vergogno di essere italiano”

Un appello al mondo dell’associazionismo e della sinistra dal presidente dell’Arci comasca contro il nuovo Testo unico sull’immigrazione. Di fronte alla barbarie dilagante nelle leggi razziali del governo D’antuono è amareggiato: «Mi vergogno di essere italiano»

 

Il presidente dell’Arci provinciale di Como, Enzo D’Antuono, lancia un appello «a tutte le associazioni e alle forze politiche ad unirsi, al di là delle differenze, per far sentire la voce del popolo italiano che non ci sta ad accettare i provvedimenti razzisti che caratterizzano il Testo unico sull’immigrazione».

«Un testo – ha proseguito D’Antuono – che segna un’ulteriore tappa del processo di costruzione di uno stato razzista».

Quella in corso è per l’esponente dell’Arci una lotta contro i poveri che segue una filosofia vessatoria contro le persone in situazioni di disagio con provvedimenti «come la schedatura dei clochard e l’aumento del costo dei permessi di soggiorno, che per una famiglia di quattro persone toccherà i mille euro, denaro che consentirebbe di aiutare i loro parenti nel paese di origine».

Una situazione preoccupante per D’Antuono che ripone comunque le proprie speranze nella «grossa fetta di italiani che non ci sta anche se non riesce a farsi sentire».

«In certi casi mi vergogno di essere italiano» ha concluso ribadendo l’impegno per uno forzo culturale e sociale a sostegno dei più deboli con un’ulteriore intensificazione dell’impegno dell’Arci, da sempre attiva su questi temi.

Presenza pacifista

 

dinPresenza silenziosa per la Pace in Palestina sabato 10 gennaio dalle 15,30 alle 16,30. All’iniziativa proposta dalle Donne in nero partecipa l’Arci provinciale ed il Coordinamento comasco della Pace ha invitato a partecipare i suo aderenti e tutti i cittadini.

L’iniziativa dei pacifisti lariani ha come primo obbiettivo la mobilitazione per il cessate il fuoco previsto anche dalla risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu all’unanimità (con la sola astensione degli Stati Uniti) nella sessione dell’8 gennaio 2009. Riprendendo le parole dell’appello della Tavola della Pace gli organizzatori chiedono: «Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?».

Cara libertà di stampa

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La serata è stata inframezzata dall’accompagnamento musicale della Orchestrina del suonatore Jones e da una pausa di degustazione di vini del circolo Arci Terra e libertà.
Sul palco Valentino Parlato, il manifesto, e Pierluigi Sullo, Carta, hanno dialogato con Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni, sulla crisi che colpisce l’editoria di sinistra in Italia.
«Se siamo ancora vivi lo dobbiamo a voi – ha esordito Parlato – Tremonti ha proposto di tagliare 3-3,5 milioni di euro per la stampa, ma dato che avrebbe colpito anche giornali come Avvenire, il Secolo d’Italia o la Padania hanno prorogato di un anno i tagli». «Non vi chiediamo solo soldi, scrivete critiche anche aspre e cattive, se no corriamo il rischiamo di addormentarci tutti. il manifesto ha bisogno di dialogo anche per crescere e migliorarsi».
«Siamo in un periodo difficile – ha aggiunto il presidente de il manifesto a proposito delle difficoltà della sinistra politica – con il rischio di una notte d’inverno a causa di una crisi come quella del ’29 che, con l’impoverimento delle classi medie, ha portato al fascismo e al nazismo». È andato oltre Sullo che citando Paul Ginsborg ha parlato di fine della democrazia: «Ormai non siamo più in una democrazia, ma in una fiction, ne è un esempio la vicenda della Commissione di vigilanza Rai che è di fatto un vaudeville».
«I media sono totalmente cambiati – ha spiegato il direttore di Carta –, noi, oltre al settimanale, produciamo un quotidiano on-line pubblicato alle 5-6 del pomeriggio sul nostro sito. Il New York Times ha affermato che entro cinque anni non avrà più una versione cartacea e sarà solo on-line. La distribuzione in edicola ci ammazza, dati i costi e l’obbligo di dovere stampare un elevato numero di copie, per questo puntiamo sugli abbonamenti che ci garantiscono delle entrate sicure e anticipate».
«La machina dell’informazione del tipo Murdoch e quindi Sky non ha più come obiettivo la formazione di un’opinione pubblica, il vecchio quarto potere, ma di trovare contatti, clienti per gli investitori pubblicitari — ha proseguito Sullo – l’informazione così come la democrazia non c’è più».
Alla stampa di sinistra è rimasto quindi solo un ruolo di testimonianza? Sullo ha fatto due esempi di silenzio dell’informazione l’Assemblea nazionale degli studenti di Roma, di cui non ha parlato nessun media nazionale, e lo sgombero del presidio contro la Turbogas ad Aprila, di cui non ha parlato neanche la Repubblica, dato che la Sorgenia che dovrà costruire l’impianto è di De Benedetti presidente del Gruppo editoriale l’Espresso. Per il direttore di Carta «il nostro compito è quello di ricostruire quei collegamenti che una volta erano dati da anni di lotte, permettendo un collegamento fra i tentativi di creare una differente democrazia, come in Val di Susa, e altri modi di vivere, che a volte non vengono considerati come politici, come i Gas (Gruppi di acquisto solidale) che sono un po’ come le mutue operaie di fine ‘800».
Il dibattito col pubblico, raccogliendo la richiesta di Parlato, ha toccato i punti i più disparati e avanzato qualche critica partendo dal rapporto con altre testate comuniste come Liberazione.
Per alcuni è stata una scelta assurda quella di pubblicare un altro quotidiano comunista, mentre altri hanno difeso la necessità per un partito come Rifondazione di avere un proprio organo di informazione.
La forma e la sostanza dello scritto del giornale hanno appassionato il pubblico con la richiesta di una scrittura più semplice e vicina alle classi popolari a cui ha risposto Parlato «quando le cose sono difficili e anche più complesso riuscire a spiegarle e a volte l’oscurità nella descrizione deriva anche dal fatto di non avere le idee chiare». Il problema del linguaggio ha anche stimolato Sullo: «Non si può più parlare di un linguaggio, ma di una disintegrazione, ognuno ha un proprio linguaggio». La via per il direttore di Carta è diventare “dei mediatori culturali” che possano fungere da trait d’union tra le esperienze che nascono nei più svariati luoghi d’Italia, dai comitati per l’acqua pubblica alla no Tav. Significativamente la complessità è stata rivendicata anche come stimolo per una crescita personale e un vero approfondimento delle questioni che caratterizza la testata di via Bargoni.
Un acceso dibattito è nato da una richiesta di eliminare dal sottotitolo la definizione di quotidiano comunista, definita «archeologia politica, quando ben poche persone si riconoscono in Italia nella definizione di comunista». Una discussione che si è sviluppata anche sui rapporti che le forze della sinistra cosiddetta radicale, «una definizione del Corriere della sera» ha precisato Sullo, hanno con il Partito democratico. La difesa di una tradizione che si rifà alla rivoluzione francese ed ai tre grandi principi di Liberté, égalité, fraternité è toccata a Parlato, che ha anche ricordato come grandi riforme in Italia siano state fatte quando c’era un Partito comunista all’opposizione più di quando le forze riformiste sono state al Governo.
Una speranza per il futuro sono i 1300 euro di sottoscrizione raccolti durante la serata per le due testate che, come emerso dal dibattito, sono una straordinaria contraddizione non risolta nei confronti del mercato. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Libera stampa il 20 novembre allo Sapzio Gloria a Como

manifesto1Cara libertà, una serata di incontro, festa e sottoscrizione a sostegno della stampa indipendente. Giovedì 20 novembre alle 21 allo spazio Gloria in via Varesina 72 a Como. Organizzano: Arci provinciale e i circoli Arci Terrà e Libertà, ecoinformazioni e Xanadù.

L’attacco delle destre alle libertà e alle radici stesse della nostra civiltà è multiforme. La parte più retriva della politica, purtroppo premiata dal consenso della maggior parte degli elettori, sta intensificando la sua azione per annullare la Carta costituzionale aggirandone principi e precetti. Così nel nostro territorio, a Cantù, trova spazio l’idea razzista e fascista di chiedere a cittadini di denunciare anonimamente al telefono stranieri, persone colpevoli solo di esistere.
Così, impedendo perfino al Parlamento di discuterne e minacciando repressione per chi si oppone, Tremonti, Gelmini e Berlusconi avviano un organico e articolato percorso di distruzione della scuola pubblica.
Così, mentre nel nostro territorio la destra guadagna un nuovo quotidiano e la Giunta Bruni si regala un mensile di autopromozione (a nostre spese), si modificano le leggi sulla stampa per impedire alle poche testate libere residue di esistere.
La bolla informativa e le sue balle, altrettanto pericolose e assassine del disastro finanziario che da essa è stato alimentato e sostenuto, regge e viene difesa dalle destre che fondano proprio sulla disinformazione, sulla paura costruita ad arte con notizie drogate diffuse Porta a Porta la sua stessa possibilità di esistere e di gestire il potere.
Per questo l’idea di Berlusconi è togliere ogni agevolazione, ogni finanziamento, ogni possibilità di vita a chi non lo sostiene e non propaganda quel pensiero unico liberista e guerrafondaio che, sconfitto persino nei mercati tanto da indurre i governi a statalizzare le perdite di scelte economiche dissennate, può guadagnare consenso solo con l’intensificarsi della propaganda e la negazione sistematica della verità.
È l’intero sistema della stampa non asservita al potere che soffre e per questo contiamo sulla partecipazione più ampia all’iniziativa sulla libertà di stampa organizzata il 20 novembre alle 21 allo Spazio Gloria a Como a sostegno de il manifesto e di Carta.
All’incontro partecipano Valentino Parlato – Il manifesto, Alessandro Robecchi – Il manifesto, Gigi Sullo – direttore di Carta. Coordina Gianpaolo Rosso – Arci/ ecoinformazioni. La serata prevede un momento di musica dal vivo e degustazioni di vini con raccolta fondi a sostegno de il manifesto e Carta.

Riapre la stagione dell’Arci Xanadù di Como

Un ricco programma con al centro la rassegna cinematografica dei Lunedì del cinema.

Riapre con una festa l’Arci Xanadù di via Varesina 72. Venerdì 12 settembre lo Spazio Gloria riprende la programmazione alle 21 con un buffet vegetariano e un concerto degli I.Lona Staller, che presenteranno il loro nuovo disco. La serata continuerà, come da tradizione, con un dj set trash con le Sorelle manetta. Un appuntamento dedicato ai soci, che potranno così rincontrarsi per la prima volta dopo la pausa estiva. Per informazioni: tel. 031.4491080, e-mail info@arcixanadu.it, Internet www.arcixanadu.it.

Ritrovarci la festa d’estate

Sabato 30 agosto
al Parco Lissi di Rebbio – Como (via Lissi)
l’Arci di Como organizza

Ritrovarci la festa d’estate

La festa prenderà il via alle 18:
alle 18.30 spettacolo di poesie e musiche dell’Africa nera dei Sinitah meon,
cena a base di Kebab e altre sfizioserie.
Alle 21.30 concerto dei Briganti con le loro travolgenti pizziche, tarantelle e ballate.

Ingresso libero.

Un centinaio di persone al presidio assemblea sui diritti dei migranti

Sabato 12 luglio, finito il nubifragio, meno di cento persone al presidio assemblea sui diritti dei migranti contro razzismo e xenofobia. Al banchetto dell’Arci raccolte 70 adesioni all’iniziativa Siamo tutte tutti rom.

Ancora difficoltà per le associazioni di immigrati comasche, al presidio per il ritiro del pacchetto sicurezza del ministro Maroni, indetto dall’Unione associazioni immigrati di Como sabato 12 luglio in piazza Vittoria a Como, si sono trovati in meno di cento, per lo più italiani, per contrastare la norma che prevede la schedatura dei rom, per la regolarizzazione di tutti gli immigrati che già vivono in Italia, per rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono precaria la vita degli immigrati (ricongiungimenti familiari, tempi di rinnovo, ecc.) e per la libera circolazione di tutti. Significativa l’assenza delle comunità asiatiche e latinoamericane. Tra i presenti comunque grande la determinazione a non interrompere la mobilitazione per i diritti di tutte e tutti. Raccolte 70 impronte per l’iniziativa dell’Arci Siamo tutte e tutti rom.

Arci partecipa alla campagna Siamo tutti rom

Al presidio-assemblea dell’Unione associazioni di immigrati di Como di sabato 12 luglio alle 15 in piazza Vittoria ci sarà un banchetto dell’Arci per partecipare alla Campagna Siamo tutti rom. Il testo integrale del documento sulla raccolta di impronte digitali contro il razzismo e la xenofobia (pubblicato su www.arcicomo.it).

«Siamo tutte e tutti Rom.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che non retrocederà di un millimetro dalla sua decisione, «l’indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom», come viene definita da Famiglia Cristiana.
Anche il Commissario europeo alla sicurezza Jacques Barrot ha ricordato che «non ci possono essere discriminazioni nei confronti dei rom». E Maroni ha dovuto convocare una riunione per convincere il prefetto Mosca, uno dei tre commissari ai rom nominati dal ministro, ad adeguarsi alle sue direttive.
Contro le modalità con cui verrà attuato il “censimento” nei campi nomadi c’è un’indignazione diffusa, espressa da associazioni, cattoliche e laiche, italiane e internazionali, da donne e uomini – intellettuali, giornalisti, politici, – cittadine e cittadini che organizzano nelle proprie città azioni di protesta.
La “schedatura” voluta dal governo evoca nelle cittadine e nei cittadini democratici ricordi di un passato che speravamo sepolto per sempre.
Fermiamo questo scempio della democrazia.
Sabato 12 luglio nell’ambito del Presidio – contro il razzismo e le leggi xenofobe, per il ritiro del pacchetto sicurezza, per la regolarizzazione di tutti gli immigrati che già vivono in Italia, per la libera circolazione di tutti, per rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono precaria la vita degli immigrati – indetto dall’UAI (Unione Associazioni di Immigrati), che si terrà a partire dalle 15, in piazza Vittoria a Como organizzeremo una schedatura volontaria e pubblica.
Verranno raccolte le impronte digitali di cittadine e cittadini che vorranno così esprimere la loro ferma opposizione alle direttive del ministro degli Interni.
Le firme verranno inviate, tramite il Prefetto di Como, al ministro Maroni con un messaggio esplicito: Siamo tutte e tutti Rom.
Arci Como».

“Diamo gambe ai nostri sogni”

Il 5×1000 donato all’Arci per sostenere chi ogni giorno si batte per i diritti, la Pace e la cultura contro ogni discriminazione.

Donare il 5×1000 all’Arci significa sostenere un’associazione che con i suoi circoli promuove giornalmente la socialità e lo svago, la formazione e la cultura per uso intelligente e creativo del tempo libero. Ogni giorno gli uomini e le donne dell’Arci fanno qualcosa di concreto per rendere migliori le nostre comunità, battendosi per la Pace ed i diritti contro ogni discriminazione.
Donare il 5×1000 non costa nulla, dato che il contributo viene prelevato dall’Irpef. Per devolverlo all’Arci è sufficiente inserire il codice fiscale dell’associazione 97054400581 nella sezione del Cud, del 730 e del modello Unico dedicata al “Sostegno del volontariato”. E metterci la firma.