Lake Como Film Festival

13 febbraio/ “Amy. The girl Behind the name” al Sociale

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Lunedì 13 febbraio alle 20.30 al teatro Sociale di Como, in via Bellini 3 verrà proiettato Amy. The girl behind the name [Asif Kapadia, 90′, 2015], per la rassegna I lunedì del cinema. Il filma sarà preceduto da un’esibizione della Teresa Ciceri jazz orchestra diretta da Mauro Ciccarese.

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Micheal Nyman e Peter Greenaway a Como: il contratto del cinema

Tra domenica 17 e lunedì 18 luglio, Como ha potuto vivere, grazie all’incontro tra il Festival Como Città della Musica e il Lake Como Film Festival, una singolare due giorni di cultura: protagonisti il musicista Michael Nyman e il regista Peter Greenaway, noti al pubblico soprattutto per i “loro” film per cui regia e colonna sonora sono uguali motivi di successo.

In effetti il riferimento è proprio un film, The draughtsman’s contract (ovvero “Il contratto del disegnatore”, distribuito con il titolo italiano modificato in I misteri del giardino di Comptom House, proiettato all’Arena nella serata di lunedì), che è in buona misura all’origine della notorietà dei due, almeno in Italia. Gli incontri (separati: domenica sera un concerto con Michael Nyman al piano e lunedì pomeriggio una lecture di Peter Greenway su The landscape contract, ovvero “Il contratto del paesaggio”) hanno fornito alcuni singolari motivi di approfondimento e spunti non banali per un approccio al lavoro comune di regista e musicista. In mezzo a tanti altri elementi, anche discutibili, si intende.


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Il concerto di Nyman comincia con un opportuno omaggio a Nizza, dopo la recente strage sul lungomare “degli inglesi”: la proiezione di A propos de Nice di Jean Vigo e Boris Kaufman, con l’accompagnamento di Nyman, appunto, al pianoforte. La musica di Nyman dal vivo e con lui solo alla tastiera è piuttosto diversa da quella assai rifinita e magistralmente orchestrata a cui si è abituati con le sue opere note (le colonne sonore, in primo luogo); è molto più essenziale, “basica” in un certo senso e quasi rude. Nel caso di A propos de Nice, l’intervento del musicista è in parte svincolato dal ritmo, piuttosto sincopato, del film, ma poi con gli altri pezzi del programma, accompagnati da video girati dallo stesso Nyman in giro per il mondo, si ritrova un terreno più familiare (e convincente) con un rapporto più stretto tra musica e immagine. Verso la fine arriva la sorpresa (e la rivelazione) che può gettare nuova luce anche su The draughtman’s contract: una versione particolarmente intensa di An eye for optical theory (uno dei pezzi più noti della colonna sonora) è usata come musica per uno straordinario spezzone video dedicato alla Morra (compreso il sonoro dei giocatori che scandiscono – in italiano dialettale – i numeri del gioco), con un effetto straniante ed efficacissimo. Di un brano che credevamo di conoscere per bene, e che abbiamo sempre associato alla razionalità di “un” disegno rivolto alla comprensione della natura, scopriamo inedite risonanze emozionali… È al tempo stesso una musica nuova e quella che abbiamo ascoltato tante volte.

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Simmetrico, quasi speculare, è l’approccio a una possibile interpretazione del film attraverso le parole del regista Greenaway. Anche in questo caso la specifica pellicola non è al centro dell’interesse della lezione, ma l’impalcatura generale del discorso serve a chiarire l’intenzione del regista di realizzare film con un linguaggio visivo programmaticamente svincolato dall’«illustrazione di un testo». È questo l’assunto più interessante del lungo discorso di Greenaway, anche se poi nel suo sviluppo non ne tiene troppo conto. Intanto perché l’aspetto “contrattualistico” del rapporto col paesaggio (ben chiarito tra l’altro nello sviluppo narrativo del film sul “contratto del disegnatore”) non viene affatto sviluppato, e avrebbe invece potuto essere estremamente interessante, e poi perché la questione dell’“alfabetizzazione visuale”  (visual literacy), continuamente evocata, viene risolta con battute piuttosto approssimative. Greenaway, assai attento alla questione della traduzione (dedica ovviamente alcuni passaggi polemici al tradimento dei suoi titoli originali e riprende benevolmente la – peraltro bravissima – traduttrice quando rende heaven con “paradiso”!), si fa però sfuggire il non lineare rapporto che corre tra landscape e paesaggio (parola quest’ultima che in italiano ha una storia molto specifica, che la riporta all’origine del rinascimento e al complesso rapporto tra pittura italiana e pittura fiamminga, tanto che Vasari se la prende con gli illetterati che si tengono in casa le “pitture di paesi”), e quindi scivola in modo abbastanza clamoroso sulla priorità inglese nell’“invenzione” del paesaggio, che daterebbe alla fine del Settecento, tagliando quasi tre secoli di storia dell’arte! (In realtà alla fine del Settecento, e agli inglesi, risale l’invenzione del giardino “paesaggistico”, che non a caso in Italia si chiama “all’inglese”, ma questo è un pezzo diverso di storia…)

La questione “linguistica” del cinema visivo / cinema letterario è dunque estremamente complessa e intricata, come hanno evidenziato anche gli esempi portati da Greenaway stesso, tratti tanto dalla sua produzione pittorica (di notevole interesse e qualità) quanto da quella cinematografica. Proprio i suoi film (anche quelli degli esordi, assolutamente sconosciuti in Italia, e di cui grazie alla lezione abbiamo potuto eccezionalmente vedere alcuni estratti) mostrano un rapporto tutt’altro che pacificato tra parola e figura, così che la ripetuta battuta sulla dittatura del testo è apparsa un po’ fuori luogo.

Ma, divergenze di vedute a parte, non capita tutti i giorni di poter entrare nel “laboratorio” di grandi registi e grandi musicisti, e avere la possibilità di verificare le loro idee. Gli incontri di questi due giorni sono un ottimo esempio di come si possa portare avanti un discorso di cultura senza rinunciare allo spettacolo.

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

 

 

 

Lake Como Film Festival alla quarta edizione

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Comincia il 23 giugno prossimo la quarta edizione del Lake Como Film Festival, che fino al 31 luglio porterà una nutrita serie di proiezioni cinematografiche e di varie occasioni di cultura in molti luoghi della provincia, a partire – ovviamente – dal capoluogo.

Come ha tenuto a sottolineare nella sua presentazione il direttore artistico, Alberto Cano, un festival è un’esperienza difficilmente governabile, in cui la regola emergente alla fine è la ricerca “di tutto di più”. Ne scapita un po’ la coerenza della proposta contenutistica, in compenso ne guadagna la ricchezza di opportunità.

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Alberto Cano

Il festival, dunque, da una parte si considera ormai arrivato, dopo tre edizioni di “rodaggio”, a una sorta di maturità e dall’altra si reinventa continuamente. Il programma assomiglia a una serie di scatole cinesi, che dal nucleo centrale delle proiezioni all’Arena del Teatro Sociale si espande (durante la conferenza stampa l’assessore alla Cultura del Comune di Como, Luigi Cavadini, ha usato l’ammiccante espressione “dilaga”) fino al concorso di Filmlakers, dedicato a troupe cinematografiche sotto i 30 anni, ospitate in sette comuni della provincia.

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Luigi Cavadini

Gli appuntamenti di grande richiamo non mancano, a cominciare dal week-end del 17-18 luglio, che vedrà la partecipazione in successione di una grande coppia di artisti del cinema: sabato 17 il musicista Michael Nyman, con un concerto per pianoforte e video, e domenica 18 il regista Peter Greenaway, prima con una lecture intitolata The Landscape Contract (ovvero: il contratto del paesaggio) e poi con la proiezione del suo noto film I misteri del giardino di Compton House (il cui titolo originale suona The Draughtsman’s Contract, cioè: il contratto del disegnatore), con le musiche di Nyman, ormai famosissime.

Da non perdere anche la proiezione della versione restaurata di Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (con la nota escursione a Bellagio).

Intorno, come anticipato, di tutto e di più: brevi serie dedicate a cinema e architettura, oppure alla via della seta, cene a tema, notti stregonesche, omaggi a Luchino Visconti, riletture di squarci di paesaggio lariano nel cinema, film inediti e classici ormai consacrati.

“Un grande schermo sul mondo” è uno dei tanti sottotitoli proposti. E va bene così. Manca ancora però, nonostante varie petizioni di principio e alcuni riferimenti di maniera, la capacità di confrontarsi con la realtà. Del paesaggio e del territorio. Ne sanno qualcosa la città di Como, il Lario e la provincia intera, che faticano a uscire dall’ipocrisia del “ridateci il nostro lago” e dalla retorica “del lago più bello del mondo”.

Ma la realtà – si sa – è sempre più complicata dei film.

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

La presentazione del festival è qui.

Il programma completo del festival è qui.

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Alberto Cano e Francesco Peronese alla presentazione.

22-23 gennaio/ Inaugurazione Spazio Arte&Arte

inaugurazione arte&arte«Un luogo dove la cultura possa trovare modo di esprimersi a 360 gradi», apertura venerdì 22 gennaio alle 18 in via Piadeni 5 a Como, con una mostra di Sarà Jens J. Meyer, già ospite dell’edizione 2009 de Miniartextil Cosmo / E lucean le stelle. Sabato 23 gennaio alle 15, I sogni fan luce, spettacolo teatrale per bambini dai 7 agli 11 anni, scritto da Francesca Marchegiano con Elena Gaffuri, attrice e traduttrice, in collaborazione con Coop AttivaMente, «un percorso per riscoprire insieme l’importanza dei sogni e il coraggio per seguirli»; alle 18, Sweet Dreams, video musicale per la rassegna I Dreaming a cura di Marco Pepe e Lake Como Film Festival; alle 21, concerto di chitarra con Diego Autelitano.

19 giugno/ Insieme per il Nepal

Microsoft Word - - HIMALAYA.docxVenerdì 19 luglio alle 21.30 in piazza Martinelli a Como, associazione Territori, Lake Como Film Festival, Arci Xanadù e Publifutura promuovono una serata con ingresso ad offerta libera di raccolta fondi a favore della popolazione del Nepal colpita dal terremoto. L’inizitiva prevede la proiezione del film Himalaya-l’infanzia di un capo di Eric Valli. Lo scenario dell’Himalaya, la vita e le tradizioni tibetane, una storia epica sostenuta da elementi come l’orgoglio e la perseveranza. La fanciullezza del futuro capo di un villaggio e un lungo viaggio in carovana attraverso le montagne e le insidie atmosferiche. Un film per chi ama i paesaggi maestosi, senza tempo e le storie tradizionali.

Abita le piazze colorate del 496/ Sessantanove pagine da una città dove non succede mai niente

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Qui non succede mai niente? Ma no! I comaschi sono strani, nonostante una certa fama di sobrietà vanno matti per le mascherate. Dopo il travestimento medieval-moderno lungo le mura, hanno partecipato in massa alla ormai tradizionale e coloratissima Parada par tücc che ha percorso le vie della convalle (vedi il nostro “fotoshow”). E rosso è stato il colore del flash mob che ha invaso piazza San Fedele contro la riforma della scuola ed il colore di riferimento di Giovani comunisti e Uds impegnati a rivelare la vera scuola. [Guarda, leggi e ascolta le 69 pagine del 496 di ecoinformazioni].

Nei palazzi del potere, discussioni decisamente meno entusiasmanti. A Palazzo Cernezzi si è parlato di fogne e rifiuti e si è riorganizzata la struttura degli uffici per cercare di renderla più efficiente. Qualche polemica sta suscitando invece la discussione del nuovo Statuto di , mentre a un livello istituzionale ben più alto ci si preoccupa anche per le sorti della Costituzione della Repubblica. Un tema su cui Como non può non prendere posizione, anche perché ospita l’unico Monumento alla Resistenza europea, visitato anche da delegazioni estere, ultima quella cubana. Un simbolo di memoria e impegno giustapposto al tempio del pallone, arma di distrazione di massa, al centro di continui scandali. Tutto in una zona, quella a lago, che si è riempita invece negli anni di luoghi simbolo per la destra cittadina.

La questione lavoro (guardate l’ultimo Cgil In-forma news) registra la firma del primo accordo integrativo per le Cooperative sociali. Le difficoltà sono molte e anche a Como c’è la necessità di un aiuto alle famiglie con fondi appositi, mentre, come vi avevamo già raccontato, prosegue la lenta marcia dei diritti delle persone con disabilità (nonostante l’aumento dei bus con le pedane Asf non ha ancora detto agli autisti cosa debbano fare di preciso quando qualcuno vuole salire).

n questa settimana non sono stati dimenticati i problemi dell’ambiente. Monta la protesta contro l’ennesima “tangenziale” a Cantù, che distruggerebbe un bel pezzo di ambiente rurale, mentre con Intrecci di popoli ci si è interrogati sui modelli di sviluppo, sulle colture, il cibo e la musica in Africa, un tema caro anche a I Bambini di Ornella che hanno appena rinnovato la propria dirigenza. Per fortuna proprio qui, sul “lago più bello del mondo”, è tornato il Lake Como Film Festival, la rassegna di “cinema e paesaggio”. E vi parliamo ( e vi facciamo alcuni brani) anche di musica non comune di donne straordinarie, come Maddalena Laura Lombardini Sirmen. E poi dell’ironia: quella delle opere di Sandro Chia esposte a S. Pietro in Atrio e quella di Stefano Benni, venuto in città a presentare il suo ultimo libro. Speriamo che il sonno della ragione non generi altri mostri che quelli dello scrittore bolognese, perché il dramma è vicino (Oriente) come ci ricorda lo spettacolo all’Arci Xanadù. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

[Guarda, leggi e ascolta le 69 pagine del 496 di ecoinformazioni].

 

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