Salvatore Marsiglione

Focus Romania 2: Re-wild

Cartolina-Focus-Romania2Mostra di Réka Ugron, mostra a cura di Salvatore Marsiglione e Irina Ungureanu, alla galleria Mag in via Vitani 31 a Como, organizzata da Mag e Studio Claudio Scorretti di Lugano, con il patrocinio dell’Associazione archivio Luigi Russolo di Como, aperta fino al 21 maggio da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.30.

 

«Originariamente avevo ideato un titolo diverso, anche se simile a prima vista, da dare alla mostra: re-wind (figurativo) (e non il re-wild attuale). Il motivo del titolo (poi scartato) è abbastanza semplice: il gesto artistico di rewind risalta evidente dalle opere di Ugron Réka – scrive Claudio Scorretti –. L’artista compie a ritroso, riavvolge il proprio percorso artistico nel ri-attraversare alcune delle ultime tendenze dell’arte contemporanea e delle avanguardie storiche del Novecento, associate alla figurazione».

«Le correlazioni più immediate rimandano alla pop-art, quella del cartoon e del consumismo propria degli Anni Sessanta, sino a lambire i dadaismi di fine secolo scorso dei ritagli visivi di Hans Clavin e degli oggetti-manichino di John Furnival. Sempre sotto l’influenza del rewind, risultano evidenti i rimandi all’utilizzo del mezzo fotografico come supporto (direi audiovisivo e non soltanto visivo) alla creazione su tela, come alla narrative painting, capace di ricomporre la dissonanza cognitiva in un discorso figurativo plateale – prosegue lo scritto –. Troppo facile e parziale, di parte; cioè critico. Arrivato al limite del re-wind critico, sono ripartito da capo. Le opere mi piacevano tutte ma avevo bisogno d’un titolo. Né mi è bastato quello suggerito dall’artista: Wild, perché non ho trovato le tracce selvagge (che figuravo associate all’aggettivo) nelle opere proposte per questa mostra, né in quelle presentate nelle mostre precedenti, in Romania, In Ungheria, e l’ultima, in Italia».

«Allora sono ricorso a Nietzsche: “Non c’è alcun fatto concreto: tutto è fluido, inafferrabile, cedevole”. Lo shock da bricolage dell’eterogeneo che si respira all’interno delle opere di Réka mi è sbalzato agli occhi per la fluidità degli elementi raccolti, in grado di assumere una dimensione ‘spontanea’ (cioè wild) nella presenza – spiega Scorretti –. Anche la rappresentazione figurativa avviene nel ‘deserto’, dal ‘disabitato’, nell’impreciso; altre sfumature di wild inafferrabile e cedevole, enunciate nella frase di Nietzsche. Allora perché ‘re-wild’ e non, più semplicemente, wild, facendo anche contenta l’artista. Perché Réka riconfigura il concetto di wild in una propria, personale chiave iperrealista; procede ad una rielaborazione a tratti kitsch dei contenuti tipicizzati; colloca infine l’immaginario consumistico tra gioco e realtà. Insomma si diverte e ci diverte nell’attitudine alla metamorfosi, prima di compiere il passo più grande sulla materia prima del body animale, reso cedevole, plasmabile; pongo o gomma, birillo da circo ma tutto terribilmente e ‘luccicatamente’ verosimile, aderente come una calcomania al vero».

Per informazioni tel. 328.7521463, e-mail info@marsiglioneartsgallery.com, Internet www.magcomo.it. [md, ecoinformazioni]

19 dicembre/ Spirit – Art Meets Whisky

Grafica BolognesiMostra di opere di Alessio Sfiggy Bolognesi, in collaborazione con Andrea Ferrari – Hidden Spirits Whisky Company, con Tasting Session di Whisky e live painting sabato 19 dicembre alle 16 (prenotazione degustazione obbligatoria all’e-mail info@hiddenspirits.it, costo 25 euro), alla Mag in via Vitani 31 a Como.

 

«Alessio Sfiggy Bolognesi da tempo collabora con la galleria Mag e con Hidden Spirits Whisky Company, per la quale illustra le etichette dei singoli prodotti – spiega la presentazione di Salvatore Marsiglione –. Tra le opere protagoniste presenti in Spirit – Art meets Whisky saranno presenti principalmente i lavori su carta relativi al sodalizio con Hidden Spirits e la Serie di carte antiche dipinte. In simultanea alla mostra che occuperà le sale della Mag, verrà celebrata una presentazione dei più recenti imbottigliamenti Hidden Spirits, i quali sottolineano metaforicamente quanto anch’essi siano pezzi unici ed irripetibili, come opere d’arte, indissolubilmente legati all’anima del legno in cui sono invecchiati, nonché impreziositi dalle irripetibili etichette. In anteprima verrà inoltre presentato il prossimo Single Malt Scotch Whisky targato Hidden Spirits».

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Vanitas vs Veritas

chia san pietro in atrioSandro Chia lavori su carta, a cura di Salvatore Marsiglione, nell’ex chiesa di S. Pietro in Atrio, in via Odescalchi 3 a Como, organizza MAG con il patrocinio e il sostegno del Comune di Como, con il patrocinio di Padiglione Italia Expo Milano 2015, SistemaComo 2015, Canto della Terra, Como Culture Capital 2015, Associazione archivio Luigi Russolo, inaugurazione venerdì 29 maggio alle 18, aperta fino al 28 giugno tutti i giorni dalle 10.30 alle 19.30, martedì, giovedì e sabato fino alle 23.

 

«La mostra concepita appositamente per i magici spazi della ex chiesa di San Pietro in Atrio a Como, si caratterizza per un allestimento esclusivamente con solo opere su carta, due grandi opere con un forte impatto e 30 di dimensioni più ridotte, ma della medesima forza e surreale immaginazione, il tutto ha una linea concettuale unica, dove ogni opera è un tassello di una grande istallazione – spiega il curatore –. Come nella sua personalità, anche nelle sue opere, Sandro Chia non si prende troppo sul serio, anzi con una dose marcata d’ironia, spiega l’uomo e le sue emozioni rivisitando il quotidiano attraverso pittura e filosofia, passato e presente, inserendo parte di se in ogni dipinto. Tutte insieme vogliono gridare al mondo il desiderio di verità sulla pittura con un espresso e dichiarato equilibrio con l’estetica. Il dualismo tra i soggetti classicheggianti e le figure ironiche, tra il colore acceso e la materia che appiattita si espande quasi a sembrare non dipinta».

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Toni poetici

santoli-287x300Mostra di Leonardo Santoli e Gianfranco Sergio, a cura di Edoardo Di Mauro e Salvatore Marsiglione, al Broletto di Como in piazza Duomo, inaugurazione sabato 18 ottobre alle 18.30, aperta fino al 9 novembre, tutti i giorni dalle 11 alle 19, organizzata dalla Mag con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Como.

 

«I due artisti sono giunti a posizioni omologhe – spiega la presentazione –, accomunate dall’uso della pittura, e da una poetica ludica ed irriverente ma al tempo stesso colta e consapevole, che li collega sergioalla parte migliore della tradizione culturale italiana, quella che parla al presente conscia della lezione del passato e poco incline a piegarsi al dettato globale dell’”international style”, sinonimo di “politicamente corretto”. Se le citazioni di Sergio, oltre che dal vissuto sociale contemporaneo, provengono dal corpo della storia dell’arte, le immagini di Santoli vanno in direzione di un’esaltazione della funzione simbolica ed allegorica».

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Nude Views

nude viewsPersonale di Renée Jacobs, a cura di Salvatore Marsiglione, con il patrocinio dell’Associazione archivio Luigi Russolo, inaugurazione sabato 23 agosto alle 19 alla Mag, in via Vittani 31 a Como, aperta fino al 13 settembre da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.30.

 

«In mostra saranno proposte le famose riprese fatte a Parigi nel 2013 e la nuova esperienza del 2014 a Venezia, oltre che ad alcuni esclusivi scatti, dove la bellezza delle sue modelle è il soggetto e la cornice è il meraviglioso Lago di Como – spiega la presentazione –. Nel suo lavoro, l’artista ci mostra momenti fisici e angoli mentali nascosti, con il suo obiettivo ferma le recondite emozioni delle donne che ritrae, ne rappresenta le esperienze e ci fa pensare ad una parte del loro universo, fatto di pensieri, fisicità, atteggiamenti, emozioni, movenze, eleganza e bellezza. Il bilanciamento dell’immagine non è dato da linee, spazi o campiture che demarcano i piani, non è la geometria delle forme o dei colori, ma l’equilibrio della forza che hanno la bellezza femminile e il paesaggio che la circonda».

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Two

Locandina COMO@ WEBMax Papeschi’s Institutional Solo Show, a cura di Salvatore Marsiglione, a San Pietro in Atrio, in via Odescalchi 3 a Como e alla Mag in via Vitani 31 a Como, con il patrocinio del Comune di Como e dell’Associazione Archivio Luigi Russolo, inaugurazione giovedì 3 luglio alle 19, aperta fino al 27 luglio tutti i giorni dalle 11 alle 20, giovedì, venerdì e sabato fino alle 22.30.

 

«Universalmente riconosciuto come vero protagonista della giovane arte contemporanea italiana, smentite le aspre critiche del passato, interprete di molte mostre in gran parte del mondo e ora anche scrittore, con l’uscita nello scorso aprile del suo libro autobiografico Vendere svastiche e vivere felici, edito da Sperling & Kupfer – scrive Salvatore Marsiglione –.Rappresentato dalla Mag e presentato a Como in San Pietro in Atrio, un luogo istituzionale e magico del centro storico; l’ex chiesa dalla sua origine è sempre stata un fulcro importante per la città, al centro del circuito dell’abituale passeggiata di comaschi e turisti, ha una storia incredibile quanto misteriosa, gli ultimi scavi, hanno fatto riemergere un lastrico paleocristiano risalente al V° sec. d.C. oggi visibile attraverso una pavimentazione trasparente, invece la struttura della Basilica è risalente all’XI° sec.I resti degli affreschi alle pareti, hanno la loro genesi nel romanico fino ad arrivare al settecento. Nel XIX° sec. è stata sede della Prefettura e da circa trent’anni un polo espositivo tra i più importanti del lago di Como».

«È quasi un ossimoro vedere le opere di Max Papeschi in una chiesa, seppure sconsacrata come San Pietro in Atrio, ma anche questo è Max. Lui è il personaggio, lui è quello che ha venduto la madre all’asta, quello che ha esposto una svastica enorme nel centro di una città polacca e quello che ha organizzato un matrimonio riparatore con Minnie dopo averla posseduta – prosegue la presentazione –.Sempre spiazzante con la sua graffiante ironia, rivela una profonda conoscenza della storia moderna e contemporanea, affianca icone mediatiche a figure storiche  esprimendo una denuncia sociale e politica mettendoci di fronte a quello che di negativo c’è nella società globalizzata».

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Azioni randagie

fettoliniMostra di Armando Fettolini, a cura di Simona Bartolena e Salvatore Marsiglione, inaugurazione sabato 7 giugno alle 19 al Broletto, in piazza Duomo, e alla Mag, in via Vitani 31, a Como, con il patrocinio del Comune di Como, aperta fino al 29 giugno.

 

«Il progetto espositivo, che avrà nell’allestimento un taglio museale, parte dal concetto del cammino, visto come percorso di vita oltre che artistico, filosofico e performativo. Nel cammino personale di ogni individuo, incidono le esperienze, le varie circostanze, ma è quando ci si ferma a riflettere che ci si forma; la profondità del pensiero la si colma con la riflessione – precisa un comunicato –. Armando Fettolini, da sempre alterna le serie “dedicate” ad un tema specifico, alle derive, chiamate appunto occasionali. Nel percorso interiore di Armando Fettolini, le sue derive, prima occasionali, ora hanno una personalità ben più definita; non sono più esclusivamente paesaggi della luminosa Brianza, bensì una simbologia dichiarata della fine del percorso, un ritorno a casa, terre caratterizzate dalla natura coltivata, quella natura protagonista e antagonista dalla creatività e manualità dell’uomo protagonista e antagonista della sua terra».

«Ogni serie è una croce, ogni serie è una fase del cammino, quel cammino che sostiene l’artista nella sua esigenza di far concepire al pubblico il percorso interiore dell’individuo e che questo percorso debba passare inevitabilmente attraverso la fede, nello specifico nella religione cattolica – prosegue lo scritto –. Il percorso espositivo inizierà ai primi di giugno e prevede due sedi a Como, una istituzionale, coinvolgendo il Comune di Como che lo ospiterà negli spazi del Broletto di piazza Duomo e una nella galleria Mag, a due passi, nel cuore dell’antico e genuino quartiere della Cortesella. A ottobre si ripeterà a Brugherio, luogo della sua vita precedente, negli splendidi spazi di Palazzo Ghirlanda Silva e a dicembre si chiuderà il cerchio con un ritorno nella sua Viganò, il paese dove ha scelto di vivere e dove ha costruito la sua famiglia, la sua casa, la sua storia».

Sei sono le guide previste per una fruizione delle opere: Giuda Iscariota, un uomo di città; Derive occasionali; Randagi; Corpi in viaggio; Si nasce dall’acqua; Dal mondo degli strani. [md, ecoinformazioni]

SurREALE

surreale donaggioMostra di Franco Donaggio, «uno dei grandi maestri contemporanei italiani che con il mezzo della fotografia, scrive il suo ed il nostro inconscio», a cura di Salvatore Marsiglione, inaugurazione con l’artista e le due modelle fotografate nel nuovo lavoro Gli spazi di Morfeo, la playmate Arianna Espen Grimoldi e la performer Giò Lacedra, giovedì 8 maggio alle 19 alla Mag, in via Vitani 31 a Como, con il patrocinio dell’Associazione archivio Luigi Russolo.

 

«In mostra saranno presenti una selezione dei tre progetti più importanti e riconosciuti del maestro Donaggio, Reflection del 2006, Prima del giorno lavoro realizzato tra il 2007 e il 2009 e il nuovo Gli spazi di Morfeo del 2013 – spiega Salvatore Marsiglione –. La serie Reflection nasce dalla necessità dell’autore di fermarsi a riflettere sulle sue origini, sui doni affettivi ricevuti dei suoi genitori e sulla natura del territorio che lo hanno formato, Chioggia; una terra colma di simbologie che ha plasmato il suo background intenso e variopinto. Le immagini pulite, in un contesto metafisico e ovviamente onirico, sono sostenute da un rigore grafico che ha origine nella rarefazione delle atmosfere».

«Il lavoro di Prima del giorno fu concepito da un intuizione dell’autore, il quale riflette su quel momento che anticipa il giorno, il confronto con l’onirico intriso di segreti, che qui troviamo in forma di simboli, quasi a volerci dire che la vita non è solo quella che vediamo, ma può essere altro… – prosegue la presentazione – Donaggio sviluppa un atmosfera interiore che si dilata e si esprime in uno stato d’animo di totale pace e “fusione”, tipica del momento che prelude la frenesia del giorno. Nelle sue immagini c’è il rapporto tra l’uomo e il paesaggio che lo circonda, dove l’architettura ricreata con strutture gigantesche diventa scenario naturale, dove l’uomo esercita un ruolo primario».

L’ultimo in ordine di tempo è la fortunata serie Gli spazi di Morfeo dove il maestro si è confrontato per la prima volta con il nudo femminile e a posare per lui sono due modelle d’eccezione, la playmate Arianna Espen Grimoldi e la performer Giò Lacedra che parteciperanno all’inaugurazione – conclude la nota –. Ancora una volta Donaggio riesce a sconfinare oltre il reale, mettendo insieme frammenti di vita ed esperienza della realtà in una visione trasposta su una nuova tela tessuta dalla logica, molto vicina al sogno. In questi mondi, la donna vive da protagonista indiscussa, assume l’oneroso ruolo di salvatrice in un mondo consumato dall’oblio dei valori in senso lato, lungo un percorso di faticosa ricostruzione e bellezza, dove contrariamente alla storia di Adamo ed Eva, la stessa donna non offre all’uomo la mela del peccato ma la salvezza…».

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My Life: Art And Music

LocandinawebMostra di Maurizio Ruzzi, a cura di Marisa Vescovo, inaugurazione sabato 8 febbraio alle 17 alla Mag in via Vitani 31 a Como, fino al 1° marzo, con il patrocinio dell’Associazione Luigi Russolo.

«Il nuovo progetto della Mag, approfondisce il legame tra arte figurativa e musica, tra immagine e suoni e lo fa dando respiro e attenzione ad uno dei più importanti artisti che segue questo binario da tutta la vita: Maurizio Ruzzi. Non dimentichiamo che la galleria cura l’Archivio Luigi Russolo, padre fondatore del Futurismo e della musica noise – precisa la presentazione della mostra di Salvatore Marsiglione e Maurizio Ruzzi –. Il progetto artistico comprende sculture/ istallazioni create con materiali riconducibili alla natura, Madre e Maestra che ha da sempre ispirato e istruito il Ruzzi, a dipinti eseguiti su pentagramma, dove il gesto ed il colore sono saltellanti come note, una serie di piccole opere su carta, dove il segno è dominante come una strofa e l’esplosione di colore come il suo ritornello».

«Miticamente il mondo era in origine di natura puramente acustico-intellettuale, e si è materializzato a poco a poco nell’universo. Materializzandosi parzialmente, le immagini acustiche si trasformarono in immagini che, anche concretamente, hanno iniziato a diventare visibili e tangibili. In tal modo il suono puro andò in parte perduto, ed è nata la materia – scrive Marisa Vescovo –. Tutto questo, nel tempo, ha portato gli artisti a cercare una liberazione dall’ovvio, dal banale, all’apertura di un orizzonte più ampio ed essenziale. Nel caso di Maurizio Ruzzi il suono nelle sue opere (è un ottimo musicista) si fa pensiero che sopravviene, il quale si profila prima nella mente di quel pensatore che è l’artista, lungo un percorso che non è una catena di cause ed effetti, ma è piuttosto una prospettiva ricca di echi, richiami, metamorfosi di suoni mentali, che diventano voce intrinseca dell’opera. Quell’energia incorporea della ragione, che è il suono, immette in una relazione penetrante con l’energia che è la vita. Le opere a pastello, o tempera di Ruzzi si inverano in un segno che danza nello spazio, si rompe, si arriccia, percorre tracce di pentagrammi, pare acquistare il senso del volo, ma anche una vibrante corporeità, che ce lo rivela non come frammento di linguaggio, ma come segno fremente della materia. Il vuoto intorno diventa cassa di risonanza dell’evento: fa si che la traccia di colore possa farci udire il proprio suono segreto, un’eco sottile dell’Altrove. Quando segni e forme entrano in risonanza con se stessi, il suono che ascoltiamo (senza udire nulla) ci appare nel medesimo tempo indefinibile e preciso, e sembra sul punto di farci camminare verso la verità ultima delle cose».

«Ogni volta che cerchiamo di porgere orecchio a questo suono esso si spegne, per riprendere con vigore nella prossima opera. Sia che Ruzzi costruisca piccole case, con legni usati, sia che adombri zone di paesaggio, sia che faccia danzare il suo segno arricciato, nega l’idea di ornamento, cerca il vuoto, fa spazio, ma gli spazi da lui aperti non promettono nuovo ordine, o nessun nuovo or(di)namento, bensì trova nuovi luoghi possibili, luoghi dove si possa finalmente attendere, sperare, luoghi che possono semplicemente accogliere la nostalgia dell’uomo verso l’innocenza delle origini e in cui esista finalmente lo spazio per far accadere le emozioni, i sentimenti, la verità. Il lavoro dell’artista significa, suono, ascolto del materiale, consente l’autonoma vita dei colori, solari, mediterranei, in modo che essi possano crescere liberamente come l’erba dei prati – prosegue la curatrice –. Ogni lavoro crea punti di vibrazione, talora d’ inerzia, che riflettono l’infinito, la nostra astrazione da un mondo che sembra non aver bisogno di noi, ci parla di un tempo veloce, come quello degli eventi e delle storie della vita, le quali precipitano vertiginosamente nella loro fine per poi rinascere. Questi segni che si annodano, o si sciolgono, ci fanno rivivere l’antica vicenda del caos che cerca nervosamente la forma, e ci rimanda al mistero dell’universo, in cui stanno le vere invisibili radici della coscienza. Ruzzi si cala dunque nei territori della “metamorfosi” per intraprendere un viaggio, un’avventura, capace di rivelare, l’infinita ricchezza delle strade da percorrere, il vertiginoso rimescolio delle apparenze, l’apertura del possibile e del nuovo da recepire. Il piacere, la gioia di un suono, la tristezza di un nero, sono gli estremi che definiscono l’ambito di oscillazione di questo lavoro. Certo nella metamorfosi generale del mondo, la materia, proprio perché è un corpo vivente, un corpo con le sue cicatrici da mostrare, diventa ciò che “noi” siamo, l’umanità che ne trasuda è cultura e garanzia dell’autenticità del sentire dell’artista».

«Ruzzi ci rinnova l’invito ad entrare in un destino aperto fatto di nuova natura e nuovi suoni, in cui i segni sempre molto forti e decisivi non si possono né prevedere, né produrre artificialmente, ma li dobbiamo attendere, ed osservare, ogni volta con grande attenzione – conclude Vescovo –. Sappiamo che oggi l’uomo si sottrae alla volontà della natura di tornare ad essere tale, si sottrae a una sorte possibile di vita fluidamente vivibile, per un esigenza errata di comodità di vivere in un mare di consumo, Maurizio Ruzzi preferisce invece essere un uomo esistenziale, cioè un uomo che ha la possibilità di significare se stesso e la sua creatività nella misura in cui sta e cade insieme alla natura e agli “altri”, e può condividere il tremito sonoro delle loro emozioni».

Per informazioni tel. 328.7521463, e-mail info@marsiglioneartsgallery.com, Internet www.magcomo.it, la mostra on-line (clicca qui), la biografia di Maurizio Ruzzi (clicca qui). [md, ecoinformazioni]

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