Il Meet up di Como si presenta alla Piazza virtuale

Saltato l’intervento sulla Street parade, per la defezione all’ultimo momento dell’ospite, l’ottavo appuntamento con la Piazza virtuale di AltraComo, tenutosi lunedì 19 maggio, è stato incentrato sulla presentazione del Meetup di Como, che ha suscitato qualche polemica tra la ventina di partecipanti.

In attesa dell’ospite della prima parte della serata i partecipanti alla chat hanno ampliamente commentato la decisione del Comune di Como di chiudere il dormitorio pubblico per i mesi estivi. «La nostra amministrazione non ha la minima intenzione di occuparsi del problema – ha sottolineato un partecipante alla Piazza virtuale – oltretutto sono obbligati per legge ad avere un dormitorio aperto tutto l’anno, ma evidentemente non se ne preoccupano. La mia idea è che questo fa parte della loro strategia per evitare che le persone possano aggregarsi e possano mettere in luce le contraddizioni di questa società». In altri interventi è stata lamentata la mancanza di luoghi dove incontrarsi fisicamente, discutere di queste problematiche e attivarsi non solo per sensibilizzare i cittadini, ma per approntare azioni concrete.
Dopo qualche minuto di attesa gli organizzatori hanno deciso, non avendo notizie dell’ospite che avrebbe dovuto parlare della Street parade, di passare al secondo argomento della serata, presentando Paolo, portavoce dei grillini della provincia comasca. «Il Meetup di Como è nato quasi un anno fa – ha spiegato Paolo – il 27 maggio 2007. Ho aperto il Meetup perché ero sorpreso che nella mia città non ci fosse un gruppo di questo tipo. L’ho fatto per scherzo e senza dire nulla a nessuno, poi come per magia sono iniziate le iscrizioni, ora siamo circa 230 anche se gli “operativi”, ovvero le persone che partecipano attivamente sono solo una ventina». «Dopo un annetto – ha continuato il portavoce – il gruppetto si è formato: l’idea è quella di parlare alle persone e fargli notare che c’è un’altra realtà rispetto a quella che ci mostra la televisione, ma anche di diventare una sorta di megafono attraverso il quale amplificare la voce di altre associazioni ed enti presenti sul territorio». Le parole di Paolo non devono aver convinto un partecipante alla chat che ha cominciato a provocare il grillino su vari temi (dalla chiusura del dormitorio, alla Notte bianca, alla mancanza di un centro sociale) per poi accusarlo di essere intervenuto «non per parlare del tema ma per pubblicizzare il Meetup e con tanti non so!».
«Secondo me Como è una città “appena appena” chiusa – ha ripreso Paolo, cercando di continuare la discussione – c’è gente tutto sommato buona, ma si fa incredibilmente e ostinatamente gli affari suoi. Bisogna riuscire a coinvolgere la gente, a sensibilizzarla. Non è facile, forse è impossibile, ma bisogna provarci. Le uniche difficoltà sono il tempo e le persone, su Internet è facile parlare, progettare, ma nel concreto, quando c’è da mettere la faccia, i soldi, e il tempo le cose cambiano». Dopo diversi minuti spesi per discutere sulla necessità di creare un centro di aggregazione e sul termine più idoneo da utilizzare per definirlo (centro sociale, punto d’incontro, centro giovanile, ecc.) il dibattito si è arenato sulla necessità, sostenuta da alcuni e non condivisa da altri, di cercare un confronto sulle problematiche locali a prescindere dall’appartenenza politica e dalla mediazione dei partiti.
Paolo ha poi ricordato che il Meetup sarà presente sabato 24 maggio a Porta Torre per raccogliere firme per il V-day informazione, a favore di tre referendum per l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, la cancellazione dei contributi pubblici all’editoria e l’eliminazione del Testo unico Gasparri sulla radiotelevisione.
Gli organizzatori hanno chiuso la serata poco dopo le 23, ma hanno lasciato il canale a disposizione dei partecipanti, che ne hanno approfittato, proseguendo per oltre un’ora a dibattere. [Greta Pini, ecoinformazioni]

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