Giorno: 27 Giugno 2016

Il volontariato si fa giustizia

volontariatogiustiziaUna tiepida serata di inizio estate in una delle cornici più suggestive della Città murata, un bicchiere di vino, e fra una tartina alle olive nere e un sorriso i racconti di vecchi compagni di liceo o amici appena conosciuti. Questa la calda atmosfera in cui si è svolto l'”apericena” conviviale che ha preceduto la proiezione del film Il volontariato si fa giustizia, martedì 21 giugno al Chiostrino di Sant’Eufemia, organizzato dal Centro servizi per il volontariato di Como.

Ognuno dei circa 80 partecipanti ha trovato un posto a sedere nella piazzetta, chi sui gradini, chi ad uno dei tavolini, e da un colorato pouf Alessandra Bellandi, referente del Servizio giustizia e orientamento al volontariato del Csv, ha invitato gli ospiti a parlare di sé, mantenendo lo stesso clima accogliente ed informale di inizio serata.

Dopo l’intervento del presidente dell’Avc Gianfranco Garganigo, che ha descritto il lavoro sulla giustizia riparativa come il «produrre socialità di cui il nostro territorio ha bisogno», è intervenuto Marcello, volontario dell’associazione Mani aperte di Buccinigo, che si occupa di preparare e fornire pasti alle persone indigenti. Marcello ha raccontato della sua condanna a 3 mesi di carcere per guida in stato di ebrezza, convertita in ore di volontariato. Da qui l’incontro con il Csv e con l’associazione, e un lungo percorso carico di soddisfazioni che oggi, a distanza di 6 anni, l’ha portato ad essere responsabile di serata, ovvero colui che si occupa di controllare che tutto si svolga nel modo corretto.

E’ intervenuto quindi Vincenzo, volontario dell’Associazione sportiva paraplegici Osha-Asp, che entusiasta ha descritto il gruppo di cui fa parte come “fantastico”, e ha manifestato la sua volontà di continuare pur avendo terminato il periodo “obbligatorio”.

A questo punto la parola è andata alla magistrata del Tribunale di Como Luisa Lo Gatto, che ha descritto l’incontro con il Csv e con la giustizia riparativa un vero e proprio mutamento di rotta nella sua vita, un’uscita da quel «malinteso senso di indipendenza del magistrato che porta a stare in astrazione» che l’ha riportata a colloquiare con il territorio. Ha anche permesso a lei e ai suoi colleghi di rivalutare il reato, non più atto legato esclusivamente al quantum di pena applicabile, ma frattura di un patto sociale da ricomporre, da utilizzare, in modo da garantire il massimo beneficio a tutti gli attori implicati. Uno degli strumenti più efficaci si è rivelata, e continua a farlo, l’autovalutazione sul percorso svolto dell’imputato, grazie al quale si stabilisce una collaborazione con i magistrati per provare a cambiare il sistema partendo da un approccio nuovo.

È poi venuto il momento di Mariangela Volpati, presidente dell’Associazione Osha-Asp, una delle protagoniste del filmato, che contenta ha rivelato di aver “tirato fuori tutto”nel video, anche le difficoltà e le domande che accompagnano spesso la disabilità, ma soprattutto la determinazione nel trarre la forza dalla propria diversità. Ha infine sottolineato come il volontariato da obbligo riesca a trasformarsi in potenzialità, prima di passare la parola ai videomaker, Ilaria Mariuccio e Andrea Aliverti, e al supervisore, Luca Morici, ringraziandoli per la cura, la pazienza e la dedizione dedicati al progetto, e per la delicatezza e la semplicità con cui sono riusciti a raccontare quattro diverse realtà.

Luca ha evidenziato la coralità del progetto, e la generosità che sta alla base di tutto quello che hanno raccontato nel film.

Ilaria ha descritto lo stupore e la voglia di conoscere il mondo del volontariato per la prima volta, e il desiderio di non tagliare nessuna scena o frase, anzi di aggiungerne sempre nuove.

Andrea, che da operatore nel campo della giustizia si é trovato a filmare ed accompagnare nelle riprese persone che svolgevano lo stesso lavoro, ha parlato di questo nuovo modello di giustizia come di uno strumento che connette le diverse realtà al posto di disconnetterle.

Come ultima testimonianza Mauro Oricchio, del Csv e direttore Coordinamento Comasco per la Pace, ha presentato Andrea Cusano, un ex detenuto casertano trasferitosi da pochi anni a Cantù insieme alla nuova compagna. Andrea ha raccontato una realtà diametralmente opposta rispetto a quelle descritte durante la serata. In carcere per oltre 14 anni, non ha mai avuto a che fare con volontari che gli consentissero di “evadere”(allusione accompagnata da un sorriso) dalle 20 ore su 24 passate in cella, o con attività che gli permettessero di reintegrarsi nella società, di imparare un mestiere da praticare una volta uscito. Non ha avuto da ridire sulla condanna o la relativa pena scontata, ciò che ha sostenuto essergli mancata invece è stata proprio la connessione con il se stesso futuro, con le prospettive aldilà delle sbarre, condizione che a suo parere sarebbe stata molto diversa se solo avesse incontrato associazioni come quelle presentate nel filmato.

Ringraziando tutti Alessandra Bellandi, avendoci ormai incuriositi abbastanza, ci ha invitati ad assistere finalmente alla proiezione, divisi in due gruppi vista l’affluenza non prevista.

Ora, per descrivere il film, che racconta del quotidiano agire nel mondo del volontariato di quattro persone, Marco, Mariangela, Salvatore e Mario, potrei spendere ancora molte parole, e fra queste ne sceglierei alcune come emozionante, semplice, poetico, diretto, vero. Ma preferisco affidarmi a quelle di Stefano Benni, inserite a conclusione del video: «La memoria non è fatta solo di giuramenti, parole e lapidi, è fatta di gesti che si ripetono ogni mattino del mondo. E il mondo che vogliamo noi va salvato ogni giorno, nutrito, tenuto vivo».

Sono sicura che una delle azioni da fare per tenere vivo il mondo è proprio lasciarsi condurre in questo breve viaggio fra volontariato, giustizia e nuove possibilità guardando il video. Forse vi impegnerà per 20 minuti, ma ciò che vi regalerà durerà decisamente più a lungo. [Ilaria Romeo, ecoinformazioni]

 

2 luglio/ StraWoman Como

SWComo

Sabato 2 luglio Como vedrà protagonista la StraWoman, la marcia non competitiva di 5 km che partirà alle 21 da piazza Verdi. Una manifestazione dedicata a donne di tutte le età che vogliono vivere un momento di festa e aggregazione, avvicinarsi alla corsa o semplicemente dedicarsi una giornata all’insegna del benessere psico-fisico insieme a parenti, amiche e concittadine. StraWoman vuole sottolineare l’importanza del ruolo femminile nella società e anche l’urgenza di colmare il divario che ancora ci separa dai partner europei quanto a salari medi, sostegno alla maternità, presenza di donne ai vertici delle istituzioni e nei ruoli guida nelle aziende e soprattutto promuovere la lotta contro la violenza sulle donne. La quota di iscrizione è di 10 euro e tutte le iscritte riceveranno la t-shirt tecnica ufficiale, bag gara, pettorale, gadgets, medaglia ufficiale, ristoro finale, premiazioni e assistenza medica. Le iscrizioni sono aperte fino al 1 luglio. Tutte le informazioni si possono trovare qui www.strawoman.it/tappe/como

27 giugno/ A Palazzo Cernezzi una sala per Lucia Cassina

inaugurazione cassina

Lunedì 27 giugno dalle 11 sarà inaugurata a Palazzo Cernezzi  a Como la nuova sala sindacale intitolata all’indimenticabile sindacalista della Funzione pubblica della Cgil Lucia Cassina. La sala è situata nell’ammezzato (il locale sotto l’ufficio della Po del settore Risorse umane).  (altro…)

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