
Due operai morti/ Responsabilità dei padroni
Nella mattinata di mercoledì 21 settembre sono stati trovati morti, in un cantiere di Moltrasio, due operai. La notizia ha squassato il mondo sindacale, in particolare la Cgil, che era radunata per l’attivo provinciale al CineTeatro di Cernobbio quando è stata comunicata la notizia. La plenaria è stata interrotta per osservare un minuto di silenzio.
Prima ancora che esprimersi in comunicati o dichiarazioni formali, Cgil, Cisl e Uil si sono accordate in fretta e furia per organizzare un presidio di fronte alla prefettura di Como. La manifestazione è convocata per giovedì 22 alle 10.
Umberto Colombo, segretario generale della Cgil Como, è stato colui che ha coordinato l’organizzazione del presidio insieme alle altre due sigle sindacali:
Il presidio che chiamiamo non è solo una commemorazione, ma è soprattutto un’occasione per sedere al tavolo col prefetto e chiedere spiegazioni.
Dunque, non solo il ricordo e la rabbia, ma anche l’iniziativa concreta di confronto e discussione con le istituzioni ed i proprietari:
Ciò che chiediamo è ciò che per cui da sempre lotta il sindacato e cioè la prevenzione in ogni luogo di lavoro e lo sviluppo di una cultura della prevenzione che metta la vita di lavoratori e lavoratrici prima del profitto.
Presente a Cernobbio era anche Alessandro Pagano, segretario generale di Cgil Lombardia, che ha concluso i lavori (il tema era il rapporto tra lavoro e crisi energetica) riflettendo sulla cronaca e più in generale sulla sicurezza lavorativa. Inevitabile il parallelismo tra la morte dei due operai nel comasco e, pochi giorni prima, quella di Giuliano De Seta, studente morto di Pcto nel veneziano. Secondo il sindacalista, non si può non notare che queste morti, per quanto in dinamiche diverse, siano conseguenza di una ricerca del profitto spasmodica che porta il padronato a premettere il guadagno anche alla vita di chi lavora.

Ora si piangono i morti, ed è drammatico considerare che ormai si è cronicizzato un migliaio di vite perse all’anno, ma bisogna anche ricordare la quantità abnorme di infortuni sul lavoro che popolano la cronaca. Un dato inaccettabile contro cui i sindacati devono fare fronte unito. Le aziende devono prendersi la propria responsabilità e i media devono abbandonare la retorica dell’incidente, della distrazione, della casualità, per avviare una riflessione sulle condizioni di lavoro che vengono imposte, nonostante la quantità di norme di sicurezza, a sempre più lavoratrici e lavoratori.
Per continuare questo percorso contro una concezione del lavoro che veda chi lavora come oggetto nelle mani di chi possiede i mezzi produttivi, la Cgil scenderà in piazza a Como il 22 settembre, nella convinzione che ogni morto sul lavoro sia un morto di troppo. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]