Palazzo Volpi

12 aprile/ Licia Badesi presenta “Separati di letto e di mensa”

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Giovedì 12 aprile alle 16 si terrà a Palazzo Volpi (via Diaz 84, sede della Pinacoteca civica) la presentazione della pubblicazione di Licia Badesi Separati di letto e di mensa (Elpo edizioni), in cui l’autrice ha raccolto i documenti per la separazione dei coniugi emanati dal Tribunale di Como tra il 1865 e il 1928.
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21 maggio/ Una nuova scoperta per il ‘600 lombardo

allegoria1_150_1067658968L’Allegoria della Primavera della Pinacoteca Civica di Como, presentazione del dipinto a cura di Maria Letizia Casati e conferenza con Paolo Vanoli, giovedì 21 maggio alle 18 a Palazzo Volpi, in via Diaz a Como.

 

«La tela, che appartiene alle collezioni civiche di Palazzo Volpi, sarà collocata tra i dipinti esposti nella Quadreria – spiega il Comune di Como –. Un accurato restauro, eseguito dal laboratorio di Luigi Parma a Milano, ne ha restituito l’integrale leggibilità e la possibilità di affrontarne lo studio. Il dipinto costituisce solo una parte del quadro originario. Lungo il bordo superiore si notano infatti le estremità di una figura e di un animale (forse l’aquila di Giove) sorretti da una nuvola. Si può dunque ritenere che la tela sia la porzione inferiore sinistra di una composizione molto più ampia. Il dipinto si impone inoltre, tra la schiera delle opere seicentesche, per il carattere profano del soggetto, interpretato in questo frammento come un’allegoria della primavera. Vi sono infatti rappresentate due figure femminili, una delle quali è la raffigurazione di Flora, e un fanciullo, che si occupano di cogliere e preparare un vaso di fiori in un giardino arricchito da ninfei e da aiuole. La composizione delle figure, che vanno immaginate con le corrispondenti simmetriche a destra, perdute, si presta a inquadrare la veduta del giardino. L’insieme potrebbe costituire un fondale scenografico per le rappresentazioni teatrali di carattere bucolico». [md, ecoinformazioni]

Francesco Capiaghi e l’Ottocento a Como: la mostra

È stata inaugurata venerdì 27 marzo la mostra dedicata al pittore Francesco Capiaghi, allestita in Pinacoteca e nelle due sedi collegate nella sala “Duomo” del Museo Civico di Palazzo Giovio e nella sala cataloghi della Biblioteca Comunale.

Il contributo di Como e del suo lago all’arte dell’Ottocento è soprattutto un contributo di “scenari” (“location” si direbbe oggi): alle bellezze paesaggistiche del Lario e a quelle storiche della città e dei suoi monumenti pochi seppero resistere, da Turner a Corot, dai paesaggisti lombardi (Bisi, Inganni, Migliara) agli acquarellisti inglesi.

Questa singolare fortuna delle vedute lariane, che davvero fecero il giro del mondo e costruirono la fama di questi luoghi, ha comportato – però – la marginalizzazione di alcune personalità che in questo contesto agirono e cercarono di portare il proprio contributo di creatività e di comunicazione. Certo non si tratta di “grandi nomi”, ma ignorarli e rimuoverli dalla storia del territorio è un grave errore, perché impedisce di comprendere la reale consistenza della cultura della città e del territorio nel secolo dell’Ottocento.

Capiaghi-RitrattoTra i nomi ingiustamente poco noti c’è quello di Francesco Capiaghi, che invece testimonia in modo non banale una cultura figurativa presente in città, attenta da una parte alle richieste del mercato (vedute urbane e paesaggistiche erano – appunto – assai in voga), da quell’altra alle contemporanee elaborazioni dei più accreditati maestri lombardi, e dall’altra ancora alle novità che nel campo dell’immagine il XIX secolo andava elaborando. La mostra di Palazzo Volpi, quindi, ben curata da Maria Angela Previtera, è un buon esempio di recupero di un esponente del panorama artistico locale che merita di essere conosciuto.

Nato in una famiglia artigiana (in qualche modo connessa all’arte: suo padre era doratore), Francesco Capiaghi studiò a Brera e praticò poi la pittura di paesaggio, quella di fiori e anche le scene storiche di attualità. Succede così che quella poca notorietà di cui gode fuori dal ristretto ambito degli addetti-ai-lavori sia stata determinata da opere assai diverse: il quadro dedicato alla resa degli austriaci nel 1848 (dipinto celebrativo realizzato quasi alla fine della sua vita, nel 1898, in occasione del cinquantenario delle Cinque giornate di Como), il suo corso per disegnare fiori divulgato in un fortunato album litografico, la tela dedicata al giardino di villa Olmo (un vero e proprio ritratto di un albero – un platano, nella fattispecie, anche se spesso lo si sente definire come “il cedro” di villa Olmo, dato che forse quest’ultimo è l’unico albero conosciuto) e la piccola veduta della piazza di San Fedele, con ancora il coperto del mercato del grano; di quest’ultima opera le persone meglio informate sanno che ne esiste anche una versione fotografica, scattata dallo stesso artista e dalla quale il lavoro pittorico è derivato.

Capiaghi in effetti fu anche fotografo (esercente un piccolo, ma accreditato studio fotografico, che smerciava soprattutto vedute dei monumenti comaschi) e per lunghi anni affiancò l’una e l’altra professione.

I motivi di interesse per una visita alla mostra, quindi, non mancano (fino al 21 giugno in Pinacoteca e in Museo, fino al 30 maggio alla Biblioteca comunale), anche perché il lavoro di ricerca preliminare (Maria Angela Previtera vi si dedica da molti anni) ha permesso di rintracciare molti altri lavori, oltre a quelli più noti: dipinti, fotografie, disegni, schizzi preliminari, addirittura stendardi processionali (una tipologia della produzione del Capiaghi fino a oggi del tutto ignorata).

Il catalogo edito in occasione dell’esposizione, inoltre, contiene non solo gli approfondimenti sulle opere esposte ma anche un sommario repertorio di tutte le opere note del pittore.

Una mostra, dunque, che supera i limiti della curiosità “locale” e invece si misura con le dinamiche dell’arte e più in generale della comunicazione artistica di un secolo fondamentale nell’elaborazione della cultura moderna. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

 

Como, piazza San Fedele – dipinto (1870-1878 ca) e fotografia (1870-1872 ca).

Capiaghi-PiazzaSanFedele

 

Tramonto presso Nesso (1896).

TramontoNesso

 

Natura morta con dalie e peonie (1880 ca); Ellebori (1880 ca)

Capiaghi-Fiori

Il Rinascimento della Pinacoteca di Como

Inaugurata nella Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi a Como la terza sala dedicata al Rinascimento, con un piccolo nucleo di dipinti e di sculture di grande interesse.

Con un lavoro progressivo di approfondimento e di recupero di opere non troppo considerate nei decenni passati la Pinacoteca comasca continua a crescere: l’inaugurazione di oggi è un buon esempio di come “piccoli” ampliamenti possano essere occasione di radicali allargamenti di prospettive sulla storia della città e della sua arte. Al posto d’onore della nuova sala “rinascimentale” c’è l’affresco con la Vergine col Bambino tra i santi Cosma e Damiano proveniente dall’omonima chiesetta sconsacrata presso S. Abbondio (in realtà, come ormai si sa con certezza, erede di una grande chiesa cimiteriale tardoantica, ridotta in epoca romanica a una più piccola cappella). Il dipinto, a lungo conservato nei depositi museali e quasi decontestualizzato, torna oggi a mostrare tutta la sua importanza nel quadro della decorazione dell’area absidale della chiesa che annovera anche lo straordinario affresco del semicatino absidale con le figure di evidente derivazione leonardesca. Il “maestro dei santi Cosma e Damiano”, per quanto ancora privo di nome e cognome, emerge progressivamente dall’anonimato e – come hanno sapientemente mostrato nella conferenza introduttiva all’inaugurazione odierna Mauro Natale e Cristina Quattrini – comincia a raccogliere un discreto catalogo di opere sparse su un vasto territorio che va da Como a Sesto Calende, a Milano, a Biella, alla Certosa di Pavia. È un maestro dalla cultura complessa, che sulla base lombarda (e leonardesca) innesta le novità provenienti da Roma, e da intonazioni più drammatiche come quelle derivate dagli echi dell’opera di Bramantino. Anche considerando quest’opera, il periodo “rinascimentale” sulle sponde del Lario si dimostra tutt’altro che confinato in una dimensione marginale.

Como-Pinacoteca-SSCosmaDamiano-01[L’affresco della Vergine col Bambino tra i santi Cosma e Damiano nel nuovo allestimento alla Pinacoteca Civica di Como]

 

Nel nuovo allestimento della sala, insieme all’affresco della chiesa dei SS. Cosma e Damiano, spiccano i dipinti provenienti da S. Maria Maddalena di Ossuccio e una tavola dai SS. Giacomo e Filippo di Quarcino che ben si presta a evidenziare il progresso dall’elegante clima tardogotico alla nuova sensibilità rinascimentale. Oltre ai dipinti sono esposti anche alcuni reperti scultorei, esempi dell’attività di maestranze legate al cantiere della cattedrale comasca.

Con la nuova sala, la Pinacoteca Civica conferma il suo ruolo di testimone della ricca storia artistica comasca, che solo un’analisi disattenta può ritenere priva di interesse.

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

La famiglia della Vergine

Ribera La famiglia della VergineUn’opera di Ribera, di proprietà del Sant’Anna, esposta a Palazzo Volpi, in via Diaz 84 a Como, fino al 6 aprile. Inaugurazione e presentazione venerdì 6 dicembre alle ore 17.30 con Mauro Natale, Università di Ginevra, Gabriele Finaldi, Museo del Prado – Madrid, coordina Maria Letizia Casati. (altro…)

Movimenti di luce

pinacoteca civicaMostra di Alberto Marangoni alla in Pinacoteca comunale di Como con le opere del Gruppo MID (Antonio Barrese, Alfonso Grassi, Gianfranco Laminarca, Alberto Marangoni). Inaugurazione sabato 21 settembre alle 17, aperta fino al 12 gennaio martedì, giovedì, venerdì, sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17, mercoledì dalle 9.30 alle17, domenica dalle 10 alle 13 (altro…)

A Palazzo Volpi la mostra continua

12 A217 studio decorativo con figura femminile, dat. 1911Dopo la chiusura a Villa Olmo, i disegni di Sant’Elia esposti alla Pinacoteca civica di Como rimarranno invece esposti fino al 25 agosto, da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17, domenica dalle 10 alle 13. Ingresso 3 euro, ridotto 1,50 (altro…)

La Città nuova in mostra a Como

Blog-CIttàNuova01Inaugurata sabato 23 marzo 2013, a Villa Olmo, la mostra “La città nuova – Oltre Sant’Elia” si pone – come ha detto il sindaco Mario Lucini – nel segno della continuità ma anche della novità rispetto alle precedenti “grandi mostre”: nella continuità si riconferma la scelta del grande appuntamento e della sede di allestimento ancora individuata a Villa Olmo, nella novità si opta per una mostra di forte identità e originalità a partire dal patrimonio locale.

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