paratie

Il mostro paratie chiede soldi alla giunta Lucini

paratie_03Il pericolo di far crescere un mostro in casa è evidente e oggi a essere colpiti dalla sua violenza sono assessori, assessore e lo stesso Lucini. Il mostro paratie, sempre più odiosamente gigantesco nel nostro Lario,  attacca tramite la Corte dei conti  la giunta (quella con Introzzi e senza Frisoni) e il sindaco che potrebbero essere esposti a richieste di risarcimenti enormi se non riusciranno a rendere conto del loro operato sulla vicenda dell’accordo bonario con la Sacaim. Analoghe e ancora più onerose richieste potrebbero essere imposte anche ai tecnici comunali che  accompagnarono il centrosinistra comasco in pasto al mostro.  [Foto Enzo Mangalaviti, ecoinformazioni]

Mostro paratie/ Pd: non abbiamo realizzato nulla in più

pd provinciale comoIl titolo “Le paratie spiegate bene” lascia immaginare un dossier che finalmente chiarisca il ruolo che la politica comasca e quella del Pd in particolare hanno avuto nella vicenda del mostro paratie. Invece è solo la riproposizione di argomentazioni già note, corrette, ma sostanzialmente ascrivibili al doveroso sostegno al sindaco Lucini. (altro…)

ecoinformazioni 522/ Processo alle paratie

522ecoinformazioni invita tutta la città di Como a un incontro – sabato 30 gennaio alle 16.30 nel Salone della Cna a Como (viale Innocenzo XI, 70) – coordinato dalla nostra redazione, per parlare della politica malata sconfitta dal mostro delle paratie. Parteciperanno inseme a noi anche giornalisti di altre testate (radio Popolare e Comozero). Luca Michelini, Grazia Villa, Fiammetta Lang e Fausto Tagliabue dialogheranno con il pubblico per avviare un percorso partecipativo volto a “cambiare passo e direzione”. non per le paratie, ma per la città. Anticipiamo dal numero 522 del settimanale ecoinformazioni l’editoriale di Gianpaolo Rosso che presenta l’iniziativa.

Processo alla paratie

È possibile guardare razionalmente al naufragio delle paratie per scoprire come un’idea tanto assurda abbia potuto essere partorita e come abbia potuto condizionare pesantemente la vita politica della città, distraendo risorse, attenzione e impegno da temi enormemente più rilevanti per la vita dei cittadini e delle cittadine comasche.

Depurando la storia ventennale del più clamoroso buco nell’acqua mai realizzato a Como dalle microstorie di errori certi e numerosi, probabili interessi privati in atti d’ufficio, incompetenza, appropriazione vorace di denaro pubblico, appare l’essenza del problema che si è generato e alimentato anche negli anni del centrosinistra sull’assenza della politica, la mancanza di partecipazione dei cittadini alle scelte, scavalcamento del Consiglio comunale subordinato completamente a quanto deciso dalla giunta e spesso anche fuori di essa, sopravvalutazione (anche oltre la già pessima legge Bassanini) del ruolo dei funzionari con colpevole assuefazione al loro primato sugli eletti. Il dramma delle paratie non è stato il muro, né è oggi l’inagibilità pubblica di parte del Lungo Lario. Il mostro paratie è la parte visibile di un cancro nella democrazia che se può arrivare a tanta follia può continuare a colpire diritti e qualità della vita in ogni settore.

Da questo punto di vista, l’ingiustizia paradossale che vorrebbe addossare tutte le responsabilità al sindaco Lucini per la sua colpa di aver continuato l’opera prelude a un disastro ancora maggiore: sacrificare il sindaco per realizzare comunque il mostro affidandone la gestione alla regione ben più colpevole del centrosinistra nella colossale distrazione di denaro pubblico dalle necessità della collettività o a un commissario governativo la cui principale caratteristica sarebbe il potere di non rispettare le norme di legge attualmente in vigore.

Presto – come quando il progetto fu presentato, come quando si avviò il primo cantiere, come quando si sono realizzate le numerose varianti – qualcuno dalla voce potentemente amplificata e connivente con il mostro inizierà a dire che l’importante è riattivarlo, riavviare i lavori, completare il cantiere, sacrificare al totem dell’inutilità illegale altro denaro. Per questo è necessario evidenziare ora, come fecero allora alcune forze politiche e movimenti di cittadini, che quel cantiere, quell’opera, nata con la distrazione delle risorse dai tanti necessari interventi di risanamento ambientale che sarebbero potuti essere realizzati con la legge Valtellina, non s’ha da fare. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]

Leggi on line il 522.

 

 

Mostro paratie/ Il timido segnale del centrosinistra

enzomangalavitilungolarioAlla fine una presa di posizione comune il centrosinistra comasco è riuscita a formularla anche se ci sono voluti molti giorni perché vedesse la luce e le firme non sono tutte mancando, tra le forze della maggioranza, l’adesione di Amo la mia città. Poche le novità rispetto al naturale doveroso sostegno al sindaco che corre il rischio di essere capro espiatorio di colpe non sue e che incassa dalla sua maggioranza stima e invito a continuare fino al termine del mandato.

Il documento ricorda che le paratie non le ha inventate Lucini e afferma la certezza che si avvierà un « processo di ricognizione delle responsabilità delle scelte compiute». Oscuro (almeno per noi)  il passo nel quale si afferma che si dovranno «individuare soluzioni possibili da concordare con tutti coloro che hanno sostenuto il percorso condotto fino a oggi». L’idea di concordare con la Lega Nord che governa in Lombardia, cioè con la forza politica che a un minuto dall’inizio del giorno più nero di Palazzo Cernezzi aveva già iniziato un indecoroso scaricabarile, appare masochistica e in ogni caso inconcludente. Niente invece dicono le forze di maggioranza su come uscire dall’impasse: nemmeno nominata l’ipotesi del commissario governativo e sembra neppure ipotizzata la prospettiva di bloccare il mostro paratie. Nel seguito il testo del comunicato.

«Le forze politiche di maggioranza in Comune di Como esprimono il loro forte e convinto sostegno e la loro piena solidarietà umana e politica al Sindaco Mario Lucini in relazione all’informazione di garanzia da lui ricevuta, quale rappresentante legale dell’istituzione, nella certezza che il suo operato sulla difficile questione delle paratie a lago sia sempre stato condotto nell’interesse esclusivo della città. Chiedono che l’impegno costantemente profuso dal Sindaco prosegua sino al termine del mandato con identica determinazione, pur in presenza di una situazione particolarmente avversa e che – come tutti i cittadini ben sanno – non è affatto determinata da una scelta politica dell’attuale governo della città, bensì rappresenta la pesante eredità di precedenti errori gravissimi cui si è cercato di porre rimedio nella più assoluta trasparenza. I soggetti della coalizione politica, certi che l’amministrazione approfondirà sotto l’aspetto giuridico e tecnico i rilievi di Anac e che verrà avviato un processo di ricognizione delle responsabilità, collaboreranno con il Sindaco per individuare soluzioni possibili da concordare con tutti coloro che hanno sostenuto il percorso condotto fino a oggi, dal Tavolo della competitività di Como alla Regione Lombardia, la quale non può ora addossare al Comune la responsabilità delle scelte compiute, avendo pienamente condiviso tutta la procedura intrapresa. Auspicano che nell’individuare le soluzioni prevalgano, in tutti i soggetti coinvolti, il bene della città e gli interessi collettivi». [Partito democratico, Como civica, Paco-Sel, Sel, Italia dei valori, Partito socialista italiano]

Foto Enzo Mangalaviti, ecoinformazioni

Mostro paratie/ Per Como: nuovo appalto con commissario governativo

paratiemangalavitigiapponesiAbbiamo chiesto a Roberta Marzorati, consigliera comunale di Per Como, di riassumerci la sua posizione riguardo all’affare paratie. La risposta della consigliera è chiara: «Allo stato dei fatti, in considerazione di quanto affermato da Anac, noi ci ritroviamo ad avere un progetto buono tecnicamente, ma non accettabile per i numerosi errori compiuti da un punto di vista del l’iter seguito e in particolare per l’aumento spropositato dei costi, ben superiore a quel 20% tollerato rispetto al bando iniziale. (altro…)

Paratie/ M5s contro, Como civica per Lucini

lungolago comoIl Movimento 5 stelle chiede le dimissioni del sindaco, mentre Maroni declina ogni responsabilità e minaccia di decidere lui cosa fare dei 12,5 milioni di euro promessi, a difesa del sindaco e dell’ultima variante interviene invece Como civica.

 

«Il sindaco di Como, Mario Lucini (Pd), e il suo predecessore, Stefano Bruni (Fi), risultano indagati per presunte irregolarità negli appalti per la realizzazione delle paratie di protezione sul lungolago. si legge in un comunicato del Movimento 5 stelle. «Il Pd dia per una volta il buon esempio e il sindaco faccia un passo indietro – afferma Stefano Buffagni, capogruppo del M5s Lombardia –. Le paratie rappresentano un vergognoso spreco di soldi pubblici e un intollerabile esempio di superficialità nella progettazione e nella pianificazione. Sono una ferita aperta per la città, una vera e propria Salerno-Reggio Calabria in salsa comasca. Abbiamo buttato anni e soldi in un progetto inutile, i lavori non sono conclusi e il sindaco risulta indagato». «Il sindaco si è preso sulle proprie spalle la responsabilità sul cantiere e da candidato aveva promesso che avrebbe risolto il problema delle paratie – aggiunge Luca Ceruti, consigliere comunale comasco del M5s –. Il progetto doveva essere cancellato a Como non serviva nessun muro. Tanto ha promesso e tanto non ha saputo mantenere. Questo sindaco, purtroppo per la città, evidentemente ha fallito, faccia un atto di responsabilità e si dimetta. Il nostro lago e la nostra città meritano di più». Per i due esponenti pentastellati: «Le paratie sono la dimostrazione che la politica di destra e sinistra ha fallito. Nemmeno un bambino che costruisce con i Lego riuscirebbe a dimostrare l’incapacità di cui hanno dato prova i politici comaschi. Sul progetto c’è stata un’approssimazione da dilettanti allo sbaraglio. Ora ci si mette pure Maroni a mettere l’opera sotto l’ala protettiva della regione. È la stessa Lega che era nella Giunta di Como quando si è dato il via a questo pasticcio imbarazzante. L’opera deve essere commissariata, e i cittadini devono decidere quale progetto possa mettere fine allo scempio per poi affidarla a professionisti seri. Stando ai fatti varrebbe poi la pena dare il coordinamento dei lavori e la loro supervisione a degli “umarells”, pensionati che sorvegliano volontariamente i lavori in corso, per non ricadere negli errori del passato. Avrebbero sicuramente più a cuore loro, piuttosto che i politici locali, le sorti del lungolago».

Da parte sua il presidente regionale lombardo Roberto Maroni declina ogni responsabilità: «Noi non abbiamo alcuna responsabilità, perché la stazione appaltante e tutte le iniziative sono state prese dal Comune di Como». «Vediamo la prosecuzione di queste indagini a cosa porterà – ha aggiunto il presidente regionale –. Noi abbiamo solo messo a disposizione le risorse».

«Se proseguiranno i lavori, bene, altrimenti le risorse le utilizzeremo per altre opere – ha minacciato in un primo tempo Maroni, che però poi a mente fredda ha aggiunto –. Ho dato incarico all’assessore Beccalossi e al sottosegretario Cioppa di fare tutte le verifiche per capire come procedere. Non voglio che i lavori si blocchino e che i cittadini di Como rimangano con un’opera incompiuta». «La questione paratie deve essere risolta, soprattutto perché Regione Lombardia ha messo 12,5 milioni di euro – ha proseguito –. Se il Comune non è in grado di fare, io devo decidere questi 12,5 milioni che fine fanno; io voglio utilizzarli per completare l’opera magari anche prendendola in carico noi direttamente come Regione». Una possibilità che verrà presa: «Alla fine della valutazione che faremo, sentendo in particolare Anac e il Ministero delle Infrastrutture».

Con il sindaco di Como si schierano invece totalmente i suoi sostenitori di Como civica: «Il progetto paratie nasce e i lavori per le paratie iniziano sotto le giunte precedenti di centro destra (Pdl-Lega) – ricordano –. Lucini era contrario sia all’esecuzione che al progetto specifico, come risulta dai numerosi interventi in consiglio comunale. E quando la giunta Lucini si insedia il cantiere è già fermo da tempo perché la prosecuzione dei lavori – come confermato dal’Anac – compromette la sicurezza degli edifici viciniori».

«Non è Lucini che ha inferto ai comaschi la ferita della chiusura del lungolago, Lucini è il medico che cerca di curarla – sottolineano gli esponenti della lista civica comasca –. E non è un medico che lavora da solo, nell’ombra; la nostra piena solidarietà deriva dall’assoluta condivisione della variante predisposta per la ripresa e la conclusione dei lavori; condivisione con le forze politiche, con quelle sociali, con artigiani e imprenditori, coi cittadini tutti negli affollati incontri pubblici. Con Regione Lombardia e con il suo presidente che ha siglato l’accordo (parentesi: se in politica la coerenza fosse necessaria chi oggi chiede le dimissioni del Sindaco dovrebbe chiedere anche quelle di Maroni)».

«La relazione dell’Anac mischia le carte in tavola – proseguono gli esponenti del centrosinistra –. Semplificando: critica bando e progetto originari, considera necessarie modifiche, non contesta le soluzioni tecniche individuate con l’elaborazione della terza perizia di variante, dice che le modifiche progettuali e il conseguente incremento dei costi renderebbero necessario il rifacimento del bando. Non prospetta soluzioni se non quella di recedere dal contratto con Sacaim. Probabilmente la soluzione più facile, ma anche quella che costringerebbe la città a un lungo periodo di immobilità legato tanto alla lunghezza dei tempi di gara connessi al rifacimento di un bando di questa portata, quanto a ricorsi, controricorsi, appelli e contrappelli che la società penalizzata sicuramente porterebbe avanti».

«Questo ad oggi – termina la nota di Como civica –. Sicuri di avere lavorato con impegno, competenza e trasparenza vogliamo continuare a farlo per uscire dal “cul de sac” dove altri e non noi hanno infilato la città. Senza polemiche né recriminazioni, senza altro scopo se non quello di ridare ai comaschi il loro lungolago». [md, ecoinformazioni]

ecoinformazioni on air/ Cambiare direzione non passo

NOparatieIl servizio di Gianpaolo Rosso in onda il 13  gennaio alle 7,15 su Radio popolare. Ascoltalo nel nuovo sito di Radio popolare nelle pagine di Metroregione.

Dopo il blitz della Finanza e gli avvisi di garanzia la giunta comunale convocata oggi dovrà avviare un percorso difficilissimo, la cui direzione sembra ancora indefinita.

Lucini ammette che dato il terremoto che si è abbattuto sull’affare paratie non è affatto detto che si possa trovare una soluzione che permetta di riprender la costruzione dell’opera in tempi ragionevoli. La sua coalizione gli esprime unanimemente fiducia e solidarietà, ma si fa strada la convinzione che si sarebbe fatto assai meglio a non limitarsi come nello slogan di Lucini a “cambiare passo”, ma sarebbe stato giusto cambiare sulle paratie del tutto direzione bloccando il progetto del centrodestra chiedendo l’intervento della magistratura.

Fausto Tagliabue, già segretario provinciale della Cisl, ed esponente autorevole del Pd, esprime vicinanza e gratitudine per Lucini, ma attacca da Comozero la segreteria del partito e dichiara che «il Pd comasco  mostra i limiti di una deriva tecnicista e amministrativa, senza alternative reali e politiche da proporre per incidere sulle situazioni». Tagliabue propone «un commisariamento dell’opera e un  un coinvolgimento maggiore dei cittadini, perché comunque è evidente che giunta e Pd ormai non bastano più a dire come se ne può venire fuori» e ipotizza un referendum per ascoltare cosa vogliono i cittadini per il lungolario che non vedono da 6 anni. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni Como]

Paratie/ Finanza in Comune/ Una proposta

C’è appena stato il blitz della Guardia di Finanza lunedì 11 gennaio in Comune e in alcune abitazioni private, compresa quella dell’ex-sindaco Bruni. Vedremo cosa succede.

  1. Una cosa è certa: i due documenti dell’ANAC fugano ogni dubbio in merito al fatto che la giunta Lucini avrebbe dovuto scegliere ben altra opzione da quella fatta: avrebbe cioè subito dovuto chiamare il centro-destra a rispondere delle scelte fatte, su ogni piano; purtroppo, ha invece deciso di continuarne la politica, con conseguenze ad oggi insondabili sul piano giudiziario, ma disastrose sul piano politico.
    Colpisce, tuttavia, l’ostinazione di Lucini nel voler proseguire sulla via intrapresa, come se l’ANAC fosse una “parte politica” senza ruoli istituzionali precisi. Colpisce l’incapacità delle forze politiche che sorreggono la giunta, di comprendere la situazione e di elaborare una prospettiva politica.
  2. Tuttavia, non credo sia sbagliato separare le considerazioni politiche riguardanti il “caso paratie”, da considerazioni di carattere istituzionale. In altre parole, ora compito delle istituzioni, come di tutte le forze politiche cittadine (di maggioranza come di opposizione) e dei cittadini stessi, è quello di tentare di risolvere l’intricatissimo garbuglio “paratie”, separando quest’azione da quella più propriamente politica, che si traduce in un giudizio sull’operato della giunta Bruni e della giunta Lucini. La città ha un problema ed è giusto ed opportuno che essa tenti di risolverlo.
  1. Ebbene credo che la prima cosa da fare e da chiedere al governo cittadino (qualsivoglia evoluzione politica esso subirà nel prossimo futuro) è quella di avere un quadro chiaro delle alternative che si hanno in merito alle paratie.

Non è semplice offrire questo quadro, per diversi motivi.

Primo: il quadro deve essere composto anche alla luce dell’azione dispiegata dell’ANAC, che ha rimandato il problema alla Procura e alla Corte dei conti.

Secondo: il governo cittadino deve offrire tutte le informazioni riguardanti il caso paratie, cosa non semplice se si considera che il quadro deve contenere i possibili scenari futuri.

Terzo: devono essere vagliate tutte le opzioni possibili: compresa quella di abbandonare l’opera della paratie (molto probabilmente opera inutile), fatta salva una decorosa risestimazione del lungo lago.

Quarto: devo essere stimati i costi di tutte le alternative possibili, compresi i costi di un eventuale intervento del Tribunale e della Corte dei conti non solo in merito al progetto e alla varianti n.1 e n. 2, ma anche in merito alla variante n. 3, contestatissima (tanto che è stata questa variante a suscitare l’interessamento dell’ANAC), come l’intero progetto e le prime due varianti.

Quinto: devono essere spiegate in termini comprensibili ai non addetti ai lavori tutte le tecnicalità legali legate al tema degli appalti pubblici.

Sesto: non è facile offrire questo quadro perché la giunta in carica ha reagito emotivamente all’azione dell’ANAC, vuoi ribadendo intempestivamente “noi andiamo avanti” – e dove, di grazia? -, vuoi ponendo la questione in termini meramente d’appartenenza “di gruppo”: se sei con la giunta, allora devi dargli fideisticamente fiducia (addirittura alcuni supporter guardano al sindaco come se fosse una sorta di monarca-papa da seguire ciecamente); conta la fedeltà invece che la lealtà; ogni critica, ogni posizione diversa da quella dominante viene considerata un intralcio, un’offesa personale.
Settimo: non è facile avere questo quadro perché le forze politiche del centro-destra non hanno alcun interesse a farlo. Non rimane che da contare su quelle forze politiche oggi presenti in Consiglio comunale che NON sono state compromesse con il “caso paratie”: ma sono deboli.

Avere questo quadro, sintetizzabile in un documento molto snello e riassuntivo (e dio non voglia che si fornisca una serie di “slides da conferenza”, del tutto inutili), sarebbe già un passo avanti enorme. Per due motivi: perché solo grazie all’ANAC la città ha avuto un quadro della situazione passata, mentre compito dell’aministrazione in carica è anche quello di stimare il quadro futuro; perché, come dimostra l’azione dell’ANAC, l’amministrazione nonaveva affatto fatto questo quadro, nemmeno come strumento di lavoro (né ad uso proprio, néad uso del Consiglio comunale). Non saremmo arrivati a questo punto, altrimenti.

E’ da questo quadro che si può partire per capire gli spazi di manovra esistenti. E’ da qui che si può ripartire per aprire un dibattito sulle alternative possibili. E’ da qui che si può partire per compiere delle scelte razionali [Luca Michelini per ecoinformazioni]

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