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Now Festival 2017 / Green Jobs. La sostenibilità incoraggia i giovani e il lavoro

La mattina di mercoledì 10 maggio dalle 10 alle 12.30 si è aperta alla Camera di commercio di Como la seconda edizione di Now! Festival del futuro sostenibile. Tema centrale dell’incontro Green Jobs. La sostenibilità incoraggia i giovani e il lavoro era presentare opportunità di formazione professionale aperte ai giovani che si inseriranno in un mercato del lavoro per cui la sostenibilità – economica, sociale, ambientale – è un requisito ormai imprescindibile. Si è trattato di un incontro molto partecipato, soprattutto dagli e dalle studenti delle scuole secondarie superiori comasche direttamente coinvolti in progetti di impresa sostenibile. Ha svolto il ruolo di moderatrice Marilena Lualdi, giornalista de La Provincia.

Primo relatore intervenuto è stato Andrea Trisoglio di Fondazione Cariplo, che ha presentato il bando di concorso Green Jobs, lanciato per la prima volta per l’anno accademico 2015-2016 e riproposto per l’anno in corso. Beneficiarie sono (quest’anno) 180 classi di istituti secondari superiori lombardi, a cui è offerta la possibilità di elaborare un progetto d’impresa sostenibile nel futuro, dato che “è nel futuro che passeremo il resto della nostra vita”, ha ricordato Trisoglio, parafrasando Marx (non Karl, ma Groucho).  In passato, siamo stati abituati a considerare l’innovazione sostenibile come un punto d’onore di alcune aziende virtuose: ora è tempo di cambiare mentalità e adottarla come premessa necessaria, a cui abituarsi fin dagli anni scolastici. Una possibilità nuova e impegnativa per la maggior parte delle e degli studenti italiani, la cui formazione non può più limitarsi alla preparazione accademica e “teorica”. La sfida lanciata alle e ai ai giovani partecipanti non riguarda unicamente l’aspetto progettuale in senso stretto, ma include, cosa più importante, una valutazione della sostenibilità e del vantaggio apportato dalle proposte avanzate. Gli studenti, peraltro, devono essere in grado di definire finalità e destinatari per il proprio progetto, presentare un budget, reperire partner d’impresa ed elaborare una strategia di marketing, entrando così in contatto con la necessità di sinergia e di compromesso che caratterizza l’ambiente lavorativo.

Nel corso della mattinata, è stato dato – giustamente – ampio spazio alle ragazze e ai ragazzi personalmente coinvolti nella progettazione d’impresa sostenibile. Green Jobs è un bando aperto alle classi, i cui studenti definiscono i rispettivi ruoli già nella fase iniziale. Dopo un video che illustrava alcuni progetti presentati nel corso della prima edizione di Green Jobs, sono intervenuti gli studenti delle classi quarte LSA 1 e LSA 2 dell’Isis Paolo Carcano di Como, la prima con la sua app Step App, che combina un contapassi digitale con la possibilità di ottenere sconti nei negozi del centro di Como che hanno aderito al progetto, la seconda con Bin Careful [gioco di parole tra “cestino” e “fate attenzione!”], piano di incentivazione alla raccolta differenziata entro lo stesso istituto Carcano, con la creazione di bidoni a partire da materiale riciclato e la premiazione delle classi più virtuose.
In parte diverso, ma analogo negli obiettivi, è l’approccio di IdeaImpresa, bando lanciato dalla Camera di commercio di Como e presentato al pubblico da Immacolata Tina, responsabile per l’innovazione economica. Ideaimpresa adotta ogni anno dal 2009 un tema diverso e quello di quest’anno, il benessere sociale, si combina felicemente ai principi fondativi dello stesso festival Now. Diversamente che per Green Jobs, competono piccoli gruppi di studenti (3-6 ragazzi e/o ragazze) di istituti superiori della provincia di Como, impegnati in percorsi di formazione metodologica e progettazione che della sostenibilità considerano l’aspetto “trasversale”, dunque relativo ai diversi ambiti del lavoro e della vita, quali la salute, l’alimentazione, il rapporto con l’ambiente . Prova ne sono le testimonianze chi ha aderito alla scorsa edizione del bando, come due team di studenti ed ex-studenti dell’Itis Magistri Cumacini, che hanno elaborato, rispettivamente, una app per aiutare i medici a monitorare casi di una malattia che si manifesta con eruzioni cutanee (Dermascreen) e alcuni dispositivi di assistenza a persone con disabilità, a costi limitati rispetto a quelli venduti sul mercato (Watch team). Il terzo premio ex-aequo per l’anno 2015/2016 è invece stato assegnato a Pocket school dell’Iis Jean Monnet, teso a semplificare l’organizzazione scolastica con l’aiuto del digitale, e a Stillario, progetto di promozione del territorio lariano curato da quattro studenti del quarto anno di Enaip Como. Una squadra della III T  quest’ultimo istituto, infine, ha illustrato il progetto Eau Soleil, un itinerario di turismo sostenibile in Senegal, che si combina ad altri tre progetti analoghi realizzati dai loro compagni e compagne nel contesto dell’iniziativa Alimentare lo sviluppo (leggi l’articolo di ecoinformazioni a riguardo).
Tina ha concluso ricordando l’appuntamento annuale della Giornata dell’innovazione, prevista per martedì 30 maggio al parco scientifico-tecnologico ComoNext di Lomazzo, in occasione della quale si terrà la premiazione dei progetti iscritti all’edizione in corso di Ideaimpresa.

Ultima a intervenire è stata Aurora Magni, docente incaricata di Ecoefficienza, materiali e processi alla Liuc – Università Carlo Cattaneo di Castellanza (VA). Magni ha osservato quanto più facile sia criticare che non elaborare e attuare delle soluzioni concrete ai problemi del nostro tempo, lodando le e gli studenti che si sono messi in gioco per farlo. Il verde, o meglio il green nel linguaggio imprenditoriale del nostro tempo, è il colore che deve e che dovrà essere un fondamento dell’industria “4.0”, la stessa che sarà caratterizzata da una crescente automazione della produzione e della compravendita di beni e di servizi. Anche in una realtà lavorativa ed economica in cui vediamo sempre più macchine e sempre meno personale umano, è tuttavia possibile creare nuove opportunità di impiego all’insegna della sostenibilità. Magni ha portato due esempi di rilievo per il territorio comasco: quello della moda e del tessile, e quello dell’industria chimica, spesso interconnesso con la prima. Oggi, chi opera in questi settori deve sviluppare una maggior consapevolezza dei metodi di produzione, delle tecnologie e dei materiali adottati, in direzione di maggiori riciclabilità e sicurezza (per l’ambiente e per i lavoratori), da un lato, e di una sempre più limitata impronta ambientale (in senso negativo) dall’altra. E a fronte di una scarsa consapevolezza dei consumatori sulle origini dei prodotti sul mercato  – non sempre dovuta alla pigrizia: le etichette sono spesso “opache” in tal senso – sarà altrettanto importante mostrare competenze narrative, per saper descrivere efficacemente ciò che l’azienda ha da offrire, e digitali, per andare incontro a consumatori sempre più consapevoli con prodotti di qualità, rispettosi della natura e del lavoro. E queste, ancora oggi, sono competenze per cui la pur necessaria tecnologia nulla può senza l’intervento umano. [Alida Franchi, ecoinformazioni]

Il risparmio energetico in casa

Terzo appuntamento nel comune di Bulgarograsso del percorso Vivi sostenibile organizzato dall’associazione L’isola che c’è, mercoledì 7 maggio. Si è parlato di Risparmio energetico in casa con Michele Metzger di Equa.

«Le energie rinnovabili sono quelle forme di energia generate da fonti che sono in grado di rigenerarsi o non sono esauribili nella scala dei tempi umani e il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future», si tratta di una definizione nota – ha esordito Michele Metzger di Equa (www.equaenergia.it) di fronte a una quindicina di persone – ma sicuramente utile per introdurre il tema della serata: Il risparmio energetico in casa. «Siamo sempre più dipendenti da altri Paesi per l’approvvigionamento di energia – ha continuato il relatore – si parla di portare il prezzo del petrolio a 200 dollari al barile entro la fine del 2008. In questo contesto è indispensabile valutare non solo l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili (il solare fotovoltaico e termico, l’energia idroelettrica, eolica, geotermica e le biomasse) ma anche risparmiare energia con piccoli accorgimenti quotidiani: scegliere lampadine a basso consumo, acquistare elettrodomestici di classe A o superiore, recuperare l’acqua piovana per innaffiare il giardino o per lo scarico del wc, ombreggiare i locali in estate, ecc.».
«Il 40 per cento dell’energia totale è consumata dal settore domestico – ha sottolineato Metzger – di questo 40 per cento il 65 per cento serve a riscaldare le case e produrre acqua calda. Le abitazioni possiedono una potenzialità elevata di risparmio energetico ed è necessario pensare ad interventi mirati per migliorarne l’efficienza».
La Regione Lombardia si sta muovendo in questo senso e ha definito una serie di requisiti di risparmio energetico degli edifici che, in linea con le disposizioni nazionali, verranno valutati in base alla classe di appartenenza: A, per gli edifici più efficienti, fino a G per quelli che disperdono più calore; gli edifici di nuova realizzazione dovranno rientrare almeno nella classe C. È stato inoltre creato – ha spiegato il relatore – un database nel quale verranno raccolte le schede relative a tutti gli edifici della regione, secondo i dati fin’ora raccolti il 90-95 per cento delle abitazioni rientrano nell’ultima classe.
Sollecitato dalle domande dei partecipanti Metzger ha illustrato una serie di accorgimenti per ridurre la dispersione di calore nelle abitazioni, in alcuni casi molto costosi come la installazione del cosiddetto “cappotto”, un rivestimento con materiali isolanti sulle pareti esterne di un edificio, oppure meno onerosi come l’eliminazione di ponti termici o l’istallazione di caldaie a condensazione, decisamente più efficienti di quelle tradizionali.
In chiusura il relatore ha accennato brevemente alla possibilità di riscaldare l’acqua per le necessità sanitarie con l’utilizzo di pannelli fotovoltaici, ma data l’ora tarda non ha avuto la possibilità di approfondire. [Greta Pini, ecoinformazioni]

Il metodo biologico contro quello tradizionale

Mercoledì 8 maggio Roberto Cavallerano di BioAgricert ha descritto il metodo di produzione e le certificazioni di un prodotto più sicuro e nutritivo di quello prodotto industrialmente.

Una ventina le persone riunite alle scuole di via Burgo per assistere all’incontro organizzato dall’Isola che c’è nell’ambito del percorso Vivi sostenibile a Maslianico.
Il relatore ha definito in breve i contenuti del regolamento Cee che definisce le normative dell’agricoltura biologica.
In seguito Roberto Cavallerano ha chiarito come spesso si sbagli chiamando biologico un prodotto, mentre invece biologico è il metodo di coltivazione, metodo senza ausilio di pesticidi chimici che garantiscono quindi l’assenza di residui dannosi per la salute. Il certificatore deve fare numerose visite durante l’arco di tutto l’anno per rendersi conto se veramente vengono rispettate le norme di coltivazione facendo attente analisi chimiche del terreno.
Per quanto riguarda l’allevamento per parlare di biologico bisogna garantire un’alimentazione al cento per cento costituita da mangimi biologici, senza Ogm e con almeno il 60 per cento di foraggio fresco. Inoltre bisogna che gli animali vivano all’aperto e abbiano la possibilità di muoversi mentre i trattamenti veterinari con farmaci devono essere limitati e possono essere usati solo prodotti accettati dalla normativa.
Il metodo biologico infine si distingue da quello convenzionale perché intende mantenere, nutrire e dare vita ai trenta centimetri di terra che devono essere tutelati per dare futuro all’agricoltura e tramite essa alle future generazioni. [Nicoletta Nolfi, ecoinformazioni]

 

Vivi sostenibile, edizione 2008

«Contaminare più gente possibile» questo il senso del progetto Vivi sostenibile, a qualcuno piace farlo, espresso da Marco Servettini dell’associazione L’isola che c’è che da più di quattro anni si impegna a diffondere un differente stile di vita.

In una conferenza stampa, venerdì 28 marzo all’Avc-Csv di via Col di lana 5, sono stati presentati i risultati dell’edizione 2007 del progetto Vivi sostenibile, a qualcuno piace farlo. 349 iscritti, 14 comuni coinvolti, 70 tra incontri e laboratori, 45 relatori provenienti dal territorio: un successo quello ottenuto nella scorsa annata dall’Isola che c’è e dalla sua rete, in collaborazione con il Coordinamento comasco per la Pace e l’Avc-Csv.
I temi che più hanno entusiasmato i partecipanti agli incontri sono stati quelli dell’abitare, preferito dagli uomini, e del mangiare, più sentito dalle donne, meno recepito è stato quello della mobilità. Dalla collaborazione con i Comuni e con le realtà locali sono nati diversi percorsi specifici: un’esperienza di pedibus a Guanzate, la nascita di un nuovo Gruppo di acquisto solidale a Villa Guardia e il consolidamento dei Gas già esistenti a Capiago Intimiano e Guanzate, lo sviluppo della ciclabilità nel comune di Erba e l’avvio di due corsi teorico-pratici: uno sull’autocostruzione di pannelli solari a Lurate Caccivio e uno sull’alimentazione naturale a Como e Grandate.
L’attivismo comasco, ha sottolineato Marco Servettini dell’associazione L’isola che c’è, è stato segnalato anche più volte dalla stampa locale e perfino dalla testata regionale del Tg3. Lo scopo del progetto del 2007 – ha continuato il portavoce de L’isola che c’è – è stato quello di far conoscere ai cittadini differenti stili di vita più consapevoli e sostenibili. La realizzazione di Vivi sostenibile, a qualcuno piace farlo è stata possibile grazie ai finanziamenti della fondazione Cariplo della regione Lombardia ottenuti vincendo un bando per l’educazione ambientale. Il costo del progetto è stato di 90 mila euro che la fondazione ha coperto al 60 per cento, la rimanente quota è stata raccolta tra gli organizzatori e i Comuni che hanno aderito all’iniziativa. La sfida per il futuro è di non dipendere più dalla fondazione Cariplo e di riuscire a stipendiare gli operatori che collaborano col progetto.
Per il progetto Quotidiano sostenibile 2008 sono stati coinvolti 20 Comuni e la novità più importante è stata l’adesione dell’ospedale S. Anna di Como. Al personale della struttura ospedaliera verranno proposti degli incontri per conoscere un utilizzo più ecologico e razionale delle risorse. I primi undici percorsi del progetto Quotidiano sostenibile 2008 verranno attivati da marzo, mentre altri partiranno in autunno. Una grossa novità sarà Municipi sostenibili, quattro seminari che propongono agli amministratori locali la possibilità di sviluppare le conoscenze sui temi della sostenibilità nell’attività edilizia e nel governo del territorio, della mobilità urbana, della trasparenza e della lotta alle mafie negli appalti pubblici, della partecipazione e della cittadinanza attiva. A questi incontri parteciperanno rappresentanti di istituzioni comunali provenienti da diverse zone d’Italia. In autunno questi temi verranno riproposti attraverso dei corsi di formazione che serviranno ad affinare gli strumenti di governo del territorio. Differentemente dalla passata edizione, sono state organizzate delle iniziative tese a interagire maggiormente con la cittadinanza dei comuni coinvolti. Verranno realizzate delle fiere solidali che coinvolgeranno produttori locali, durante le quali si terranno animazioni e laboratori per bambini e adulti. La prima fiera si terrà a Ponte Lambro in via Roma sabato 5 aprile dalle 14 alle 18. Inoltre il gruppo musicale La moranera presenterà il suo nuovo spettacolo Consumati attraverso le immagini e la musica verranno presentati gli aspetti positivi di un differente stile di vita. Il primo concerto sarà sabato 19 aprile alle 21.30 al centro civico di Bulgarograsso in via del Ravarino. Il programma completo delle iniziative è reperibile sul sito www.lisolachece.org. [Francesco Vanotti, ecoinformazioni]


Quando la mobilità diventa leggera

Nel secondo appuntamento del percorso Vivi sostenibile promosso dall’associazione L’isola che c’è si è parlato di mobilità sostenibile e turismo responsabile con Marco Castiglioni e Filippo Camerlenghi.

«L’associazione la Città possibile – ha esordito l’architetto Marco Castiglioni – si occupa di promuovere la partecipazione attiva dei cittadini intorno ai temi della riconquista e trasformazione degli spazi urbani. Il nostro obiettivo primario, in collaborazione con amministrazioni e cittadini, è quello di mettere a punto nuove politiche degli spazi urbani ispirate ai principi dell’ecologia urbana». Dal 1994 – ha spiegato il relatore alla trentina di presenti – Città possibile è impegnata in una serie di campagne per la riconquista degli spazi verdi, la sistemazione dei cortili scolastici, l’attuazione di interventi di moderazione della circolazione, ecc. «La mobilità è un aspetto essenziale del vivere quotidiano – ha proseguito Castiglioni – ed è in stretta relazione con molti aspetti: l’inquinamento, i rischi per la salute, la sostenibilità. La dispersione degli insediamenti sul territorio ha contribuito ad aumentare il numero di persone che si spostano con l’auto. I mezzi pubblici, infatti, non sono in grado di servire tutte queste zone contemporaneamente». L’eccesso di motorizzazione privata – ha chiarito il relatore – non solo compromette la mobilità, ma è rischioso per la salute. I dati dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) del 1998 parlano di 3.500 decessi per inquinamento, ogni anno, e di 1.900 ricoveri per problemi respiratori dovuti all’inalazione di sostanze tossiche aspetti: l’inquinamento, i rischi per la salute, la sostenibilità. La dispersione degli insediamenti sul territorio ha contribuito prodotte dalle auto. Senza contare che, secondo i dati Istat/Aci relativi al 2004, dei 224 mila incidenti che sono avvenuti sulle strade italiane il 74 per cento si è verificato nelle aree urbane. La macchina è diventata una protesi della quale non riusciamo a liberarci, pensiamo i nostri spostamenti sempre in termini di auto – ha sottolineato il relatore – senza prendere in considerazione mezzi alternativi».
Castiglioni ha introdotto il concetto di intermodalità, la possibilità di mettere in relazione diverse modalità di trasporto, per utilizzare il mezzo più adatto in base alle nostre esigenze. L’integrazione modale – ha chiarito l’architetto -permette di creare un effetto di sinergia tra mezzi di trasporto differenti e garantisce un risparmio in termini di costi economici, una maggiore sostenibilità degli stili di vita e una migliore qualità della vita, una riduzione del traffico e dell’inquinamento. Questo modo di muoversi è già una realtà in molti paesi europei, in Italia invece, secondo Castiglioni, «il trasporto pubblico, per come è strutturato, non è in grado di assolvere da solo le esigenze di mobilità di tutti i cittadini. Occorre valutare altri strumenti alternativi». Il relatore ha parlato quindi di minibus, di car pooling, di car sharing e di pedibus.
I minibus a chiamata sono un’alternativa alla macchina per tutti quegli utenti che vivono in zone “a domanda debole”, dove i mezzi pubblici sono sottoutilizzati ed effettuano un numero limitato di corse. Il servizio a chiamata prevede che i cittadini possano, prenotandosi telefonicamente, comunicare la fermata e l’ora di partenza.
Il car pooling, invece, prevede la condivisione della stessa auto da più persone che compiono un medesimo tragitto, mentre il car sharing è un servizio che permette di utilizzare un’automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio vicino al proprio domicilio, e pagando in base all’uso reale. L’automobile da bene di consumo diventa così solo un servizio, favorendo un cambio di prospettiva da parte degli utenti e una maggiore consapevolezza dei reali costi di utilizzo.

Il pedibus, infine, non è altro che un autobus a piedi, che accompagna i bambini da casa a scuola e viceversa percorrendo un itinerario preciso, con orari e fermate stabilite. É guidato da genitori, volontari ed insegnanti e oltre a contribuire a ridurre l’inquinamento consente ai bambini di muoversi, di socializzare e abituarsi alle regole della strada divertendosi.
La diffusione di questo modello di spostamento, nel prossimo futuro – ha concluso il relatore – sarà soggetto ad un potenziamento del servizio di trasporto pubblico, all’adozione di adeguati strumenti di pianificazione (ad esempio il Piano urbano della mobilità), ad azioni di disincentivo dell’uso dell’auto da parte delle amministrazioni, alla definizione di logiche di rete, con la creazione ad esempio di zone di interscambio in prossimità delle stazioni, dove depositare le biciclette, e all’istituzione di un biglietto unico per l’utilizzo combinato di più mezzi (ad esempio tram, autobus e treno).
Filippo Camerlenghi, rimasto a corto di tempo per il dilungarsi dell’intervento di Castiglioni, ha cercato in pochi minuti di fare chiarezza sul concetto di turismo responsabile: «non esiste una definizione precisa e non esistono parametri che chiariscono con precisione che cos’è il turismo responsabile. Si tratta di un approccio – ha spiegato il relatore – caratterizzato da una duplice preoccupazione che il turista deve avere nei confronti dell’ambiente dei luoghi che visita e del benessere delle popolazioni che vi abitano. Il concetto di sostenibilità va quindi inteso in senso economico, ambientale e sociale». Molto spesso – ha proseguito Camerlenghi – l’espressione viene utilizzata in riferimento al turismo nei paesi in via di sviluppo o comunque rivolto verso paesi lontani, ma in realtà «questo tipo di turismo si può fare anche in provincia di Como. Accanto alle grandi destinazioni i tour operator offrono sempre di più itinerari enogastronomici, visite a musei etnografici e a realtà poco conosciute, proprio perché l’interesse turistico è cambiato negli ultimi anni. Il turismo responsabile non è altro che una risposta a questi nuovi bisogni e applicato al nostro territorio potrebbe conferirgli nuovo valore». [Greta Pini, ecoinformazioni]

L’approccio biologico all’agricoltura per il progetto Vivi sostenibile

Per il progetto Vivi sostenibile Martino Bargero dell’omonima Azienda agricola ha introdotto l’approccio biologico in agricoltura. Giovedì 6 marzo una ventina di persone a Gironico hanno partecipato all’incontro organizzato dall’Isola che c’è.

È ripartito con l’incontro sull’agricoltura biologica il progetto Vivi sostenibile nel Comune di Gironico. Il relatore, Martino Bargero, che lavora da anni nella sua azienda agricola, ha illustrato al pubblico presente le differenze tra diverse modalità di approccio all’agricoltura. Dato che l’agricoltura chimica, con il suo tendere a massimizzare il raccolto minimizzando la diversità, ha creato problemi all’ambiente, alcuni agricoltori hanno intrapreso la via del biologico. L’agricoltore biologico non fa semplicemente crescere delle piante, ma ricrea il loro habitat naturale e conserva le specie di parassiti che svolgono un ruolo nella crescita. È un approccio diverso alla coltivazione. «Si tende a dividere gli operatori in buoni e cattivi» ha commentato il relatore «i buoni sarebbero gli agricoltori biologici, i cattivi quelli che utilizzano fertilizzanti chimici. In realtà non è così. Sono solo due approcci diversi allo stesso problema». Per Martino Bargero «il modo di fare agricoltura è lo stesso con cui conformiamo il mondo. È la società che determina l’agricoltura». A seconda delle esigenze sociali si costruisce il tipo di coltivazione. La nostra vita frenetica, dove si ha tempo il sabato di fare la spesa solo nell’ipermercato dove si può trovare tutto, devasta le coltivazioni tipiche del territorio, imponendo a determinate aree un solo tipo di coltura, con vantaggio solo per le grosse catene di distribuzione. «Tutti noi mangiamo lattuga, ma nella nostra zona non si coltiva» ha fatto notare. Questa riflessione porta a chiedersi il reale valore di ciò che scegliamo di mangiare, di come noi e le nostre viziate abitudini alimentari stiano in realtà sconvolgendo equilibri ambientali saldi da millenni. Nel progetto Vivi sostenibile, si sta scegliendo invece di riscoprire i sapori locali organizzando gruppi d’acquisto solidale (Gas), che prevedono la compra di prodotti da produttori biologici e il più possibile vicini, nei quali una persona a turno si occupa dell’acquisto, risparmiando così tempo e riallacciando i rapporti tra persone, attraverso un consumo più naturale e sano. La serata si è conclusa con domande pratiche sul mantenimento dell’orto, facendo emergere quanto ancora questa pratica, fino a pochi anni fa così diffusa non per svago, ma per reale bisogno, stia riemergendo come alternativa a prodotti sempre più economici e pericolosi per la salute. [Nicoletta Nolfi, ecoinformazioni]

ecoinformazioni 378/La guida Vivi sostenibile

Ecco il numero di ecoinformazioni di giugno/luglio 2007, lo potete scaricare qui (pdf).

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Il sommario del numero 378

– Basta giocare GIANPAOLO ROSSO

– Le ragioni della sconfitta LUCA GAFFURI

– Pumping system MARGHERITA CANEPA

– Mala tempora

– La città è bella? MASSIMO PATRIGNANI

– Giro di mostra

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